mercoledì 29 luglio 2009

IGNAZIO MARINO CANDIDATO ALLA SEGRETERIA DEL PD

Ho seguito con interesse la candidatura di Ignazio Marino alla segreteria del Pd perchè, ascoltando il suo discorso, ho trovato numerosi spunti positivi, alcuni fortemente innovativi, che mi hanno convinto che forse possa essere lui la persona giusta per tirare fuori il Pd dalle secche. Una persona che si presenta come estranea alla politica, con una certa dose di carisma, slegata da logiche franche di partito (come egli stesso ha rivendicato): insomma una candidatura nuova sul serio perchè al di fuori dei canonici schemi cui siamo abituati.
Certo, la lotta con Bersani e Franceschini è dura, faticosa, piena di insidie: il primo che rappresenta, volenti o nolenti, lo schema di un partito vecchio e che, soprattutto tra i giovani, mi sembra non goda di grandissimo seguito; il secondo che, invece, non ha avuto il buon gusto e l'intelligenza di farsi da parte, smentendo anche quanto da lui dichiarato a marzo: "Non mi candiderò al congresso di ottobre perché il mio mandato è a temine e di garanzia". E invece ora ha cambiato idea. Tra l'altro potrebbe essere giustificata se nei mesi in cui è stato segretario il partito fosse andato bene, mentre le elezioni di giugno sono state una disfatta per il Pd.
Mah, chissà come mai ha voluto ricandidarsi...

Tornando a Marino, ho scelto alcuni passi del suo discorso tenuto alla presentazione della candidatura. Il discorso completo lo trovate qui.

Non c'è vera democrazia se non rimettiamo al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni la persona!

L’Italia ha bisogno di tornare a prendersi cura della propria
democrazia. Ha bisogno di includere un maggior numero di cittadini nelle decisioni collettive e nella vita pubblica, ha bisogno di rafforzare la propria comunità nazionale per avere un ruolo chiaro nel mondo globalizzato.

Noi crediamo in un partito che metta gli elettori e i circoli al primo
posto. Un partito la cui identità sia riconoscibile e credibile. Un partito che punti alla partecipazione più estesa e, al contempo, sappia offrire con chiarezza il senso delle proprie posizioni. Vogliamo FARE il nostro partito e VIVERLO: un partito che si dia delle regole comprensibili, semplici e che le rispetti. Un partito che sappia denunciare le cose che non vanno, che si impegni con coraggio per cambiare questo Paese.

Voglio subito sgombrare il campo da due questioni che forse
preoccupano alcuni: io partecipo alle primarie del Pd per diventare segretario del partito e per arricchire il dibattito congressuale. Su questo punto sia chiaro a tutti che non faremo accordi, la mia candidatura non è e non sarà merce di scambio: la squadra che stiamo costruendo, e che si arricchirà nelle prossime settimane, ha questo unico obiettivo e lavora in quest'ottica.

In secondo luogo, la laicità: ci sarà tempo per parlare in manieraapprofondita dei tanti temi che ci stanno a cuore, ma tengo a dire che la laicità, per come la vedo io, E’ UN METODO. Significa affrontare ogni questione con rigore, nell’interesse generale e non di una parte sola. Significa porsi nel dibattito non pensando di possedere la verità. Significa saper ascoltare le ragioni altrui e avere l'umiltà e l'intelligenza di confrontarsi anche con chi la pensa nella maniera opposta. Infine, laicità significa che quando si chiude il dibattito, e si è presa una decisione, la si accetta sentendosi vincolati e sostenendola con lealtà.

In quest’ottica noi poniamo due settori al centro dell'economia
dell'innovazione: ambiente e salute. (...) Basti pensare alle energie rinnovabili, al recupero dei rifiuti, al risparmio idrico, alla bio-edilizia, alla mobilità sostenibile, oppure, sul fronte della salute, ai servizi e alla diagnostica per la cura del corpo, alla trasmissione di un corretto stile di vita come fattore di prevenzione e quindi anche di contenimento della spesa.

Se vogliamo continuare a contare su un servizio
pubblico di qualità dobbiamo attivare efficaci politiche di prevenzione e di promozione della salute e di stili di vita corretti, perché l’unico modo per rendere sostenibile anche dal punto di vista finanziario il nostro sistema sanitario è ridurre il numero delle persone che si ammalano o che convivono con malattie croniche.

Ma nella sanità, come in tutti gli altri ambiti, dalla scuola
all’amministrazione pubblica, vanno introdotti sistemi di valutazione basati sull'efficienza ma soprattutto sulla qualità. (...) vanno ridefinite le modalità con cui vengono selezionate le persone che ricoprono ruoli di responsabilità. La formazione continua deve diventare un vero e proprio diritto cosicché si esca da ogni esperienza lavorativa arricchiti, per capacità e maturità, facendo leva su una responsabilità individuale a diventare nel tempo risorsa più pregiata e ricercata sul mercato del lavoro…

Giustizia e sicurezza sono due facce della stessa medaglia: non c’è
giustizia se i cittadini sono e si sentono insicuri ma non si può parlare di sicurezza se la macchina della giustizia non è in grado di garantire rapidità ed efficacia nelle decisioni.

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