Dopo tre giorni di polemica Boffo-il Giornale, direi che possiamo chiudere qui il teatrino. Anzi, vista la pessima qualità, avete già tirato avanti a lungo, avete abusato fin troppo della nostra pazienza: è ora di rientrare nei ranghi.
Solo per segnalare le assurdità che vengono pensate per creare ad arte la storia del complotto, ecco quella di Scalfari s'inventa di sana pianta un incontro tra Feltri e Berlusconi, prontamente smentito dal direttore del Giornale: qualsiasi ingresso a Palazzo Chigi viene registrato e sarebbe stato facile controllare che il suo nome non figura. Oppure quella secondo la quale in questa storia c'entrano i servizi segreti, con Rutelli, presidente del Copasir, che smentisce qualsiasi deviazione degli stessi, sulla quale in ogni caso vigilerà. Addirittura monsignor Mogavero, responsabile Cei degli affari giuridici, definisce il testo dell'informativa "un avvertimento (...) di tipo mafioso".
Se c'è qualcun altro che ha idee così fantasiose o pensa a scenari irrealistici è pregato di farsi avanti e di renderci tutti partecipi. Io propongo, invece, di stare agli atti, senza scomodare complotti o strani intrighi ancora oscuri, giudicando il fatto denunciato dal Giornale per quello che è; ossia la notizia della debolezza umana - chiamiamola così - di un uomo, che però si erge a censore e vuole attribuire patenti di moralità, senza averne i mezzi (questo vale anche per il direttore Mauro e gli 850 milioni di lire versati in nero per il suo attico ai Parioli).
Si abbia l'onestà e il coraggio di ammettere il fatto, che pare effettivamente esserci stato (vista anche la mancata smentita), senza tirare in mezzo i morti o evocare trame sotterranee, e si chiuda la faccenda definitivamente, regalandoci nuovamente pagine di giornalismo - se così si può chiamare quello di questi giorni - più alte e interessanti, che facciano informazione.
Se c'è qualcun altro che ha idee così fantasiose o pensa a scenari irrealistici è pregato di farsi avanti e di renderci tutti partecipi. Io propongo, invece, di stare agli atti, senza scomodare complotti o strani intrighi ancora oscuri, giudicando il fatto denunciato dal Giornale per quello che è; ossia la notizia della debolezza umana - chiamiamola così - di un uomo, che però si erge a censore e vuole attribuire patenti di moralità, senza averne i mezzi (questo vale anche per il direttore Mauro e gli 850 milioni di lire versati in nero per il suo attico ai Parioli).
Si abbia l'onestà e il coraggio di ammettere il fatto, che pare effettivamente esserci stato (vista anche la mancata smentita), senza tirare in mezzo i morti o evocare trame sotterranee, e si chiuda la faccenda definitivamente, regalandoci nuovamente pagine di giornalismo - se così si può chiamare quello di questi giorni - più alte e interessanti, che facciano informazione.
Standing ovation
RispondiEliminaBeh io credo che questo tipo di discussioni usando mezzi giornalistici sovvenzionati dallo stato (vedi libero) o di proprietà del ministro con chiari scopi degrnitarori per "rifarsi" dopo quello che i giornali dichiaravano non debbano proprio esistere. Ci sarebbe cose ben più profonde da analizzare e da smascherare che una "sciocchezza" del genere!
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