venerdì 23 maggio 2008

GOMORRA

Gomorra: il film-evento dell'anno, il film che scava all'interno del Sistema.
Ho avuto il piacere di vederlo anch'io al cinema e sono rimasto colpito dal discreto risultato della trasposizione del libro.
La trama (che vi illustro solo brevemente) compendia al suo interno varie vicende che si intrecciano:
Totò, tredici anni, aiuta la madre a consegnare la spesa a domicilio nelle case del vicinato, sognando di affiancare i "grandi"; Marco e Ciro, anche loro ragazzini, che emulano i grandi, con piccole rapine ed estorsioni e, trovato un arsenale, si divertono a sparare, così sentendosi invincibili; Don Ciro, una vita da porta-soldi a distribuire i proventi della camorra alle famiglie affiliate, all'improvviso sotto tiro perché gli ordini sono mutati, il clan s'è spezzato in due; Franco, imprenditore che si occupa di rifiuti, pronto a contrattare con le imprese del nord il trasporto di rifiuti tossici.
Il film non manca di mettere in luce tutti gli aspetti deteriori e inimmaginabili del Sistema, comunicando con molto pathos il clima di sofferenza e rassegnazione degli abitanti di Scampia (ben in evidenza le cosiddette Vele). Pertanto un film gradevole, costruito a mo' di documentario, attingendo a piene mani dal pozzo di Gomorra, oltre un milione di copie vendute (nonchè vittima anche di alcune imitazioni prodotte dalla camorra stessa), che aiuta a far scoprire al grande pubblico cosa è la camorra: non è solo la piccola estorsione, ma la capacità di penetrare con i mille tentacoli in tutte le attività economiche più lucrose, dall'abbigliamento allo smaltimento dei rifiuti.
Il film ha destato così tanto clamore che Saviano arriva a confessare in un'intervista al Corriere della Sera Magazine che la camorra voleva mettere le mani su Gomorra.

Vi propongo ora alcune critiche al film:

- Paolo Mereghetti, Corriere della Sera
- Natalia Aspesi, Repubblica
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Michele Ossani, Il Sole 24 Ore
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Fabio Ferzetti, Il Messaggero

Altre informazioni utili:

Sito ufficiale Gomorra www.mymovies.it/gomorra
Roberto Saviano www.robertosaviano.com
Fandango www.fandangowebtv.it

lunedì 19 maggio 2008

FACCIAMO UN PO' DI CONTI

Festa in casa Inter, come ovvio: proprio all’ultima giornata, l’Inter si è aggiudicata lo scudetto, “il terzo consecutivo dell’era Moratti” come dicono molti giornali. Non parliamo della festa che si è fatta per le strade, tra caroselli di auto e persone che agitavano grosse bandiere. Tutto giustificato, niente da dire.
Però, ci sono dei però: Inter quasi indiscussa campione d’Italia, con la Roma a un solo punto, Roma che non ha certo demeritato vista la posizione raggiunta, che poteva comunque sfruttare meglio molte partite perse in maniera banale. Inter che, fuori dall’Italia, ha mal figurato: con la rosa che ha - ampiamente criticabile perché gli Italiani presenti sono una specie quasi estinta, ma che farebbe felice un qualsiasi allenatore non fosse altro per il singolo valore dei giocatori, quasi tutti titolari nelle rispettive nazionali - è semplicemente deludente il risultato raggiunto in Champions League. Inter che, a dispetto di quello che fino a due anni fa si diceva della Juve, è stata talvolta favorita da arbitraggi indecenti durante partite altrimenti catastrofiche. Inter che, da due anni, è padrona quasi incontrastata del campionato, certo per alcuni suoi meriti, aiutata però da compagini avversarie spesso inconsistenti o sprecone: tanto per dirla esplicitamente io aspetterei a festeggiare i fasti di un’Inter grandiosa perché l’anno prossimo torna ad affacciarsi nell’agone della corsa allo scudetto una certa Juventus, reduce da un campionato a dir poco magnifico, visto il punto di partenza; se si pensa che l’anno scorso ha lottato in serie B per la promozione nella massima serie, sprecando molte energie, e che quest’anno gli obiettivi sono stati ampiamente superati visto l’ottimo terzo posto (che vale il preliminare di Champions League) e un Del Piero capocannoniere (in attesa della chiamata di Donadoni), allora forse, alla luce di tutto ciò, l’anno prossimo la Vecchia Signora sarà sicuramente rinforzata in termini di uomini e motivazioni per dare filo da torcere all’Inter.
Perciò la giusta festa dell’Inter deve fare i conti con un campionato non proprio falsato come l’anno scorso, ma comunque non “a pieno carico”.
E quindi agli Interisti dico: “Non fatevi troppe illusioni, l’anno prossimo la corsa allo scudetto sarà più dura”. Il consiglio che invece mi sento di dare è questo: “Prova a lavorare atleticamente e psicologicamente per cercare di arrivare almeno alla finale di Champions perché, alla luce dei tanti campioni che hai, non riuscire a giocare tutta la Champions rappresenta un fallimento”.

domenica 18 maggio 2008

OMAGGIO AI PUFFI

Sicuramente tutti voi avrete visto almeno una volta i Puffi nella vostra vita o magari ne siete stati fans accaniti, non potevate perdervi una puntata.
Proprio quest'anno ricorre il loro cinquantesimo compleanno e Milano ospita per l'occasione, al Castello Sforzesco, una mostra e vari laboratori interamente dedicati agli omini blu.
Io li ho sempre seguiti (certo, se perdevo una puntata non mi strappavo i capelli), li ho sempre amati, erano e sono l'immagine di un mondo pulito, costretto a lottare contro il male, contro i cattivi: questa è perlomeno l'immagine che si costruisce il bambino nella sua testa.
Ma, navigando su Internet alla ricerca di informazioni sulla mostra di Milano, ho scoperto cose sui Puffi che non avrei mai immaginato: in particolare su Wikipedia, alla voce "I Puffi", è presente una sezione dedicata alle interpretazioni. Sono ben tre, che riporto sotto direttamente dal sito www.wikipedia.it:

Associazione con il satanismo

Nel 1983, a Porto Rico si diffuse la voce che i Puffi fossero figure sataniche. Chi avallava la teoria sosteneva di aver visto dei Puffi sbucare da sotto le piante, entrare nelle case, travestirsi da demoni, eccetera. Dato che i Puffi avevano appena iniziato a essere trasmessi dall'emittente Telemundo Puerto Rico, è possibile che queste voci fossero state messe in giro da un canale televisivo concorrente.
Poco tempo dopo negli Stati Uniti anche alcuni gruppi di cristiani conservatori giudicarono "satanici" i Puffi, a causa del loro largo uso di magia e stregoneria.

Analogie con il comunismo

Esistono alcune teorie secondo cui il villaggio dei Puffi rispecchia l'ordinamento di una comunità comunista, dove non esiste denaro e vige la condivisione delle risorse tra tutti gli abitanti. Grande Puffo, in alcune versioni, viene paragonato a Stalin oppure a Lenin e Quattrocchi a Trotsky. Lo stesso Grande Puffo, capo del villaggio dei Puffi, è vestito di rosso e ha una lunga barba bianca, cosa che farebbe pensare a un ulteriore rimando al comunismo e allo stesso Karl Marx. Inoltre il nemico Gargamella che vuole catturare i Puffi per trasformarli in oro, sarebbe una rappresentazione del capitalismo. Questa teoria è supportata dall'episodio, presente su fumetto, de "Il Puffo Banchiere".

Una metafora della massoneria

Secondo una teoria recentemente pubblicata, i 99 Puffi sarebbero i 99 saggi - cristiani, biancovestiti - del Nuova Atlantide di Francesco Bacone, guidati da un Grande Puffo che, coi suoi 542 anni, sarebbe nato l'anno della salita al cielo (la nascita celeste) del sacerdote boemo Jan Hus (conteggio a partire dall'anno di invenzione dei Puffi). I saggi invisibili, organizzati come "operai" in ragione delle rispettive competenze, combattono la superstizione in Europa e aiutano il progresso delle scienze. Essi devono difendersi anche da Gargamella, lo stregone che appare vestito proprio come un ecclesiastico, e che va a caccia dei Puffi per fabbricare la pietra filosofale, simbolo della perfetta conoscenza.
Quella dei Puffi sembrerebbe insomma, nella recente ipotesi, una loggia di muratori che affonderebbe le radici in un cristianesimo "illuminato", una loggia costituita da "preadamiti", individui che avrebbero recuperato l'originaria purezza persa col peccato delle origini; una loggia che può vantare la presenza al suo interno della Sophia - la Sapienza - nei panni di Puffetta (l'unica Puffa). Il linguaggio sarebbe quello antecedente i fatti narrati nel mito della Torre di Babele, composto da pochi termini fondamentali. Antonio Soro in un suo opuscolo intitolato I Puffi, la "vera" conoscenza e la massoneria, sosterrebbe che si tratterebbe "di una Gran Loggia che pratica l'arte massonica secondo la cosmologia gnostica degli Ancients" (Moderns e Ancients sono però termini usati da Massimo Introvigne che non compaiono nell'opuscolo).

Riguardo l'ultima interpretazione, vi rimando al documento di Massimo Introvigne, in cui si parla della tesi di Soro.

Esiste anche una quarta interpretazione, di cui sono venuto a conoscenza da poco e che trovate al seguente indirizzo: http://bradipo-tales.blogspot.com/2008/05/utopie-blu-puffi-e-viagra.html.

Probabilmente in queste interpretazioni non è tutto vero, ma molto probabilmente non tutto è falso: Peyo, disegnando i Puffi, aveva in mente qualcosa da comunicare e un modo semplice poteva essere sotto forma di cartoni animati, così da non dare molto nell'occhio...potrebbe essere così?
Confesso che sono rimasto basito a leggere le interpretazioni perchè mai e poi mai avrei pensato che dietro un cartone potesse nascondersi qualcosa di così importante e al contempo oscuro.

Allora, per ricordarmi di quando ero bambino, ho pensato ad un omaggio ai Puffi.



Per chi fosse interessato visitate anche:

sabato 17 maggio 2008

IL MITO MAC IN ESPOSIZIONE

Quante volte si è parlato tra amici di Windows e Macintosh, ciascuno pronto a difendere il proprio sistema operativo, sciorinando le mille e più funzionalità. Beh, sebbene non è di questo che io voglio parlare, essendo entrato da pochi mesi nel pianeta Mac, devo proprio ammettere che non rimpiango affatto Windows: solo chi prova il Mac può capire (tenendo presente che con il programma Parallels Desktop è possibile partizionare una parte del disco fisso del Mac per poter installare Windows).
Comunque, lasciando da parte i giudizi di merito, vi segnalo una notizia apparsa sul Corriere della Sera Magazine del 15 maggio, il cui titolo è "Il mito Mac diventa ligure".
Marco Gervino ci informa che "a Valleggia, borgo di tremila anime nel comune di Quiliano, a pochi passi da Savona" è custodita "la raccolta di computer e materiale Macintosh più grande e più completa del mondo" dal nome All About Apple Museum (di cui è presente anche il sito internet in costruzione).
Ma come è nata l'idea di allestire un museo? Solamente dalla "passione di un gruppo di fedelissimi del Mac", i quali sono andati a scovare i computer "in magazzini e soffitte, donazioni dalle rivendite Apple e dai privati".
Qualche numero? 6400 pezzi, "tra cui 918 computer Apple (e 137 non Apple, dell'epoca pre Ms-Dos), 196 monitor, 132 stampanti, 756 periferiche minori, 130 poster, 933 titoli di software, oltre 200 spille": un numero sterminato di oggetti provenienti quasi tutti dal mondo della "mela morsicata", ormai icona in tutto il mondo del sistema operativo Macintosh.
Dato questo enorme numero di pezzi, il limite principale dell'esposizione è lo spazio; infatti i responsabili hanno deciso di dare una nuova veste a questa mostra, "che vedrà la luce nell'open day fissato per sabato 24 maggio" (notizie più dettagliate si trovano sul sito).
Alessio Ferraro, vicepresidente della Fondazione, rispondendo al giornalista, dice: "Quando abbiamo iniziato, nel 2002, avevamo solo una manciata di macchine. Ci siamo resi conto che stavamo facendo qualcosa di straordinario per ricchezza, per importanza storica e soprattutto perchè la nostra è una collezione pubblica e il materiale esposto, caso unico al mondo, è tutto perfettamente restaurato, acceso e funzionante!"

Per maggiori informazioni: www.allaboutapple.com/blog/

sabato 10 maggio 2008

LA VERITA' SUL DISASTRO RIFIUTI

Paolo Chiariello

MONNEZZOPOLI LA GRANDE TRUFFA

Tullio Pironti editore

€ 12


Paolo Chiariello è un giornalista di Sky Tg24, napoletano di origine (è nato a Sant'Antimo), il quale ha cercato di andare a fondo alla triste vicenda dei rifiuti, che ormai da mesi occupa regolarmente telegiornali e pagine dei quotidiani.
Il risultato è stato una profonda analisi dei fatti, a partire dal 1994 fino ad oggi e la conclusione che è facile leggere tra le righe, alla fine del libro, è la seguente: tutto ciò che abbiamo visto in tv era il frutto naturale di una malagestione lunga quattordici anni, malagestione che, ahinoi, è gravata anche sulle nostre povere spalle di contribuenti.
Non a caso il primo capitolo ha un titolo emblematico: "La grande truffa della monnezza", in cui si racconta, appunto, della clamorosa truffa della Impregilo, finita sotto la lente degli inquirenti per comportamenti non leciti, responsabile anche delle migliaia di ecoballe - poco eco e molte balle - che non possono essere bruciate negli inceneritori.
Quindi Chiariello passa a raccontarci del "processo ad ostacoli", nel quale è indagato anche e soprattutto il governatore della Campania, nonchè ex commissario straordinario per l'emergenza rifiuti Antonio Bassolino: sembra di capire che è proprio la sua presenza che rende "a ostacoli" questo processo, con giudici che proprio quando devono analizzare il dossier riguardante Bassolino devono essere trasferiti e cose simili, grazie alle quali si cerca di insabbiare responsabilità precise.
Non parliamo del terzo e dell'ottavo capitolo, rispettivamente riguardo gli sprechi, tanti, e il "tesoro dei Casalesi e i camorristi ambientalisti". Per quanto riguarda gli sprechi, basti pensare alle innumerevoli consulenze del Commissariato, alle spese che lo stesso sosteneva per corsi di aggiornamento non solo per chi frequentava il corso, ma anche per i suoi familiari (a Rimini, in uno dei migliori hotel, camere prenotate per cinque persone) e via così, lascio a voi scoprire le altre. Mentre il capitolo sulle infiltrazioni della camorra nell'emergenza rifiuti fa seriamente rabbrividire: è la camorra che fin dagli anni '80 aveva visto il business e portava rifiuti tossici dal nord al sud in discariche abusive, il tutto a prezzi molto competitivi e perciò ecco che il business è durato. Lo stesso Commissariato, poi, ha avuto al suo interno personaggi direttamente collusi con la camorra o indirettamente attraverso imprenditori molto vicini alla camorra. E perciò non meravigliamoci di nulla dopo la lettura di questi due capitoli: c'è stata una certa accondiscendenza della politica, è innegabile...
Ma l'emergenza rifiuti vuol dire anche emergenza sanità perchè è ormai pacifico che diossina e quant'altro hanno aumentato l'incidenza di tumori, in particolare linfomi, nella zona del Napoletano e del Casertano, come hanno dimostrato più e più ricerche, i cui dati sono stati raccolti in un capitolo, il quinto.
Il libro si chiude lodando l'azione del prefetto Pansa, la cui missione è "chiudere il commissariato rifiuti": chiaramente la missione principale, perchè c'è tanto altro da fare, come è facile intuire.
Infine l'ultimo capitolo è dedicato al presidente Napolitano, napoletano di origini, che fin da subito ha mostrato sconcerto e dispiacere per le condizioni in cui la sua città è stata ridotta dai rifiuti e che a più riprese ha auspicato che la situazione si normalizzi al più presto.
Insomma un libro agile e al contempo completo per chiarirsi un po' le idee su un'emergenza divenuta ormai ordinaria.
BUONA LETTURA!
Vi lascio con un video, tanto per correlare il racconto a immagini e immergersi meglio nella situazione.




venerdì 9 maggio 2008

AL VIA IL NUOVO GOVERNO

Finalmente, a distanza di ventiquattro giorni dal voto, abbiamo un governo quasi operativo (manca ancora la fiducia delle Camere, niente di più), governo che, a mio personale giudizio, è migliore di quello della precedente legislatura. Innanzitutto l'età media è di 52 anni (nonostante il Presidente del Consiglio ne abbia qualcuno in più), il che non è di poco conto visto che in campagna elettorale si è agitato sempre il termine "nuovo" (tanto per fare un paragone il governo Zapatero ha un'età media di 55 anni); rispetto ai precedenti governi Berlusconi III e Prodi II, le donne sono raddoppiate e soprattutto, sono diminuiti i ministeri, il che vorrà dire minori costi per i cittadini - questo ovviamente sulla carta, valuteremo nel tempo se è così effettivamente e se il nostro denaro verrà dilapidato in sprechi.
E poi, non meraviglia la rapidità con la quale si è giunti alla formazione del governo stesso? Nel Paese in cui tutta va sempre e comunque per le lunghe, il fatto di aver ridotto all'osso i tempi, fissati istituzionalmente, sembra sia un segnale dell'abnegazione del governo: subito al lavoro, senza perdere tempo perchè non possiamo permetterci il lusso di perderne.
A chi nell'opposizione afferma che il governo è espressione dei partiti (e vorrei vedere se così non fosse o se così non fosse stato se avessero vinto) e che al suo interno non ci sono persone espressione della società civile, vorrei ricordare che il professor Ichino era stato invitato a entrare nella compagine di governo in qualità di esperto in materia, ma ha declinato l'offerta: io non ci vedevo nulla di male, finalmente dopo tante schermaglie si poteva realmente collaborare a riformare il lavoro, obiettivo, questo, che - speriamo - come ha detto anche Franco Debenedetti, può essere conseguito con una stretta cooperazione tra il neo-ministro del Welfare Sacconi e il presidente in pectore della Commissione Lavoro del Senato Pietro Ichino.
Per quanto concerne gli altri ministeri, direi che le scelte sono state le migliori: Frattini agli Esteri, La Russa alla Difesa, Tremonti all'Economia, Maroni agli Interni, Scajola allo Sviluppo Economico, insomma personalità di peso, autorevoli, ciascuna nel suo campo potrà distinguersi per pragmatismo e voglia di fare. Personalmente sono critico nei confronti di Alfano alla Giustizia, mi sembra poco rappresentativo (probabilmente il giudizio è anche legato alla poca conoscenza); avrei visto sicuramente meglio Giulia Bongiorno, una donna di polso, con alle spalle la difesa del senatore Andreotti, che poteva sicuramente dire la sua e spero venga sfruttata per il contributo che può dare all'attività governativa.
A conclusione di questa piccola analisi, mi piace segnalarvi il video della gag tra La Russa e Berlusconi durante il giuramento al Quirinale.



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