giovedì 17 dicembre 2009

DISCORSO DAL CESSO

Ricevo dall'amico Claudio Messora, curatore del videoblog Byoblu.com, una notifica via Facebook in cui egli scrive:
Cari amici,
è molto importante che i contenuti di questo articolo girino, perché domani potrebbe consumarsi uno scempio che trasformerebbe per sempre la rete internet in Italia, avvicinandoci di più a un regime cinese rispetto alle normative che regolano un paese membro della comunità europea, quale fino a prova contraria dovremmo ancora essere.

Qui sotto l'articolo: DISCORSO DAL CESSO





Cari amici, vi parlo dal cesso. Lo faccio per simboleggiare quel cesso di paese che potrebbe diventare l'Italia se le norme che verranno presentate domani al Consiglio dei Ministri venissero approvate, addirittura con Decreto Legge, come minaccia di fare Maroni. Parlo dal cesso anche perché non so più neppure se questa parola, CESSO, potrà essere usata sul web senza incorrere in oscuramenti, in provvedimenti restrittivi.
Come potete vedere nel video, è finita anche la carta igienica. Questo rappresenta il fatto che forse potremmo non essere più in grado di ripulirci da questa serie di provvedimenti che ci avvicinano molto di più a un regime come quello cinese, che non a uno stato membro della comunità europea alla quale apparteniamo, o appartenevamo fino a ieri.
Tutto questo in conseguenza di cosa? in conseguenza del gesto di un folle, che viene utilizzato a pretesto per intervenire sulla rete con tutta quella serie di normative ed emendamenti, dalla Carlucci a D'Alia, che erano già stati presi in esame e poi fortunatamente demoliti dalla reazione chiara, forte e decisa del popolo della rete.
Ieri sera Maroni è andato a Matrix a parlare dei provvedimenti che il governo vorrebbe adottare. Prima di esprimersi su una serie di punti alquanto opinabili, ha cominciato subito con una piccola bugia. Così, come aperitivo iniziale. Ha asserito di non essere stato contestato dal parlamento, durante la dichiarazione delle intenzioni del governo di ieri mattina, ma soltanto dalle agenzie di stampa, che si erano con tutta evidenza inventate tutto. Per fortuna la rete c’è (ancora) ed è in grado di smentirlo (guardate il video).
Poi, per giustificare le normative che vogliono introdurre, Maroni ha parlato di Facebook e dei gruppi che istigano all’odio e alla violenza. Ha lamentato il fatto che lo stato non può intervenire perché la società che gestisce il social network è americana, e dunque è necessario chiederle di rimuovere qualsiasi contenuto giudicato inappropriato con una richiesta scritta che, a causa della differenza di fuso orario, può essere elaborata solo a distanza di ore. Maroni tuttavia non spiega in cosa una nuova normativa potrebbe essere utile a risolvere il problema, dato che non è tecnicamente possibile per lo stato italiano rimuovere contenuti mirati in maniera autonoma senza inoltrare tale richiesta scritta, sia pure redatta da un magistrato, a meno di non oscurare facebook per intero. Poiché una nuova normativa in tal senso lascerebbe inalterata di fatto la necessità di fare richiesta ed attendere che la rimozione dei contenuti offensivi venga gestita dalla società americana, appare del tutto strumentale l’esigenza di adozione di nuove norme, perlomeno per quanto riguarda il grosso portale web 2.0.
Diversa sarebbe l’applicazione di tali provvedimenti ai siti web gestiti da società italiane, per cui il problema di facebook appare strumentale all’introduzione di norme atte a chiudere piuttosto i nostri blog, i blog italiani.
Maroni si dichiara uno strenuo difensore della libertà di pensiero. Naturalmente. Aggiunge che tutti devono avere il diritto di manifestare anche contro, nei limiti della non violenza, una manifestazione in piazza, anche del Presidente del Consiglio. Bontà sua. Però un conto è la libertà di espressione del pensiero - specifica - un conto è l’apologia di reato o l’istigazione a delinquere.
Sono d’accordo, e mi pare di averlo espresso chiaramente (vedi questo post, scritto immediatamente dopo l’aggressione, e vedi i video allegati a questo post e a questo). Ma quale esempio fa Maroni come tipo di messaggio intollerabile, che deve quindi essere oscurato?

« Siamo felici che Berlusconi abbia preso un cartone in faccia, perché ha dimostrato che il potere non è intoccabile.»
Voi sapete che io sono CONTRO ai gruppi che istigano alla criminalità e che fanno apologia di reato, ma qui stiamo parlando di un commento dove un cittadino italiano scrive di essere felice. Per quanto opinabile, per quanto criticabile e non condivisibile, è comunque l'espressione della libertà individuale di pensiero che Maroni dice di voler tutelare.
Essere felici non è un reato. Da domani potrebbe diventarlo.
Maroni continua sostenendo che è il web a influenzare maggiormente i giovani, più della televisione.
Su questo, caro Maroni, dissento energicamente. Specialmente dopo una recente puntata di Matrix, quella in cui si vede Fabrizio Corona che si alza, in diretta, per sfasciare lo studio e ritorna con una vistosa bendatura imbottita di ghiaccio. E vogliamo parlare delle innumerevoli violenze fisiche e verbali che sono state sfruttate per fare audience, come quella tra Zequila e Pappalardo, come le furibonde sfuriate di Sgarbi, come decine e decine di atteggiamenti aggressivi ripresi dalle telecamere del Grande Fratello e mandate in onda a beneficio proprio di quella fascia di interlocutori giovani che tu dici di voler tutelare con questo provvedimento restrittivo? Tu vai in televisione a parlare di web e non parli di queste televisioni spazzatura, di queste trasmissioni degne di un circo Barnum, di questi spettacolini circensi allestiti in quelle che sembrano piuttosto gabbie di uno zoo. Ma con quale pudore?
E il governo si spinge oltre: sembra che d’ora in poi non sarà neppure più concesso fischiare alle manifestazioni di piazza. Il dissenso verrà represso in ogni modo e maniera.
Ma la cosa peggiore, segnalata questa mattina da Repubblica, è che con tutta probabilità le normative conterranno un provvedimento per limitare le dirette streaming sulla rete.
Oggi un qualsiasi cittadino che voglia trasmettere in diretta dal suo appartamento, dalla sua scrivania piuttosto che da un evento o da una manifestazione di piazza, deve solo innestare una webcam al suo computer, con una chiavetta per collegarsi alla rete. Con servizi come Livestream o come Ustream è online in pochi secondi. Bene, secondo quanto appreso questa mattina, le normative conterrebbero un vincolo, ovvero il Garante dovrebbe scrivere normative per regolamentare qualsiasi diretta live. Sulla base di queste normative, il governo in persona sarebbe quindi successivamente investito dell’autorità di autorizzare le singole trasmissioni. Quindi, cari concittadini, noi non saremo più liberi di trasmettere in diretta alcunché come abbiamo fatto, per esempio, in occasione del terremoto.
Si vuole limitare la libertà di pensiero e le nuove opportunità offerte da una tecnologia versatile e fertile per avvantaggiare ancora una volta le vecchie logiche del mercato televisivo e i soliti affaristi senza scrupoli.
Vergogna!

2 commenti:

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