L'Italia de noantri.
Come siamo diventati tutti meridionali
Aldo Cazzullo
Mondadori
€ 18
Come siamo diventati tutti meridionali
Aldo Cazzullo
Mondadori
€ 18
Non avevo dubbi prima di cominciare a leggerlo, non mi sono sorpreso mentre lo leggevo, non escludo di rileggerlo a breve: il libro è veramente interessante, si fa leggere ad una velocità impressionante e d'altronde non poteva essere diversamente. Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della Sera dal 2003 e per quindici anni alla Stampa, è sicuramente una delle penne più raffinate del panorama giornalistico italiano, uno di quelli che sa avvicinare il fatto che racconta o la persona che sta intervistando in una maniera unica, spostando il lettore a diretto contatto col fatto o l'intervistato e restituendo a chi legge tutto il contenuto emotivo del fatto.
E così, con la sua dote di ottimo inviato, attraverso meravigliosi affreschi di vita vissuta, ci descrive un'Italia che, nonostante la frammentazione, è invece più uguale di quanto si pensi, "unificata dall'egemonia di Roma e del Sud". Il noantri romano "non è solo il modo provinciale e compiaciuto di ricondurre il mondo a noi stessi, alla nostra dimensione, al nostro cortile", ma è piuttosto - secondo Cazzullo - "una logica di vita", che si è estesa in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dallo spettacolo alla politica, dagli affari alla mondanità. E noantri non è un concetto solo romano, dal momento che "l'Italia diventa sempre più romanocentrica, e quindi un po' più romana", come dimostrato dal fatto che per due volte colui che ha sfidato Berlusconi era un ex sindaco di Roma, che l'Alitalia ha puntato su Fiumicino e non su Malpensa, che il nuovo capo di Assolombarda è un romano e così via con molti altri esempi. Noantri è la parola-chiave non solo a Roma; declinata in vari modi, esprime lo stesso concetto da Bolzano a Palermo, da Aosta ad Otranto: noialtri è la famiglia, il quartiere, il paese, il partito, la corporazione, il mandamento mafioso. E' l'espressione alternativa della società a coriandoli teorizzata da De Rita, preceduto da illustri antenati come Alberti o Guicciardini. Tuttavia, per Cazzullo, le differenze oggi sono meno evidenti di quanto possono apparire ovvero sono diverse rispetto al passato; "non esiste l'Italia del bene comune e quella del particulare. Non c'è il paese delle virtù civili e quello degli interessi privati. Esiste una sola Italia: l'Italia de noantri." Gli Italiani sono diversi, ma in fondo sono uguali: i gesti, i modi di fare, i modi di dire sono comuni ai piemontesi come ai lucani. Si è assistito ad una meridionalizzazione del paese (come si intitola uno dei capitoli più intensi del libro) e questo è sotto gli occhi di tutti: Cazzullo si fa alcune domande banali, la cui risposta è sottintesa. Per esempio: al Nord si evade il fisco meno che al Sud? Al Nord non si suona il clacson per strada? Al Nord si considerano le forze dell'ordine con maggior simpatia che al Sud? Al Nord non si paga il pizzo? Al Nord non si lavora in nero? La risposta è ovvia: certo al Nord succede pressappoco ciò che succede al Sud, non c'è dubbio; forse i modi di reagire sono lievemente diversi, ma il risultato di fondo è che molte condotte si ritrovano in tutta Italia in maniera pressochè simile.
Con una copertina accattivante (un cartone di pizza con un Pulcinella al cellulare), il libro appare molto gradevole e non mancherete di apprezzare la descrizione di posti o persone o tradizioni. Così, ci si può facilmente innamorare delle Langhe, dipinte in maniera magistrale, andando a sovrapporre ricordi d'infanzia, racconti di vita vissuta e fatti d'oggigiorno. Oppure ci si immerge in maniera repentina nel traffico della Nomentana alle 8 del mattino, in cui il caos e il rumore assordante di auto, motorini, sirene, voci si sovrappongono e lasciano il lettore stravolto per qualche secondo.
Non volendo rubarvi altre sorprese, vi consiglio caldamente la lettura del libro: con gli occhi dell'inviato, abituato a scandagliare il luogo, Cazzullo dà al lettore un'immagine del Paese così come esso appare, senza aggiustamenti. Non si tratta di un'analisi sociologica, è piuttosto il resoconto di un viaggio nel nostro Belpaese scritto in una forma amabile e godibilissima, che ci porta a riflettere, a prendere coscienza dei cambiamenti del Paese che spesso viviamo senza accorgerci. E' questo che in fondo vuole stimolare l'autore, a riflettere sull'Italia scovando motivi di speranza "pure dall'Italia de noantri": la speranza che viene dai preti sociali, dai medici, dai ricercatori, da nuovi Italiani, dagli imprenditori che lottano contro la crisi, dalle donne che superano gli uomini ai posti di comando. Perchè "l'Italia è quella che è; la vorremmo profondamente diversa, più dinamica, più giusta, più seria; ma è l'unica Italia che abbiamo, e non potremo mai averne un'altra. Al massimo, potremo renderla migliore, un pezzetto alla volta."
E così, con la sua dote di ottimo inviato, attraverso meravigliosi affreschi di vita vissuta, ci descrive un'Italia che, nonostante la frammentazione, è invece più uguale di quanto si pensi, "unificata dall'egemonia di Roma e del Sud". Il noantri romano "non è solo il modo provinciale e compiaciuto di ricondurre il mondo a noi stessi, alla nostra dimensione, al nostro cortile", ma è piuttosto - secondo Cazzullo - "una logica di vita", che si è estesa in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dallo spettacolo alla politica, dagli affari alla mondanità. E noantri non è un concetto solo romano, dal momento che "l'Italia diventa sempre più romanocentrica, e quindi un po' più romana", come dimostrato dal fatto che per due volte colui che ha sfidato Berlusconi era un ex sindaco di Roma, che l'Alitalia ha puntato su Fiumicino e non su Malpensa, che il nuovo capo di Assolombarda è un romano e così via con molti altri esempi. Noantri è la parola-chiave non solo a Roma; declinata in vari modi, esprime lo stesso concetto da Bolzano a Palermo, da Aosta ad Otranto: noialtri è la famiglia, il quartiere, il paese, il partito, la corporazione, il mandamento mafioso. E' l'espressione alternativa della società a coriandoli teorizzata da De Rita, preceduto da illustri antenati come Alberti o Guicciardini. Tuttavia, per Cazzullo, le differenze oggi sono meno evidenti di quanto possono apparire ovvero sono diverse rispetto al passato; "non esiste l'Italia del bene comune e quella del particulare. Non c'è il paese delle virtù civili e quello degli interessi privati. Esiste una sola Italia: l'Italia de noantri." Gli Italiani sono diversi, ma in fondo sono uguali: i gesti, i modi di fare, i modi di dire sono comuni ai piemontesi come ai lucani. Si è assistito ad una meridionalizzazione del paese (come si intitola uno dei capitoli più intensi del libro) e questo è sotto gli occhi di tutti: Cazzullo si fa alcune domande banali, la cui risposta è sottintesa. Per esempio: al Nord si evade il fisco meno che al Sud? Al Nord non si suona il clacson per strada? Al Nord si considerano le forze dell'ordine con maggior simpatia che al Sud? Al Nord non si paga il pizzo? Al Nord non si lavora in nero? La risposta è ovvia: certo al Nord succede pressappoco ciò che succede al Sud, non c'è dubbio; forse i modi di reagire sono lievemente diversi, ma il risultato di fondo è che molte condotte si ritrovano in tutta Italia in maniera pressochè simile.
Con una copertina accattivante (un cartone di pizza con un Pulcinella al cellulare), il libro appare molto gradevole e non mancherete di apprezzare la descrizione di posti o persone o tradizioni. Così, ci si può facilmente innamorare delle Langhe, dipinte in maniera magistrale, andando a sovrapporre ricordi d'infanzia, racconti di vita vissuta e fatti d'oggigiorno. Oppure ci si immerge in maniera repentina nel traffico della Nomentana alle 8 del mattino, in cui il caos e il rumore assordante di auto, motorini, sirene, voci si sovrappongono e lasciano il lettore stravolto per qualche secondo.
Non volendo rubarvi altre sorprese, vi consiglio caldamente la lettura del libro: con gli occhi dell'inviato, abituato a scandagliare il luogo, Cazzullo dà al lettore un'immagine del Paese così come esso appare, senza aggiustamenti. Non si tratta di un'analisi sociologica, è piuttosto il resoconto di un viaggio nel nostro Belpaese scritto in una forma amabile e godibilissima, che ci porta a riflettere, a prendere coscienza dei cambiamenti del Paese che spesso viviamo senza accorgerci. E' questo che in fondo vuole stimolare l'autore, a riflettere sull'Italia scovando motivi di speranza "pure dall'Italia de noantri": la speranza che viene dai preti sociali, dai medici, dai ricercatori, da nuovi Italiani, dagli imprenditori che lottano contro la crisi, dalle donne che superano gli uomini ai posti di comando. Perchè "l'Italia è quella che è; la vorremmo profondamente diversa, più dinamica, più giusta, più seria; ma è l'unica Italia che abbiamo, e non potremo mai averne un'altra. Al massimo, potremo renderla migliore, un pezzetto alla volta."
Complimenti per la recensione, corro a comprare il libro!
RispondiEliminaElisabetta