lunedì 28 settembre 2009

TEMPORANEA ASSENZA


Gli impegni di studio mi stanno assorbendo totalmente e per questo motivo non mi è possibile aggiornare regolarmente il blog.
Entro una settimana ritornerò ad occuparmi amorevolmente del mio blog.

A presto!!!

venerdì 25 settembre 2009

MEZZO STOP PER LA JUVE


Primo mezzo passo falso per la Juventus di Ciro Ferrara, che deve fare i conti con un Genoa in forma e voglioso di far bene dopo i risultati incoraggianti delle precedenti giornate.
La partita s'infiamma subito al 6' quando Marchisio, che ha disputato una gara superba, s'invola sulla fascia sinistra, mette al centro una palla bassa su cui Camoranesi fa un velo e Iaquinta, arrivando da dietro come un treno, piazza un diagonale sul palo più lontano. Il Genoa cerca di mettere subito fuori la testa ma Floccari è impalpabile. Intanto la Juve ha l'occasione per chiudere la gara, ma Amauri, ancora a secco, non riesce a mettere in rete due occasioni davanti alla porta.
Al 31', un Genoa molto operoso raggiunge il pareggio: Sculli da sinistra crossa un pallone preciso che Mesto insacca di testa in rete, sfuggendo alla marcatura di grosso. Finale di primo tempo incandescente, con varie occasioni che si rincorrono e qualche rimpianto per la Juve che poteva chiudere la prima frazione in vantaggio.

giovedì 24 settembre 2009

RIECCO SANTORO & CO.

Siamo al 24 settembre e, come da programma, ritorna il programma di Michele Santoro Anno zero, protagonista delle cronache delle ultime settimane. La querelle sulla messa in onda della trasmissione si è inserita nella più grande polemica sulla presunta assenza di libertà di stampa, paventando un regime dittatoriale che seriamente fatico a vedere.
Però, al di là dei fatti specifici raccontati da giornali e televisioni, vale la pena fare alcune considerazioni su Santoro. E lo farò con l'aiuto di un magnifico ritratto del conduttore eseguito dal grande Giancarlo Perna sul Giornale di ieri.


domenica 20 settembre 2009

I VALORI DA NON DIMENTICARE




Vi segnalo il video della conversazione tra l'onorevole Gianfranco Paglia, deputato Pdl, ex tenente dei parà e medaglia d'oro vivente, e Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, andato in onda giovedì 17 settembre 2009.
L'onorevole Paglia è stato invitato in studio per parlare di Afghanistan e Floris è apparso in qualche momento in difficoltà dinanzi a quanto riferito. Tutto lo studio, in verità, è rimasto, in alcuni momenti, avvolto da un silenzio che denunciava incredulità e vicinanza a quanto riferito dall'ex parà.

Alcuni concetti espressi da Paglia ci aiutano ad inquadrare meglio la mentalità di un soldato, la cui immagine viene talora distorta. Il deputato ammette che "metti in cantiere di perdere la vita (...) semplicemente giurando fedeltà alla patria". Inoltre "non s'indossa la divisa" e si va in guerra per il posto di lavoro, "non si è così stupidi": si parte perchè ci si crede veramente. Poi Floris chiede: "Come ci si forma alla convinzione di dedicare la propria vita alla patria?"; e Paglia risponde: "Perchè ci si crede (...) Certi valori non li si può insegnare: o ce li hai o non ce li hai": si insegna a fare il soldato, niente di più, i valori sono una cosa personale, che devono essere posseduti.

Che belle parole quelle pronunciate dall'ex parà Paglia! Fanno riaffiorare alla memoria alcuni valori antichi e ultimamente impolverati, dimenticati in soffitta: l'onore, il rispetto per la bandiera, il senso di patria, lo spirito di servizio. Valori che - penso lo notiamo tutti - vengono spesso decantati e affermati vuotamente dai politici e che invece i nostri soldati hanno fatto propri e in nome dei quali agiscono.

L'ultimo saluto alle salme dei sei militari uccisi nell'attentato di pochi giorni fa.

sabato 19 settembre 2009

ALTRI TRE PUNTI IN TASCA


Con un 2 a 0 maturato nel primo tempo, la Juventus porta a casa altri tre punti, consolidando il primato a punteggio pieno a 12 punti. Partita certamente non facile, con un Livorno particolarmente aggressivo in attacco e con un'infermeria juventina particolarmente affollata: mancano Diego, Felipe Melo, Cannavaro, Del Piero, Tiago, Sissoko e Salihamidzic.

AFGHANISTAN: PENSARE AL FUTURO

Dopo il momento del dolore, arriva quello delle riflessioni a freddo, meditate guardandosi attentamente intorno. E certamente non c'è di che rallegrarsi.

L'attentato si è consumato a distanza di poco tempo dalle elezioni che hanno riconfermato Karzai come presidente, sebbene sulla loro legittimità gli osservatori internazionali abbiano sollevato molti dubbi.
Il pericolo dell'attentato era stato segnalato ventidue ore prima dalla nostra intelligence, che tuttavia in Afghanistan non conta più di dieci uomini: pochi per controllare un territorio difficile e molto vasto. Stando ai warming dei servizi segreti, poi, si parla di una "talpa" negli apparati d'intelligence del presidente Karzai, forse la stessa usata per l'attentato ai militari italiani e per altre uccisioni nei giorni precedenti.
I nostri militari sono lì ufficialmente per una missione di pace, ma - l'abbiamo visto tutti in questi anni - l'Afghanistan è andato trasformandosi sempre più in un vero e proprio teatro di guerra. Ecco perchè, come traspare dalle notizie degli ultimi giorni, serve una seria riflessione per rivedere le nostre regole d'ingaggio: non ha alcun senso mantenere i nostri contingenti di pace in una zona di guerra senza dare loro la possibilità di combattere ad armi pari. Perchè è fuori da qualsiasi logica permettere che i soldati possano rispondere al fuoco solo se attaccati, mentre se muoiono dei compagni in un attentato non sono autorizzati a rispondere, in nome dell'articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra.

A tutte queste considerazioni se ne aggiunge una, forse la più importante, per spiegare perchè, nonostante i caduti sul campo, il nostro Paese è determinato a continuare l'impegno in Afghanistan.
Certo - questo mi sembra fuor di dubbio - non siamo lì per sostenere il presidente Karzai, scelto nel 2004 dagli USA per iniziare un serio cammino democratico e rivelatosi nel tempo corrotto, debole e poco capace di tenere le redini di un Paese difficile da governare. Non ha esitato un attimo, al fine di assicurarsi un secondo mandato, a stringere alleanze con signori della guerra, trafficanti di droga, prendere le distanze da alcune iniziative Nato e, da ultimo, autorizzare brogli di dimensioni cospicue; sappiamo tutti che i fondamentalisti, con l'aiuto dei potenti Stati vicini che li riforniscono di armi, sono tornati a controllare buona parte del territorio e che l'80% dell'eroina consumata nel mondo viene dall'Afghanistan. Un barlume di democrazia è stato posto, ma la sua crescita appare particolarmente impegnativa se le condizioni di cui sopra non vengono mutate. Perciò è evidente che non siamo lì per i suddetti motivi, ma piuttosto siamo lì per combattere la guerra globale contro il terrorismo, che ha nel Paese afghano una delle centrali più floride; è da lì che nel 2001 Osama Bin Laden ha organizzato l'attentato alle Torri gemelle. E' pur vero che i fondamentalisti hanno altre basi nel mondo, ma l'Afghanistan è un nodo cruciale: se ci ritiriamo prima che un solido governo filoccidentale abbia messo salde radici, il fondamentalismo vincerà e il terrorismo globale ne trarrà nuova linfa.

Ecco perchè è assolutamente urgente ridiscutere l'assetto delle forze occidentali in Afghanistan: esse devono essere impiegate al meglio e con le minori perdite possibili per cercare nel più breve tempo utile di poter abbandonare il Paese, a patto che un serio governo democratico sia al comando. Parlare ora di ritiro è solamente da pazzi, anzi, rischia di incentivare i terroristi a colpire ancor di più i nostri soldati, che appaiono non appoggiati dal Paese nella loro missione.

giovedì 17 settembre 2009

GRAZIE!


Onore ai nostri militari caduti oggi a Kabul:

tenente Antonio Fortunato;
primo caporal maggiore
Matteo Mureddu;
primo caporal maggiore
Davide Ricchiuto;
sergente maggiore
Roberto Valente;
primo caporal maggiore
Gian Domenico Pistonami;
primo caporal maggiore
Massimiliano Randino.


POLEMICA: SEMPRE E COMUNQUE

Sebbene non abbia seguito molto le cronache politiche degli ultimi giorni, vedo che il livello della polemica è piuttosto alto, con particolare riferimento alla cerimonia di consegna delle case ai terremotati con annessa trasmissione collegata, Porta a porta, il cui share è stato quasi doppiato dalla fiction di Canale 5.
In effetti, appare alquanto anomalo il sovvertimento del palinsesto della Rai per dare spazio ad un avvenimento certo importante, ma di cui si poteva parlare tranquillamente in un servizio del tg, magari leggermente più lungo, o comunque in una trasmissione di approfondimento politico in seconda serata. Perchè - questo è quello che ho percepito negli ultimi mesi - l'enfasi sull'Abruzzo è stata eccessiva: se è un bene non essersi dimenticati dei terremotati, come invece era successo in Umbria, il parlarne ogni giorno sa più di autocelebrazione e spinge a dimenticare più che a ricordare.
Al di là della mera polemica di parte utile a scopo elettorale, val la pena sottolineare che Berlusconi ha assolto l'impegno preso, ossia quello della ricostruzione; la consegna di "novantaquattro villette di legno prefabbricate, realizzate dalla Protezione civile e dalla Provincia autonoma di Trento con il contributo economico delle donazioni che ha ricevuto la Croce Rossa italiana" ne è l'esempio lampante. Non è tutto merito del Governo, certo, c'è stato l'aiuto di altre istituzioni dello Stato - non dimentichiamoci, però, che la Croce Rossa è "commissariata da anni dal governo, vigilata dallo Stato e nelle emergenze alle dipendenze della Protezione Civile".

Credo che il "sistema Italia", come lo definisce Bertolaso, abbia funzionato in maniera efficiente e di questo dobbiamo essere "orgogliosi". Perchè invece non perdiamo il vizio di buttare sempre tutto sul tavolo della polemica?

domenica 13 settembre 2009

VIGEVANO: UN INCANTO!

Sono tornato a Vigevano lunedì 7 settembre, a distanza di circa un anno dall'ultima volta. L'occasione è stata dettata dal concerto di Claudio Baglioni nel cortile del Castello Sforzesco: tuttavia, causa un guasto improvviso all'impianto luci poco prima dell'inizio del concerto, lo stesso è stato annullato e posticipato a mercoledì.
Comunque - stavo dicevo - che sono già stato a Vigevano: la prima volta, tuttavia, era sera e pertanto non ho potuto apprezzarla in tutta la sua bellezza. Al contrario, lunedì, sono arrivato sul posto a metà pomeriggio, proprio per concedermi una visita del centro e ne sono rimasto molto affascinato. Tutto ruota intorno alla splendida Piazza Ducale, con il Duomo o Cattedrale di Sant'Ambrogio sul fondo e i palazzi che la circondano tutti decorati con affreschi.

sabato 12 settembre 2009

NUOVA MARCIA TRIONFALE A ROMA


Stadio Olimpico di Roma completamente esaurito, con le tifoserie che si fanno sentire molto calde fin dall'inizio. Juventus e Lazio entrano in campo e osservano un minuto di silenzio per la morte di un ex-giocatore laziale; la Juve porta il lutto al braccio per la morte di Mike Bongiorno.

Entrambe le squadre interpretano subito la partita in maniera aggressiva, con ritmi piuttosto alti. All'11' c'è il primo lampo della partita: Amauri, al limite dell'area, fa sponda per Trezeguet che spara una bordata, respinta da Muslera in calcio d'angolo. Una verà novita per un giocatore noto per il suo fiuto del gol in area. Due minuti dopo, Camoranesi prova un cross che diventa un tiro e impegna il portiere laziale. Nell'azione seguente Trezeguet, su suggerimento di testa di Amauri, si inserisce, ma il portiere gli chiude la strada.
Pericolo Lazio al 21' quando Kolarov accelera sulla fascia sinistra, salta Legrottaglie e Càceres e scaglia una sassata sulla quale Buffon ci mette la mano e devia in corner. Un minuto dopo, su ripartenza della Juve, Amauri punta la difesa e impegna Siviglia a deviare di testa in angolo. Al 29' è la volta di Baronio che conclude dalla tre quarti, con Buffon che salva la porta. Lo stesso Baronio, un minuto dopo, batte una punizione dalla sinistra, dopo un fallo subito da Legrottaglie, ammonito nell'occasione: il tiro è diretto in porta e Buffon allunga il piede per evitare il gol, intervenendo in seguito con le mani.


TANTI AUGURI A MONTAGUTO.COM!


11 settembre 2006: "Montaguto.com: il mondo sta cambiando".
11 settembre 2009: dopo tre anni, il mondo è cambiato e Montaguto è diventato una realtà anche virtuale, grazie all'impegno della Mi.Dra.Max. e dei tanti utenti che quotidianamente visitano il sito, lasciano commenti e discutono sul forum.
Una piccola idea, quella del sito, che ha rappresentato un'intuizione geniale per dare attenzione ad un piccolo paese e permettergli di rivivere. Il sito ha catalizzato in maniera semplice mille attenzioni su Montaguto; basti pensare all'annoso problema della frana: grazie alla Mi.Dra.Max. e al loro prodotto, l'attenzione sul disastro non è mai calata e oggi, forse, qualcosa si muove seriamente.
E poi foto, video, il telegiornale in dialetto, Il Montagutese, il Fantaguto: la possibilità di vivere Montaguto on line, non solo per chi d'estate ci fa ritorno con piacere, ma anche per chi lì è nato e poi è dovuto emigrato.
Qualche numero: a distanza di tre anni, più di 100 000 visite, più di un milione di pagine viste, 762 utenti iscritti. Non male, direi, per un progetto nato quasi per scherzo in via Renato Simoni a Roma e decollato alla grande, anche fuori dall'Italia.

Amici di Montaguto.com, auguroni per
questi tre anni e splendidi!
Continuate così!

venerdì 11 settembre 2009

LA MAFIA E IL SUO TERRITORIO



Nel Cortile delle Statue dell'Università degli Studi di Pavia, sotto gli occhi, tra gli altri, di Alessandro Volta e Camillo Golgi, a partire dalle ore 21, il professor Vittorio Grevi ha moderato la conversazione tra Giancarlo Caselli e Alfonso Sabella, il cui tema era La mafia e il suo territorio. I due interlocutori sono magistrati in campo, che hanno passato buona parte della loro vita a combattere la mafia.
Il professore presenta gli ospiti prendendo spunto dai rispettivi libri, Le due guerre-Perchè l'Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia di Caselli e Cacciatore di mafiosi-Le indagini, i pedinamenti, gli arresti di un magistrato in prima linea di Sabella, dai quali emerge come i loro destini siano stati strettamente incrociati: Caselli, appena giunto a Palermo, si era posto come obiettivo la ricerca dei latitanti, convinto che questa via potesse essere quella giusta per disarticolare Cosa Nostra, mentre Sabella è stato un "cacciatore di mafiosi" in quanto sostituto procuratore a stretto contatto con gli stessi latitanti ed autore di numerosi arresti.

LECTIO MAGISTRALIS DI FRANCO CARDINI


Iniziata con qualche minuto di ritardo, causa il prolungarsi delle celebrazioni dell'inaugurazione del Festival dei Saperi, a partire dalle 18,45, la lectio magistralis del professor Franco Cardini, medievalista, è stata seguita da un cospicuo numero di persone che hanno affollato i posti a sedere in Piazza della Vittoria.
Il tema dell'homo viator negli itinerari medievali di pellegrinaggio è punto di partenza e filo conduttore di un monologo che ha toccato vari temi.
La lectio comincia con la risposta del professore alle critiche piovute dopo la sua intervista a La Provincia pavese, in cui egli affermava che la via Francigena non passava effettivamente da Pavia. In realtà - risponde - dal V fino al XVIII e talora al XIX secolo è spesso difficile ritrovare il percorso di una strada medioevale, più simile ad un "sentiero", una strada sterrata, la cosiddetta "strada bianca". Solo da quando hanno iniziato a circolare gli antenati delle moderne automobili, vale a dire i cocchi a cavallo, si è assistito ad una migliore definizione della rete viaria, ritornando alla concezione romana di strada, lastricata e, soprattutto, ben segnata. Il nome della via risale all'VIII secolo ed indicava la strada percorsa dai Franchi, provenienti dalla "Frankia", territorio attualmente corrispondente a Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Germania renana e Svizzera; la stessa via, in Italia, era denominata Via Romea, cioè la via che portava a Roma, e non era altro che uno dei "diverticoli infiniti", uno dei tronconi della stessa via Francigena. La quale - conclude il professore - rappresentava il tratto nord-italico di quella grande via di comunicazione che si estendeva da Santiago de Compostela fino a Gerusalemme, cioè la via percorsa dai pellegrini per raggiungere la Terra santa.
Il discorso sulle strade nasconde all'interno il succo dell'intera lectio: secondo Cardini, "le strade sono modi per appropriarsi del territorio", intendendo sia le strade terrestri sia le strade di acqua. Tuttavia, all'"esplorazione" che ci è possibile viaggiando, dobbiamo affiancare l'"interpretazione": ad esempio, "abbiamo scoperto un nuovo continente" con Colombo, ma "abbiamo inventato l'America".
Le strade, quindi, sono da considerare non solo come mezzi fondamentali per la comunicazione, ma anche come strumenti per riscoprire e conservare le nostre radici, che "spariscono quando la gente se ne dimentica".

Al termine della lectio magistralis, i bar di Piazza della Vittoria hanno offerto l'aperitivo.

mercoledì 9 settembre 2009

GITA IN TERRA EMILIANA

Immaginatevi una domenica di settembre, ancora riscaldata da un sole cocente e con un cielo terso, la voglia di lasciare la mente libera per svuotarsi e rilassarsi. Spinto da questo dolce pensiero, domenica scorsa sono partito verso le tre e mezza circa del pomeriggio alla volta di... una meta in parte sconosciuta anche a me, che avrei deciso cammin facendo.
Da Vignole Borbera ho risalito tutta la val Borbera, affollata di gente che si gustava ancora il fiume, oltrepassando Cabella Ligure e arrivando a Capanne di Cosola, il punto più alto della valle; particolare curioso: partito da Vignole con una temperatura di 25 °C, lassù, alle Capanne di Cosola, la stessa era scesa a 17 °C! Mi fermo un attimo per ammirare il panorama dei colli dell'Appennino, che si rincorrono, uno dietro l'altro, in una verde distesa.
Proseguo il viaggio scendendo in direzione di Santa Margherita Staffora e, una volta giunto nella sede municipale di Casanova Staffora, svolto a destra in direzione di Brallo di Pregola: questa località, centro federale di tennis, è nota, tra le altre cose, per ospitare campi estivi per bambini dai 6 ai 16 anni. Immersi nella pace dell'Appennino, l'atmosfera di questi posti consente di ritemprare lo spirito e di godersi la vista di paesaggi molto gradevoli: così ho deciso di fermarmi per sgranchirmi un po' le gambe e respirare un po' di aria buona, al fresco degli alberi.
Il viaggio è continuato verso il passo del Penice, cui si giunge dopo circa 10 chilometri, attraversando il comune di Menconico. Il passo del Penice mette in comunicazione la valle Staffora, lombarda, con la Val Trebbia, emiliana, e si trova lungo la ex SS 461 del passo del Penice (recentemente asfaltata nel tratto che ho percorso). Qui è presente un piazzale con parcheggio e bar, in quanto il passo è sede di sosta e relax per numerosi motociclisti: non vi dico quanti ne ho incontrato e quanti mi hanno sorpassato! Ma l'aspetto più importante è il panorama (nella foto sopra), che domina l'alta Val Tidone, le ultime colline dell'Oltrepo e la Pianura Padana; stando a quanto dice Wikipedia alla voce Passo del Penice, "in giornate serene è possibile persino scorgere, dietro le vette sul confine, vette dell'Oberland bernese come la caratteristica piramide sghemba del Finsteraarhorn." Sul piazzale è posta la statua di San Colombano, diventato dal 23 novembre 2002 santo patrono dei motociclisti.
Oltrepassato il passo del Penice (scusate il gioco di parole), dopo circa dieci chilometri, sono sceso verso l'abitato di Bobbio, paesino da cui sono rimasto piacevolmente impressionato per lo scorcio della piazza con la fontana e le abitazioni in pietra. La mancanza di tempo mi ha impedito di girarlo, ma mi sono riproposto di tornarci per apprezzarlo meglio.
Da Bobbio ho preso la strada per Genova, la SS 45, per scendere verso la Val Bisagno , toccando Ottone e Corte Brugnatella, in territorio emiliano, e poi Gorreto, Rovegno, Montebruno fino a Torriglia, in terra ligure. Da qui, dopo un breve giro nel paese, ho proseguito verso Montoggio e Casella per giungere a Busalla, da dove ho imboccato la SP 35 dei Giovi, attraversando Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Pietrabissara, Rigoroso e Arquata Scrivia e, da qui, mi sono diretto a Vignole Borbera.
Finalmente, dopo cinque ore di viaggio, inframezzate da poche pause, ho fatto ritorno a casa e mi sono riposato gustandomi una bella pizza margherita. Nonostante la stanchezza, sono rimasto contento del pomeriggio trascorso a visitare posti nuovi, alcuni dei quali seriamente meravigliosi.

martedì 8 settembre 2009

CIAO MIKE!

Mike Bongiorno e il concorrente Gianluigi Marianini
in
Lascia o raddoppia?
del 28 marzo 1956
(immagine proveniente da
Wikipedia)

Quale migliore immagine per ricordare un mito come Mike Bongiorno? Il presentatore per antonomasia ci ha lasciato, forse per un infarto, che lo ha colto nella sua abitazione di Montecarlo. La notizia è stata diffusa oggi da Sky, la tv satellitare con cui a breve avrebbe iniziato una nuova avventura. Mike si spegne a 85 anni, lasciando un grande vuoto, in particolare come artista, vuoto che nessuno saprà riempire.

Come dimenticare il suo proverbiale "Allegria!" o le sue storiche gaffe, che hanno contribuito a costruire il personaggio? Nonostante questo, Mike rappresenta un'istituzione per aver contribuito alla nascita della televisione in Italia. Da Lascia o raddoppia? al Rischiatutto fino al La ruota della fortuna, tanti sono stati i programmi con i quali ha contribuito alla crescita del mezzo della televisione in Italia, facendone anche un mezzo di diffusione della cultura.
Riguardo le gaffe, che hanno contribuito a rendere il personaggio ancora più simpatico, queste nascevano da doppi sensi o storpiature di nomi propri o notizie sulla vita privata dei concorrenti. "Una delle gaffe più note è in realtà (...) una leggenda metropolitana che riferisce come, nella puntata del 16 luglio 1970 del telequiz Rischiatutto, la campionessa in carica Giuliana Longari sbagliò la risposta su una domanda di carattere ornitologico (secondo altre versioni, una domanda di Pittura su Paolo Uccello) ed il commento di Bongiorno fu: «Ahi! ahi! ahi! Signora Longari... Mi è caduta sull'uccello!»."

P.S. Ironia della sorte: il giorno della sua morte, l'8 settembre, ha un sapore tutto particolare, lui che era statunitense naturalizzato italiano.

CIAO MIKE! CI MANCHERAI!

domenica 6 settembre 2009

PRESENZA INSPIEGABILE

Non so voi, ma io sono rimasto allibito dinanzi alle foto della D'Addario al Lido di Venezia. Ho cominciato a chiedermi quale motivo avesse per presenziare alla Mostra del Cinema, mi sono messo a pensare se, a causa della polemica, era passato inosservato qualche film: non sono riuscito a rispondermi.
Ho meditato, allora, che se la D'Addario può essere invitata al Lido senza un motivo, allora il livello morale del Paese sta seriamente a pochi centimetri dal toccare il fondo. Perchè è bastato balzare alle cronache per rapporti "d'amicizia" intrattenuti col premier per diventare una celebrità, senza un serio motivo, il tutto favorito dall'informazione, che, in nome del guadagno e del sensazionalismo, le ha dato ampio spazio (ricordo, per esempio, le foto di Novella 2000 di circa due mesi fa).

Il caso D'Addario rappresenta una grandissima offesa per tutte le donne e il paradigma di un errato modo di pensare: basta mostrarsi piacenti per ingraziarsi "chi conta" e trovare la via del successo. E' questo il modello che abbiamo davanti tutti i giorni, è questo il modello che molte ragazze hanno in mente. E allora mi chiedo: dov'è finito il rispetto per la propria persona? Perchè svilire la propria persona relegandola a "oggetto"? Perchè abbassarsi a così tanto?

venerdì 4 settembre 2009

TANTI AUGURI AL MAC!

Sfogliando l'ultimo numero di Max, a pagina 128 mi imbatto in un servizio fantastico: Douglas Coupland, scrittore canadese, fa gli auguri al Mac per i suoi primi 25 anni (l'articolo tradotto è uscito nel numero invernale della rivista Intelligent Life). Dell'amico Mac avevo parlato in un precedente post, a proposito dell'apertura di un museo a Quiliano (SV), in Liguria.
Dal lontano 24 gennaio 1984, quando a Cupertino (California) viene presentato il Macintosh 128K, sono passati venticinque anni e lui, il Mac, è sempre più avanti, non sente pesare il quarto di secolo passato. Dal primo Macintosh, ossia "il primo computer (...) che si poteva usare con un mouse e un'interfaccia grafica, invece di una riga di comando", fino ai nostri MacBook e iMac: salti avanti mostruosi, che ci hanno regalato un mezzo stratosferico, capace di tutto e di più.


giovedì 3 settembre 2009

FINE SETTIMANA CULTURALE A PAVIA



Come succede da quattro anni, al principio di settembre Pavia ospita una rassegna culturale che richiama in città molte persone: il Festival dei Saperi, che si tiene dal 10 al 13 settembre 2009.
Il tema di quest'anno è L'uomo e la terra: il primo dialogo.

"L’uomo chiamato a vivere la terra, a modellarla secondo le proprie esigenze è alla stesso tempo invitato a preservarne il valore. (...) Il legame tra l’uomo e la terra dovrebbe idealmente propendere al rispetto reciproco. In realtà esistono prove di una violazione sia da parte umana che da parte della terra, con i suoi sconvolgimenti, i suoi terremoti, e le sue carestie."
Il rapporto tra l'uomo e la terra, che ha sempre avuto e sempre avrà alti e bassi, viene sviscerato attraverso incontri, conversazioni, presentazioni di libri, concerti, laboratori per bambini e mostre.

Colgo l'occasione per invitarvi a seguire alcuni appuntamenti.

  • Homo viator. Scoperta e preso di possesso dello spazio territoriale negli itinerari medievali di pellegrinaggio. Lectio magistralis di Franco Cardini. Piazza della Vittoria, giovedì 10 settembre, ore 18,30.
  • La mafia e il suo territorio. Conversazione con Giancarlo Caselli e Adolfo Sabella, modera Vittorio Grevi. Università degli Studi di Pavia, Cortile delle Statue, giovedì 10 settembre, ore 21,00.
  • Lessico civile: Immigrazione. Gianpaolo Calchi Novati. Università degli Studi di Pavia, Cortile dei Caduti, sabato 12 settembre, ore 12,00.
  • Lessico delle scienze: Nuovi farmaci per la lotta alla tubercolosi. Giovanni Riccardi. Sala conferenze del Broletto, sabato 12 settembre, ore 16,00.
  • Terra, un pianeta fortemente sismico. Lectio magistralis di Enzo Boschi. Università degli Studi di Pavia, Aula Magna, sabato 12 settembre, ore 18,00.
  • Lessico civile: Convivenza democratica. Salvatore Veca. Università degli Studi di Pavia, Cortile dei Caduti, domenica 13 settembre, ore 12,00.
  • Lessico delle scienze: Ingegneria delle proteine. Ermanno Gherardi. Sala conferenze del Broletto, domenica 13 settembre, ore 16.
  • Lessico delle scienze: Terremoti e grandi opere. Michele Calvi. Sala conferenze del Broletto, domenica 13 settembre, ore 17.
  • Ron in concerto. Piazza della Vittoria, domenica 13 settembre, ore 20,30.
  • Lampi di genio. Omaggio pirotecnico al Ticino. Lungoticino (zona Ticinello), domenica 13 settembre, ore 22,30.

Per maggiori informazioni:

www.festivaldeisaperi.com

mercoledì 2 settembre 2009

DIFFAMAZIONE O ESERCIZIO DEL DIRITTO DI CRONACA?

Per rimanere ancora sulla polemica tra Boffo e il Giornale, vi propongo un articolo, firmato dall'amico Lorenzo Meazza, nel quale si analizza, dal punto di vista tecnico, se l'aver reso nota la vicenda giudiziaria di Boffo sia diffamazione o si inserisca nel comune esercizio al diritto di cronaca.
La considerazione è tanto più ovvia ora che il provvedimento, emesso allora dal gip di Terni Fornaci "è stato messo a disposizione dei giornalisti, come disposto dal gip Pierluigi Panariello. Il giudice per le indagini preliminari ha sì autorizzato i cronisti a fare copia del decreto, vietando però un accesso indiscriminato agli atti del procedimento", come voluto dal procuratore della Repubblicadi Terni Cardella in un primo momento. Nel testo è premesso un omissis "relativo al nome della donna molestata: il gip ha infatti disposto che dal decreto penale di condanna venga cancellato il nome della persona offesa."

Fino a quale punto è lecito trattare delle vicende private di un soggetto? Il caso Boffo ha aperto il delicatissimo dibattito su un problema decisamente scottante per la vita politica di uno Stato democratico: è consentito, non moralmente, ma in base al diritto, pubblicare su un quotidiano una sentenza di patteggiamento (giuridicamente equiparata a una sentenza penale di condanna) di un soggetto? E nel caso in cui tale soggetto fosse un direttore di un giornale? Il difficile bilanciamento tra la tutela della riservatezza di un singolo e il diritto di informazione, che si esplica sia nel diritto del giornalista a informare, sia nel diritto alla collettività a essere informata, trova in questo momento uno strenuo banco di prova. Il diritto alla privacy, che vede il suo fondamento e riconoscimento non solo in fonti costituzionali (articoli 2 e 3), ma anche europee (nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali), pur costituendo un limite logico sia al diritto di cronaca, che al diritto di critica, non riveste infatti i caratteri dell’assolutezza. La più importante deroga al principio che vieta ai giornalisti di intromettersi all’interno della vita privata di un individuo, non nella pratica, ma almeno legalmente, è quella costituita dalla qualità di personaggio pubblico, purché la notizia sia collegata alla ragione della notorietà oppure per modalità, cause, scopi o condizioni, possa concorrere a creare un corretto orientamento dell’opinione pubblica (così ha statuito un’importante pronuncia della Corte di Cassazione). In questo modo, anche l’importanza professionale del ruolo ricoperto, come può essere quello di direttore di un quotidiano a tiratura nazionale, qual è Boffo, può, a detta della Suprema Corte, rilevare ai fini dell’attribuzione del requisito di personaggio pubblico. Inoltre, nel riportare la cronaca di fatti giudiziari, il bilanciamento del diritto alla riservatezza deve fare i conti, oltre che col diritto d’informazione, riconosciuto dall’articolo 21 della Costituzione, anche col diritto della collettività a essere informata in merito all’amministrazione della giustizia penale. I giudici, se saranno investiti della questione sulla base di una querela di Boffo, dovranno perciò unicamente valutare che le asserzioni di Feltri sul suo giornale abbiano rispettato l’ultimo requisito previsto per non far scattare il reato di diffamazione (accertata la verità della condanna), consistente nella continenza, ovvero nella moderazione, proporzione e misura delle modalità espositive della notizia di per sé offensiva.

martedì 1 settembre 2009

FINIAMOLA CON QUESTO TEATRINO

Dopo tre giorni di polemica Boffo-il Giornale, direi che possiamo chiudere qui il teatrino. Anzi, vista la pessima qualità, avete già tirato avanti a lungo, avete abusato fin troppo della nostra pazienza: è ora di rientrare nei ranghi.
Solo per segnalare le assurdità che vengono pensate per creare ad arte la storia del complotto, ecco quella di Scalfari s'inventa di sana pianta un incontro tra Feltri e Berlusconi, prontamente smentito dal direttore del Giornale: qualsiasi ingresso a Palazzo Chigi viene registrato e sarebbe stato facile controllare che il suo nome non figura. Oppure quella secondo la quale in questa storia c'entrano i servizi segreti, con Rutelli, presidente del Copasir, che smentisce qualsiasi deviazione degli stessi, sulla quale in ogni caso vigilerà. Addirittura monsignor Mogavero, responsabile Cei degli affari giuridici, definisce il testo dell'informativa "un avvertimento (...) di tipo mafioso".

Se c'è qualcun altro che ha idee così fantasiose o pensa a scenari irrealistici è pregato di farsi avanti e di renderci tutti partecipi. Io propongo, invece, di stare agli atti, senza scomodare complotti o strani intrighi ancora oscuri, giudicando il fatto denunciato dal Giornale per quello che è; ossia la notizia della debolezza umana - chiamiamola così - di un uomo, che però si erge a censore e vuole attribuire patenti di moralità, senza averne i mezzi (questo vale anche per il direttore Mauro e gli 850 milioni di lire versati in nero per il suo attico ai Parioli).
Si abbia l'onestà e il coraggio di ammettere il fatto, che pare effettivamente esserci stato (vista anche la mancata smentita), senza tirare in mezzo i morti o evocare trame sotterranee, e si chiuda la faccenda definitivamente, regalandoci nuovamente pagine di giornalismo - se così si può chiamare quello di questi giorni - più alte e interessanti, che facciano informazione.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...