domenica 17 novembre 2013

LA SECONDA MEZZANOTTE


La seconda mezzanotte

Antonio Scurati

Bompiani

€ 19

Antonio Scurati (1969) è ricercatore allo Iulm di Milano. Con "Il sopravvissuto" ha vinto il Premio Campiello. "Il bambino che sognava la fine del mondo" si è classificato secondo al Premio Strega 2009. Ha scritto anche diversi saggi, fra cui "Guerra" e il recente "Gli anni che stiamo vivendo".
Antonio Scurati
Il titolo romantico nasconde una storia che di romantico ha poco, semmai molto barocca e decadente nel suo svolgersi. Antonio Scurati cambia completamente genere, buttandosi sulla fantascienza e restituendo un'opera, che val la pena leggere: una riflessione, deprimente e ansiogena, ma lucida nell'anticipare - talora esagerando, credo volutamente - tendenze che già oggi, spesso senza accorgerci, stiamo introiettando o subendo, senza tuttavia ribellarci.
Anno 2092, Nova Venezia ovvero ciò che rimane della grande Venezia dopo una straordinaria ondata alluvionale viene acquistata dalla multinazionale cinene TNC, la quale l'ha consacrata a propria zona d'influenza e capitale dell'edonismo, del vizio e della violenza: piazza San Marco, diventata il Superdome, coperta da una cupola rassomigliante il cielo e pressurizzata dall'aria condizionata, è diventata un'arena, nella quale si tengono spettacoli di gladiatori, come se fossimo nel Colosseo dell'antica Roma, senza risparmiare crudeltà. I Veneziani sopravvissuti sono stati resi schiavi e confinati in un ghetto, con due assolute proibizioni (valide per tutti gli abitanti di Nova Venezia): quella di utilizzare armi da fuoco e quella di non potersi riprodurre (a tal proposito, esistono dispenser anticoncezionali posizionati sottocute): nell'arco di qualche tempo, di loro non rimarrà traccia, Nova Venezia diventerà un avamposto cinese offerto ai turisti, pronti a spendere per soddisfare desideri inconfessabili. L'orgia senza limiti va avanti coi suoi tempi e i suoi modi, senza che nulla cambi. Un giorno, però, accadranno due fatti capaci di scalfire la rassegnazione degli abitanti. Il primo riguarda il Maestro, colui che prepara e allena i gladiatori sull'isola di San Giorgio Maggiore: gli è nata una figlia, proprio il 25 dicembre, sfuggendo al divieto di procreazione e proprio questa figlia gli permetterà di meditare su un modo diverso di vivere e di ribellarsi. L'altro fatto riguarda Spartaco, il più forte dei gladiatori, pure lui deciso alla ribellione, scappando da Nova Venezia per cercare un altro luogo in cui vivere dopo che la donna amata subisce una tremenda violenza.
Canal Grande a Venezia
La scrittura di Scurati, nota per la sua raffinatezza, contribuisce ad acuire la sensazione di angoscia che aumenta di pagina in pagina, spesso gonfiata da descrizioni raccapriccianti di aspetti della vita quotidiana. Toccanti le pagine riguardanti la fuga di Spartaco da Nova Venezia, che toccano il punto più alto quando il guerriero sarà condotto da un bambino in una chiesa in cui si sta celebrando un battesimo. Il tema della vita torna frequentemente in vari modi, proponendosi come una dichiarazione di guerra alla morte, a partire dall'onda lunga che ha sepolto Venezia. Il mondo distopico raffigurato da Scurati a tratti affascina, a tratti incute timore: esalta alcuni aspetti della società odierna - come, per esempio, l'invasione cinese incontrollata - conducendoli fino all'eccesso, raccogliendo i sentimenti di oggi e adattandoli a quelle situazioni estreme: il quadro che ne possiamo trarre è quello di una società che, avviatasi da lungo tempo sulla via della decadenza, tocca il fondo per rinascere dominata da una cultura che coltiva le ceneri della decadenza per rinfocolarle, consacrando la sua società a piaceri effimeri, al vuoto e all'estinzione.

sabato 2 novembre 2013

LA NONNA DELLA PATRIA

Anna Maria Cancellieri
La "nonna della Patria" - come la definisce Gramellini - ricorda le sagge parole della mamma: "Male non fare, paura non avere". Il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri tira dritto e dribbla l'assedio mediatico seguito alla notizia del suo interessamento per la scarcerazione di Giulia Ligresti, figlia di Salvatore. In attesa dei suoi chiarimenti in Parlamento, previsti a metà settimana, la Cancellieri tiene a spiegare che non c'è nulla di anomalo nel suo interessamento riguardo le scadenti condizioni della Ligresti nel carcere di Vercelli: si è comportata così anche per altri detenuti, le cui situazioni sono state segnalate al suo Ministero (sei casi solo ad agosto). Ciò che crea scandalo è principalmente la pesantezza del nome, certamente delicato in questo periodo: Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, e la Cancellieri si conoscono da quarant'anni e così la segnalazione è stata più facile - pare si voglia far intendere. Tuttavia, la Procura di Torino ha ribadito ieri che non c'è stato nessun occhio di riguardo per la Ligresti, così come confermato dal medico legale Roberto Testi, sulla cui perizia la Procura di Torino ha fondato il parere positivo alla scarcerazione.
Io credo alla buona fede del ministro; tuttavia, mi vengono in mente due cose. La prima: è necessario accertare  che l'intervento della Cancellieri sia stato veramente uguale a quello per un qualsiasi altro Pinco Pallino ovvero che il nome della famiglia Ligresti e la conoscenza intima di Gabriella Fragni non abbiano inciso nel rendere più sollecito l'interessamento: questo lo potrà confermare il ministro nei prossimi giorni, quando riferirà in Parlamento. La seconda: forse, come mi suggerisce qualcuno, all'inizio di un mandato in un pubblico ufficio, un politico deve fare l'elenco delle amicizie "scomode" che si prevede possano in un futuro, più o meno prossimo, creare equivoci o casi mediatici: fa strano, non siamo abituati, ma probabilmente potrebbe aiutare. O forse dobbiamo cambiare la nostra testa e finire di inquadrare qualsiasi vicenda riguardante qualsiasi politico nella categoria dell'inciucio e del magna magna
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