sabato 28 novembre 2009

IL RICHIAMO CADUTO NEL VUOTO



Nulla da eccepire di fronte alle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: un monito forte e chiaro - l'ennesimo - ad abbassare i toni troppo alti dello scontro politico e dello scontro tra istituzioni. Sembra proprio che ormai pensare al dialogo in politica sia un sogno, un'utopia cui rassegnarsi perchè tanto nulla cambierà. Gli avvertimenti del capo dello Stato sono stati numerosi e rivolti a chi ogni volta ha alzato la voce più degli altri, ma evidentemente non sono serviti a nulla. Ecco, allora, che Napolitano ha ritenuto di dover intervenire ancora una volta e lo ha fatto in una maniera nettamente più solenne delle altre: pur capace di parlare a braccio, ha preferito, per assicurare una maggiore incisività, leggere la dichiarazione.

L'interesse del Paese, che deve affrontare seri e complessi problemi di ordine economico e sociale richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali.

Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento , in quanto poggi sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare.


E' indispensabile che da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni
pubbliche, e che quanti appartengono alla istituzione preposta all'esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione. E spetta al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia.

La breve dichiarazione di Napolitano racchiude, in maniera sintetica ed efficace, i fondamenti dello Stato democratico, animato dal profondo rispetto di ciascuna singola istituzione: solo in questo modo, solo con la profonda collaborazione delle differenti parti si può raggiungere al meglio l'interesse del Paese.

Nonostante l'importante richiamo del presidente della Repubblica, ieri, per tutto il giorno, incerte anticipazioni di stampa riguardo un avviso di garanzia per Berlusconi hanno circolato, smentite solo in serata da Palazzo Chigi e oggi dai pm di Firenze, i quali hanno anche affermato che "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati per mafia". Ma intanto la frittata è stata combinata: ancora una volta è partito il solito can can mediatico contro Berlusconi, che - non certo erroneamente - ha bollato come "infamanti" e "infondate" le accuse di un coinvolgimento in un processo per mafia.

A questo punto, non resta che sperare in bene, anche se queste premesse non lasciano certezze: il presidente Napolitano si troverà ancora a dover richiamare politici e istituzioni all'ordine, purtroppo.

sabato 21 novembre 2009

AMMANITI AL COLLEGIO NUOVO DI PAVIA


Nella serata di giovedì 19 novembre, ho avuto il piacere di assistere alla lettura di alcuni passi del nuovo libro di Niccolò Ammaniti. Nella sala del Collegio Nuovo di Pavia, lo scrittore romano e Andrea Manzini hanno letto le prime pagine dell'ultima creazione letteraria di Ammaniti, Che la festa cominci. Al termine della serata, lo scrittore ha firmato autografi e dediche.


venerdì 20 novembre 2009

LA TEORIA DEL DIVERTIMENTO


Avete mai sentito parlare di Thefuntheory.com? Io sono arrivato a visitare il sito dopo il consiglio di un amico di guardare un interessante video, che vi mostro qui sotto.




Il pianoforte sulle scale - "Prendere le scale e non la scala mobile o l'ascensore" è un consiglio che molti, pur conoscendo, non seguono. E invece può bastare poco a far cambiare atteggiamento, se usare le scale diventa divertente. In una giornata il 66% delle persone transitate nella stazione ha usato le scale rispetto alla scala mobile.

Si tratta di un'iniziativa della Volkswagen. Il sito si basa sull'assunto che qualcosa al contempo semplice e divertente sia il modo più facile per cambiare in positivo il comportamento della gente. Lo si può fare per sè, per l'ambiente o per qualcosa di completamente differente, ma l'unica cosa che conta, la sola importante è che sia in grado di portare un cambiamento positivo. Esiste anche un premio, "The fun theory award", che premia idee, invenzioni e pensieri in grado di mettere in pratica il pressuposto della "the fun theory" o "teoria del divertimento". Il concorso è aperto a chiunque dal 1° ottobre al 15 dicembre; una giuria valuterà attentamente le proposte e sceglierà le dieci migliori che accedono alla finale: il primo premio in palio è del valore di 2500 euro. Delle idee più interessanti verranno pubblicati i video sul sito.


Ecco qui sotto altri video.



Il cestino più profondo del mondo - Gettare la spazzatura nel cestino anzichè in terra non è difficile, eppure molti non lo fanno. Ma si può spingere la gente a rispettare una regola così banale se questo gesto diventa divertente. In una giornata, nel cestino più profondo del mondo, sono stati raccolti 72 chili di spazzatura, 41 in più rispetto al normale.



Il gioco della banca delle bottiglie - E' innegabile che sia più diffusa la tendenza a riciclare plastica e alluminio rispetto al vetro. Forse perchè non si riceve denaro per riciclare il vetro, al contrario di come succede per plastica e lattine. Ma se riciclare vetro diventa un gioco, ci si accontenterà di non essere ricompensati ma di aver compiuto un buon gesto. In una serata il gioco è stato usato da circa cento persone, mentre il normale cestino due volte.

martedì 17 novembre 2009

FIBRILLAZIONI NEL CENTRODESTRA

Sarebbe certamente un momento difficile per il nostro Paese quello in cui dovesse affermarsi il principio che in una democrazia dell'alternanza ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile, le regole che devono impegnare tutti gli italiani (...) Riscrivere le regole deve necessariamente comportare l'impegno per una riscrittura che sia quanto più possibile condivisa. Perché le regole riguardano tutti, perché le istituzioni della Repubblica sono le istituzioni di ogni italiano.
Gianfranco Fini, 16 novembre

Compito del governo è lavorare per realizzare il programma concordemente definito al momento delle elezioni. Compito dell'opposizione è esercitare il proprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza con il proprio mandato elettorale. Compito della maggioranza è garantire che in Parlamento il programma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza viene meno, il risultato è il non rispetto del patto elettorale. Se ciò si verificasse, giudice ultimo non può che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale.

Renato Schifani, 17 novembre
A giudicare dalle dichiarazioni qui riportate, pare proprio che l'aria nel centrodestra sia piuttosto pesante: aleggia lo spettro di qualche difficoltà nel portare innanzi l'attività governativa, picconata qua e là da interventi di autorevoli esponenti del Pdl, i quali evidentemente si rendono conto di alcune anomalie. Non è un caso che i presidenti delle due Camere abbiano voluto rimarcare alcuni aspetti della normale vita democratica affinchè questi non vengano dimenticati e se ne analizzino i contenuti più profondi.
Così come a proposito del caso Cosentino, di cui ho parlato in un precedente post, allo stesso modo la questione posta dall'analisi sulla legge sul processo breve porta a chiedersi innanzitutto il perchè di una certa condotta, interrogandosi innanzitutto sull'opportunità di comportamenti che finiscono inevitabilmente per lacerare e creare scontento. Non si ravvede l'opportunità di una permanenza dell'on. Cosentino al suo posto di governo nè della sua candidatura alla presidenza della Regione Campania: qualche suo collega in passato, solo per essere stato investito da avvisi di garanzia riguardanti ipotesi di reato apparentemente meno gravi rispetto al concorso esterno in associazione camorristica, ha ritenuto di dimettersi dall'incarico per acclarare al più presto e nel modo più trasparente possibile la sua effettiva situazione. E allo stesso modo: perchè il presidente del Consiglio sta tentando in tutti i modi di "sabotare" i processi che lo riguardano? Dov'è l'opportunità di un tale comportamento? Certamente nei suoi confronti è in atto ormai da quindici anni una particolare attenzione della magistratura ai limiti della persecuzione, cui, per la verità, egli è sempre riuscito a rispondere a tono. E allora, perchè dopo tali prove di forza, mostrarsi debole cercando di varare un provvedimento, che, almeno per come è noto, appare perfettamente cucito su di sè, ma che può provocare anche problemi alla macchina già malfunzionante della giustizia?
A questo punto appare simpatica la difesa del premier che viene fatta su Libero e il Giornale, entrambi impegnati a consigliare al presidente di andare ad elezioni anticipate: "Silvio, chiudi il teatrino...", recita il giornale di Belpietro; "Ecco il doppio gioco di Fini", titola Feltri. A parte la noia per un refrain che ciclicamente ritorna nella discussione politica, fatico sempre a trovare qualcuno disposto ad andare ad elezioni anticipate, visti gli assetti ancora in fieri di Pd e Pdl, e ritengo non sarebbero la soluzione migliore all'eventuale problema. Questi articoli, però, non fanno altro che incattivire il clima, esarcebare i malumori, non più solo striscianti, presenti nel Pdl. Nel quale Fini ha cominciato da qualche tempo - anche se troppo tardi - a mettere la testa fuori dal guscio, guardarsi intorno, comprendere che ci sono alcuni valori irrinunciabili che si devono osservare nella pratica politica quotidiana, qualsiasi ne siano le ricadute sui fatti personali. Fabio Granata, vicino a Fini, dice che
nessuno può pensare di evitarle (le elezioni anticipate, ndr) riportando tutto a un pensiero unico. La compattezza non è essere fedeli alla linea come se fossimo in una caserma, ma rispettare i patti sulla giustizia e anche avere compattezza su questioni come quella di Cosentino.
Solo ripartendo da una seria e - perchè no? - accesa dialettica, si possono creare i presupposti per una comunione d'intenti basata su valori condivisi: non è certo l'essere a favore o a sfavore di Berlusconi che può aiutare a trovare una sintesi delle posizioni differenti all'interno di un grande partito come il Pdl. Deve essere piuttosto il leader ad amalgamare le opinioni opposte intorno a sè ed evitare di essere egli stesso causa di divisione. Ma il problema è quasi insanabile finchè Berlusconi sarà il capo del Pdl.

venerdì 13 novembre 2009

QUESTIONE MORALE PERMANENTE

Anche alla luce delle ultime notizie ascoltate questa sera ad Anno zero, non si può tacere: il caso Cosentino, che ormai da qualche giorno occupa le cronache politiche, merita un commento. Per quanti non fossero al corrente della situazione, l'onorevole Nicola Cosentino, attuale sottosegretario all'Economia e presidente del Cipe, ha ricevuto una richiesta d'arresto per concorso esterno in associazione camorristica, la quale dovrà essere valutata dall'aula di Montecitorio, sulla base della relazione della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati.
Le dichiarazioni dei pentiti lasciano un attimo senza fiato, in quanto denunciano scenari di stretta connivenza tra i politici (sono spuntati anche i nomi di Landolfi, Bocchino e Coronella) e la camorra; si tratta - è bene sottolinearlo - di dichiarazioni che la magistratura dovrà accertare (speriamo al più presto) e perciò tutti coloro che ne sono coinvolti rimangono innocenti fino a prova contraria. Evitiamo, pertanto, di iniziare il solito processo mediatico, se ne occuperanno i magistrati. Il problema giudiziario ha, però, un immediato e importante risvolto politico.
L'onorevole Cosentino è uno dei papabili - non si sa ancora per quanto - candidati alla presidenza della Regione Campania, ma, alla luce di quanto emerso, sia dall'opposizione sia da una parte del suo partito viene intimato l'alt: "la sua candidatura non è più nel novero delle cose possibili", ha affermato il presidente Fini. Contemporaneamente vengono chieste le sue dimissioni dall'attuale carica governativa, come emerge da una lettera inviata a tutti i capigruppo dell'opposizione dall'Italia dei Valori.
Innanzitutto, vale la pena ricordare il problema tecnico della candidatura a governatore campano di Cosentino: un attimo dopo la sua eventuale elezione, data l'incompatibilità tra le cariche di parlamentare e presidente di regione, dimettendosi, egli perderebbe l'immunità e verrebbe immediatamente processato. E poi c'è un problema di morale: con quale credibilità egli potrebbe rappresentare l'istituzione, anche solo per l'odore di sospetto di collusioni con la camorra?
Il problema che emerge, non solo da questa vicenda, è la profonda commistione, manifestatasi soprattutto al Sud, tra politica e criminalità organizzata in una ragnatela sempre più fitta, che, a sprazzi, riesce ad essere bucata e portata alla luce. Ricordo ancora le parole di Alfonso Sabella a proposito della mafia: ribaltando il luogo comune, egli afferma che "la politica è forte perchè è legata alla mafia", che è in grado di controllare perfettamente il territorio. Forse è proprio questa la spiegazione: la politica, debole e poco credibile, è succube dell'organizzazione criminale, la quale invece ha costruito un rapporto di "fiducia" con la cittadinanza. La questione è, a mio avviso, tutta interna alla politica, a partire dall'amministratore locale che accetta di scendere a patti con la criminalità e via via risalendo fino ai vertici nazionali, i quali dovrebbero essere supervisori e sanzionare tali pratiche. L'impressione, invece, è che molto spesso sono queste condotte poco trasparenti ad essere premiate perchè "quello lì ha un sacco di voti": in nome di una manciata di voti e di una mera spartizione di poltrone, si accetta di scendere a squallidi compromessi, pur di avere un briciolo di potere in più.
Purtroppo questi modi di fare sono presenti a destra come a sinistra e interessano i partiti a qualsiasi livello; spero siano solo macchie, casi isolati, ma tuttavia essi alimentano e rafforzano il sentimento di antipolitica strisciante nel nostro Paese e incidono negativamente sui giovani, che certamente non apprendono nulla di buono e anzi, se possono, si tengono alla larga dalla politica.
Allora viene naturale chiedersi: dov'è la moralità? Esiste ancora? O è una specie estinta?

giovedì 12 novembre 2009

LETTURA DANTESCA A CASTEGGIO


"Nel mezzo del cammin di nostra vita ...", "Amor, ch'a nullo amato amar perdona...", le figure di Virgilio e Beatrice: questi sono solo alcuni dei riferimenti che a ciascuno di noi possono venire in mente ripensando alla Divina Commedia, studiata (spesso con noia) sui libri di scuola e poi dimenticata o riascoltata sporadicamente in televisione.
L'Associazione Culturale La Barbatella di Casteggio (PV) propone una serata all'insegna di Dante dal titolo ...fatti non foste a viver come bruti..., con lettura e commento del XXVI canto dell'Inferno, meglio conosciuto come canto di Ulisse. L'evento viene organizzato con il patrocinio del Comune di Casteggio al fine di devolvere il ricavato alla ricerca di Telethon e si rende possibile grazie alla collaborazione con la Società Dante Alighieri di Pavia. La serata si articolerà in due momenti, dedicati rispettivamente alla lettura del canto da parte del dottor Riccardo Rigamonti e al commento da parte del dottor Filippo Timo, inframezzati dalle note musicali del violino di Francesca Raimondi.
Il canto vede i due pellegrini, Dante e Virgilio, nell’ottava bolgia, in cui si trovano i consiglieri fraudolenti, i quali, per pena, vagano avvolti da una fiamma appuntita a forma di lingua. Il canto inizia con l'invettiva di Dante nei confronti di Firenze, ma ben presto si sposta sulla figura di Ulisse, perno intorno al quale ruota il canto, che racconta il suo ultimo viaggio, conclusosi con la morte.

L'appuntamento è per sabato 14 novembre alle ore 21,
presso la Certosa Cantù di Casteggio.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito labarbatella.blogspot.com.

mercoledì 11 novembre 2009

NUOVO SERVIZIO DELLE IENE SULLA SOLVAY

Ecco, come anticipato, il video della puntata del 10 novembre delle Iene, con il servizio di Luigi Pelazza.


martedì 10 novembre 2009

MAIL DA MEDICINA DEMOCRATICA

Ricevo e pubblico, con qualche taglio, la mail giuntami da Medicina Democratica.

A voi risulta che l'Arpa abbia dato notizia che sabato 7 novembre 2009 intorno alle ore 17 c'è stato un incidente all'impianto Algofrene della Solvay Solexis di Spinetta Marengo? A noi no. Eppure sembrerebbe che a seguito della foratura della colonna di testa del reattore R3 ci sia stata una considerevole fuoriuscita di gas. All'interno di tale apparecchiatura alla pressione di 11 bar si fa reagire il Cloroformio con Acido Fluoridrico ottenendo così Clorodifluorometano (CFC22) e Acido Cloridrico. Il reattore in pochi minuti si è depressurizzato all'aria senza che la Solvay dichiarasse alcuna emergenza. Non vogliamo dubitare che sia successo nulla di grave, ci chiediamo però se l'Arpa è stata informata, e se sì, perchè non ha informato. Magari solo per tranquillizzare, considerando che il Cloroformio ha un effetto deprimente sul sistema nervoso centrale, può produrre danni al fegato dove viene metabolizzato in fosgene ed è cancerogeno (associato al carcinoma epatocellulare). A sua volta l'acido fluoridrico è estremamente tossico sia per inalazione che per contatto e danneggia il tessuto osseo e le vie nervose; l'ingestione è spesso mortale. Il Clorodifluorometano è una sostanza classificata come pericolosa ai sensi della Direttiva 67/548/CEE, persiste nell'aria e partecipa al processo di riduzione dello strato di ozono stratosferico.

IL CASO SOLVAY SUL TG3 DEL PIEMONTE

Qui sotto potete vedere il servizio, di Matteo Spicuglia, sullo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo, andato in onda durante il Tg3 Piemonte di oggi, alle 14 e alle 19,30.
Non appena sarà on line su YouTube anche il servizio delle Iene, potrete vederlo qui sul blog.




ULTIMI AGGIORNAMENTI SUL CASO SOLVAY

Visto il succedersi degli eventi della scorsa settimana, voglio aggiornare tutti sugli ultimi fatti.

Vi ricordo i prossimi appuntamenti televisivi sul caso Solvay:

- martedì 10 novembre 2009, Tg3 Piemonte,
Rai3, ore 14 e 19,30

- martedì 10 novembre 2009, Le Iene,
Italia1, ore 21,10
  • Veleni nelle falde, i timori dei sindacati, Daniela Terragni, Il Secolo XIX, 03/11/2009
  • In data 3 novembre 2009, i sindacati, con Muliere, Tiberti e Bricola, hanno convocato un'assemblea in fabbrica, cui hanno partecipato circa 200 lavoratori. Quello che è emerso è la "smania di far conoscere, innanzitutto ai cittadini del sobborgo alessandrino" la verità su uno stabilimento in cui la sicurezza e la professionalità sono ad alti livelli; insomma, molti malumori per il modo in cui la vicenda è stata messa in piazza, "tante sciocchezze, spesso strumentali". Bersagli delle critiche dei dipendenti Solvay non sono state solo Le Iene, ma anche l'ex collega licenziato, Pietro Mancini, Lino Balza di Medicina Democratica, anch'egli ex dipendente "che per anni ha denunciato il rischio di un possibile inquinamento della Fraschetta", Pinuccia Pavese dell'Arpa Alessandria e il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, il quale "ha ipotizzato scenari catastrofici che mettono a repentaglio vite umane che non esistono", perlopiù "mostrando di non fidarsi di noi sui controlli dell'aria". Qualcuno ha chiesto anche un incontro con il sindaco per "spiegare quello che qualcuno ha definito una volontà politica di colpire il polo chimico di Spinetta", che Fabbio ha accettato nel corso dell'incontro di giovedì 5 novembre con i sindacalisti Valente, Muliere e Bricola. Nessuno, però, ha mostrato preoccupazione per i 500mila metri cubi di veleni interrati sotto gli impianti. I tre sindacalisti, tuttavia, si sono mostrati concordi nel chiedere "un tavolo di coordinamento presieduto dal prefetto al quale abbiamo già chiesto un incontro per capire i rischi e chi paga".
(fonte: Nessun dubbio degli operai: "Azienda sicura", Massimo Putzu, La Stampa, 04/11/2009).

  • Poi l'attenzione si è spostata sulla nuova puntata delle Iene, il Pfoa o acido perfluorottanoico, legato alle produzioni della Solvay di Spinetta e di cui sono state trovate alte concentrazioni alla confluenza tra Tanaro e Bormida; ci sarebbe dovuto essere un nuovo confronto su questo tema, ma stavolta la Solvay ha detto "no". La Iena Pelazza è stata presso l'Arpa di Torino, fra i cui tecnici figura anche Alberto Maffiotti, direttore dell'Arpa di Alessandria, il quale ha assicurato che "per l'acqua potabile non c'è alcun allarme". L'interesse del giornalista si è spostata in seguito sui dati degli esami del sangue. Quelli del 2002, effettuati presso la Fondazione Maugeri di Pavia, mostrano su un campione di 46 lavoratori "valori di 27 parti per milione", valori scesi, ma pur sempre elevati, negli esami del 2008. Le analisi su 156 lavoratori certificate dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell'Università di Milano, indicano "valori medi di 2, fino ad un massimo di 10", dato spiegabile - dice l'azienda - "con i forti investimenti sulla sicurezza compiuti in questi sette anni".
(fonte: Inquinante nel sangue, sconto fa Iene e Solvay, Massimo Putzu, La Stampa, 06/11/2009).

  • Il sindaco: "Monitoriamo l'aria intorno alla Solvay", Si. Fo., Il Secolo XIX, 06/11/2009
  • I dirigenti, dato che non partecipano alla seconda puntata delle Iene, hanno scritto "una replica alle contestazioni e alla documentazione e alle testimonianze in possesso" di Pelazza. In essa si spiega che che "il Pfoa non viene prodotto a Spinetta ma è un tensioattivo (come il sapone", non ci sono prove scientifiche di "effetti dannosi sulla salute umana legati al Pfoa", lo stabilimento di Spinetta ha preso l'impegno "di ridurne le emissioni del 95% entro il 2010 con l'obiettivo di una totale sostituzione del Pfoa entro il 2015". Riguardo i lavoratori, l'azienda spiega di essere intervenuta per "minimizzare la loro esposizione" e che "i livelli ematici (di Pfoa, ndr) sono diminuiti in modo significativo" al punto che "ora l'esposizione è molto bassa e quasi del tutto non apprezzabile". A latere val la pena sottolineare che gli sciacalli sono sempre in agguato: all'Arpa di Alessandria sono arrivate telefonate di cittadini contattati da ditte produttrici di filtri ai carboni attivi per depurare l'acqua dal momento che quest'ultima è inquinata e l'Arpa nasconde i dati al riguardo. Il presidente Maffiotti smentisce seccamente e "ribadisce che l'acqua della rete idrica è buona".
(fonte: Caso Pfoa, la replica della Solvay, Massimo Putzu, La Stampa, 07/11/2009).
  • A Palazzo Ghilini, si sono incontrati il presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi, l’assessore alla Tutela Ambientale, Lino Rava e l’ing. Claudio Coffano, dirigente Pianificazione e difesa del suolo, per valutare la situazione dell'inquinamento a Spinetta Marengo. "La Provincia di Alessandria ha rilasciato le autorizzazioni sulla base di progetti presentati dalla Solvay Solexis e da Arkema e sulla base dei monitoraggi effettuati dagli enti di controllo preposti per le emissioni in aria. Durante le istruttorie erano già stati presi accordi o date prescrizioni per la riduzione, e la successiva eliminazione, del PSOA e del trattamento dei limiti autorizzati del C2F4". Il presidente Filippi e l’assessore Rava si sono impegnati comunque a chiedere "un ulteriore approfondimento ed un monitoraggio da parte dell’Arpa e dell’Asl". A proposito del rinvio a giudizio dei presunti responsabili per inquinamento, la Provincia "si sente impegnata a costituirsi come parte civile per verificare se siano stati forniti dati non coerenti con l’effettivo stato di inquinamento dell’area, non consentendo in tal modo una completa valutazione in merito alle migliori soluzioni tecniche da mettere in atto".
(fonte: L'impegno della provincia di Alessandria per risolvere l'inquinamento a Spinetta Marengo, InAlessandria, 09/11/2009)

lunedì 9 novembre 2009

CONFERENZA STAMPA DI MEDICINA DEMOCRATICA

Giovedì 12 novembre alle ore 18,30
presso la Circoscrizione Centro in via Venezia 7 (Alessandria)

Conferenza stampa di Medicina democratica e
Comitato Spinetta Marengo

Costituzione come parti civili dei lavoratori e dei cittadini al processo per inquinamento cromo e altri 20 veleni contro la Solvay di Spinetta Marengo.

COMPRERESTE VOI UNA MACCHINA USATA DALL'ARPA?
Martedì prossimo seconda puntata televisiva con le Iene. Protagonista il PFOA acido perfluorottanoico, di cui si è cominciato a parlare dopo l’esposto di Medicina democratica alla Procura di Alessandria. Dunque nel mirino sarà l’Arpa. Otto le domande imbarazzanti. Innanzitutto con quale senso di responsabilità Maffiotti ha detto: il PFOA non deve destare alcun allarme. Può essere liberamente rilasciato in aria-suolo-acqua. Questo perché le leggi italiane non ne avrebbero (ancora) fissato gli specifici limiti di scarico. Aspettiamo le leggi, come si fece per il DDT e l’amianto, aspettiamo di contare i morti? Il “principio di precauzione” non è un vincolo internazionale? Se negli altri Paesi avessero trovato 1.500 ng/litro nei loro fiumi, come in Bormida e Tanaro, le Arpa di quei paesi avrebbero chiesto leggi urgenti adottando nel frattempo misure precauzionali? Se gli altri Paesi avessero riscontrato valori estremi di PFOA nel sangue dei propri cittadini, come avviene a Spinetta Marengo, avrebbero fatto finta di niente? L’Arpa di quei Paesi avrebbe tranquillizzato oppure chiesto leggi e intanto provvedimenti precauzionali? Negli Stati Uniti, l’Arpa americana ha messo al bando il PFOA, dopo che il suo Comitato scientifico aveva concluso che il PFOA è “probabilmente cancerogeno”. E’ bastato quell’eufemistico “probabilmente” per vietarne l’uso. Perché l’Arpa alessandrina no? Non basta che le ricerche della stessa 3M abbiano appurato la cancerogeneità e la tossicità nelle cavie? Nelle cavie sì e nell’uomo no? Normale che sia stato trovato nei cordoni ombelicali? Non basta che il Centro nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie abbia appurato che il PFOA è un interferente endocrino con effetti sulla tiroide? Aspettiamo la legge e tranquillizziamo Procura e opinione pubblica? Non basta che l’IRSA Istituto di ricerca sulle acque abbia chiesto indagini sul consumo dei prodotti ittici perché “il rischio per la salute umana non può assolutamente essere escluso”, come da parere dell’ISS Istituto superiore della sanità? I pesci alessandrini in mutazione genetica nuotano nel PFOA. Mangiateli tranquillamente, dice l’Arpa…ma non in quantità eccezionali. Non basta che il Parlamento europeo, in ritardo ma già nel 2002, per il PFOA raccomandava “l’arresto o la graduale eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite”? Aspettiamo le leggi o le rivendichiamo? Quando chiederemo alla Solvay i risarcimenti miliardari che la consorella Du Pont ha già dovuto pagare? Non è meglio prevenire piuttosto che risarcire? Noi, con i lavoratori e i cittadini, che non siamo tranquillizzati dall’Arpa, anzi ne siamo spaventati, abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di intervenire: la presunta assenza di specifici limiti di legge non autorizza il libero esercizio di inquinamento e avvelenamento. Il titolo del servizio delle Iene potrebbe essere: “comprereste voi un’auto usata dall’Arpa?”

ANCORA COMMENTI SUL CASO SPINETTA

Visto che i commenti sul caso della Solvay di Spinetta continuano,ve ne mostro alcuni degli ultimi.
  • Anonimo scrive:
Lavoro presso la Solvay e sono a conoscenza del pfoa come tutti i lavoratori, spero che le autorità facciano chiarezza in merito per il bene di tutti.
Per quanto riguarda l'attacco all'azienda per il cromo esavalente è un atto politico bello e buono.Il terreno è inquinato dal 1960 ma un piano di bonifica può essere solo fatto da un azienda chimica, quindi invece di un attacco diretto alla Solvay che può solo incentivare la chiusura del sito dimostra la incompetenza dei nostri politici. Gli enti in collaborazione con Solvay devono decidere come e chi deve pagare l'attività di messa in sicurezza cercando di mantenere l'occupazione del sito chimico tra i più importanti d'Italia. I prodotti dello stabilimento li usiamo tutti i giorni dalle valvole cardiache agli oli, ai microprocessori, alla plastica, non produrli in Italia significa solo produrli in Francia beccandosi l'inquinamento nell'atmosfera senza alcun vantaggio.
Infine le cazzate dette sul PFIB sono enormi in quanto è un gas tossico non presente in grandi quantità da far danni alle persone esterne allo stabilimento

giovedì 5 novembre 2009

NON SPRECARE


NON SPRECARE

Antonio Galdo

Gli Struzzi Einaudi

€ 16

Emblematico il titolo dell'ultimo libro di Antonio Galdo: Non sprecare è l'invito che lo scrittore, attraverso racconti di fatti della vita quotidiana, ci rivolge sotto varie forme. Perchè, ogni giorno, senza accorgercene, presi dalla routine, sprechiamo tantissimo: un pulsante non spento o una bevuta di troppo possono essere segni diversi di abbandono di qualcosa di molto importante. Proprio leggendo il libro, mi è venuta in mente la considerazione che mio nonno faceva guardando la realtà degli ultimi venti, trent'anni: "servirebbe una guerra, così apprezeremmo seriamente quello che abbiamo". Ogni giorno che passa penso che il senso di questa battuta, così forte e così efficace, sia terribilmente vero e attuale: abbiamo così tanto da non saperlo valorizzare e perciò sprechiamo.

Galdo mette in pratica nel libro il “nuovo comandamento” dei temi moderni, affrontando storie e personaggi di una Italia ancora capace di risparmiare. Per esempio, l’agronomo che ha creato Last minute market: per non sprecare cibo si raccolgono confezioni vicine alla scadenza per destinarle ad orfanotrofi e ospedali. Oppure la fondazione Civicum, che ha scandagliato i bilanci delle principali città italiane alla ricerca di spese extra o il monaco camaldolese che riduce al minimo l'uso delle parole. E poi la storia di una vita che stava per essere sprecata per colpa di una pastiglia di ecstasy. Insomma, molte le storie interessanti raccontate nel'opera, per la quale l'autore ha incontrato "padri e figli, mamme del cuore e della pancia, monaci e scienziati, uomini di fede e non credenti, mercanti e servitori dello stato, geni dell'arte e visionari del volontariato a mille dimensioni, capi di piccole comunità ed eredi di grandi imperi economici", cercando di "scoprire, dentro ciascuno di loro, il seme di una resistenza a ciò che sembra ineluttabile". Perchè davanti allo spreco ci arrendiamo, alziamo le mani senza reagire e i motivi sono diversi: la forza dell'abitudine, la profonda indifferenza per chi non ha, la distrazione legata all'abbondanza e alla possibilità di avere, la miopia di non riuscire a guardare più in là del nostro naso. "Viviamo con l'orologio sincronizzato nel tempo della società 'usa e getta' e siamo ossessionati da uno stile, ormai diventato naturale, che si traduce nella cancellazione della parola sobrietà".
Il nostro problema è che sprechiamo sia le cose tangibili, che troviamo facilmente alla prossima spesa la supermercato, sia le cose intangibili, che sono senza prezzo e non sono in vendita al mercato, eppure sono parte di noi: la vita e la morte, la salute, la bellezza, il tempo, le parole, il talento.

Sforziamoci, dopo aver letto questo libro, ad ingaggiare una seria lotta contro lo spreco, ciascuno nel suo piccolo, dato che per ora è affidata allo sforzo di qualche minoranza: facciamo tesoro di quello che abbiamo, consci di non sapere se domani potremmo averlo nuovamente e facilmente. E per chi vuol saperne di più può visitare il blog di Antonio Galdo e il sito Non sprecate.

mercoledì 4 novembre 2009

VALORI IN DISCUSSIONE

Ha avuto un effetto dirompente la notizia della sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo, per la quale


l'esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione in luoghi che sono utilizzati dalle autorità pubbliche, e specialmente in classe, limita il diritto dei genitori di educare i loro figli in conformità con le proprie convinzioni e il diritto dei bambini di credere o non credere.

La sentenza è stata pronunciata in seguito al ricorso di una famiglia di Abano Terme, presentato nel 2006, contro la presenza della croce nella scuola dei due figli. Il verdetto per ora non ha effetti pratici e l'Italia presenterà ricorso alla Corte perchè il giudizio di primo grado venga annullato. Solo "in caso di rigetto dell'opposizione, la sentenza di condanna diventerebbe definitiva e vincolante per l'Italia", con il rischio che da quel momento altri cittadini potrebbero facilmente contestare la presenza del crocifisso in aula e chiedere un risarcimento a Strasburgo.

Direi che siamo al limite della normalità, forse sull'orlo del patologico: stiamo scivolando - e non lo dice un baciapile - verso una "deriva laicista" partita qualche anno fa e aiutata nel suo corso da un'Europa che arriva a sentenziare l'"ateismo di Stato". Siamo sul binario sbagliato, senza ombra di dubbi, e chi ha fatto ricorso mostra di non conoscere la cultura con cui siamo cresciuti. Perchè la croce si iscrive a pieno diritto tra i simboli - prima che della cultura religiosa cattolica - della cultura europea, quella cultura di cui siamo tutti imbevuti e sulla quale il Cristianesimo ha avuto un'importante influenza. La croce è una tradizione che non può essere presa a pretesto per lotte laicistiche, che rischiano solo di avvelenare il dialogo pubblico.
La sentenza, per di più, conferma quel clima di particolare tensione che si era venuto a creare allorchè, nella bozza di stesura della Costituzione europea, il riferimento alle radici cristiane - che, torno a ripetere pur non essendo professante, sono le nostre radici perchè hanno formato la nostra cultura - è stato omesso per le innumerevoli polemiche levatesi nel corso della discussione.

Rassicura, tuttavia, la reazione corale di tutti i partiti, salvo piccole eccezioni: un clima di "unità nazionale" per la difesa del crocifisso in quanto simbolo di una tradizione, il riconoscimento di un elemento di coesione nazionale che non deve essere rimosso, una "sensibilità radicata al di là delle appartenenze politiche e perfino religiose".
Proprio da questo episodio, dobbiamo prendere esempio: è giunto il tempo di non restare più seduti ad osservare il succedersi degli eventi, dobbiamo alzarci e difendere i valori fondanti della nostra società perchè non vengano calpestati e dimenticati. Perchè la laicità continui ad essere un valore - la laicità "non è assenza di simboli religiosi, ma capacità di accoglierli e sostenerli", sostiene Vincenzo Paglia - e non sia sostituita dal disvalore del laicismo.

martedì 3 novembre 2009

DAL COMUNE DI ALESSANDRIA

Ricevo e pubblico.

CONSIGLIO COMUNALE DI ALESSANDRIA

IL PRESIDENTE DELLA

COMMISSIONE CONSILIARE POLITICHE AMBIENTALI


Comunicato - Stampa



DOMANI LA COMMISSIONE PER FARE CHIAREZZA SUL POSSIBILE NUOVO INQUINANTE TRA TANARO E BORMIDA:

LE CONCENTRAZIONI DI PERFLUORATI INTERESSANO ANCHE LA SOLVAY SOLEXIS?”



Ci sono composti chimici perfluorati nel Tanaro e nella Bormida?”: a chiederlo è la Commissione Politiche Ambientali, presieduta da Mario Bocchio, che proprio domani, lunedì 2 novembre p.v., alle ore 11, ha previsto l’audizione dei vertici provinciali di ARPA e ASL-AL.

Recentemente Sara Valsecchi e Stefano Polesello, dell’Irsa Cnr, hanno “lanciato l’allarme” sulla rivista “Laboratorio 2000”: “c’è un nuovo rischio per ambiente e salute, si tratta di perfluorati alla confluenza tra Tanaro e Bormida. Sono sostanze accumulabili nel sangue”. “L’intenzione non è quella di creare allarmismo - spiega Bocchio - ma di approfondire gli effetti di un eventuale inquinamento di cui si conosce ancora poco. Studi approfonditi fatti sinora hanno evidenziato come il Po sia tra i fiumi europei che maggiormente contribuiscoo al flusso totale di Pfoa. Valori così alti in genere sono messi in relazione con la presenza di insediamenti industriali lungo il corso del fiume”. “Alla confluenza tra Bormida e Tanaro - aggiunge Bocchio - sono stati rilevati valori pari a 1270 microgrammi/per litro mentre in tutti gli altri fiumi hanno raggiunto il massimo i 20 microgrammi/l. Una tale concentrazione potrebbe essere messa in correlazione con chi tratta queste sostanze per una elevata produzione, e l’unica azienda in zona a farlo è la Solvay Solexis, che usa perfluorati. Così sono state eseguite analisi sugli scarichi della stessa Solvay Solexis, che hanno confermato le concentrazioni riscontrate nel Tanaro, nella Bormida e nel Po”. “Tra i prodotti di punta della Sovay Solexis a Spinetta Marengo ci sono il Ptfe - sottolinea Bocchio - e nella produzione del Poli Tetra Fluoro Etilene (Algoflon o Teflon) si utilizza come tensioattivo il Pfoa (acido perfluorottanoico). Ebbene, negli Stati Uniti l’EPA (Enviromental Protection Agency) ha ufficialmente chiesto ai colossi 3M, DuPunt e altri di sospendere progressivamente la produzione e l’utilizzo del Pfoa entro il 2015. Secondo quanto accertato dalle autorità ambientali americane, questo prodotto (utilizzato per la produzione del teflon e utilizzato in molti prodotti tra i quali le pentole antiaderenti) lascia tracce nel sangue umano. Le ricerche della 3M, uno dei principali produttori, avevano evidenziato che l’esposizione continuata a questa sostanza chimica può provocare danni al sistema riproduttivo e al fegato dei topi utilizzati come cavie. L'EPA ha trovato questi residui anche in molte persone, in particolare nei cordoni ombelicali e nel sangue delle donne incinte, e non solamente nelle cavie di laboratorio. I rischi per la salute umana nascono dall’accumulabilità e persistenza a seguito di una esposizione”.


COMMENTI SUL CROMO ESAVALENTE

Visto il gran numero di commenti riguardo gli ultimi post sul caso del "cromo esavalente", ve li riporto qui sotto in ordine di apparizione.
  • Anonimo ha detto...
ora dopo il servizio di pelazza consiglio a tutti di andare a vedere i veri motivi del licenziamento del "signor Pietro"e di andare a vedere come mai tale persoaggio è stato licenziato pure dal mediaworld.
Invito cmq a chi leggese questo blog di vedere le cose da un'altro punto di vista.In quel servizio sono stati omessi tanti ma tanti particolari delle attività di controllo e prevenzione.
poca gente sa che il signor Sindaco riceve assieme ad Arpa e Protezione Civile i dati delle analisi ambientali.
potrei dilungarmi ancora su tante altre cose su un servizio montato a regola d'arte per far disinformazione e accrescere il panico nella popolazione.
Il cromo è un problema ma anche la televisione fatta a certi livelli.
Quello che dico è tutto confermabile,un servizio di 15 min puo far dire alla gente intervistata quello che si vuole...mettere la paura e traviare la realtà...se questo è giornalismo vi consiglio di spegnere la tele e leggere un bel libro

domenica 1 novembre 2009

CHE MAZZATA!

"Contro la Samp c'è stata un'esplosione nucleare", sentenziava Buffon non più tardi di qualche giorno. E i postumi dell'esplosione si sono mostrati chiaramente ieri sera, contro il Napoli: i bianconeri, dopo aver raggiunto il doppio vantaggio, si fanno riprendere e superare da un Napoli che ha dato anema e core, come d'altronde era successo anche mercoledì col Milan. La cura Mazzarri dà i suoi effetti e ieri sera, a farne gravi spese, è stata la Juve. Nel corso di una prestazione non troppo brillante, i bianconeri si sono appagati troppo presto e questo ha favorito l'ascesa della formazione napoletana: al Napoli dell'ultimo periodo, è meglio non dare troppo spazio, anche se sembra sull'orlo della sconfitta.

La Juve parte praticamente con la stessa formazione di mercoledì: le uniche eccezioni sono Trezeguet, che sostituisce il febbricitante Amauri (che comunque siede in panchina) e Poulsen, che prende il posto di Sissoko, infortunato. Mazzarri lascia fuori Quagliarella a vantaggio di Denis, che aveva siglato il pareggio in extremis al Milan mercoledì sera.

Pronti e via, Giovinco, imbeccato da Camoranesi, si trova a tu per tu con De Sanctis: incrocia la conclusione, ma va a lato. Il Napoli risponde con una conclusione da fuori di Aronica, che Buffon allunga con la manona in angolo. Poi è la volta di Denis, che per due volte salta di testa da solo e non trova la porta. Intorno alla mezz'ora, scontro in area tra Camoranesi e Contini: la gomitata del difensore provoca un taglio sulla fronte all'italo-argentino, che è costretto ad uscire e viene rimpiazzato da Tiago, che tuttavia ha altre caratteristiche.
Allo scadere del primo tempo, Grygera pennella un cross di sinistro di ottima fattura e Trezeguet, bruciando Campagnaro, buca De Sanctis sul primo palo.

Il secondo tempo ha sicuramente ritmi più alti del primo; già al 9' la Juve è nuovamente in vantaggio: cross di Grosso dalla sinistra, Contini, da solo in area, appoggia la palla di testa sui piedi di Giovinco, che freddamente fulmina De Sanctis sul primo palo. Mazzarri corre ai ripari e butta dentro Datolo per Campagnaro, che impiega un minuto per seminare il panico: supera Grygera, mette al centro una palla invitante sulla quale Grosso è in ritardo, lasciando così Hamsik libero di colpire a botta sicura sul secondo palo. Siamo sul 2 a 1. E ora il Napoli fa sul serio, al punto che subito dopo Denis non sfrutta l'invito sotto porta di Datolo, ma poi si fa perdonare: salta da solo in area, Buffon compie un miracolo respingendo, ma non può nulla sulla conclusione di Datolo a pochi passi. 2 a 2 e tutto da rifare.

Esce Poulsen ed entra Amauri per cercare di raddrizzare il match, ma questo apre al Napoli praterie in contropiede, soprattutto dalla parte di Grygera. Infatti Datolo scappa via sulla sinistra e crossa per l'ennesima volta, Tiago imita Contini nel primo tempo e rinvia sui piedi di Hamsik, che non sbaglia e appoggia il piattone all'incrocio, portando in vantaggio il Napoli. Nota negativa per la Juve: espulsione di Amauri negli ultimi minuti per un presunto contatto con De Sanctis, con il replay che tuttavia assolve il brasiliano.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...