martedì 4 settembre 2012

CIAO CLARKE, GIGANTE BUONO

Clarke Duncan in una scena de Il miglio verde

Anche per un non cinefilo come me, la morte di Clarke Duncan è un piccolo tuffo al cuore. Quel film, Il miglio verde, ispirato dall'omonimo libro di Stephen King, con uno strepitoso Tom Hanks, l'ho amato veramente tanto e l'ho rivisto più volte. E ogni volta l'ho apprezzato, ogni volta mi son commosso, ogni volta di più pensavo che quell'omone uscisse dal televisore per venire ad abbracciarmi. John Coffey - questo il nome del detenuto Clarke Duncan nel film - è il simbolo ineguagliato de Il miglio verde: apparentemente ritardato, condensa in sé un'immensa umanità, nonostante giunga nel braccio della morte per aver stuprato e ucciso due gemelline. In fondo è un uomo fragile, che piange di notte e ha paura del buio. Ma è pure un uomo potente: non può non impressionare la scena nella quale, nel braccio della morte, si accendono tutte le luci e dalla bocca del detenuto escono nuvole di insetti che si dissolvono nell'aria portando alla guarigione del secondino Paul (interpretato da Tom Hanks), che riesce a fare l'amore con la moglie dopo molto tempo che non ne era più stato in grado.

La locandina de Il miglio verde
Clarke Duncan è morto in ospedale, a Los Angeles, a cinquantaquattro anni; lì era ricoverato dallo scorso 13 luglio dopo un infarto da cui non si era mai più ripreso pienamente. Il colosso nero, si era avvicinato al mondo del cinema lavorando come guardia del corpo di Will Smith. L'amicizia tra i due fece sì che Smith gli propose di interpretare una parte in un episodio di Willy il principe di Bel-Air. La carriera di Duncan decollò nel '99 quando Bruce Willis lo propose al regista Frank Darabont come interprete del gigantesco nero de Il miglio verde. L'attore, di quasi due metri, ha in seguito lavorato in numerosi film di successo come Sin City, FBI: protezione testimoni e Armageddon.


CIAO CLARKE!

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