venerdì 25 aprile 2008

UN NUOVO POMERIGGIO IN GIRO

Sembra un gioco dirlo, eppure mi sembra sia la formula più adatta: nuova domenica, nuova gita.
Sì, perché anche questa
domenica abbiamo pensato di fare un giro in un pezzo della nostra provincia che ci era sconosciuto. Partiti da Gavi, ci siamo diretti verso Bosio, sulle cui strade erano ancora presenti i segni della gara di enduro svoltasi nella mattinata. Fuori dal paese, dopo qualche curva, abbiamo girato a sinistra in direzione “Capanne di Marcarolo”: una curva dopo l’altra, con variazioni di pendenza costanti verso l’alto e il basso, si è giunti a un crocevia, presso il quale è presente una piccola cappella e dal quale due sentieri si dipartono alla volta del monte Tobbio, sede di pellegrinaggi. Proprio da questo crocevia, abbiamo preso la direzione “Piani di Praglia”, che era la meta che ci eravamo prefissati alla partenza. Diciotto chilometri per raggiungere la località, su una strada piuttosto stretta, sotto la quale in molti tratti si apriva una gola (vedi sopra) e delimitata da pareti rocciose grigie e rosse, tra cui erano presenti arbusti.
Dopo circa sette chilometri, giungiamo al guado sul torrente Gorzente (a lato), trovandoci praticamente nel punto più basso tra le montagne che ci circondano.
Da qui ripartiamo e la strada comincia subito a salire; un po’ di curve dopo, ammirando nel frattempo le “tenere effusioni” tra un toro e una mucca, giungiamo al monumento commemorativo dei Martiri della Benedicta.



Sono presenti alcune lapidi, sulle quali si trovano iscritti i nomi dei caduti ritrovati nella prima fossa comune. Spostandoci poco più in basso, troviamo una piccola cappella con i nomi di altre vittime e, ancora più sotto, il luogo presso il quale è stata ritrovata la seconda fossa comune. Proseguendo sulla strada, circa cento metri pù avanti, è possibile visitare i resti della cascina presso la quale erano dislocati alcuni partigiani. Proprio qui, durante il rastrellamento della Pasqua del ’44, molti, soprattutto giovani, furono uccisi; coloro che conoscevano il territorio riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per molti non ci fu scampo. Particolare interessante da sottolineare è l’attenta ricostruzione che è stata fatta del luogo (per quel che ne rimane), ivi compresa la strada: un pezzo di questa presenta ancora il selciato originale di cinquant’anni fa. Alcuni cartelloni aiutano i visitatori a collocare meglio ciò che vedono nel contesto socio-politico di quel tempo, oltre ad offrire alcune foto di sopravvissuti e dei funerali che hanno celebrato i caduti.

Riprendendo la strada, sempre tra alti e bassi, si raggiungono dopo pochi chilometri le capanne di Marcarolo: lungo il percorso si incontrano numerose aree di sosta attrezzate con barbecue e con giochi per i bambini. Ma, fuori dal paese, prendiamo la direzione di Piani di Praglia e, oltrepassateli, ci dirigiamo verso Camporone: una strada piuttosto stretta, molto più trafficata delle precedenti, che ci costringe più volte a rallentare. Comunque giungiamo a Campomorone e decidiamo che è ora di “far merenda”: incontriamo sul nostro cammino la gelateria “Copacabana”, alla quale vanno tutti i nostri complimenti per un gelato veramente gustoso. Quindi, passato Camporone, siamo a Genova Pontedecimo, da dove imbocchiamo la strada statale dei Giovi per ritornare verso casa. Senonchè a Borgo Fornari, frazione di Busalla, decidiamo di svoltare a sinistra in direzione Voltaggio, facendo così il cosiddetto Passo della Castagnola. Da Voltaggio si prosegue per Carrosio e quindi per Gavi. Siamo giunti!

Che dire? Un altro pomeriggio fantastico, con la soddisfazione in tasca per aver visitato nuovi posti e soprattutto il Monumento ai Martiri della Benedicta: è importante capire la sofferenza e far tesoro dei sacrifici altrui per poter apprezzare oggi quello che abbiamo.
Qui sotto trovate un video che vi documenta più nel dettaglio la visita al Monumento ai Martiri.



sabato 19 aprile 2008

CENA BAVARESE A PAVIA

Cari amici, forse non lo sapete, ma amo moltissimo mangiare; amo soprattutto sperimentare cibi nuovi che non ho mai mangiato, cibi tipici di zone lontane dalle mie. E così colgo l'occasione per raccontarvi la cena di ieri sera con la mia morosa in un tipico locale bavarese, a Pavia.


Tanto per cominciare, appena entrati, sembra di essere volati da Pavia direttamente in Baviera (e ve lo dice uno che l'ha visitata): l'ambiente ricorda molto da vicino quello bavarese, l'atmosfera che si respira è quella di un luogo caldo ed accogliente, con il personale vestito con i costumi tipici bavaresi. Senza parlare della musica di sottofondo: musica tradizionale bavarese, quella da ballare in allegria dopo aver bevuto una bella pinta di birra.
Per cercare di assaggiare tutto, abbiamo optato per saltare l'antipasto e passare direttamente al primo piatto:

GNOCCHI BAVARESI AL FORMAGGIO

e

SPAZTLE BIANCHI CON PANNA E NOCI
(tipici gnocchetti bavaresi).

Il tutto accompagnato da due birre molto gustose e aromatiche (a tal proposito è bene precisare che Bierhaus tiene molto alla spillatura della birra, che può richiedere dai 7 ai 9 minuti, proprio al fine di conservare i sapori):

MONCHSCHOF BOCKBIER (una rossa, doppio malto, intensa, tasso alcolico 6,9 % )

e

MONCHSCHOF SCHWARZBIER
(bionda dal colore nero, tasso alcolico 4,9 %).

Immaginando di non essere alla prova di reggere un abbondante secondo, abbiamo deciso di condividere il piatto forte della Bierhaus:

PIATTO BIERHAUS (wurstel, salsiccia grigliata, mini stinco, carrè di maiale affumicato con patate fritte e crauti).

Tutto buono, ottimo direi; l'unico rammarico è che per un disguido tecnico non era presente il mini stinco (quello che desideravo), che è arrivato dopo, quando però ero talmente pieno da non riuscire a trovargli un posto.
A parte questo, ho apprezzato moltissimo sia il locale sia il cibo e perciò, se siete amanti della carne e siete innamorati della Baviera, fate un giro alla Bierhaus, accompagnandovi con una delle tante birre disponibili.

BIERHAUS S.r.l.
Via San Giovannino n. 9 - 27100 Pavia
Tel / Fax: 0382.468654
www.bierhaus-pv.it
info@bierhaus-pv.it

ORARI DI APERTURA
Da Martedì a Sabato:
Pranzo: 11:00-15:00
Cena: 18:30 - 02:00
Lunedì 11.00 - 15.00
Domenica 18.30 - 02.00

venerdì 18 aprile 2008

LA SOLITA STORIA

Nel dopo-elezioni i commenti sui risultati dei vari partiti si sono sprecati sia sui giornali sia in televisione. Ma sono rimasto particolarmente colpito dalla trasmissione Anno Zero in onda giovedì.
Fa specie ascoltare dibattiti sui motivi per cui Berlusconi ha vinto e sentire ancora le seguenti motivazioni: sostanzialmente o gli Italiani sono ignoranti o sono stati plagiati dalle televisioni di Berlusconi. Non so voi, ma io ritengo che tali affermazioni siano molto offensive: si pensa che i cittadini italiani siano marziani che devono ancora fare conoscenza del nostro Paese? E perciò le televisioni di Berlusconi hanno buon gioco nel plasmare l’elettorato? Siamo ancora a questi livelli? Credo ragionevolmente di poter dire di no, siamo progrediti, siamo a conoscenza delle proprietà di Berlusconi e di come egli tiene esclusivamente a farne profitto. Evidentemente non ne sono a conoscenza coloro che la pensano così, che per fortuna sono una percentuale in diminuzione, proprio perché la gente non si preoccupa delle proprietà del candidato Pdl (neanche in campagna elettorale), bensì bada alle misure che egli intende mettere in atto per risollevare il Paese e fare il bene della gente.
Perciò credere che Veltroni abbia perso perché non ha le televisioni fa un cattivo servizio al buon senso di chi lo pensa in quanto il problema è ben altro: il candidato Pd ha portato avanti una campagna elettorale poco pragmatica e molto ideologica, ma che ha pagato poco in termini di voti dal momento che i cittadini vogliono sentire parlare non di massimi sistemi, ma di sicurezza, immigrazione, costo della vita, fisco, vuole, cioè, che si parli di misure utili ad aiutarla ad uscire dalla situazione di estrema difficoltà in cui vive, tutti argomenti affrontati superficialmente o comunque poco affrontati con il governo Prodi. Ecco il vero motivo per il quale gli elettori hanno deciso di dare il voto a Berlusconi e non a Veltroni, tantomeno a Bertinotti. E smettiamola con le vecchie storie, sempre le solite (tra l'altro si è parlato anche di Mangano, con Di Pietro e Travaglio che si sono eccitati sentendone il nome).

P.S. A tal proposito sorge spontanea una domanda: se stare di più in televisione aiuta a prendere più voti, come mai la Lega, che si è vista poco sui media, ha raddoppiato i suoi consensi?

martedì 15 aprile 2008

THE DAY AFTER

Il giorno dopo i risultati definitivi delle elezioni si fanno i conti con la realtà. E non per tutti è confortante, anzi per la maggior parte si è profilata una netta sconfitta, che era inaspettata.
A fronte dell'affermazione netta sia alla Camera sia al Senato della coalizione guidata da Silvio Berlusconi, si deve registrare la sonora sconfitta del Pd (a circa dieci punti di distanza dal PdL in entrambe le Camere) e quella ancora più dura della Sinistra Arcobaleno, che è fuori dal Parlamento, priva di deputati e senatori. Senza parlare dei partiti più piccoli, il cui destino era segnato già in partenza. Resiste solo l'Udc, che conquista un discreto numero di deputati e tre senatori, tutti e tre in Sicilia, notoriamente sua roccaforte.
Perciò è interessante registrare i tre dati importanti fuoriusciti dalle votazioni: in primo luogo il distacco tra i due blocchi è rassicurante dal punto di vista della governabilità, testimoniando che la colpa dell'instabilità al Senato sofferta dal precedente governo non era della legge elettorale, pure pessima, ma di una coalizione eterogenea che non aveva raccolto voti a sufficienza per garantirsi un maggior numero di seggi.
Il secondo dato è che finalmente in Parlamento vedremo pochi partiti (cinque,sei), avvicinandoci all'assetto degli altri Paesi europei. Di questo, però, va dato atto al Pd, che ha deciso di staccarsi dalla sinistra radicale e correre da solo, costringendo anche i suoi avversari ad iniziare la confluenza in un unico partito, sebbene ancora da perfezionare (molto probabilmente lo splendido risultato elettorale sarà uno stimolo a continuare sulla strada segnata).
Il terzo dato riguarda gli esclusi. Per la prima volta da oltre 50 anni di governo repubbicano, in Parlamento non sarà presente una forza che si dichiara "comunista": il progetto della Sinistra Arcobaleno è naufragato miseramente e probabilmente ha lasciato i suoi stessi sostenitori tutti di stucco. E' facile pensare che, vista la legge elettorale, molti consensi siano stati drenati dal Pd in modo tale da arginare la vittoria del PdL.
Ora non resta che aspettare la composizione della squadra di governo, che sarà "agile", in modo tale da rendersi subito operativa per risollevare la situazione, piuttosto drammatica, che sta vivendo l'Italia.

domenica 13 aprile 2008

UNA GIORNATA SURREALE

Particolare, questa domenica di elezioni, assolutamente particolare: ho vissuto come sospeso nel vuoto, con mille pensieri che mi passavano per la testa riguardo probabili scenari politici futuri. Ci pensavo un po' durante la colazione, un po' durante il giro in bicicletta, un po' mentre mi recavo al seggio a votare (intorno alle 13). Fuori dal seggio fantasticavo su come poteva essere utile il mio voto... Mah, è una sensazione strana da spiegare, ma bellissima per chi la prova: un po' come se si avesse il fiato sospeso per un tempo incommensurabile.

A parte l'intermezzo politico, volevo raccontarvi la gita pomeridiana, in compagnia della mia morosa, iniziata quasi per caso, senza una meta fissa. Da Vignole Borbera, mi sono diretto in direzione di Cabella Ligure, quindi l'ho superata alla volta di Cosola e Capanne di Cosola. Mentre guidavo, ripensavo all'uscita con la squadra ciclistica in cui militavo qualche anno fa e alla fatica che avevo fatto ad affrontare l'ultimo tratto, quello che da Cosola conduce a Capanne, scollinando verso l'Emilia. Giunto a Capanne (1500 m.s.l.m.), mi sono fermato ad ammirare il panorama: intorno a me solo montagne, alcune cime innevate (probabilmente di neve fresca), la vegetazione secca a dare il senso di desolazione ed isolamento del luogo. Pensando che mi trovavo contemporaneamente all'incrocio di tre regione diverse (Piemonte, Emilia e Lombardia) e tre province diverse (Alessandria, Piacenza, Pavia).

L'immagine delle cime innevate che mi si presentava innanzi all'arrivo a Capanne di Cosola.

Quindi, dopo la sosta, incuriosito, ho continuato sulla strada che si dirige a Pey e Capannette di Pey. Anche da qui il paesaggio è mozzafiato: intorno a me solo alte montagne (guardate qui sotto per credere)!



Non contento, ho deciso di tornare a casa, ma non rifacendo lo stesso percorso, bensì prendendo la strada in direzione Varzi. A parte la strada infernale, il cui manto è vecchio e pieno di buche, la sorpresa più grande è stata questa che vi mostro nelle foto (a destra e sinistra).
Beh, che dire? Non è sensazionale? Ad aprile ancora la possibilità di vedere la neve e soprattutto toccarla!

Dopo questi bei momenti, mi sono rimesso in macchina e ho continuato sulla strada e dopo una decina di chilometri ho visto in lontananza un gruppo di case, qualcosa di simile ad un paese: di nuovo vita! Perchè lungo tutto questo percorso ho incrociato due sole macchine, nessuna persona e nessun animale selvatico. Sono giunto, così, a S. Margherita Staffora, superata la quale mi dirigo verso S. Martino per arrivare poco dopo a Varzi, ridente cittadina, famosa per il suo salame (neanche a dire il numero di salumerie che sono presenti sulla strada). Continuo giungendo a Bagnaria, dove svolto a sinistra in direzione di S. Sebastiano Curone. Qui un piccolo gelato, la cui bontà è ampiamente nota nella zona, mi permette di riempire il buco allo stomaco, sopraggiunto nel frattempo, per guidare verso casa, nuovamente su strade conosciute.

Bella domenica, all'insegna dell'avventura, del contatto con la natura, dell'allegria che si sprecava in alcuni momenti nei quali mi chiedevo dove fossi, della conoscenza di luoghi nuovi, a me precedentemente ignoti.
Alla prossima!

sabato 12 aprile 2008

LA BATTAGLIA DEL VETRO RICICLATO IN LOMBARDIA

Qui di seguito vi propongo il contenuto di un articolo a firma di Laura Guardini, apparso su Corriere della Sera Milano il 9 aprile 2008.

Ad Antegnate (Bg), Eugenio Coti Zelati e sua moglie Maria Mariani lavorano il vetro da due generazioni, così come la terza, con i loro figli, è già in campo. Qui e in altre sette aziende lombarde si prepara il pronto forno, vale a dire i contenitori, prodotti dalle vetrerie, a partire dai cocci. Si tratta tuttavia solo della prima tappa di un viaggio che si può ripetere per molte volte, dal momento che un chilo di vetro si recupera più e più volte, risparmiando. L'unico disguido è il reperimento, tra i tanti cocci, di pezzettini di ceramica, incorporati nella pasta di vetro, che costringono a buttare i pezzi così danneggiati; gli addetti ai lavori ricordano che succede così con circa un 4 % della produzione.
Per la gran parte dei lombardi, a organizzarsi del trasporto del vetro dalla campana o dal cassonetto condominiale allo stabilimento è il Co.Re.Ve., consorzio senza fini di lucro, che riunisce 75 aziende in tutta Italia, nato nel '97 con la legge Ronchi (che poneva come obiettivo della differenziata il 35% dei rifiuti. Attraverso convenzioni con i Comuni o le ex municipalizzate, raccoglie qualcosa come 300 mila tonnellate di vetro da riciclare ogni anno.
E' interessante notare il beneficio che ne traggono i lombardi; la giornalista ricorda che "se, a livello nazionale, le 2800 tonnellate di vetro rimesso a nuovo ogni anno permettono di risparmiare oltre un milione di metri cubi (...) di sabbia, carbonato e soda (le materie prime necessarie a produrre il vetro ex novo), in Lombardia, riusando, è evitato il consumo di tanta energia elettrica quanta ne basta a far funzionare per un anno 810 mila frigoriferi". Tutto questo perchè sono necessarie temperature più basse per produrre vetro riciclato rispetto a quello nuovo. Inoltre così si evitano 150 mila tonnellate di anidride carbonica in un anno.

mercoledì 9 aprile 2008

TRA STORIA E REALTA'

A proposito delle ultime dichiarazioni di Berlusconi e Dell'Utri, Pierluigi Battista sul Corriere della Sera di ieri parla di "doppia caduta". E, in effetti, non sbaglia a definirla tale.
Per quanto concerne l'esame di idoneità mentale per i pm (proposto da Berlusconi) sono totalmente d'accordo sulla condanna di un gesto simile: si tratta di uno slogan elettorale, di cattivo gusto, probabilmente meditato in maniera attenta dall'ex premier. E' fuori di dubbio che altro fine non ha che riattizzare una vecchia polemica tra magistratura e politica, quella delle toghe rosse, cara a Berlusconi, che non tiene conto, però, del fatto che, se dovrà governare e perciò prendere provvedimenti in tema di giustizia, dovrà cercare di non inimicarsi, per quanto gli sia difficile, una buona parte della magistratura. Sarebbe ora di superare lo slogan delle toghe rosse, riconoscendo che tra tanti buoni magistrati, che prestano fedelmente la loro opera, ve ne sono alcuni che utilizzano la legge come clava contro taluni esponenti politici e perciò condannarli.
Per quanto riguarda il punto toccato da Marcello Dell'Utri, revisionare i libri di testo sulla Resistenza, mi sembra un tema più volte agitato, ma mai seriamente affrontato. E comunque, proporre, come dice Battista, "un nuovo canone di interpretazione storica direttamente vidimato dall'autorità politica espressa da una coalizione di governo" è qualcosa che ha un sapore retrò, poco moderno, poco vicino alla realtà odierna. Se, come appare vero, la parte di storia sulla Resistenza è trattata in maniera troppo enfatica e celebrativa sui libri di storia per una serie di ragioni note (che ora ometto), la soluzione non è proporre la revisione in chiave anti-Resistenza. E' bene ricordare che i libri di storia devono insegnare ai ragazzi, i quali pertanto sarebbero le vittime di una tale azione: questa mossa pare essere un gioco politico e niente di più. Senza dimenticare che la maggior parte dei docenti di storia, indipendentemente dal libro adottato, comunica con maggiore o minore enfasi - sbagliando - gli argomenti più vicini alla sua sensibilità (e sappiamo che la maggior parte dei professori è di centrosinistra). La soluzione più utile per tutti è perciò far sì che nei libri di storia siano espresse, per quei fatti ancora in corso di studi approfonditi, le tesi più importanti e con più dati a disposizione, nella maniera più neutra possibile, senza lottare per spartirsi la storia tra destra e sinistra.
Perciò, se in questo modo si vuole tentare di rianimare una campagna elettorale piuttosto triste, non ci resta che rassegnarci: i temi cari ai cittadini lasciati da parte a favore di altri, sicuramente importanti, ma sui quali non vale la pena scaldarsi tanto.

domenica 6 aprile 2008

FUORI DALLA REALTA'

A giudizio di Daniela Santanchè e Fausto Bertinotti, nonostante le risapute differenze politiche, questa campagna elettorale è una delle più brutte degli ultimi anni. E questo giudizio non ha fatto fatica a trovarmi d’accordo.
Perché è brutta? È sotto gli occhi di tutti che a tenere le redini del gioco sono Pd e Pdl: si badi bene che con questo non sto dicendo che essi non ne sono legittimati; ciò che più meraviglia è che uno chiede di votare l’altro e viceversa ed entrambi affermano che il voto non dato a loro non è utile.
Questa storia del voto utile è proprio bella: come possono un partito che si definisce “democratico” e un partito che dice di avere nel suo DNA il liberalismo a sostenere che il voto per un’altra fazione diversa dalla loro è inutile? Ci rendiamo conto di quale livello abbiamo raggiunto pur di racimolare un voto uno? Qualsiasi voto per qualsiasi candidato è un voto utile perché permette al cittadino di esercitare un suo sacrosanto diritto, quello al voto, per il quale tante lotte sono state condotte.
Oltre al fatto che il cittadino non è più libero di scegliere Tizio e non Caio perché le preferenze non sono presenti nella vigente legge elettorale un’ulteriore beffa è quella di chiedere al cittadino di votare per A o per B perché sono i due partiti maggiori che hanno maggiori chances di essere eletti e non per C o per D, le cui possibilità sono inferiori. Questo sempre secondo i risultati delle precedenti elezioni e degli attuali sondaggi, da prendere con le pinze. Direi che tutto ciò è surreale!
Un altro importante dato di fatto riguarda i partiti in campo. L’on. Santanchè ha detto ad “Annozero” che un partito senza ideologia non è un partito, ma un contenitore. In effetti fatico a cogliere l’essenza di Pd e Pdl, così affannati a rincorrersi l’uno con l’altro su programmi, candidature, slogan vecchi e non credibili. Per esempio entrambi si sono trovati d’accordo sul non trattare i temi etici in campagna elettorale; pur lasciando libertà di coscienza al singolo parlamentare all’atto del voto, io credo sia assolutamente fondamentale per il potenziale elettore sapere cosa pensano i due leader principali riguardo questi temi. Al contrario, una certa eterogeneità presente in Pd e Pdl causa l’accantonamento di temi importanti per non toccare le sensibilità particolari. Segnalo che un altro tema su cui si tace è la questione del Mezzogiorno, su cui nel passato i proclami sono roboanti e i fatti veri impalpabili.
È paradossale come il proposito di tagliare fuori i “nanetti” con la creazione di due grandi partiti probabilmente fallirà in parte perché sono proprio i “nanetti” che fanno una campagna elettorale basata sulla difesa dei valori che li identificano e soprattutto su proposte più concrete e meno demagogiche.
E i giovani? Sono sempre tirati in mezzo, insieme alle parole “nuovo” e “novità”, ma in realtà non molto mi sembra cambiato, anzi forse nulla. Come sempre, quando si parla tanto di una cosa, quella cosa finisce per perdere significato. Basti pensare che il leader del Pd è quel Veltroni, eterno secondo, un cursus honorum nel PCI, che sta facendo una campagna elettorale da marziano, dimenticando che da due anni governano coloro i quali fanno parte del Pd, mentre il leader del Pdl è quel Berlusconi, per la quinta volta candidato primo ministro (eguagliando così Le Pen) all’età di 72 anni, con formule invariate rispetto al passato: mi sembra che tutto questo sia il contrario del nuovo.
E che fine hanno fatto i dibattiti televisivi? Forse, nel salotto di Mentana, assisteremo ad un dibattito tra Veltroni e Berlusconi, forse, non è ancora certo. I candidati degli altri partiti si sono già confrontati in tante trasmissioni, senza alcuna paura, anzi lieti di poter spiegare i loro programmi. Solo i due grandi ritengono di doverne farne a meno, quando negli Stati Uniti, cui spesso guardiamo con interesse, il candidato presidente non può sottrarsi al dibattito televisivo, che può spostare molti voti. Siamo proprio fuori da ogni regola!
Resta perciò il fatto che l’indecisione così alta, il 30% circa, affonda le sue radici in alcune di tali importanti questioni e che perciò è utile che Pd e Pdl siano più realisti per conquistare i voti degli indecisi.
A questo punto penso di poter dire che lo scenario sia abbastanza confuso e a tratti tragico, perciò non ci resta che aspettare le elezioni e sperare il meglio.
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