domenica 26 ottobre 2008

DERBY DELLA MOLE ALLA VECCHIA SIGNORA

E anche il derby è andato: dopo l'ottima prova con il Real Madrid, lo Stadio Olimpico ci aiuta ancora ad uscire dal periodo difficile, regalandoci una vittoria importante non solo per la classifica in sé, ma anche per il significato speciale: il derby è sempre il derby, è un'emozione così particolare, è indescrivibile, è una partita a cui si tiene tantissimo.


Grazie ad Amauri, al 48' siamo passati in vantaggio: si libera di Di Loreto sulla trequarti e scatta verso la porta, facendo partire un sinistro da dentro l'area su cui Calderoni certo non è stato impeccabile. E' stata una partita brutta dal punto di vista dello spettacolo (ad eccezione dei primi dieci minuti, che promettevano bene), in cui le squadre spesso sbagliavano tocchi semplici ed erano incapaci di dare una logica al gioco. L'importante è stato portare a casa i tre punti, i quali ci permettono di respirare un po', dopo la fatica di Champions. E mercoledì si gioca di nuovo: Bologna-Juventus.

sabato 25 ottobre 2008

MANIFESTAZIONE FINE A SE STESSA

Soprattutto per curiosità, oggi pomeriggio ho seguito il comizio di Veltroni al Circo Massimo, riguardo al quale ho molte perplessità.
Innanzitutto, tanto per non smentirsi, il leader Pd spende quasi dieci minuti del suo discorso a rivangare ancora la Resistenza e l'antifascismo (con annesso ringraziamento all'ANPI, presente in piazza), confermando che la sinistra proprio non riesce a fare i conti col passato. E questo è certamente grave, come viene ricorda nell'editoriale odierno di Ernesto Galli Della Loggia, che estende le sue considerazioni all'Italia intera.

E’ un disturbo il Parlamento, perché vorrebbe e dovrebbe discutere le proposte di legge o i decreti del governo, prima di approvarli.
E’ un disturbo la magistratura, perché esercita un controllo di legalità che non può e non deve risparmiare chi governa la cosa pubblica in nome e per conto della collettività.
E’ un disturbo la Corte costituzionale, perché deve verificare la costituzionalità dei provvedimenti voluti dal governo e approvati dalla maggioranza in parlamento.
E’ un disturbo l’opposizione. Perché spezza l’incantesimo del plebiscitario consenso al governo. Perché dimostra che c’è un altro modo di pensare, che potrebbe domani diventare maggioritario. Perché vuole, come noi vogliamo, una grande innovazione istituzionale, il dimezzamento del numero dei parlamentari, una sola Camera con funzioni legislative, una legge elettorale che restituisca lo scettro ai cittadini. A cominciare dalla battaglia parlamentare che faremo nei prossimi giorni per mantenere il voto di preferenza alle prossime europee.
Qui sopra ho riportato un frammento del discorso di Walter Veltroni, il cui tenore per tutta l'ora rimane il medesimo. Ma il segretario del Pd forse vede un'altra realtà: nessuno ha mai detto o mai pensato che il Parlamento, la magistratura, la Corte Costituzionale o l'opposizione siano un elemento di disturbo, tant'è che tutti stanno esercitando con serenità le loro funzioni. Ciò che si può contestare è al massimo che le loro funzioni vengano esercitate nei limiti della libertà loro concessa, senza eccedere oltre, senza sconfinare in campi diversi da quelli che competono. E per quanto concerne il passaggio sull'opposizione, è bene ricordare che non siamo dinanzi all'"incantesimo del plebiscitario consenso": se il Governo gode del favore dei due terzi degli Italiani, è bene che Veltroni e il Pd si interroghino su cosa non ha funzionato per loro, anzichè continuare ad esorcizzare la sconfitta, sostenendo che si tratta di una "luna di miele" destinata a finire. Forse il consenso potrà calare in parte nei prossimi mesi, ma se la linea governativa continuerà ad essere la medesima, stiano pure tranquilli i signori della sinistra che il consenso degli Italiani per Berlusconi e la sua compagine di Governo non scenderà clamorosamente. E poi val la pena ricordare a Veltroni che tutte le proposte che enuncia - "una grande innovazione istituzionale, il dimezzamento del numero dei parlamentari, una sola Camera con funzioni legislative" - erano contenute nella riforma varata dal centrodestra nel 2006, sottoposta a referendum, nel quale la sinistra ha lottato per il no.

Questa manifestazione è un grande momento di democrazia, sereno e pacifico.
E guai, davvero guai, a chi pensa di ridurre solo minimamente la libertà di avanzare critiche, la libertà di dissentire, la libertà di protestare civilmente contro decisioni e scelte che non condivide.
La democrazia non è un consiglio d’amministrazione. La minaccia irresponsabile e pericolosa di intervenire “attraverso le forze dell’ordine” dentro quei templi del sapere, della conoscenza e del dialogo che sono le Università, è stata qualcosa di abnorme e di mai visto prima.

Anche queste parole dimostrano come la sinistra abbia un'altra visione della realtà; nessuno vuole e mai ha voluto negare la libertà di espressione a patto che si mantenga nei limiti del rispetto. E occupare le università, attività tanto cara a Veltroni e compagni, non è una manifestazione di libertà, ma il contrario: si nega a coloro che vogliono studiare e frequentare le lezioni di poterlo fare, si nega un diritto così importante come quello all'istruzione, si passa sopra la libertà del singolo individuo di decidere cosa fare. Anche perché - parliamoci chiaro - la gran parte di coloro che manifestano non sanno perchè lo fanno (e se viene loro chiesto perchè occupano, le risposte sono tra le più disperate), semplicemente è bello non fare nulla o fare un po' di baccano tutti insieme.

Il resto dell'intervento di Veltroni è un amarcord di argomenti cari alla sinistra: il precariato, il Governo che ruba ai poveri per dare ai ricchi, il Governo che difende le banche e non pensa ai cittadini (forse si dimentica che sono state varate misure per mettere al sicuro i soldi dei risparmiatori), l'evasione fiscale ("Il governo sta riproponendo la vecchia ricetta: aliquote alte, pochi controlli, evada chi può"), la destra che non propone cultura ("Questa cultura l’ha creata la destra. L’avete costruita voi. Non vi interessa la scuola perché la vostra scuola è la televisione. E la vostra diseducazione civile degli italiani rimbalza fin dentro le scuole."), la destra che semina razzismo e xenofobia ("Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri. Famiglia cristiana l’ha definita «la prima mozione razziale approvata dal Parlamento italiano»"). Il tutto mescolato a un populismo, che forse servirà a far recuperare un po' di consenso o di interesse, ma niente di più.
Veltroni oggi si è limitato a declamare, con tante belle parole e con tanta enfasi, le buone intenzioni, così come aveva fatto al Lingotto, ma non ha portato proposte concrete sui grandi temi, non ha spiegato la linea del partito nei vari ambiti della vita. E allora, a cosa è servito andare in piazza? A far vedere che si è riuscito a portare al Circo Massimo circa duecentomila persone (come afferma la questura, e non due milioni e mezzo, come afferma il Pd)? Oppure è servito a Veltroni solo per far capire che è lui che comanda nel partito? Me lo chiedo perchè, dopo aver ascoltato il comizio con attenzione, non sono riuscito a cavarne nulla di buono...

mercoledì 22 ottobre 2008

CAPITANO IMMENSO


Era da un bel pezzo che a guardare certe magie calcistiche non mi incantavo. E' successo ieri sera, dopo lo splendido (e non saprei in che altro modo definirlo) gol di Alex Del Piero, che al quinto minuto del primo tempo ha portato in vantaggio la Juventus. Solo dopo cinque minuti: pazzesco. E pensare che alla vigilia il principale pensiero che facevo era: "Speriamo di non prenderne tanti, vista l'attuale situazione della squadra..." Invece, dopo soli cinque minuti, che bello essere in vantaggio contro il Real Madrid, sostenuti da uno Stadio Olimpico in tripudio per la rete del suo capitano!
Grazie anche ad Amauri, siamo riusciti a portare a casa un ottimo risultato, un 2-1 sofferto, soprattutto nell'ultima parte della partita, con i continui assalti dei Madrileni.

Tuttavia, il ringraziamento speciale va al capitano: Alessandro Del Piero, la bandiera di questa squadra che, a 33 anni e dopo 41 gol in Champions League, si dimostra elemento prezioso, oltre che di valore tecnico elevato. Serata da "operaio e artista", come dice La Gazzetta dello Sport. Perchè i grandi campioni sono capaci di fare entrambe le cose, mettersi a disposizione della squadra nel momento di difficoltà e tirare fuori dal cilindro colpi di genio che appartengono a pochi.

sabato 18 ottobre 2008

GIOVANNI BIANCONI PRESENTA "ESEGUENDO LA SENTENZA"

Giovedì 16 ottobre, alle ore 21, presso l'Almo Collegio Borromeo di Pavia, ho avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro di Giovanni Bianconi Eseguendo la sentenza. Roma, 1978. Dietro le quinte del sequestro Moro. Alla presentazione erano presenti, oltre all'autore, Mino Martinazzoli (allora Presidente della Commissione inquirente per i procedimenti d'accusa), Virginio Rognoni (allora vicepresidente della Camera dei Deputati; subito dopo il ritrovamento del corpo di Moro, subentra a Cossiga al Ministero degli Interni) e Corrado Belci (allora deputato e direttore de Il Popolo, il giornale della Dc).
Belci, il primo ad intervenire, elogia l'opera di Bianconi per aver "riconnotato come tragedia" quel triste evento, mentre nei primi anni seguenti l'uccisione del presidente della Dc vi era un eccessivo "sensazionalismo nella pubblicistica", una "sovrabbondanza di tossine della dietrologia", che aveva tirato in ballo la teoria del "Grande Vecchio". Egli ricorda come Cabras, segreteria Dc, sosteneva con forza che il sequestro si inscriveva nel periodo storico particolare che stava vivendo l'Italia intera: lo stesso Belci, ora più lucido, appoggia questa tesi, affermando che "non si può estrapolare il sequestro Moro dall'Italia di allora, con i morti che ci sono stati prima di Moro, nei 55 giorni del sequestro e dopo Moro, fino a Ruffilli, Biagi e D'Antona".
Apprezzamento per il libro giunge anche da Martinazzoli, il quale parla di una "ricostruzione corale", cioè una ricostruzione reale e veritiera di cosa accadeva in quei giorni, nella vita di tutte le persone normali, oltre che dei politici, degli intellettuali, ecc. Interessante l'interrogativo posto dall'ex segretario Dc: egli si chiede quanto e come ha contato il "modo di essere italiani" nell'affrontare la tragica vicenda, ricordando come molto spesso, per noi, "l'immaginazione va oltre la realtà". Viene inoltre ricordato come il modo di comportarsi di Moro racchiude tutto il suo modo di fare politica, un uomo grande anche nel momento difficile. Martinazzoli conclude dicendo che si può ricavare qualcosa dal sequestro Moro "non archiviando il caso" (come hanno sostenuto Fassino e Ingrao), ma tenendo aperta la questione.
Rognoni, infine, si limita a ricordare quei giorni, certamente tremendi e angoscianti, oltre che quelli ancora più difficili da Ministro degli Interni in un momento in cui non poteva sicuramente delicato; sottolinea, inoltre, come dal libro traspare l'atteggiamento di "immobilismo dello Stato", la linea "nè con lo Stato, nè con le Br", ossia la linea dura che la Dc aveva deciso di portare avanti, che Bianconi contesta non essere sempre stata tenuta.





ESEGUENDO LA SENTENZA.
Roma, 1978. Dietro le quinte del sequestro Moro

Giovanni Bianconi

Einaudi Stile libero

€ 17,00


Cronaca del sequestro Moro (da www.wikipedia.org)

sabato 11 ottobre 2008

GITA A PARMA

Siete mai stati a Parma? Vi consiglio caldamente di visitarla: una cittadina veramente incantevole, che ti cattura fin dai primi passi che si compiono sulle sue strade.
L'occasione per cui ho visitato Parma è stata la mostra di Correggio (anche questa è imperdibile, avete tempo fino al 25 gennaio 2009): è articolata in quattro sezioni rappresentate da Galleria Nazionale, Camera di S. Paolo, Chiesa di S. Giovanni Evangelista e Cattedrale. Sicuramente i due pezzi forti sono rappresentati dalla visita alle cupole della Cattedrale, dove si può ammirare L'Assunzione della Vergine, e della Chiesa di S. Giovanni, con la celebrazione dell'Evangelista.
Nell'Assunzione della Vergine, sono raffigurati gli apostoli appoggiati ad una balaustra ottagonale, sopra la quale si trovano dei fanciulli che bruciano incenso per il funerale della Vergine. Al centro della cupola si assiste all'evento dell’Assunzione della Vergine, ormai giunta ai limiti del Paradiso, quasi spinta da una moltitudine di angeli, Santi e figure appartenenti al Vecchio Testamento. Al centro delle nubi celesti l’Arcangelo Gabriele, o Cristo, aspetta Maria per segnare il suo volo verso il cielo. Sotto al vano della cupola si trovano pennacchi affrescati con i quattro protettori di Parma: San Bernardo, Sant'Ilario, San Giuseppe, che da molti è indicato come San Tommaso, e San Giovanni Evangelista, mentre negli estremi inferiori dei sottarchi vi sono sei figure giovanili affrescate in chiaroscuro, che portano festoni semplici e sottili da appendere al tempio per festeggiare il grande avvenimento.

In S. Giovanni, invece, Correggio esegue l'affresco della cupola come sua prima opera nello stesso edificio. Lo schema iconografico pare alludere a un'Ascensione del Redentore, ma a ben guardar il moto di Cristo, reso evidente dallo svolazzo dei panneggi, è discendente e non ascensionale, mentre la figura di San Giovanni è quasi nascosta, stesa sul cornicione della cupola, al di sotto del cerchio degli apostoli. Nei pennacchi sono rappresentati i Padri della Chiesa accoppiati agli Evangelisti. Nei sottarchi Correggio dipinse figure monocrome di eroi biblici, mentre decorò a grottesche i semipilastri sottostanti.

Nella Galleria Nazionale sicuramente degno di nota è il "Compianto sul Cristo morto", sempre del Correggio, opera di somma perizia, in cui traspare tutta la sofferenza del momento raffigurato: il dolore del supplizio, lo svenimento, l'urlo, la disperazione.

Al termine della visita, un bel giro nel centro di Parma: da Piazza Duomo a Piazza Garibaldi, passando per Piazza della Steccata con la splendida chiesa di S. Maria della Steccata. Per non parlare delle quattro vie principali che si incontrano nella piazza Garibaldi: strada Cavour, strada Farini, Strada della Repubblica e Via Mazzini.
Un'amenità è rappresentata dal Palazzo Ducale, immerso nel Parco Ducale: una grande area verde, dove si può passeggiare o contemplare la natura del parco, potendo estraniarsi dalla realtà cittadina.

Accanto al profilo artistico, Parma vanta una tradizione enogastronomica: basti pensare al Parmigiano Reggiano, al Prosciutto di Parma, al Culatello di Zibello, ai tortelli alle erbe, alla torta fritta e via dicendo...Specialità da leccarsi i baffi!


Per info:




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