martedì 25 marzo 2008

CANALETTO E BELLOTTO. L'arte della veduta


www.palazzobricherasio.it


Due dei migliori interpreti del vedutismo, "veneziani di nascita ma europei per vita vissuta", sono messi a confronto nel corso di questa mostra, a mio parere molto ben riuscita.
Solo per rinfrescare la memoria, vale la pena ricordare che Zuanne (Giovanni) Antonio Canal detto Canalet
to e Bernardo Francesco Paulo Ernesto Bellotto erano parenti, in quanto la madre di Bellotto, Fiorenza Canal, era sorella di Canaletto. Entrambi cresciuti alla bottega di Bernardo Canal (il padre di Antonio) e, per quanto riguarda Bellotto, dello stesso Canaletto e iscritti alla fraglia (la corporazione dei pittori), fin dai primi passi hanno dedicato la loro attenzione a "fotografare" il paesaggio.

Canaletto si distingue per la perfetta conoscenza della prospettiva e della tecnica pittorica: le linee dritte, i piccoli tocchi di colore senza pesantezza e spessore e privi di impasti chiaroscu
rali, avviandosi così sulla strada del rigore scientifico, che è la sua peculiare caratteristica, il suo tratto distintivo.
Per raggiungere la perfezione, si avvale della camera ottica, grazie alla quale prepara schizzi, presi da vari punti di osservazione e poi riuniti in un unico foglio. A tale proposito è bene sottolineare come ricorra abbastanza spesso l'uso dell'arco, così come in Bellotto, un espediente compositivo utile a dare profondità alla scena, a creare i piani di luce, tanto amati da Canaletto.

Bellotto, data la frequentazione della bottega dello zio, ne è inizialmente influenzato: quel rigore del disegno non gli appartiene e infatti, nel corso della sua carriera, viene sostituito da uno stile più personale. La peculiarità del Bellotto maturo sta proprio in un uso del colore con un'intonazione più fredda e in una concezione più drammatica delle luci, giusto a marcare l'autonomia del suo discorso poetico. I suoi cieli sono più trasparenti, le sue ombre più nere, profonde e disegnate, i contrasti chiaroscurali più marcati ("tagli di luce e profondità d'ombra portati al massimo della scenograficità, fino a esiti di una tragicità epocale e misteriosa" Giandomenico Romanelli, Bellotto), la resa dei particolari più nitida e incisiva (questo per certi versi influenza Canaletto), una maggior attenzione alla vita cittadina, quasi assente nelle opere dello zio, esemplificata dalle scene cittadine del periodo di Dresda e dalle scene rurali del periodo di Varsavia.



da:reprodart.com
Canaletto, Warwick Castle, la facciata orientale dal cortile


"I due grandi artisti (...) coniugano nelle loro vedute arte e cronaca, storia e poesia".

"L'uso sapiente della camera ottica (ideata nel '500 e perfezionata nel '700, che consente di proietta
re un'immagine, attraverso una lente, su una superficie di vetro da cui viene poi riprodotta) permette a zio e nipote di rubare e fermare sulle loro tele, come moderni fotografi, delle istantanee della realtà"

"(...) scatti d'autore destinati a facoltosi personaggi del posto, ma soprattutto ai numerosi visitatori stranieri impegnati nel Grand Tour".


mercoledì 19 marzo 2008

IL BELL'ESEMPIO DI CASALMAGGIORE


Come ci documenta l'articolo tratto dal Corriere della Sera - Lombardia, a Casalmaggiore (CR), per risparmiare sulla plastica, il Comune si farà carico della spesa dei distributori automatici di detersivi, per un costo di 6 mila euro. Secondo le previsioni, il risparmio dovrebbe aggirarsi intorno a meno 80 mila bottiglie di plastica (pari a circa 5 tonnellate di materiale), il che vuol dire, a livello di smaltimento, una diminuzione di circa 14 tonnellate di anidride carbonica. "Gli impianti self-service, che verranno totalmente finanziati per il primo mese dal Comune e poi costeranno 300 euro al mese ai commercianti, verranno piazzati all'interno dei principali supermercati, garantendo al consumatore sia la qualità del prodotto, sia un risparmio di oltre il 20%".
Tra le altre cose da segnalare, "Casalmaggiore si trova tra i primi 10 Comuni italiani per il tasso di raccolta differenziata e al terzo posto nella classifica dei centri lombardi con più di 10 000 abitanti": si è passati dal 31% di rifiuti interessati dal differenziamento nel 2000 al 71% nel 2006, con la previsione di arrivare all'80% a fine 2008.

Questo a dimostrazione, per l'ennesima volta, che i rifiuti sono sì un problema, ma ampiamente controllabile, se si vuole.

LA DIFFERENZIATA IN LOMBARDIA

Da: Corriere della Sera – Lombardia del 18/03/2008; Laura Guardini

"LA PATTUMIERA? NE AVREMO 24 DIVERSE. GIA' DIFFERENZIATA QUASI META' DEI RIFIUTI"

All’inizio “erano solo carta e vetro. Oggi sono ben 24”. I rifiuti in Lombardia superano “i 4 milioni di tonnellate all’anno, circa 1,4 chilogrammi a testa per abitante. (…) il 35% di raccolta differenziata che nel 1997 la legge Ronchi aveva fissato come traguardo ora in Lombardia è ampiamente superato: la media regionale, nel 2006, si è assestata al 43,6%, mentre nei Comuni, in media, sono 12,7 le diverse raccolte.”
“Oltre il 70% dei 1.546 Comuni monitorati dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha attivato più di 10 raccolte differenziate: oltre carta e cartone (nel 98% dei Comuni lombardi), vetro (93%), i cosiddetti “raee” (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, 93%), plastica (92%), farmaci (92%), ci sono batterie e pile, siringhe, verde, organico, alluminio, materiali ferrosi, accumulatori, oli esausti, pneumatici, ingombranti, stracci.”
Non si è ai livelli della Svizzera, ma “il riciclaggio consente comunque di avere una bottiglia nuova da 350 grammi usando altrettanto vetro recuperato che va fatto fondere a 1.400 gradi.”
“Del resto, nella classifica «verde» dei capoluoghi di provincia che Legambiente e Ambiente Italia stilano ogni anno dal 1994, i lombardi «virtuosi» non mancano: Lecco, Varese e Bergamo occupano i posti dal 7° al 9°; Mantova e Cremona al 13° e 14°; Sondrio e Brescia al 20° e 21°.”





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