giovedì 30 luglio 2009

QUALCHE OMBRA SULLA CANDIDATURA DI MARINO

Nonostante le luci, sulla candidatura di Marino sembra essersi posata anche qualche ombra, sebbene non molto pubblicizzata. Ne ha parlato per esempio Franco Bechis, direttore di ItaliaOggi, sul suo blog.

Marino si è reso responsabile di irregolarità amministrative quando lavorava negli Stati Uniti presso UPMC (University of Pittsburgh Medical Center), che lo hanno costretto ad accettare dure condizioni per terminare il rapporto di lavoro. Tutto si apprende da una lettera della UPMC resa pubblica pochi giorni fa dal Foglio, di cui la stessa UPMC ha confermato l'autenticità.
Il nodo della questione riguarda rimborsi spesa doppi e indebitamente pagati pari ad almeno 8 mila dollari per l'anno 2002. In buona sostanza, egli presentava la medesima ricevuta sia per la sede statunitense di Pittsburgh sia per quella italiana di Palermo, ma sulle due ricevute venivano annotate a mano motivazioni diverse.
Il chirurgo si difende ammettendo l'errore contabile, sostenendo di averlo fatto presente lui stesso all'università di Pittsburgh. Tuttavia appare strano che la stessa università, a riparazione del danno, trattiene l'ultimo mese di stipendio (settembre 2002) e non gli versa il trattamento di fine rapporto cui ha diritto. E Marino non impugna la decisione, anzi la accetta.

Bechis, sul suo blog, ricorda che il senatore Marino " ha sostenuto di avere maturato la decisione di lasciare Palermo perché ci sarebbero stati appalti poco chiari che coinvolgevano l’Ismett (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad alta specializzazione, ndr) e interferenze nella gestione. Cuffaro gli ricorda di averlo all’epoca difeso e di avere provato la mediazione con gli americani e che in ogni caso gli appalti dell’Ismett se li faceva l’Ismett stesso (di cui Marino fu amministratore delegato)."
Marino sostiene anche che "la lettera di allontanamento e di contestazione era solo una bozza ufficiosa, che poi quella ufficiale degli avvocati (da lui prodotta) l’ha sostituita e ha messo tutto a posto. E’ un falso. La lettera degli avvocati sventolata da Marino porta in intestazione la data del 6 settembre 2009 e l’orario 6:56 p.m. Quella di contestazione con tutti i gravi addebiti è stata controfirmata in ogni foglio e in calce da Marino alle 00:16 del 7 settembre 2002, quindi successivamente."

Per maggiori informazioni, cliccate sui link sottostanti:

mercoledì 29 luglio 2009

IGNAZIO MARINO CANDIDATO ALLA SEGRETERIA DEL PD

Ho seguito con interesse la candidatura di Ignazio Marino alla segreteria del Pd perchè, ascoltando il suo discorso, ho trovato numerosi spunti positivi, alcuni fortemente innovativi, che mi hanno convinto che forse possa essere lui la persona giusta per tirare fuori il Pd dalle secche. Una persona che si presenta come estranea alla politica, con una certa dose di carisma, slegata da logiche franche di partito (come egli stesso ha rivendicato): insomma una candidatura nuova sul serio perchè al di fuori dei canonici schemi cui siamo abituati.
Certo, la lotta con Bersani e Franceschini è dura, faticosa, piena di insidie: il primo che rappresenta, volenti o nolenti, lo schema di un partito vecchio e che, soprattutto tra i giovani, mi sembra non goda di grandissimo seguito; il secondo che, invece, non ha avuto il buon gusto e l'intelligenza di farsi da parte, smentendo anche quanto da lui dichiarato a marzo: "Non mi candiderò al congresso di ottobre perché il mio mandato è a temine e di garanzia". E invece ora ha cambiato idea. Tra l'altro potrebbe essere giustificata se nei mesi in cui è stato segretario il partito fosse andato bene, mentre le elezioni di giugno sono state una disfatta per il Pd.
Mah, chissà come mai ha voluto ricandidarsi...

Tornando a Marino, ho scelto alcuni passi del suo discorso tenuto alla presentazione della candidatura. Il discorso completo lo trovate qui.

Non c'è vera democrazia se non rimettiamo al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni la persona!

L’Italia ha bisogno di tornare a prendersi cura della propria
democrazia. Ha bisogno di includere un maggior numero di cittadini nelle decisioni collettive e nella vita pubblica, ha bisogno di rafforzare la propria comunità nazionale per avere un ruolo chiaro nel mondo globalizzato.

Noi crediamo in un partito che metta gli elettori e i circoli al primo
posto. Un partito la cui identità sia riconoscibile e credibile. Un partito che punti alla partecipazione più estesa e, al contempo, sappia offrire con chiarezza il senso delle proprie posizioni. Vogliamo FARE il nostro partito e VIVERLO: un partito che si dia delle regole comprensibili, semplici e che le rispetti. Un partito che sappia denunciare le cose che non vanno, che si impegni con coraggio per cambiare questo Paese.

Voglio subito sgombrare il campo da due questioni che forse
preoccupano alcuni: io partecipo alle primarie del Pd per diventare segretario del partito e per arricchire il dibattito congressuale. Su questo punto sia chiaro a tutti che non faremo accordi, la mia candidatura non è e non sarà merce di scambio: la squadra che stiamo costruendo, e che si arricchirà nelle prossime settimane, ha questo unico obiettivo e lavora in quest'ottica.

In secondo luogo, la laicità: ci sarà tempo per parlare in manieraapprofondita dei tanti temi che ci stanno a cuore, ma tengo a dire che la laicità, per come la vedo io, E’ UN METODO. Significa affrontare ogni questione con rigore, nell’interesse generale e non di una parte sola. Significa porsi nel dibattito non pensando di possedere la verità. Significa saper ascoltare le ragioni altrui e avere l'umiltà e l'intelligenza di confrontarsi anche con chi la pensa nella maniera opposta. Infine, laicità significa che quando si chiude il dibattito, e si è presa una decisione, la si accetta sentendosi vincolati e sostenendola con lealtà.

In quest’ottica noi poniamo due settori al centro dell'economia
dell'innovazione: ambiente e salute. (...) Basti pensare alle energie rinnovabili, al recupero dei rifiuti, al risparmio idrico, alla bio-edilizia, alla mobilità sostenibile, oppure, sul fronte della salute, ai servizi e alla diagnostica per la cura del corpo, alla trasmissione di un corretto stile di vita come fattore di prevenzione e quindi anche di contenimento della spesa.

Se vogliamo continuare a contare su un servizio
pubblico di qualità dobbiamo attivare efficaci politiche di prevenzione e di promozione della salute e di stili di vita corretti, perché l’unico modo per rendere sostenibile anche dal punto di vista finanziario il nostro sistema sanitario è ridurre il numero delle persone che si ammalano o che convivono con malattie croniche.

Ma nella sanità, come in tutti gli altri ambiti, dalla scuola
all’amministrazione pubblica, vanno introdotti sistemi di valutazione basati sull'efficienza ma soprattutto sulla qualità. (...) vanno ridefinite le modalità con cui vengono selezionate le persone che ricoprono ruoli di responsabilità. La formazione continua deve diventare un vero e proprio diritto cosicché si esca da ogni esperienza lavorativa arricchiti, per capacità e maturità, facendo leva su una responsabilità individuale a diventare nel tempo risorsa più pregiata e ricercata sul mercato del lavoro…

Giustizia e sicurezza sono due facce della stessa medaglia: non c’è
giustizia se i cittadini sono e si sentono insicuri ma non si può parlare di sicurezza se la macchina della giustizia non è in grado di garantire rapidità ed efficacia nelle decisioni.

venerdì 24 luglio 2009

UN PO' DI ARIA NUOVA

Oggi il ministro Gelmini, oggetto da mesi di critiche, ha firmato un provvedimento importante che prevede un nuovo sistema di valutazione delle università italiane, in base al quale viene stanziata una parte dei fondi: precisamente il 7% del fondo di finanziamento ordinario pari a 525 milioni di euro è stato assegnato sulla base della qualità della ricerca e della didattica. E, di riflesso, gli atenei meno virtuosi avranno un taglio dei fondi: in particolare sono 27 le università che vedranno ridotti i denari in quanto «non hanno gli standard qualitativi previsti».
Cliccando qui, potrete trovare la graduatoria delle università virtuose e di quelle meno virtuose. Tra le prime tre ci sono Trento, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino. La prima, nonostante la dimensione contenuta, si è distinta per la capacità di intercettare al meglio i fondi europei; gli altri due, certamente più blasonati, si sono distinti per didattica, ricerca, capacità di autofinanziarsi, processi formativi positivi (numero di docenti adeguato in rapporto al numero degli studenti), presenza di molti progetti assegnati dal Programma Nazionale di Ricerca.

Tutto questo si inserisce in quel quadro di riqualificazione delle università italiane, che, passo dopo passo, comincia a prendere forma. Accanto a chi esulta, c'è sicuramente chi si lamenta perchè ritiene ingiusti i tagli. Ma è veramente giunta l'ora di rilanciare l'università italiana, di riconsegnarci gli strumenti per conseguire una formazione utile effettivamente nell'inserimento nel mondo del lavoro, di evitare che l'università somigli a un parcheggio.

Concludo sottolineando, per correttezza, che, affinchè queste classifiche siano affidabili, è bene che ricorrano sempre a una gamma di parametri standardizzati per evitare disomogeneità nelle valutazioni. Come ha sottolineato un docente di Macerata, il quale ha sostenuto che la sua università, in una recente classifica, si classificava tra le migliori, a differenza di quella girata oggi sui giornali, in cui è all'ultimo posto.

mercoledì 22 luglio 2009

BRUTTA CHIUSURA PER LA F. C. RISTORANTE GIACOMINO



Si chiude in maniera poco felice l'avventura della
F. C. RISTORANTE GIACOMINO

nel
19° Memorial Traverso di Grondona (AL),
di cui vi avevo dato notizia in un precedente post.


Una sconfitta di misura, che lascia seriamente l'amaro in bocca ai ragazzi, che erano carichi, concentrati e fiduciosi alla vigilia della finale.

Maggiori informazioni sul sito ufficiale della F. C. RISTORANTE GIACOMINO.

Un omaggio per tutti i navigatori del blog:
guardate il nostro bomber Sciuto F. come ci delizia al piano!



lunedì 20 luglio 2009

LA STRANA CELEBRAZIONE DELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI BORSELLINO



E' apparsa a tanti, come a me, piuttosto insolita la celebrazione riservata al diciassettesimo anniversario della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta. Insolita perchè ricca di polemiche e con un grande colpo di scena.

Sicuramente nessuna istituzione ha fatto una bella figura nel non presentarsi alla commemorazione di un simbolo come Borsellino, una persona che, insieme all'amico Falcone, ha saputo incarnare la legalità, anteporre la lotta alla mafia anche alla propria vita e a quella dei familiari, inevitabilmente coinvolti. Insomma, una persona speciale, che ha sacrificato una vita con la speranza di cambiare il presente, riuscendoci a metà e pagando con la morte il forte ardore per la professione e l'enorme tensione alla legalità. E' proprio in virtù di questi motivi che la politica doveva mostrarsi più presente; essa ha, invece, rafforzato quella vasta gamma di pensieri, ritenuti a torto errati solo perchè politicamente scorretti, di sotterranee connivenze con la mafia.
Ad allagare ulteriormente il campo, hanno contribuito le pesanti considerazioni del capo dei capi Totò Riina, giunte in coincidenza dell'anniversario, di cui vi propongo alcuni spezzoni.

«Ma questa storia della "trattativa", di un mio "patto" con lo Stato, di tutti gli impasti con carabinieri e servizi segreti legati al fatto di via D'Amelio non sta proprio in piedi. Io della strage non ne so parlare. Borsellino l'ammazzarono loro.»

«Loro sono quelli che hanno fatto la trattativa, quelli che hanno scritto il "papello", come lo chiamano. Ma io della trattativa non posso saperne niente di niente. Perché io sono oggetto, non soggetto di trattativa.»

A distanza di quasi vent'anni dalla morte di Borsellino, oggi Riina parla e lo fa scombussolando, almeno apparentemente a mio parere, il tavolo di gioco. Perchè ritengo giusto, in quanto intellettualmente onesto, riconoscere che fin da subito, anche solo maliziosamente, si poteva pensare alla longa manus della politica nell'attentato. E in generale allo stretto contatto della politica con la criminalità organizzata, perpetratosi e rafforzatosi nel corso degli anni. Al punto che non ci meravigliamo quando anche Saviano, nel suo celeberrimo Gomorra, evidenzia come "i clan di camorra non hanno bisogno dei politici come i gruppi mafiosi siciliani, sono i politici che hanno necessità estrema del Sistema." Possono cambiare gli equilibri in gioco, ma gli attori sono sempre gli stessi e giocano ruoli importanti nello scacchiere economico e amministrativo di un Paese.



Il punto fondamentale da riconoscere è che troppo spesso ci mostriamo insensibili anche dinanzi a cose gravi su cui vale la pena di riflettere, semplicemente perchè anteponiamo il nostro personale interesse a quello generale. In questo caso, passato il momento nero della morte di Borsellino, è andato via via svanendo quello spirito di legalità che la morte dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia era riuscita ad instillare nella popolazione e soprattutto nei giovani. Perchè, se le vicende dei due magistrati affascinano molti giovani, è bene che gli stessi facciano tesoro dei loro insegnamenti e facciano di tutto per osservarli, consci che solo in questo modo potranno rendere loro ragione e, soprattutto, potranno vivere in un mondo più pulito e più giusto.


Spero che quelli sopra esposti non vengano considerati semplicemente come i pensieri di un sognatore, pure utopie che non vedranno mai la luce, parole vuote che passano. Spero invece che ciascuno di noi, ogni giorno e in ogni azione, ne tenga conto.


venerdì 17 luglio 2009

GRILLO E LA TESSERA

Ritengo ormai simpatica e a tratti spiritosa la querelle tra Grillo e il Partito Democratico, che continua a tenere banco da qualche giorno.

Le ultime notizie ci informano che Grillo è stato tesserato da un circolo Pd a Paternopoli (AV), un'iniziativa che ha il forte sapore della "provocazione", come ricorda il segretario cittadino Forgione, il quale ritiene che "il caso Grillo costituisce un precedente molto grave", dal momento che nessuno ha "la legittimazione" per decidere chi può essere tesserato e chi no. "Beppe Grillo non è iscritto a nessun altro partito e ha una fedina penale pulita, quindi perché negargli la tessera?"

A tal proposito obietterei due cose. La prima è che Grillo, alle ultime elezioni, si è presentato con una propria lista che era antitetica al Pd: non è necessaria la sola iscrizione, ma anche semplicemente correre contro un partito con il quale ci si vuole candidare per essere fuori da quello stesso partito, ovviamente. Per semplice coerenza.
La seconda obiezione riguarda la fedina penale di Grillo, che, sebbene non sia un esperto di leggi, mi pare non sia pulita. Egli è stato condannato per omicidio colposo a un anno e tre mesi.
Come ho potuto apprendere dal blog di Tiziano Solignani, "il reato (...) non viene mai cancellato da un casellario giudiziale a cui accede la pubblica amministrazione".

Giusto per concludere, continuo a ritenere giusta l'esclusione di Grillo dal partito. Il fatto di definirsi democratico non significa che chiunque vi possa accedere, come vuole sostenere il segretario Forgione. Un partito è fatto anche di regole, oltre che di idee: le regole sono alla base della civile convivenza e anche alla base di un'aggregazione di uomini che condividono le stesse idee, come è in un partito. Per questo motivo, Grillo, che non ha mai mancato di criticare liberamente il Pd, ora non può correre per candidarsi a guidarlo. Deve mettere in pratica le idee di cui si fa forte con una propria formazione politica e misurarsi effettivamente nell'agone politico.

lunedì 13 luglio 2009

PRIMO SCIOPERO DEI BLOGGERS

All'interno delle norme previste dal ddl Alfano c'è una norma, che ha messo particolarmente in allarme i bloggers e che pertanto voglio farvi conoscere.

Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico appare ancora più insidioso rispetto ai precedenti tentativi di fermare i blog. Perché, anziché censurare direttamente i siti e i blog, li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a bloggers e utenti di siti di condivisione.

I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i cosiddetti "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.

La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.
fonte: Diritto alla Rete


Per questo motivo domani, 14 luglio 2009,
i bloggers hanno deciso di scioperare.


ECCO COSA FARE
il 14 luglio sul tuo blog

1 - pubblica sul tuo blog il logo col

megafono che vedi a lato:

2 - Titolo del post: "Oggi sciopero"

3 - Pubblica la tua foto col bavaglio, se puoi.

4 - Segnala il link a "Diritto alla Rete" per le nuove adesioni


Maggiori info su
dirittoallarete.ning.com

GRILLO CANDIDATO ALLA SEGRETERIA PD

E alla fine è arrivato anche lui: Beppe Grillo è ufficialmente candidato e, da poche ore, si è iscritto al Pd, condizione fondamentale per poter correre per la segreteria.
Tanti sono stati i complimenti e gli incoraggiamenti per la sua scelta, ma altrettante sono state le opinioni contrarie, soprattutto dentro il Pd. Ma ricordiamo solo per un attimo le parole con cui Grillo motiva la sua scelta di candidarsi.

«(...) dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c’è il vuoto. Un vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini. E’ una sinistra senza programmi, inciucista, radicata solo nello sfruttamento delle amministrazioni locali. Alfiere di inceneritori e della privatizzazione dell’acqua. Una creatura ambigua che ha generato Consorte, Violante, D’Alema, riproduzioni speculari e fedeli dei piduisti che affollano la corte dello psiconano. Un soggetto non più politico, ma consortile, affaristico, affascinato dal suo doppio berlusconiano».

«Dico che in generale questo è un bad Pd, come ci sono le bad company, vedi Alitalia. Noi vogliamo cambiare, creare un good Pd a partire dai vertici. Vogliamo un’informazione libera con il ritiro delle concessioni televisive di Stato ad ogni soggetto politico, a partire da Silvio Berlusconi. Temi troppo duri per le delicate orecchie di un Rutelli e di un Chiamparino».

Queste le sue dichiarazioni, tratte dall'intervista a La Stampa di oggi.

Credo, tuttavia, nonostante la sua buona volontà, che la scelta di candidarsi a segretario sia un tradimento di tutti i buoni propositi resi noti negli ultimi mesi. Perchè?
Innanzitutto a me fa strano sentire che Grillo si candida come segretario del Pd quando fino a ieri ha sparato le peggiori cose su quel partito e, ancora nell'intervista odierna, parla di un "bad Pd" o di un "PDmenoelle".
Se questa è la sua considerazione per il Pd, perchè non sceglie di candidarsi con un suo partito, "un partito a cinque stelle", completamente separato dal Pd, di cui pare di capire che non condivide niente? Forse ha paura di non avere i voti necessari a vincere?

Nonostante queste domande, sorge un grosso problema. E' vero che Grillo si è tesserato, ma potrebbe non riuscire comunque a correre come candidato segretario. Il motivo è il seguente.
Le primarie sono state indette il 26 giugno e lo statuto del Pd recita così all'articolo 9, riguardante la scelta dell’indirizzo politico mediante elezione diretta del Segretario e dell’Assemblea nazionale:

3. Possono essere candidati e sottoscrivere le candidature a Segretario nazionale e componente dell’Assemblea nazionale solo gli iscritti in regola con i requisiti di iscrizione presenti nella relativa Anagrafe alla data nella quale viene deliberata la convocazione delle elezioni.

In base a questa norma, Grillo avrebbe dovuto avere in mano la tessera del Pd prima del 26 giugno.

Vedremo come andrà a finire questa ennesima epica battaglia grillina contro il sistema.

mercoledì 8 luglio 2009

LAURA PAUSINI AD ALESSANDRIA

Laura Pausini è venuta a trovarci ad Alessandria,
esibendosi allo stadio Moccagatta.

Come fare a descrivere il turbine di emozioni di una serata speciale? Non so, ci proverò, piano piano vi racconterò tutto sulla serata del 5 luglio, una di quelle che porterò dentro di me.

Tutto inizia il pomeriggio. Alle 16,30, sotto un sole cocente, si parte in direzione Alessandria: viaggio tranquillo, senza traffico, a bordo della Panda, che somigliava ad un forno ambulante. Giungiamo in zona stadio Moccagatta, già presidiata da numerosi spettatori, forze dell'ordine e ambulanze e riusciamo a parcheggiare senza problemi in una via vicina. Quindi, dinanzi allo stadio, ricerchiamo l'ingresso per il prato e...cominciamo la lunga attesa, fortunatamente all'ombra. A tratti ascoltiamo dei frammenti di Mille braccia, provenienti dall'interno: evidentemente stavano provando.


All'alba delle 19, finalmente, dopo una lotta a colpi di spintoni nella calca, riusciamo ad entrare. Che emozione vedere lo stadio Moccagatta! Non mi era mai successo, era la prima volta che ci mettevo piede e ne sono rimasto impressionato! Appena entrati, corriamo verso il palco per cercare una disposizione che ci permetta di vederla e ci mettiamo a sedere.
Intanto, man mano che passavano i minuti, le nuvole sul cielo di Alessandria aumentavano e questo non ci faceva per nulla ben sperare. I tecnici terminavano gli ultimi ritocchi al palco, alle luci e intanto coprivano gli schermi e le strumentazioni con il nylon, consci del pericolo fondato di pioggia.
Non si sa bene per quale strano motivo, all'improvviso, intorno alle 20,45, qualcuno si alza in piedi e tutta la massa lo segue: mancavano ancora tre quarti d'ora, ci si poteva rilassare ancora un po' sul prato, tanto di tempo per stare in piedi ne avremmo avuto. Boh, cose inspiegabili! Nota simpatica: un grandissimo applauso, accompagnato da grandi urla, ha salutato gli abitanti dei palazzi che davano sullo stadio quando gli inquilini hanno esposto degli striscioni per Laura.

Alle 21, 30, puntualissima, ancora senza pioggia, Laura apre il concerto con Mille braccia.


E poi è il turno di Ascolta il tuo cuore, del medley Spaccacuore, Benedetta passione, La prospettiva di me e Parlami.
Toccante l'intro di Vivimi, solo voce e pianoforte fino al primo ritornello.
Si continua con Un’emergenza d’amore, la storica Strani amori, E ritorno da te.
Non manca di intonare Il mio nome in maiuscolo, dedicandola al papà Fabrizio.
Simpatico l'intermezzo di improvvisazione: Laura, portatasi sulla penisola per salutare il pubblico, legge un cartellone che le chiede di cantare Come si fa; lei non ci pensa un attimo e attacca per smettere poco dopo, sempre cantando, perchè non ricordava più le parole.
A circa metà concerto inizia a piovere: inizialmente devo dire che faceva piacere un po' d'acqua perchè faceva molto caldo. Ma tanto noi la pioggia non la sentivamo neanche, era troppa la voglia di ascoltare Laura.



Una delle parti più interessanti del concerto è stata il medley acustico con, tra le altre, Surrender in versione lenta, Due innamorati come noi, In assenza di te e Incancellabile. Quest'ultima ci ha regalato le emozioni più belle di tutto il concerto: già è una canzone che di per sè fa tremare, in più Laura ha voluto dedicarla alla mamma, presente al concerto e ce l'ha anche fatta cantare. Il risultato è stato che non è riuscita a concluderla perchè era troppo emozionata; e dietro di lei anche la corista Emanuela Cortesi. Senza contare la dolce cornice della pioggia. Mamma mia, che bel momento!!! Eravamo tutti commossi, come Laura!



Il concerto continua ancora con La mia banda suona il rock, Tra te e il mare, Resta in ascolto, Primavera in anticipo (che dà il titolo al nuovo album), Non c’è e La solitudine.

Ad accompagnare Laura sul palco, c'erano Paolo Carta (chitarre), Emiliano Bassi (batteria), Bruno Zucchetti (tastiere), Matteo Bassi (basso), Gabriele Fersini (chitarre, qui sotto nella foto) e i coristi Gianluigi Fazio, Emanuela Cortesi e Roberta Granà.

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