venerdì 17 ottobre 2014

DISASTRI

Il disastro del Vajont: prima e dopo
Per caso stavo leggendo il libro di Tina Merlin sul Vajont, stimolato dal documentario magnifico di Marco Paolini, un campione in questo genere. 
Quel libro è scritto bene: è scritto da una giornalista che, a vent'anni di distanza, ricostruisce i fatti che hanno portato alla tragedia con una freschezza che fa rituffare tristemente il lettore tra la sequela di errori che hanno scientemente portato a un disastro annunciato a più riprese. Da quelle pagine traspare rabbia, indignazione, tristezza: proseguire l'opera nonostante le criticità, simulare verifiche fittizie, eludere la legge con la colpevole connivenza dello Stato, tutto questo non può che adirare e incubare sentimenti di disistima verso lo Stato, che è l'unico garante del cittadino. A fronte di queste pagine ben scritte, Paolini ha sapientemente mescolato le molte testimonianze a disposizione per confezionare un documentario molto preciso e mai noioso, coinvolgente e sconvolgente, nel contesto migliore che si poteva trovare: il Vajont stesso, la diga incriminata che quel 9 ottobre 1963 si mangiò Longarone in un sol boccone.

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