domenica 6 aprile 2008

FUORI DALLA REALTA'

A giudizio di Daniela Santanchè e Fausto Bertinotti, nonostante le risapute differenze politiche, questa campagna elettorale è una delle più brutte degli ultimi anni. E questo giudizio non ha fatto fatica a trovarmi d’accordo.
Perché è brutta? È sotto gli occhi di tutti che a tenere le redini del gioco sono Pd e Pdl: si badi bene che con questo non sto dicendo che essi non ne sono legittimati; ciò che più meraviglia è che uno chiede di votare l’altro e viceversa ed entrambi affermano che il voto non dato a loro non è utile.
Questa storia del voto utile è proprio bella: come possono un partito che si definisce “democratico” e un partito che dice di avere nel suo DNA il liberalismo a sostenere che il voto per un’altra fazione diversa dalla loro è inutile? Ci rendiamo conto di quale livello abbiamo raggiunto pur di racimolare un voto uno? Qualsiasi voto per qualsiasi candidato è un voto utile perché permette al cittadino di esercitare un suo sacrosanto diritto, quello al voto, per il quale tante lotte sono state condotte.
Oltre al fatto che il cittadino non è più libero di scegliere Tizio e non Caio perché le preferenze non sono presenti nella vigente legge elettorale un’ulteriore beffa è quella di chiedere al cittadino di votare per A o per B perché sono i due partiti maggiori che hanno maggiori chances di essere eletti e non per C o per D, le cui possibilità sono inferiori. Questo sempre secondo i risultati delle precedenti elezioni e degli attuali sondaggi, da prendere con le pinze. Direi che tutto ciò è surreale!
Un altro importante dato di fatto riguarda i partiti in campo. L’on. Santanchè ha detto ad “Annozero” che un partito senza ideologia non è un partito, ma un contenitore. In effetti fatico a cogliere l’essenza di Pd e Pdl, così affannati a rincorrersi l’uno con l’altro su programmi, candidature, slogan vecchi e non credibili. Per esempio entrambi si sono trovati d’accordo sul non trattare i temi etici in campagna elettorale; pur lasciando libertà di coscienza al singolo parlamentare all’atto del voto, io credo sia assolutamente fondamentale per il potenziale elettore sapere cosa pensano i due leader principali riguardo questi temi. Al contrario, una certa eterogeneità presente in Pd e Pdl causa l’accantonamento di temi importanti per non toccare le sensibilità particolari. Segnalo che un altro tema su cui si tace è la questione del Mezzogiorno, su cui nel passato i proclami sono roboanti e i fatti veri impalpabili.
È paradossale come il proposito di tagliare fuori i “nanetti” con la creazione di due grandi partiti probabilmente fallirà in parte perché sono proprio i “nanetti” che fanno una campagna elettorale basata sulla difesa dei valori che li identificano e soprattutto su proposte più concrete e meno demagogiche.
E i giovani? Sono sempre tirati in mezzo, insieme alle parole “nuovo” e “novità”, ma in realtà non molto mi sembra cambiato, anzi forse nulla. Come sempre, quando si parla tanto di una cosa, quella cosa finisce per perdere significato. Basti pensare che il leader del Pd è quel Veltroni, eterno secondo, un cursus honorum nel PCI, che sta facendo una campagna elettorale da marziano, dimenticando che da due anni governano coloro i quali fanno parte del Pd, mentre il leader del Pdl è quel Berlusconi, per la quinta volta candidato primo ministro (eguagliando così Le Pen) all’età di 72 anni, con formule invariate rispetto al passato: mi sembra che tutto questo sia il contrario del nuovo.
E che fine hanno fatto i dibattiti televisivi? Forse, nel salotto di Mentana, assisteremo ad un dibattito tra Veltroni e Berlusconi, forse, non è ancora certo. I candidati degli altri partiti si sono già confrontati in tante trasmissioni, senza alcuna paura, anzi lieti di poter spiegare i loro programmi. Solo i due grandi ritengono di doverne farne a meno, quando negli Stati Uniti, cui spesso guardiamo con interesse, il candidato presidente non può sottrarsi al dibattito televisivo, che può spostare molti voti. Siamo proprio fuori da ogni regola!
Resta perciò il fatto che l’indecisione così alta, il 30% circa, affonda le sue radici in alcune di tali importanti questioni e che perciò è utile che Pd e Pdl siano più realisti per conquistare i voti degli indecisi.
A questo punto penso di poter dire che lo scenario sia abbastanza confuso e a tratti tragico, perciò non ci resta che aspettare le elezioni e sperare il meglio.

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