giovedì 31 dicembre 2009

L'ITALIA DE NOANTRI


L'Italia de noantri.
Come siamo diventati tutti meridionali


Aldo Cazzullo

Mondadori

€ 18

Non avevo dubbi prima di cominciare a leggerlo, non mi sono sorpreso mentre lo leggevo, non escludo di rileggerlo a breve: il libro è veramente interessante, si fa leggere ad una velocità impressionante e d'altronde non poteva essere diversamente. Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della Sera dal 2003 e per quindici anni alla Stampa, è sicuramente una delle penne più raffinate del panorama giornalistico italiano, uno di quelli che sa avvicinare il fatto che racconta o la persona che sta intervistando in una maniera unica, spostando il lettore a diretto contatto col fatto o l'intervistato e restituendo a chi legge tutto il contenuto emotivo del fatto.


mercoledì 30 dicembre 2009

L'AMORE AI TEMPI DELLA SUINA

E', con grande soddisfazione, che vi presento qui sotto il mio primo articolo, pubblicato sul free press pavese UAU. Si parla di influenza suina, di paure infondate e di misure per superare la psicosi da influenza che ci ha attanagliato per alcune settimane e di cui, per la verità, da un po' non si sente più parlare. Colgo così l'occasione per ringraziare anche pubblicamente l'amico Lorenzo Meazza, che mi ha offerto la possibilità di mettermi in gioco con un mio pezzo, che spero apprezziate.

Da qualche tempo impazza la psicosi: non c'è tg o quotidiano che non ci renda conto del numero di morti per l'influenza ribattezzata “suina”. Sembra sia un flagello naturale destinato a bloccare ciascuna attività umana, un “dagli all'untore” ravvisato in ogni gesto. In tempi di crisi economica, assistiamo, a causa dell'influenza, anche ad una crisi dell'amore. Il bacio ai tempi dell’influenza A è ormai out: rappresenta uno dei veicoli di contagio perché il virus è presente anche nella saliva. E così i baci, gli abbracci e le strette di mano sono banditi sugli spalti degli stadi, come è accaduto in Bundesliga; oppure nel paesino francese di Guilvinec nelle scuole viene consigliato il saluto indiano (a braccia alzate) o, in alternativa, sono disponibili le boîtes à bisous, scatole dei baci, che contengono piccoli cuori di carta da consegnare con il proprio nome al posto di dare un bacio vero; addirittura l'Ordine dei Medici di Madrid suggerisce «Niente baci, niente strette di mano, dite hola per prevenire l’influenza A». Ed è così che possono tornare in voga scene quali la moda del bacio con la mascherina, usanza nata ai tempi dell'influenza spagnola e ritornata in auge. Anche i baci legati ai riti di culto sono proibiti, come è capitato a Santiago de Compostela per la statua di San Giacomo o in Israele per il mezuzah.

Ai tempi della suina, non è solo l'amore ad essere in pericolo, anche la fede vacilla sotto i colpi del virus. Al punto che un vescovo anglicano di una diocesi dell'Essex ha raccomandato la sospensione dell’uso delle acquasantiere nelle chiese; in altre parrocchie i fedeli sono stati invitati a non scambiarsi, come segno di pace, strette di mano e abbracci.

Insomma, problemi di amore, di fede e di salute si incrociano e quindi si rendono necessarie soluzioni. La rete può farla da padrona, essendo considerata il “cordone sanitario” utile a proteggerci dalla carica di particelle virali circolanti, l'estrema misura di social distancing. Persone, immagini, dati, parole, sentimenti, tutto potrà svolgersi nella piazza virtuale del web, grazie a chat e programmi di videoconferenza.

Ma è effettivamente fondata questa preoccupazione generale, al limite della fobia? Siamo certi di non essere di fronte ad una grandissima influenza mediatica, solo ultimamente attenuata dai frequenti interventi del viceministro Fazio? Si tratta, in fondo, di un'influenza come le altre, che pure hanno provocato morti in soggetti con malattie croniche e di cui non venivamo informati giornalmente. Si presenta con sintomi comuni come febbre, tosse, starnuti, dolori articolari e muscolari; il problema è che il virus A/H1N1 è nato dal riassortimento genetico del ceppo suino con geni umani e aviari, particolarmente adatto alla trasmissione fra esseri umani. È quindi molto contagioso, ma non più pericoloso di altri virus influenzali, tanto che solo test molto sofisticati permettono di fare diagnosi certa di influenza A. Infatti test rapidi per il rilevamento dell’antigene A dovrebbero essere sufficienti per lo screeening, ma sono possibili falsi negativi e l'OMS prevede che per definire un caso probabile o sospetto bisogna considerare sempre la storia clinica e i sintomi del paziente. In fin dei conti, quindi, potremmo prenderci un'influenza che ci costringe a stare a letto qualche giorno in più: prendiamo le giuste precauzioni per evitarla, ma, nel caso ci ammalassimo, guariremo facilmente con qualche medicina in più.

sabato 26 dicembre 2009

MAGISTRATI

Magistrati

Luciano Violante

Vele Giulio Einaudi editore

€ 10

Luciano Violante, responsabile Pd per le riforme, condensa in un libro di circa duecento pagine una grossa questione d'attualità: il rapporto tra politica e magistratura ovvero un'opposizione tra due poteri che negli ultimi vent'anni ha vissuto momenti a tratti molto difficili.
La conclusione a cui giunge è apparentemente elementare: "la storia dei rapporti tra magistratura e politica ruota attorno al concetto di indipendenza della magistratura", concetto che è mutato nel corso degli anni e "ha trovato diversi fondamenti nella nostra storia politica e costituzionale."
Egli riconosce due distinti periodi nella vita repubblicana, in cui il modo di agire dei magistrati è molto differente. Nell'età della legge, "il diritto era frutto di scelte che altri avevano già fatto; il giudice doveva limitarsi a riprodurle"; nessuno avrebbe costretto il magistrato ad applicare le leggi "fuori del significato che le aveva attribuito il Parlamento". In questo lasso di tempo, l'indipendenza è "al servizio del Parlamento" e delle sue scelte: prevale così il modello del giudice "bocca della legge". Con le prime sentenze della Corte costituzionale ovvero quando "la Costituzione incomincia a sviluppare le proprie potenzialità", si assiste ad un cedimento del modello: la legge vincola il giudice, ma quest'ultimo può metterla in discussione, chiedendo l'annullamento della stessa alla Corte. Si arriva così ad una condivisione della sovranità tra Parlamento e giurisdizione. E' così che si esce dall'età della legge e si entra nell'età dell'interpretazione della legge. Ora l'indipendenza è la "condizione per attuare la Costituzione e i suoi valori"; la lotta tra i partiti, tra chi vuol frenare la spinta innovatrice e chi la vuole assecondare, ha il risultato di legittimare la magistratura e la sua indipendenza, dato che ciascuna corrente dell'Anm si identifica in una o nell'altra parte sulla scorta dei personali valori di riferimento. "Il confronto (...) riguardava i contenuti della Costituzione e si svolgeva attorno a quei valori. Nulla era fuori della Costituzione": per questi motivi Violante non esita a parlare di "stagione decisiva per la democrazia italiana". Ai valori di uguaglianza e promozione sociale, che hanno favorito il passaggio dalla prima alla seconda età, bisogna affiancare i valori di unità e responsabilità, "privilegiando nel quotidiano esercizio della propria funzione la certezza del diritto e della sua interpretazione."
Al giorno d'oggi, invece, il tema è la riforma della Costituzione. Sono state fatte mezze riforme e referendum ma una vera riforma manca ancora e forse il parlarne da troppo tempo ha "delegittimato" la Carta e la credibilità stessa di una seria riforma. "L'indipendenza ha perso la sua piattaforma teorica" e "appare drammaticamente priva di giustificazione esterna". Ecco, allora, che il conflitto è sulla sovranità: a chi spetta tra giurisdizione e politica e quali devono essere i confini. A stare a quanto succede oggi, è evidente che la Carta appare debole dinanzi ad una politica che tracima, cosicché il "potere politico (...) si sente più vicino all'antico modello del giudice bocca della legge". Tuttavia, ricorda Violante, i principi democratici impongono il contrario ossia la "tendenza oligarchica del potere politico" richiede un freno, un argine che può essere rappresentato da "un'istituzione indipendente" in grado di intervenire quando la legalità viene violata. Perché, il problema attuale che ci troviamo ad affrontare negli ultimi tempi riguarda il fatto che una parte della politica ritiene che la legittimazione ottenuta col voto popolare comporti la contemporanea acquisizione di un'insindacabilità generale per tutto il mandato. Afferma solennemente Violante: "è una pretesa sbagliata perché legittimità formale e legittimità sociale sono entità distinte che poggiano su presupposti diversi".
A questo punto, "dopo la crisi della legge e l'indebolimento della piattaforma costituzionale", l'indipendenza necessita di una nuova legittimazione come "condizione e garanzia che consente al magistrato di esplicare in piena autorevolezza le proprie funzioni." La nuova ragion d'esser potrà essere rappresentata dalla magistratura come "istituzione capace di comporre ragionevolmente i valori del pluralismo con quelli della progressiva unificazione del paese, i valori dei diritti con i valori della responsabilità."

Attraverso sette capitoli, partendo da una storia della magistratura e passando per le tappe attraverso cui la politica, dal varo della Costituzione in poi, si è affrancata dal potere politico, passando a descrivere una "Repubblica giuridificata" e un "paese paralizzato", il periodo di Mani pulite fino ad arrivare alle questioni più attuali, Luciano Violante cerca di capire qual è oggi il ruolo dei giudici nella società, dal momento che "la perdita di credibilità della politica e l'indebolimento dei valori morali hanno portato la sfera di influenza del diritto a espandersi a dismisura. "

giovedì 24 dicembre 2009

BUON NATALE!

Qualche giorno di ferie per trascorrere in tranquillità le festività natalizie.
Vi auguro un gioioso Natale!

martedì 22 dicembre 2009

COSTITUZIONE E REGOLE DI COMUNICAZIONE

Vi riporto qui sotto un interessante articolo che ho letto su Corriere.it, a cura di Marco Orofino, docente di Informazione e Costituzione alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Milano.
In esso, viene chiaramente detto che non servono altre regole per normare l'ambito della comunicazione: la Costituzione ha già tutti i mezzi utili. Anzi, dice Orofino, per il legislatore il proporre nuove regole sarebbe un vero percorso ad ostacoli per la necessità di dover agire in maniera chirurgicamente precisa e di dover continuamente aggiornare la normativa, in base alle novità della tecnologia.

domenica 20 dicembre 2009

QUALCOSA CAMBIERA'?

Se da quello che è successo deriverà una maggiore consapevolezza della necessità di un linguaggio più pacato e più onesto nella politica italiana, allora questo dolore non sarà stato inutile.

Questo è quanto dichiarava il presidente del Consiglio Berlusconi quando, pochi giorni fa, ha lasciato l'ospedale San Raffaele di Milano, al termine del ricovero seguito al lancio della statuetta in piazza Duomo.
Non sembra vero quello che si è verificato negli ultimi giorni, se con la mente andiamo a ripescare momenti del passato, nei quali era stata promessa una tregua per collaborare insieme alle riforme.
Massimo D'Alema getta il sasso nello stagno con un'intervista al Corriere della Sera, profetizzando un'intesa seria e costruttiva per un percorso di riforme. Un gran polverone si è alzato per l'uso della parola "inciucio", che ricorda accordi non proprio chiari e trasparenti. Ma D'Alema ha subito precisato che "ciò che viene chiamato inciucio a volte invece è un compromesso che può essere utile per il Paese", concetto sul quale si è trovato d'accordo anche il leader dell'Udc Pierferdinando Casini ("Dico di sì, qualche volta ci vuole il compromesso").
Oggi, sempre sul Corsera, il ministro Tremonti richiama la politica all'esigenza di riforme che ha il Paese: dalle riforme istituzionali "da fare in Parlamento, o in alternati­va con l'elezione di un 'corpus' politico ad hoc" ad una riforma fiscale che riguardi «le famiglie, il lavoro, la ricerca e l’ambien­te ".
I tempi sembrano maturi, forse possiamo iniziare ad intravedere di nuovo la luce dopo mesi di buio pesto nel tunnel delle continue tensioni e dei tanti veleni che ci ha regalato la politica degli ultimi mesi. Probabilmente - dovremmo aspettare i fatti per giudicare - anche i moniti del capo dello Stato hanno fatto ragionare qualcuno sull'utilità di un confronto sereno e democratico rispetto alle urla e agli insulti.
Come è evidente, non a tutti piacciono i semi di questo clima di collaborazione: in pole position a Di Pietro, il che certamente non è una sorpresa. Sorprendono molto di più le posizioni di Franceschini e Veltroni, che dal loro comune ruolo di ex segretari non vedono di buon occhio l'inciucio sperato da D'Alema. Veltroni, per esempio, dinanzi ad una saggia affermazione di Nicola Latorre ("le vicende giudiziarie sono un conto e il dovere di governare è un altro. Berlusconi ha vinto le elezioni e deve svolgere questa funzione: i governi, infatti, cadono quando viene meno una maggioranza parlamentare"), mostra insofferenza: perchè? Ritiene possibile e giusto il contrario di quanto affermato da Latorre? L'augurio di Latorre, oltre che essere giustificato dalla legge, è il medesimo auspicio del presidente Napolitano, pronunciato proprio al fine di pacare i toni della dialettica politica.
Dopo queste schermaglie, solo il tempo ci dirà la verità e ci mostrerà chi ha mentito, chi ha giocato di tattica, chi ha dissimulato.


venerdì 18 dicembre 2009

VITTORIO ZUCCONI AL COLLEGIO GHISLIERI DI PAVIA


Nel salone San Pio dello storico collegio Ghislieri di Pavia, Vittorio Zucconi, conversando con il professor Giovanni Foresti, ha presentato il suo ultimo libro Il Caratteraccio: come (non) si diventa italiani. Si è trattato di una presentazione molto interessante e molto stimolante, capace di fornire numerosi spunti per riflettere, di metterci davanti all'evidenza di fatti che molte volte non percepiamo in quanto parte del nostro essere, parte di noi, strettamente connaturati alle nostre abitudini e al nostro modo di sentire, che però un esterno, quale può essere considerato Zucconi, che risiede in America, mette subito a fuoco, appunto perchè guarda da fuori con occhi diversi.

Il dialogo inizia con il racconto di un passo del libro, in cui Zucconi che la prima televisione privata via cavo nasce a Torino in corso Massimo D'Azeglio e il programma di punta era un sexy quiz, in cui la gente, chiamando da casa e rispondendo correttamente alla domanda del conduttore, poteva, a seconda se era maschio o femmina, spogliare o vestire una spogliarellista. Sostiene Zucconi che "non c'è nulla al di fuori della televisione" perchè "ciò che è televisivo è reale e ciò che è reale è televisivo". Ma non è proprio così: capita, per esempio, di assistere a battibecchi o feroci scontri televisivi che alla fine si risolvono a tarallucci e vino perchè "quella è solo televisione".
Passando all'ambito storico, l'autore ricorda come in molti fatti storici si rintraccia uno "stupro": si va dal famoso ratto delle Sabine fino a Porta Pia; l'unificazione in Italia, unico caso europeo, avviene "contro la sua città principale", mentre in altri Paesi, come in Francia, è successo il contrario.
Molto interessante il discorso riguardante l'immigrazione: "siamo il Lego del mondo", presso di noi sono arrivati immigrati di tutte le etnie e razze. Ma il problema è che non siamo preparati nè culturalmente nè organizzativamente a ricevere una così grande e varia quantità di persone, nè le classi dirigenti del Paese sono in grado di accompagnarci in questo processo. Allora, come in altre occasioni, dissimuliamo, "siamo quello che non siamo": scopriamo ciò che pensiamo di essere solo nel momento in cui l'immigrato ci mette innanzi al dilemma di cosa siamo e dove andiamo. Solo allora siamo italiani, siamo cristiani, ecc. Zucconi definisce questo comportamento "adolescenziale", un atteggiamento poco maturo, che ci porta a definirci in negativo.

Questi sono solo alcuni degli argomenti del libro che sono stati toccati nel corso della serata, che si è rivelata intensa e dinamica, con un ricco scambio tra pubblico e autore. Al termine dell'incontro, Zucconi ha autografato i libri a quanti lo richiedevano e ovviamente io non ho esitato.

giovedì 17 dicembre 2009

DISCORSO DAL CESSO

Ricevo dall'amico Claudio Messora, curatore del videoblog Byoblu.com, una notifica via Facebook in cui egli scrive:
Cari amici,
è molto importante che i contenuti di questo articolo girino, perché domani potrebbe consumarsi uno scempio che trasformerebbe per sempre la rete internet in Italia, avvicinandoci di più a un regime cinese rispetto alle normative che regolano un paese membro della comunità europea, quale fino a prova contraria dovremmo ancora essere.

Qui sotto l'articolo: DISCORSO DAL CESSO




mercoledì 16 dicembre 2009

CROMO ESAVALENTE A TREVIGLIO

Vi segnalo, per quanti non lo sapessero, di essere venuto a conoscenza di un altro caso di inquinamento da cromo esavalente.
Ci troviamo a Treviglio, in provincia di Bergamo, le cui acque dell'acquedotto hanno subito una bonifica "tramite diluizione delle falde inquinate", dal momento che esse alimentano la rete di acqua potabile del comune. La causa della contaminazione è da rintracciare nel cromo VI, di cui conosciamo le potenzialità cancerogene che veniva prodotto, a partire dal 2000, dalla società Castelcrom di Ciserano. Una volta terminate le attività produttive dell'industria, è stata iniziata la bonifica in modo tale da abbattere i valori di cromo VI fino al raggiungimento di una concentrazione di 25 microgrammi/litro, "valore che la regione Lombardia ha considerato soddisfacente e che quindi ha condotto alla decisione di interrompere le attività di bonifica." I livelli di cromo VI, stando alle ultime notizie, restano su livelli alti, intorno a 17-20 microgrammi per litro; "in alcuni pozzi agricoli della zona (non censiti) il veleno - di cui si ignora la provenienza - ha raggiunto livelli sino a 130 volte superiori al consentito." Ricordo, per precisione, che il limite massimo di cromo VI fissato per legge nelle acque di falda è di 5 microgrammi/litro, mentre il limite massimo di cromo totale (cromo VI e cromo III, quello che non è pericoloso per la salute umana) ammesso ai rubinetti è di 50 microgrammi/litro.
Come se non bastasse, ad aprile (la comunicazione del comune è di giugno) nella falda di un pozzo scavato per sondare la qualità dell'acqua vicino a due stabilimenti inquinanti è stato ritrovato acido fluoridrico, sostanza prodotta dalla Icib e che danneggia il tessuto osseo e il sistema nervoso. Il valore accertato dall'Arpa è pari a 3,86 milligrammi/litro nella falda rispetto all' 1,5 ammesso nella rete. Si apprende, inoltre, che la Icib, sulla base di questo riscontro, "era stata invitata a presentare subito un «piano di caratterizzazione» (cioè a indagare l' estensione dell' inquinamento provocato)". Ciononostante "l'amministrazione comunale si è rifiutata di chiudere i pozzi inquinati e di collegarsi prudenzialmente all' acquedotto di Bergamo sostenendo la potabilità dell' acqua".
E' di oggi la notizia, riportata a pagina dieci dell'edizione di Milano del Corriere della Sera, che "un'altra fonte di inquinamento, non individuata, sta per riversare altro cromo nelle falde dell'acqua potabile." Su questa base il comune di Ciserano ha proposto ad Arpa e Regione la realizzazione "di alcuni pozzi di spurgo destinati secondo il progetto a portare in superficie l'acqua inquinata che verrebbe depurata e poi riversata nelle rogge", misura da porre in essere in accordo con altri comuni, tra cui quello di Treviglio, al fine di arginare il dilagare dei veleni nei territori vicini. "Il segnale dell'imminente ondata di veleni è arrivato nei mesi scorsi quando si è scoperto che in almeno 80 pozzi agricoli situati a nord di Treviglio il cromo VI ha raggiunto anche i 1.300 microgrammi per litro".
Situazione grave, non c'è che dire, che ricorda molto da vicino la vicenda, tornata recentemente in auge grazie a due servizi delle Iene, della Solvay-Solexis di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria.

martedì 15 dicembre 2009

L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI




Dopo aver letto su vari giornali e vari siti la notizia dell'aggressione avvenuta domenica in Piazza Duomo a Milano ai danni del presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi e aver seguito solo per pochi minuti vari programmi televisivi di approfondimento che hanno dedicato ampio spazio al tema, vorrei spendere anch'io qualche parola a tal proposito.

Innanzitutto riguardo la natura del gesto mi viene da dire che, a mio avviso, non si è trattato di un "gesto isolato", come da più parti ho sentito dire. Certo, il soggetto che ha compiuto il gesto è "da molti anni in cura per problemi psichici di tipo paranoico": si potrebbe definire l'aggressione come il gesto isolato di un pazzo. Ma il ministro Maroni stamani alla Camera ha ricordato che il gesto è uno dei tanti che si sarebbero potuti mettere in atto, mentre "i dispositivi attuati hanno anzi consentito di sventare, come prima ricordato, un tentativo di violenta contestazione al Presidente del Consiglio proprio sotto il palco." Sicuramente il gesto di Tartaglia è stato premeditato e questo è confermato dal fatto che "si trovava in prossimità del luogo della manifestazione già dalle ore 11 del 13 dicembre, proprio in preparazione del suo folle gesto" e per di più "l'aggressore è stato trovato in possesso di una bomboletta spray al peperoncino e di altri oggetti contundenti, astrattamente idonei a ledere persone tra cui un crocifisso in materiale resinoso."

lunedì 14 dicembre 2009

GRANDE SUCCESSO PER IL CORO GOSPEL


E' stata veramente una serata speciale quella che ho trascorso ieri sera nella Chiesa del Pistornile a Casteggio: il concerto del Joy Singers Choir ha animato la chiesa per due ore, cariche di energia e allegria, facendomi divertire come non mi capitava da un pezzo. Non c'è niente da fare: la musica trascinante e il carisma del coro sono stati molto coinvolgenti, la gente si è divertita a battere le mani a tempo di musica o a canticchiare il motivetto delle canzoni più note. Devo spendere una parola specificamente sul coro: cantanti non professionisti che per passione si divertono si sono esibiti in una performance di alto livello artistico. Complimenti! Tanti complimenti anche alla formazione strumentale, con Gege Picollo alla chitarra, Manuel Favaro al basso, Cristiano Tibaldi al sax, Mauro Pigazzi alla batteria e il grandissimo Maestro Andrea Girbaudo al piano e alle tastiere. Bravi anche a voi!
Ho avuto il piacere di ascoltare il loro ultimo prodotto discografico, Moving Forward, che si può acquistare direttamente sul sito ufficiale. Dal vivo chiaramente risalta di più la parte spettacolare della musica che cantano, ma vi assicuro che queste tredici canzoni vi danno un saggio fedele della potenza che sono in grado di sprigionare nei loro spettacoli. Ne vale la pena!
Qui sotto vi propongo una rassegna di scatti fotografici immortalati durante la serata.



sabato 12 dicembre 2009

QUESTIONE DI STILE

Trovandomi ieri a discutere sull'ultima sortita di Berlusconi, non ho potuto tirarmi indietro dal giudicarla negativamente: non condivido nè la sostanza, nè tantomeno i toni. E' ormai un po' di tempo che il presidente Berlusconi si scaglia, a ogni piè sospinto, contro le istituzioni del nostro Paese: ieri è toccato alla Corte costituzionale e alla Presidenza della Repubblica, come peraltro già era successo in passato. E allora val la pena fissare alcuni punti cardine nel discorso al fine di controbattere alle dichiarazioni gravi del premier.
Innanzitutto dobbiamo considerare il contesto: era opportuno, nell'ambito di un incontro a livello europeo, pronunciare quelle parole? In secondo luogo: la forma. Sono sempre più convinto che uno statista, quale Berlusconi ritiene di essere - a torto, secondo il mio modesto parere - non può in alcun modo travalicare la barriera di bon ton istituzionale che deve contraddistinguerlo in ogni sua singola azione; e quindi andare a Bonn e insultare letteralmente le istituzioni del Paese di cui è capo del Governo appare, oltre che singolare, di assoluto cattivo gusto. E' giunta l'ora di smetterla: non se ne può più di queste uscite.
Pur condividendo in piccola parte l'esasperazione dell'uomo Berlusconi, che appare evidentemente tartassato dalla giustizia italiana, visti il numero di indagini che lo hanno colpito, credo che il suo modo di reagire non sia quello giusto. Se egli è stato assolto tante volte ed è così convinto della sua innocenza, come va dicendo in giro, perchè non chiede lui in prima persona di essere processato in modo tale da acclarare il prima possibile la verità e poter sbugiardare i suoi detrattori? Perchè, invece, continua a monopolizzare il Parlamento per produrre leggi a suo uso e consumo, cucite su di sè fino all'ultimo millimetro, per evitare i processi? Non è certo comportamento da uomo di Stato quello di criticare la Corte costituzionale per il semplice motivo che ha bocciato un provvedimento, il Lodo Alfano, i cui profili di incostituzionalità sono stati sottolineati da quasi tutti gli esperti del settore. La Corte non è al servizio della politica: serve ancora sottolinearlo? E appare ancora più fuori luogo la critica al capo dello Stato che - non dimentichiamolo - non più tardi di due settimane fa ha ammonito pubblicamente le toghe, con un solenne comunicato ai giornalisti convocati ad hoc, a "rispettare i ruoli", dato che "nulla può abbattere un governo che abbia la maggioranza in Parlamento".

Sintomatiche delle tensioni che le dichiarazioni del premier hanno suscitato sono le reazioni, diverse ed opposte, del presidente della Camera Gianfranco Fini e del presidente del Senato Renato Schifani. Il primo ha chiesto di chiarire, di precisare le parole; ma puntualmente gli è stato risposto che "non c' è nulla da chiarire" e che bisogna finirla con le ipocrisie. Mi chiedo se è "ipocrisia" difendere le istituzioni democratiche del Paese, attaccate per motivi futili ovvero perchè hanno agito con comportamenti difformi rispetto al pensiero del premier. Schifani, invece, ha preferito tacere, ufficialmente per evitare di "gettare altra benzina sul fuoco". Non sfuggirà a nessuno questa diversità di comportamento tra la prima e la seconda carica dello Stato: Schifani, notoriamente più vicino a Berlusconi, si è voluto smarcare, evitando di rinfocolare la polemica, dal momento che, secondo il suo parere, il Cavaliere non ha attaccato il capo dello Stato, nè ha leso le sue funzioni. Fini, invece, non ha esitato a schierarsi con Napolitano, facendosi forte della Costituzione, al fine di mantenere fissa la barra del rispetto senza appello delle alte istituzioni repubblicane.

Leggendo l'editoriale odierno di Sergio Romano sul Corriere della Sera, credo sia utile prestare attenzione alle seguenti parole per tornare a meditare sulla funzione della giustizia.

I processi non sono partite di calcio in cui ogni gol suscita spe­ranze di vittoria o timori di sconfitta. Sono percorsi logici in cui ogni ipotesi viene sottoposta a un esa­me della verità. Pensare che una testimonianza ba­sti da sola a pregiudicarne l’esito e che da essa si pos­sano trarre analisi politi­che è sbagliato.

mercoledì 9 dicembre 2009

JOY SINGERS CHOIR A CASTEGGIO


L'Associazione Culturale La Barbatella ha deciso quest'anno di augurare i migliori auguri di buon Natale con un concerto gospel: con le note del Joy Singers Choir, domenica 13 dicembre si potrà trascorrere una serata all'insegna della buona musica, in attesa delle imminenti festività natalizie.
Il Joy Singers Choir nasce nel 1997 da un’idea dei responsabili del Circolo Amici della Musica Prof. P. Piacentini di Valenza. Attualmente il coro è costituito da un gruppo di circa 40 appassionati non professionisti, suddivisi tra soprani, contralti, tenori e bassi, accompagnati da una formazione strumentale composta da piano e tastiere, chitarra, sax, basso, percussioni e lead voice. I concerti sono ispirati alla musica nera afro-americana, contaminata da altri generi: spiritual, contemporary gospel, funky e suol, jazz moderno e pop.

lunedì 7 dicembre 2009

EROS RAMAZZOTTI AL MEDIOLANUM FORUM DI ASSAGO



Sabato 5 dicembre 2009, presso il Mediolanum Forum di Assago, ho assistito all'ultima data milanese del tour mondiale di Eros Ramazzotti, partito ad ottobre da Rimini e che ha portato e porterà il cantante romano in giro per l'Italia e per l'Europa.

Apertura con Appunti e note, con Eros che canta seduto ad un tavolino con abat-jour all'interno di un container. E poi si prosegue con Dove c'è musica, Stella gemella, un medley sanremese con Terra promessa, Una storia importante e Adesso tu, le recenti Bucaneve e Controvento. Un ricordo piacevole mi è passato per la testa riascoltando Questo immenso show (nel corso della canzone ha salutato Morgan, che pare fosse ai piedi del palco). Un'esibizione superba è stata quella acustica del brano del passato Amore contro, seguito da Un'altra te. E tante altre tra cui Un'emozione per sempre, Favola (con il superbo assolo da brividi) e Quanto amore sei.


Insomma, un mix di due ore di bella musica e ricordi del passato, il tutto in un'atmosfera scenografica curata fino al minimo particolare (gli otto container sul palco ruotano, si aprono e contengono oggetti, fungono da schermo su cui si riflettono gli effetti speciali) e con un pubblico caldissimo che ha accompagnato Ramazzotti senza fermarsi un attimo in tutte le canzoni.
La band è formata da Claudio Guidetti (chitarre), Gary Novak (batteria), Reggie Hamilton (basso), Eve­rette Harp (fiati), Nicola Peruch (tastie­re), Luca Scarpa (pianoforte e tastiere), Chiara Vergati, Sara Bellantoni e Romina Falconi (cori).

domenica 6 dicembre 2009

LA CONSULENZA DELLA VERITA'

Ritorno a parlare del caso Solvay per darvi una notizia sconvolgente: dai faldoni dell'inchiesta sulla Solvay di oltre trentamila pagine, 59 di queste "sostengono lo schema accusatorio". Le accuse sono di "avvelenamento doloso e omessa bonifica contro 38 persone", tra Ausimont, Atofina-Arkema e Solvay Solexis. Queste 59 pagine "sono il risultato della consulenza tecnica che il pm Riccardo Ghio ed il procuratore capo di Alessandria, Michele Di Lecce, hanno chiesto a Giorgio Gilli, professore ordinario di Igiene dell'Università di Torino coadiuvato dalla biologa, Valeria Meineri." La procura vuol capire se l'inquinamento dell'acqua di falda sia ad un livello tale da "determinare il pericolo di effetti tossico nocivi per la salute umana". Le conclusioni sono preoccupanti: "in merito alla tipologia di contaminanti accertati e delle concentrazioni rilevate (...) sussistono dall'analisi di rischio sanitario preoccupazioni per i potenziali effetti di tipo tossico e cancerogeno che potrebbero derivare da un consumo diretto dell'acqua da parte della popolazione." Per esempio, l'acqua del pozzo numero otto che serviva ad alimentare l'acquedotto interno dell'industria registrava un valore di cromo esavalente doppio rispetto al normale. Nonostante ciò, la Solvay ripropone un documento dell'Arpa del novembre 2007, in cui si diceva che l'acqua è conforme ai parametri stabiliti per legge. "I consulenti hanno anche rilevato l'inquinamento del pozzo di cascina Pederbona con valori del cromo oltre 20 volte il limite, poi del cloroformio 550 volte e del dicloroetilene 330 volte."
Molto interessante è la dichiarazione del procuratore di Alessandria Michele Di Lecce al Tg3 Piemonte: "Dalla documentazione acquisita emerge che i nuovi proprietari erano a conoscenza almeno di gran parte dei problemi esistenti." "Non solo non contenevano la diffusione del pericolo, ma anzi in qualche misura la incrementavano. I dati a conoscenza dell'azienda erano almeno in parte sottaciuti agli organi di controllo."
La Solvay Solexis, per voce dei suoi legali, fa presente che "le consulenze tecniche disposte dall'accusa riconoscono la potabilità delle acque destinate al consumo umano" e che quindi dagli altti non emerge alcun pericolo per la salute dei lavoratori e dei cittadini. "Solvay Solexis è certa di poter provare l'infondatezza anche di tutte le altre accuse (...), ma intende sottrarsi ora alla dialettica mediatica" ritenendo che i processi vadano celebrati solo nelle sedi naturali.

(fonte: Solvay, j'accuse in 59 pagine, Massimo Putzu, La Stampa, 4 dicembre 2009)

  • Per vedere il video del servizio del Tg3 del 2 dicembre 2009 con la dichiarazione del procuratore Di Lecce, cliccate qui.

giovedì 3 dicembre 2009

L'ENNESIMO COLPO DI FINI



Il fuorionda di cui è stato protagonista il presidente della Camera Gianfranco Fini ha avuto un effetto alquanto dirompente sulla politica italiana. Una ridda di dichiarazioni di somma preoccupazione da una parte e di scenari apocalittici dall'altra, che ritengo non del tutto giustificati.

L' uomo confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare con una sorta di immunità nei confronti... di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo... magistratura, Corte dei conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento... siccome è eletto dal popolo.

confonde la leadership con la monarchia assoluta... poi in privato gli ho detto... ricordati che gli hanno tagliato la testa a ... quindi statte quieto...

Si può discutere sul contesto nel quale quelle dichiarazioni siano state fatte, ma il loro contenuto non ci giungeva certamente nuovo: da qualche mese, tra dichiarazioni televisive, interviste e, da ultimo, con il suo libro Il futuro della libertà. Consigli non richiesti ai nati nel 1989, Fini ha rimarcato opinioni diverse rispetto a quelle di Berlusconi sul concetto di partito e sul ruolo di leadership dello stesso. I medesimi pensieri sono stati ripetuti a Pescara in occasione del Premio Borsellino, forse in maniera più colorita, catturati da un microfono che era acceso nonostante Fini pensasse il contrario. Il senso è il medesimo: Fini sta cercando progressivamente di rendersi autonomo all'interno di un Pdl formato in maggioranza da ex-FI e sul quale la cappa del potere del premier sembra farsi veramente irrespirabile. Compito non facile - vista anche la sua posizione di presidente della Camera - che egli sta cercando di portare avanti attraverso la sua fondazione Farefuturo e attraverso gli interventi pubblici, tutti tesi a picconare la leadership berlusconiana.
C'è chi parla di "isolamento" del presidente Fini, c'è chi afferma che con queste dichiarazioni Fini è "fuori dalla linea del partito", c'è chi fa il tifo perchè queste dichiarazioni favoriscano scossoni nella maggioranza. Penso che niente di tutto questo corrisponda alla realtà e al prossimo futuro perchè si tratta di semplici scosse di assestamento di un partito relativamente giovane. Staremo a vedere i prossimi avvenimenti e che cosa cambierà.

mercoledì 2 dicembre 2009

GIUSTIZIA E POLITICA

Nella solenne aula Foscolo dell'Università di Pavia, nella serata di lunedì 30 novembre, l'associazione APURP (Associazione di Promozione Umana e Rinascita Politica) ha organizzato un incontro-dibattito sul tema Giustizia e politica nel nostro Stato di diritto. A parlare di questo delicato tema che investe tutti noi - non foss'altro che per le cronache giornalistiche che si rincorrono di giorno in giorno - è stato il professor Vittorio Grevi, ordinario di Procedura penale presso l'Università degli Studi di Pavia.

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