Non so chi di voi abbia avuto il piacere martedì sera di seguire la puntata delle Iene: soprattutto se residenti nell'Alessandrino, in molti saranno rimasti atterriti dal servizio riguardante la Solvay-Solexis di Spinetta Marengo. Si tratta di una multinazionale belga, avente 11 stabilimenti in Italia, che è attiva nei settori chimico, farmaceutico e delle materie plastiche.
Il servizio dell'inviato delle Iene Luigi Pelazza si è concentrato nella prima parte sul cromo esavalente, un minerale con caratteristiche tossiche e cancerogene, in grado di provocare sterilità e mutazioni genetiche. Il problema risale agli anni '60 quando a Spinetta c'era ancora la Montedison che produceva, tra le altre sostanze chimiche, anche il bicromato di potassio, contenente per l'appunto il cromo esavalente, che all'epoca poteva essere smaltito, senza alcun problema, semplicemente dissotterandolo nel terreno della fabbrica. Lo scandalo risiede nel fatto che fino al maggio 2008, per un tacito accordo tra Montedison e abitanti di Spinetta, questi ultimi utilizzavano gratuitamente l'acqua accettando la presenza dello stabilimento inquinante a pochi passi dalle case. A partire dal 28 maggio 2008, il sindaco di Alessandria Fabbio vieta ai cittadini di Spinetta di utilizzare l'acqua proveniente dalla falda vicina per uso potabile e irriguo, data l'alta concentrazione di cromo VI riscontrata dalle rilevazione dell'ASL.
Nel 2002 la Solvay acquista il polo chimico, nonostante sia a conoscenza della presenza di cromo VI, e si impegna a disporre un piano di bonifica con le istituzioni per evitare l'inquinamento delle falde acquifere. Ma il cromo finisce nelle falde e i danni inevitabilmente ci sono: per esempio, nell'inverno del 2005, in uno dei magazzini dello stabilimento, in seguito allo scioglimento della neve, comincia a trasudare dai muri e dal pavimento un liquido giallognolo riconosciuto come cromo esavalente. Quando uno dei lavoratori si rivolge al superiore, non ricevendo chiarimenti in merito, avverte il servizio Spresal dell'Arpa, che, dopo le analisi, vieta l'ingresso senza dispositivi di sicurezza (mascherine, occhiali). E immediatamente lo stesso lavoratore che aveva fatto la denuncia viene licenziato. Dopo la denuncia del lavoratore, anche sui giornali compaiono servizi al riguardo (si veda l'articolo della Stampa del 27 maggio 2008 a firma di Massimo Putzu). La magistratura di Alessandria inizia degli accertamenti e invia quattro avvisi di garanzia a quattro dirigenti della Solvay per inquinamento ambientale.
Pelazza passa poi ad intervista tre dirigenti della Solvay: il direttore generale Bigini, il responsabile dell'ufficio stampa Novelli e il direttore del personale Bessone. Secondo il direttore generale, il fabbricato di cui si parlava poco sopra è ancor oggi inquinato, mentre secondo il direttore del personale in quelle stanze non è mai entrato alcun lavoratore, nonostante la foto di una scrivania con cartelle di lavoro e un telefono sembrano sconfessarlo.
Pelazza chiede anche informazioni riguardo la lavorazione del PFIB o perfluoroisobutene, altra sostanza altamente tossica se inalata. Dinanzi al documento della dott.ssa Valeria Giunta, responsabile per l'igiene ambientale della Solvay, nel quale era scritto che "nel caso di presunta presenza di PFIB, sospendere l'analisi fino a conferma dell'assistente...", il direttore generale Bigini non sa letteralmente cosa dire. Gli stessi dirigenti sono così preoccupati che quando il giornalista si rivolge ad un ingegnere per avere chiarimenti in merito alle rilevazioni di fughe di PFIB, i dirigenti si mettono in mezzo alla discussione per evitare di far parlare serenamente l'ingegnere.
L'inviato delle Iene si reca poi al laboratorio contaminato dal cromo VI; a rispondere alle domande è ora Novelli, responsabile dell'ufficio stampa. Afferma che il laboratorio è stato chiuso, ma solo nel momento in cui sono emerse anomalie: solo quando è stato ritrovato cromo esavalente ai lavoratori è stato impedito di operare al suo interno cosicchè il direttore del personale è stato sbugiardato per la seconda volta.
Infine Pelazza ci parla del cosiddetto "pozzo numero 8", situato all'interno della fabbrica, il quale ha rifornito di acqua non solo la fabbrica ma anche molte famiglie di Spinetta Marengo e la cui acqua, a detta di Novelli, era potabile. Tuttavia anche questo pozzo è stato chiuso dall'ordinanza del sindaco di Alessandria e la ditta è stata costretta all'allacciamento con l'acquedotto, sebbene, secondo i dirigenti, tale decisione sia stata presa solo a scopo precauzionale. Di tutt'altro avviso Fabbio: il pozzo "non aveva i valori corretti"; inoltre, "la pericolosità dell'azienda sta nell'aria, non nell'acqua", in quanto una perdita può portare "alla morte di tremila persone in mezz'ora".
Sconcertanti sono le testimonianze degli abitanti di Spinetta: tutti hanno bevuto l'acqua contaminata, si fidavano della Solvay. E poi gente che racconta della polvere rossa sui marciapiedi o delle calze sintetiche letteralmente mangiate dall'aria. Ma c'è anche chi fa presente che ieri la Montedison e oggi la Solvay vogliono dire lavoro: senza di essa ci sarebbero molti disoccupati.
Qui sotto trovate i video, divisi in due parti, con i quali potete rabbrividire.
Nel 2002 la Solvay acquista il polo chimico, nonostante sia a conoscenza della presenza di cromo VI, e si impegna a disporre un piano di bonifica con le istituzioni per evitare l'inquinamento delle falde acquifere. Ma il cromo finisce nelle falde e i danni inevitabilmente ci sono: per esempio, nell'inverno del 2005, in uno dei magazzini dello stabilimento, in seguito allo scioglimento della neve, comincia a trasudare dai muri e dal pavimento un liquido giallognolo riconosciuto come cromo esavalente. Quando uno dei lavoratori si rivolge al superiore, non ricevendo chiarimenti in merito, avverte il servizio Spresal dell'Arpa, che, dopo le analisi, vieta l'ingresso senza dispositivi di sicurezza (mascherine, occhiali). E immediatamente lo stesso lavoratore che aveva fatto la denuncia viene licenziato. Dopo la denuncia del lavoratore, anche sui giornali compaiono servizi al riguardo (si veda l'articolo della Stampa del 27 maggio 2008 a firma di Massimo Putzu). La magistratura di Alessandria inizia degli accertamenti e invia quattro avvisi di garanzia a quattro dirigenti della Solvay per inquinamento ambientale.
Pelazza passa poi ad intervista tre dirigenti della Solvay: il direttore generale Bigini, il responsabile dell'ufficio stampa Novelli e il direttore del personale Bessone. Secondo il direttore generale, il fabbricato di cui si parlava poco sopra è ancor oggi inquinato, mentre secondo il direttore del personale in quelle stanze non è mai entrato alcun lavoratore, nonostante la foto di una scrivania con cartelle di lavoro e un telefono sembrano sconfessarlo.
Pelazza chiede anche informazioni riguardo la lavorazione del PFIB o perfluoroisobutene, altra sostanza altamente tossica se inalata. Dinanzi al documento della dott.ssa Valeria Giunta, responsabile per l'igiene ambientale della Solvay, nel quale era scritto che "nel caso di presunta presenza di PFIB, sospendere l'analisi fino a conferma dell'assistente...", il direttore generale Bigini non sa letteralmente cosa dire. Gli stessi dirigenti sono così preoccupati che quando il giornalista si rivolge ad un ingegnere per avere chiarimenti in merito alle rilevazioni di fughe di PFIB, i dirigenti si mettono in mezzo alla discussione per evitare di far parlare serenamente l'ingegnere.
L'inviato delle Iene si reca poi al laboratorio contaminato dal cromo VI; a rispondere alle domande è ora Novelli, responsabile dell'ufficio stampa. Afferma che il laboratorio è stato chiuso, ma solo nel momento in cui sono emerse anomalie: solo quando è stato ritrovato cromo esavalente ai lavoratori è stato impedito di operare al suo interno cosicchè il direttore del personale è stato sbugiardato per la seconda volta.
Infine Pelazza ci parla del cosiddetto "pozzo numero 8", situato all'interno della fabbrica, il quale ha rifornito di acqua non solo la fabbrica ma anche molte famiglie di Spinetta Marengo e la cui acqua, a detta di Novelli, era potabile. Tuttavia anche questo pozzo è stato chiuso dall'ordinanza del sindaco di Alessandria e la ditta è stata costretta all'allacciamento con l'acquedotto, sebbene, secondo i dirigenti, tale decisione sia stata presa solo a scopo precauzionale. Di tutt'altro avviso Fabbio: il pozzo "non aveva i valori corretti"; inoltre, "la pericolosità dell'azienda sta nell'aria, non nell'acqua", in quanto una perdita può portare "alla morte di tremila persone in mezz'ora".
Sconcertanti sono le testimonianze degli abitanti di Spinetta: tutti hanno bevuto l'acqua contaminata, si fidavano della Solvay. E poi gente che racconta della polvere rossa sui marciapiedi o delle calze sintetiche letteralmente mangiate dall'aria. Ma c'è anche chi fa presente che ieri la Montedison e oggi la Solvay vogliono dire lavoro: senza di essa ci sarebbero molti disoccupati.
Qui sotto trovate i video, divisi in due parti, con i quali potete rabbrividire.
Parte 1
Parte 2
okkio alla stampa
RispondiEliminain arrivo novità stuzzicanti
Come annunciato
RispondiEliminavedi:
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/basso_piemonte/2009/10/31/AM7j8v3C-dirigenti_indagati_acqua.shtml
Grazie mille della segnalazione; proprio stamani, frugando tra la stampa, ho ritrovato lo stesso articolo. Lo leggerò!
RispondiEliminaP.S. Non puoi identificarti? Mi compare solo che il commento è stato scritto da "Anonimo".
ora dopo il servizio di pelazza consiglio a tutti di andare a vedere i veri motivi del licenziamento del "signor Pietro"e di andare a vedere come mai tale persoaggio è stato licenziato pure dal mediaworld.
RispondiEliminaInvito cmq a chi leggese questo blog di vedere le cose da un'altro punto di vista.In quel servizio sono stati omessi tanti ma tanti particolari delle attività di controllo e prevenzione.
poca gente sa che il signor Sindaco riceve assieme ad Arpa e Protezione Civile i dati delle analisi ambientali.
potrei dilungarmi ancora su tante altre cose su un servizio montato a regola d'arte per far disinformazione e accrescere il panico nella popolazione.
Il cromo è un problema ma anche la televisione fatta a certi livelli.
Quello che dico è tutto confermabile,un servizio di 15 min puo far dire alla gente intervistata quello che si vuole...mettere la paura e traviare la realtà...se questo è giornalismo vi consiglio di spegnere la tele e leggere un bel libro
Non è la vita privata del Sig. Pietro a riguardare l'opinione pubblica ma la cattiva condotta della Solvay.
RispondiEliminaPotete pure dubitare del lavoro svolto dalle Iene ma non si può dubitare dell'operato della Procura della Repubblica.
allora vedo cmq che sei disinformato...il "sig.Pietro" è stato allontanato x una lunga serie di misfatti...e ci sono procedimenti giudiziari nei suoi confronti...la Solvay ha ereditato una situazione molto grave quando ha acquisito gli stabilienti da Montedison...e cmq fino agli anni 70 potevi interrare tutti i rifiuti senza dover dir nulla alle autorità...tutti parlano di Solvay e nessuno si ricorda di Montedison...l'unica colpa che si puo fare al gruppo belga è di aver gestito superficialmente una situazione molto delicata.
RispondiEliminaso che i commenti sono risalenti al 2009, ma voglio comunque lasciare il mio pensiero e rispondere alla persona anonima che tanto elogia la solavay.
RispondiEliminaIo vivo a Spinetta marengo, vedo con i miei occhi quasi tutte le mattine invernali la " neve chimica", vedo tutti i giorni dalle mie finestre le nubi alzarsi dallo stabilimento e credimi non è vapore acqueo, sento risuonare l'allarme dello stabilimento da te elogiato e sale il panico, per mia figlia, mio marito, la mia famiglia, perchè credimi qualsiasi cosa decidessi di fare se il guasto non viene riparato so che io e altre 6.000 persone abbiamo alte probabilità di morire nel giro di un'ora.
La Montecatini poi Ausimont, Arkema e infine Solvay, hanno solo distrutto e distruggono un intero eco sistema, gettando veleni in aria e causando CANCRO e gravi malattie dell'apparato respiratorio, e in acqua provocando grandi morie di pesci. La solvay getta nell'ambiente il PFOA che provoca malformazioni nei neonati e cmbia il sesso dei pesci, e il PFOB, classificato come arma chimica e se inalato provoca EDEMA POLMONARE, noi respiriamo quest'aria e beviamo quest'acqua inquinata. Vuoi fare il moralista, il saccente, vieni a vivere qiu, trasferisciti in pianta stabile pochi metri dal mostro e osserva ogni giorno la fabbrica della morte.