sabato 30 agosto 2008

UNA SCUOLA NUOVA

Sembra tirare un'aria nuova nella scuola, dopo che il Ministro Gelmini ha cominciato, fin da luglio, a tirare fuori gli artigli per restaurare un sistema, quello della scuola, che negli ultimi decenni ha subito un progressivo declino. Al punto che nella gran parte delle classifiche internazionali, sia gli studenti sia - cosa ancora più dura da digerire - gli insegnanti italiani occupano le posizioni più basse.
Tanto per rinfrescare la memoria, ecco gli ultimi interventi proposti (e alcuni approvati con decreto legge) dal ministro: grembiule per i bambini, voto in pagella (così tutto diventerà più chiaro, invece dell'"ottimo" o del "distinto"), educazione civica e stradale (forse i nostri ragazzi sapranno che la Costituzione repubblicana ha 139 articoli; o che si può sorpassare solo con la linea tratteggiata), maestro unico alle elementari (sarebbe una vera rivoluzione: si uscirebbe più preparati e con un'impostazione allo studio; d'altronde i nostri genitori sanno molte più cose rispetto ai loro figli, che devono dividersi tra sei, sette insegnanti e perdono di vista i concetti importanti), voto di condotta legato alla promozione (è ora che i ragazzi si responsabilizzino e paghino per le loro mancanze nei confronti dell'autorità, impersonificata nel caso specifico dal professore).
Alcune di queste proposte impiegheranno più tempo di altre ad essere trasposte in leggi, ma l'importante è che siano state messe sul tavolo della discussione: da anni ormai la scuola ha perso il valore che le veniva riconosciuto un tempo. La scuola ha sempre avuto il ruolo di educare alla vita, ad insegnare a districarsi tra le mille difficoltà che ci troviamo sul nostro cammino, a poter prendere decisioni, a dare giudizi ponderati: la scuola era "palestra di vita". Oggi, purtroppo, viene considerata meno perché spesso non riesce a trasmettere i valori, l'amore per la conoscenza, la voglia di imparare per poter raggiungere un obiettivo.
Credo, perciò, sia importante appoggiare l'operato del ministro, che, anche in virtù della giovane età, potrà imprimere un cambiamento nel sistema scolastico italiano, contribuendo a farlo rialzare.

domenica 24 agosto 2008

IL CERVELLO INFINITO


IL CERVELLO INFINITO
Alle frontiere della neuroscienza: storie di persone che hanno cambiato il proprio cervello


Norman Doidge

Ponte alle Grazie-Saggi

€ 20

Devo ammettere che si tratta del libro più entusiasmante e appassionante che ho letto negli ultimi anni, un libro dal quale non sono riuscito a staccare gli occhi un istante (e quando dovevo farlo quasi mi innervosivo) e che custodisco religiosamente come una reliquia.
Norman Doidge è psichiatra, poeta, giornalista e ricercatore in psicologia e psicanalisi, è una persona totalmente innamorata della mente umana, dei meccanismi che la regolano, i quali talvolta si alterano, ma non irrimediabilmente.
Tutto il libro mira a mettere in luce la grande capacità del cervello umano di riuscire a "girare pagina" dopo un evento avverso che lo ha colpito grazie alla neuroplasticità. Infatti "il cervello modifica la propria struttura, a livello di ciascuna funzionalità specifica, perfezionando i propri circuiti in modo da adattarli più efficacemente al compito da svolgere di volta in volta". Tuttavia, la nozione di neuroplasticità, in cui "Neuro sta per , le cellule che compongono il cervello e il sistema nervoso umano. Plastico sta per ", è piuttosto recente e ha faticato a farsi strada per l'ostilità dei "localizzazionisti", ossia quel gruppo di scienziati che ritenevano il cervello una macchina immutabile, in cui ogni area è dedicata ad espletare solo un'attività (area del linguaggio, area visiva, ecc.) Addirittura i neuroscienziati avevano timore a scrivere nei propri lavori il termine "neuroplasticità" in quanto tale concetto venivano definito "fantasioso", ma alla lunga hanno avuto ragione delle loro ardue ricerche e hanno potuto affermare che il cervello è plastico, cioè è in grado di poter utilizzare al meglio e nella maniera più efficiente possibile le risorse a sua disposizione (i neuroni), è in grado perciò di "ristrutturarsi" dopo un ictus o dopo un trauma infantile, come dimostrano i numerosi casi che Doidge racconta nei capitoli del libro.
Non voglio svelare altro perché é bene che, leggendo, ciascuno provi le stesse emozioni che ho sentito io e possa prendere atto di quale tesoro custodiamo nella nostra cassa cranica. Soprattutto come poter preservare fino alla vecchiaia questa immensa fortuna, come spiega l'autore nel penultimo capitolo.

Ecco alcuni giudizi sul libro:

The power of positive thinking finally gains scientific credibility. Mind-bending, miracle-making, reality-busting stuff with implications for all human beings, not to mention human culture, human learning and human history.
The New York Times

Lucid and absolutely fascinating. A captivating series of real-life cases.
The Chicago Tribune

sabato 23 agosto 2008

LA FESTA DEL PD CHE NON C'E'

E' curioso notare come il Pd si appresti ad aprire questa sera la sua prima festa a Firenze, presso la Fortezza da Basso, anche se, a detta di Massimo Cacciari, primo cittadino di Venezia, "il Partito Democratico al Nord non c'è, non esiste, non esiste nemmeno al Sud". Sorge quindi spontaneo, così come fa Geremicca sulla Stampa odierna, parlare della "prima festa del partito che non c'è".
In effetti è da alcune settimane che si assiste sui giornali al lancio di frecciatine da parte dei big all'indirizzo di vari esponenti in vista del Pd: tutti, insomma, con smania di protagonismo, cercano di ritagliarsi un posto nel neonato Pd, ancora alle prese con il tesseramento, col dilemma sulle correnti, con Di Pietro che ormai va per conto suo, inguaiando spesso lo stesso Pd per l'uso di espressioni troppo forti ed offensive: pare, perciò, che il Pd navighi nella burrasca, senza una bussola, con il segretario Veltroni anch'egli poco capace di indicare la rotta; ogni volta che si presenta in televisione oppure viene intervistato dai quotidiani ama pontificare, ama incantare i telespettatori o i lettori con buoni propositi e buone maniere, con la voce calda e coinvolgente del nonno che raduna attorno a sé i suoi nipoti, spiegando loro come affrontare la vita. Purtroppo la campagna elettorale è finita da un pezzo, rovinosamente (ahimé) per il Pd, ma nessuno pare ancora essersene reso conto, nessuno ha elaborato una accurata analisi delle ragioni della sconfitta, analisi dalla quale ripartire per una seria opposizione, non strumentale e sempre e solo antiberlusconiana a priori.
A sottolineare la situazione da "partito da allarme rosso" è anche Enrico Letta, uno degli esponenti più intelligenti e seri del Pd, che non nasconde le difficoltà del partito, "percorso dal virus della minoranzite": un Pd ai ferri corti, insomma, come capita in Sardegna, dove una parte del Pd chiede al Tribunale sardo di annullare l'elezione della segreteria regionale, o come avviene in Piemonte, dove si tenta di emarginare Chiamparino, il quale, al contrario, è una "risorsa". Tuttavia anche Letta cade in trappola quando afferma che "c'è una festa da cui cominciare a fare un partito": ho sempre pensato che la sede più adatta per costruire un partito sia il congresso, dove si presentano varie mozioni e si discutono, mentre il dibattito ad una Festa de l'Unità credo sia più utile per un esercizio di dialettica e niente di più. Ma anche sulla data del partito i malumori non mancano ed ecco perché é forse più utile discuterne alla Festa del Pd, tra pappardelle e ribollite e un bel bicchiere di vino, che aiuta a dimenticare (almeno per qualche ora).

venerdì 22 agosto 2008

A SPASSO PER SAN MARINO

Nel corso della mia vacanza ho avuto la fortuna di visitare la Repubblica di San Marino; in realtà l'avevo già visitata quando ero piccolo e perciò non ricordavo nulla. Sono rimasto piacevolmente colpito da questo piccolo Stato, nel quale tutto è più a misura d'uomo, tutto è perfetto, ordinato e preciso, la gente è molto gentile e disponibile, affabile ed educata. E poi la cosa che mi ha interessato di più è la struttura amministrativa, senz'altro diversa rispetto alla nostra; qui di seguito, grazie a Wikipedia, è possibile rendersene conto.

San Marino è una repubblica parlamentare. Per molti anni è stata, di fatto, dipendente dall'Italia, alla quale è tutt'oggi legata da numerosi trattati e accordi bilaterali. Attualmente San Marino afferma con forza la propria sovranità e indipendenza, mantenendo relazioni diplomatiche e consolari con numerosi Paesi europei e del mondo e dotandosi di autonome istituzioni.

San Marino non ha una vera e propria Costituzione scritta. L'ordinamento fa tuttora riferimento alle "Antiche Consuetudini" e agli Statuti della Repubblica risalenti al XVII secolo; ciò che si avvicina di più alla legge fondamentale dello Stato è la Dichiarazione dei diritti del 1974.

Gli organi istituzionali della Repubblica sono:

* i Capitani Reggenti, i due Capi di Stato che esercitano collegialmente funzioni prevalentemente simboliche, tra cui la presidenza di altri organi costituzionali (soggetti che fino al 1200 si chiamavano Consoli, tratti probabilmente quindi dal diritto Romano)
* il Consiglio Grande e Generale, il parlamento monocamerale di 60 membri eletti a suffragio universale diretto ogni cinque anni con sistema proporzionale
* il Congresso di Stato, l'organo esecutivo formato da 10 Segretari di Stato eletti tra i membri dal Consiglio Grande e Generale
* il Consiglio dei XII, organo giudiziario che funge da Corte d'Appello di terzo grado ed è attualmente oggetto di riforma
* il Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme, organo di garanzia costituzionale istituito nel 2002
* le Giunte di Castello, con a capo i Capitani di Castello organi di governo locale dei Castelli di San Marino

La Repubblica di San Marino detiene il primato di paese con il più breve mandato del Capo di Stato: i due Capitani Reggenti infatti rimangono in carica per soli sei mesi. I Capitani entrano in carica il primo aprile e il primo ottobre di ogni anno.

La Repubblica di San Marino si è dotata di significativi strumenti di democrazia diretta, prevedendo gli istituti del referendum abrogativo, propositivo e confermativo, e dell'Arengo.

da Wikipedia.org

Qui sotto vi propongo un video con i monumenti più significativi di San Marino e gli scorci più interessanti del centro storico, nel quale si rivive l'atmosfera del borgo medievale. Incantevole tra tutti gli edifici la Rocca della Guaita, da cui si gode di uno stupendo panorama. Il filmato si chiude con "San Marino che risolleva la Repubblica" di Pompeo Batoni, del secolo XVIII, custodito al Museo di Stato di San Marino: San Marino è infatti il protettore della Serenissima Repubblica di San Marino, nome originario di questo Stato.

Ulteriori informazioni:





sabato 2 agosto 2008

A PROPOSITO DI LEGALITA'




SULLE REGOLE

Gherardo Colombo

Serie Bianca Feltrinelli

€ 14,00



“Sebbene ci sia chi pensa il contrario, delle regole non si può fare a meno perché non si può stare insieme senza applicarne, magari inconsapevolmente. La regola è l’altra faccia della convivenza”. Si apre così il secondo capitolo, con un’affermazione tanto netta quanto vera, atta a sottolineare come alla base della nostra società ci sono regole (o leggi) che disciplinano la nostra vita, senza le quali sarebbe impossibile vivere, senza le quali piomberemmo in uno stato di anarchia in cui vivere sarebbe difficile e improbabile. Tale capitolo segue, con un significato ben preciso, il primo, quello che Colombo intitola “Un paese immaginario”, che è poi il paese di tutti i giorni, in cui infrangiamo regolarmente qualsiasi legge pur di arrivare a raggiungere l’interesse personale: il salumiere che regala prodotti al vigile urbano affinché lo stesso non controlli la bilancia che pesa in modo errato, la casalinga che non richiede la fattura all’idraulico perché lo stesso le pratichi uno sconto e via discorrendo; in tutti i casi citati e negli altri che trovate nel capitolo viene sempre anteposto il mero interesse personale, scavalcando qualsiasi regola, a scapito dell’interesse generale.
La prima parte del libro si occupa di definire “le ambiguità della giustizia”: leggi diverse a seconda del tempo e dello spazio; cosa vuol dire giustizia; da dove viene il diritto. La conclusione dell’autore è la seguente: la giustizia, oggi, diventa conseguenza del diritto, cioé “giusto è quel che la legge dichiara tale, indipendentemente dalla coerenza con principi (o con ragioni) che stiano al di fuori della legge medesima”. La seconda parte del libro parla delle differenze tra la società orizzontale e la società verticale; la prima vede ogni persona come un valore e si basa “sull’idea che l’umanità si promuova attraverso un percorso armonico in cui la collaborazione di ciascuno (…) contribuisce all’emancipazione dei singoli e al progredire della società nel suo insieme”. La società verticale, al contrario, vede l’uomo come strumento, si basa sulla gerarchia, “scartando gli inadeguati”, e i suoi valori fondanti sono la separazione e l’annientamento. Tuttavia – sostiene Colombo – “può darsi che una società sia organizzata nel suo complesso in modo verticale, eppure in parte viga il sistema dell’orizzontalità”. L’osservanza delle leggi viene garantita in modo solo parzialmente diverso nei due sistemi: nella società verticale “la sanzione deve (…) consistere in un male” e quindi sono previsti la pena di morte e il carcere; quest’ultimo, anche se in teoria incompatibile con la società orizzontale (come la pena di morte), viene utilizzato nella stessa per punire l’inosservanza di molte norme. L’ex pm sostiene che il fatto che il carcere sia la principale risposta alla violazione delle leggi non deriva solo “dalla tradizionale equivalenza tra sanzione, da un lato, ed esclusione e sofferenza, dall’altro”, ma anche dal contributo della Chiesa (ad esempio, l’Indice dei libri proibiti, che è in fondo una forma di esclusione). La terza ed ultima parte del libro si intitola “Verso la società orizzontale”: in essa l’autore affronta il tema della giustificazione del diritto alla fine del secondo millennio, i limiti delle regole internazionali e, come modello di società orizzontale, la Costituzione italiana, nonché gli interessi di chi si oppone alla società orizzontale (chi occupa posizioni di privilegio in primis non ha la minima intenzione di perderle, anzi ha tutto l’interesse a conservarle). Nel complesso “Sulle regole” è un libro agile e molto utile per indagare e capire perché oggi la percezione della legge (e perciò la legalità) è più appannata rispetto a trenta-quarant’anni fa, tanto più nel quarantennale del ’68, che sicuramente ha contribuito ad allentare l’osservanza delle leggi e la tensione alla legalità (percepita spesso come “paura della legge”): oggi pare proprio non si tema più di incorrere in una sanzione, sembra che le leggi non incutano più il giusto timore che ci spinge a non disattenderle. Concludo ricordando di aver avuto il piacere di ascoltare dal vivo in S. Maria Gualtieri a Pavia il dottor Colombo (in compagnia del costituzionalista Ainis in un dibattito sulla legalità) e di aver avuto modo di apprezzare la sua capacità oratoria nel comunicare l’amore per l’osservanza della legge, cui ha dedicato la sua vita.
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