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Ritratto di Navagero e Beazzano di Raffaello (da Wikipedia.org) |
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I capelli di Lucrezia Borgia |
Seriamente
imperdibile: la mostra padovana che espone i gioielli della
collezione di Pietro Bembo è
Rinascimento ha regalato all'Italia e al mondo. Pietro Bembo è un uomo dalle mille facce: è un
linguista, visto che le sue
Prose della volgar lingua sono un trattato sulla lingua italiana che parliamo ancor oggi; un
cardinale, dal momento che nell'ultima parte della sua vita veste la porpora dopo la nomina di Paolo III Farnese tesa a dare prestigio e splendore ad una Chiesa corrotta; è un
amante, capace di flirtare con
Lucrezia Borgia, moglie del duca di Ferrara Alfonso d'Este, cui dedica gli
Asolani e di cui si è conservata
"la bella treccia simile a oro", che la tradizione vuole esser stata ritrovata nel carteggio fra i due amanti; è un
collezionista d'arte, in grado di radunare nello studio della sua abitazione padovana, dove si ritira negli ultimi anni di vita, una quantità di dipinti, libri, sculture antiche e moderne, monete, gemme, astrolabi e mappamondi tale da creare un vero e proprio
musaeum, un vero tempio delle Muse; è un
consulente d'arte, al quale si rivolge, tra gli altri, la marchesa di Mantova
Isabella d'Este quando deve acquistare opere d'arte sul mercato veneziano; è un
innovatore, se pensiamo che, insieme ad
Aldo Manuzio (il maggior tipografo del suo tempo nonché il primo editore in senso moderno), concepisce l'idea del
libro tascabile ovvero un'opera facilmente fruibile perché composta dal puro testo, senza commento alcuno; è un
uomo di potere, poiché diventa segretario ai brevi di
papa Leone X affinché la Curia si esprima in un latino impeccabile. Pietro Bembo è un uomo dal
carisma ineguagliabile e dalle multiformi abilità, un
personaggio di culto per la sua epoca, una figura di amante dell'arte nel senso più lato del termine che oggi - forse - fatichiamo a comprendere.
un piccolo gioiello, capace di far respirare nelle sue stanze quell'aria di nuovo e bello che il
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Ritratto del cardinale Pietro Bembo di Tiziano |
Vi posso, tuttavia, assicurare che, fin dalla prima delle undici sale, si respira un afflato del tutto particolare: anche da oggetti apparentemente - e, badate bene, solo apparentemente - di poco valore, si coglie il gusto per il bello e la "sensualità" per gli oggetti. Tanto per fare alcuni esempi, nel percorso d'esposizione, è possibile ammirare il Giovane con il libro verde di Giorgione (a proposito di libro tascabile, è interessante cogliere il particolare del libro verde nella mano del soggetto), l'arazzo mozzafiato e di un lusso inaudito (seta e fili d'oro) raffigurante la Conversione di San Paolo, realizzato su disegno di Raffaello ed esposto nella Cappella Sistina durante le occasioni solenni, il Ritratto di Navagero e Beazzano, amici intimi di Bembo e ritratti da Raffaello di tre quarti, in una posa altamente realistica, come se disturbati dal visitatore nel corso della loro conversazione, il Ritratto del cardinale Pietro Bembo mirabilmente eseguito da Tiziano, che si poteva considerare il ritrattista migliore in circolazione. Insomma, avrete capito lo spessore del personaggio: Bembo è qualcosa di più d’un semplice uomo di corte, è - probabilmente sa di essere - un protagonista del suo tempo, un preciso termometro della sua epoca, di cui sa cogliere il "punto evolutivo d'equilibrio", "qualcosa di più di un taste-maker e qualcosa di meno d’un genio innovatore".
Tutte le informazioni sulla mostra
Pietro Bembo e l'invenzione del Rinascimento, allestita a
Padova presso il Palazzo del Monte di Pietà,
sono disponibili sul sito ufficiale della mostra:
www.mostrabembo.it.