giovedì 29 dicembre 2011

LA VITA DAVANTI A SÈ


La vita davanti a sé

Romain Gary

Biblioteca Neri Pozza

€ 11,50

Non mi sembra vero di riprendere la cara e vecchia abitudine di scrivere sul blog... 
Gli ultimi mesi sono stati densi di lavoro al punto da arrivare a scrivere senza ispirazione ovvero scrivere non più di due parole e cestinare tutto. Ho provato a trovare linfa vitale dalla lettura e - lo ammetto - sono soddisfatto del volume di libri, che comunque sono riuscito a leggere, e della qualità degli stessi. Poi, per Natale, mi piomba in mano da una carissima persona questo romanzo di Romain Gary (nella foto), La vita davanti a sé: non appena terminato il libro che stavo leggendo - non riesco proprio a leggere due libri a tempo, a tenere i piedi in due storie diverse, a ragionare con due teste diverse - l'ho cominciato subito, voglioso di scoprire dove mi portava la faccia rotonda del bambino in copertina.


martedì 27 settembre 2011

IL SOPRAVVISSUTO


Il sopravvissuto

Antonio Scurati

Tascabili Bompiani

€ 10

18 giugno 2001. Tempo di maturità. Nella palestra del liceo di Casalegno, paese della remota pianura settentrionale, una stanca commissione d'esame attende per la prova orale Vitaliano Caccia, ventenne bello e dannato, esuberante e aggressivo, nonché ripetente. La sua seconda bocciatura è già stata decisa: un accordo tra i docenti gli ha assegnato, dopo le prove scritte, un punteggio troppo basso per essere recuperato. Sebbene in ritardo, l'alunno si presenta alla prova orale, si accomoda dinanzi alla commissione, ma, invece di limitarsi a rispondere alle domande, tira fuori la pistola e, in un arco temporale di sette minuti, uccide l'intera commissione, risparmiando solo il professore di storia e filosofia, Andrea Marescalchi, contro il quale egli non punta l’arma, ma solo il dito teso, prima di voltar le spalle e lasciare il luogo del massacro.

domenica 18 settembre 2011

FIRMO, VOTO, SCELGO: CONTRO IL PORCELLUM


Come spesso capita quando c'è in ballo qualcosa di troppo importante e al tempo stesso pericoloso, la casta dei politici si compatta e mantiene un religioso silenzio, salvo rarissime eccezioni. E allo stesso modo sulla stampa non si legge quasi nulla in proposito, se non qualche riga relegata nell'angolo di una delle pagine finali. 
È quello che è accaduto e sta accadendo per la raccolta di firme per indire il referendum che mira ad abrogare la legge Calderoli (legge n. 270 del 21 dicembre 2005) ovvero la legge elettorale vigente e con la quale è stato eletto il Parlamento nel 2006 e nel 2008, definita dal suo stesso ideatore, all'indomani dell'approvazione, "legge-porcata". Viene sempre da chiedersi perché l'ammissione della verità giunga sempre in ritardo e mai prima di compiere l'atto scellerato di cui siamo rimasti vittime...
La legge, voluta da Silvio Berlusconi che il 4 ottobre 2005 "minaccia la crisi di governo nel caso in cui non venisse approvata la riforma elettorale proporzionale", ha modificato il precedente sistema in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Un primo tentativo di abrogazione del Porcellum (come venne definita dal politologo Giovanni Sartori sul Corriere) era già stato tentato due anni fa, nel 2009: allora si sono tenuti tre referendum abrogativi, tesi a modificare tale legge in più punti, ma purtroppo non sono riusciti a raggiungere il quorum del 50% più un elettore e quindi sono stati dichiarati non validi.

domenica 11 settembre 2011

NEVER FORGET


11 settembre 2001 - 11 settembre 2011 

Dieci anni: un tempo relativamente breve, diventato un'era, un periodo storico. Dopo due lustri, celebriamo oggi il decennale di quella data tragica che ha cambiato le vite di tutti noi, che ha modificato le nostre abitudini, il nostro vocabolario, gli equilibri economici, il nostro modo di vivere, di viaggiare, di relazionarci con gli altri, in una sola parola il nostro modo di essere. 
Da quel giorno, abbiamo cominciato a familiarizzare con termini come terrorismo, islamismo, mujaheddin, jihad, kamikaze, talebani, al Quaeda, Afghanistan, Osama bin Laden. A partire da quel fatidico 11 settembre, l'economia ha subito un arresto ed è cominciata una guerra contro il terrorismo in Afghanistan, laddove si presumeva si nascondesse lo sceicco del terrore, Osama bin Laden, catturato non più tardi di qualche mese fa. In quell'occasione, abbiamo visto la forza degli Stati Uniti, pronti a stringersi fin dal primo momento in un unico, grande abbraccio, capace di dare conforto e aiuto: dinanzi a quella magnifica prova di umanità, ci siamo sentiti tutti americani, abbiamo provato gli stessi sentimenti di paura e di rabbia che ha provato il popolo americano, abbiamo compreso la grandissima forza d'animo e l'infaticabile lavoro dei vigili del fuoco, che hanno lavorato senza sosta, giorno e notte, per riportare alla luce le vittime e fornire aiuto e sostegno alle vittime tirate fuori dalle macerie. Le facce stanche e impolverate di quei giganti buoni sono uno dei simboli di questa tragedia.  “Quel giorno”, ha detto Bruce Springsteen, “ho scoperto la grande nobiltà delle persone. Non il tipo di nobiltà di cui si legge nei libri, ma quella che porta la gente ogni giorno al lavoro”.

giovedì 8 settembre 2011

SE IL CICLISMO SI MISCHIA ALLA POLITICA


È inutile negarlo: il Giro della Padania, alla sua prima edizione quest'anno, è innegabilmente la corsa della Lega Nord, la quale ha scelto il ciclismo come mezzo per diffondere il suo storico messaggio; è quindi naturale che non la si possa considerare solo una gara ciclistica. Tanto per capirci, l'organizzatore è Michelino Davico, sottosegretario agli Interni e uomo della Lega, sotto le cui insegne ha svolto incarichi di consigliere comunale e assessore nel comune di Bra prima di essere eletto senatore nel 2006 e riconfermato nel 2008. Lo stesso Davico, in compagnia di Renzo Bossi, il Trota ovvero il figlio del Senatùr, e della presidentessa leghista della provincia di Cuneo Gianna Gancia, hanno dato il via alla corsa martedì 6 settembre a Paesana. Anche il paese scelto come partenza della gara è simbolico: Paesana, in provincia di Cuneo, è caro alla Lega Nord, visto che qui ogni anno, a metà settembre, si riunisce lo stato maggiore del Carroccio subito dopo il prelievo dell'acqua con l'ampolla alle sorgenti del Po per tenere il comizio che apre la Festa dei popoli padani. Infine, la maglia di leader non potrà che avere il colore verde. Tutto s'incastra perfettamente a giustificare, al di là di qualsivoglia ipocrisia, il risvolto politico di questo evento sportivo, in particolare a determinarne il ben preciso colore: il verde leghista.

domenica 4 settembre 2011

IL GIOCO DELLE TRE CARTE



Il gioco delle tre carte

Marco Malvaldi

Sellerio editore Palermo

€ 12


Marco Malvaldi torna a regalare ai lettori un altro scorcio della vita paesana di Pineta, quella che si vede dal BarLume gestito dal barrista Massimo insieme a Tiziana, bella e comprensiva aiutante dietro il bancone: quel bar, snodo della vita tranquilla di Pineta, altrimenti definito "asilo senile" e immancabilmente popolato da Aldo, il gestore dell'Osteria Boccaccio, Ampelio, il nonno di Massimo, Pilade, il Del Tacca del Comune (per distinguerlo da altri tre Del Tacca) e il Rimediotti. La loro principale attività è, dietro la scusa di una partita a carte, filtrare ogni più piccolo avvenimento che si svolge in paese e analizzarlo in profondità, in una conversazione accesa e colorata dal vernacolo toscano. Talora, nelle interminabili discussioni che possono occupare pomeriggi interi, può finirci un fatto criminale: è così che il BarLume diventa il luogo dal quale si dipana un'indagine parallela, gestita da Massimo che, grazie alla sua intuizione, finisce per investigare e dal gruppo di vecchi, ansiosi aggiornamenti in tempo reale sulle indagini. 
Un congresso, il XIV International Workshop on Macromolecular and Biomacromolecural Chemistry, anima la vita di Pineta, con grandi nomi della chimica provenienti dal Giappone e ricercatori universitari in cerca di fortuna. Un professore giapponese, l'autorevole Kiminobu Asahara, è colto da un malore subito dopo la cena e muore. È stato avvelenato? E, soprattutto, perché è stato ucciso? Massimo, che insieme ad Aldo si è occupato del catering per i break del congresso, si sente in ansia e si ritrova coinvolto nell’inchiesta perché in paese è fra i pochi a conoscere l’inglese, qualità in virtù della quale viene assoldato dal commissario Fusco come interprete. Bloccati nella cittadina a causa delle indagini, i congressisti fanno spesso tappa al BarLume e inevitabilmente cadono nella rete degli anziani, svelando faide interne, invidie scientifiche e contese universitarie. Sarà, tuttavia, Massimo che, con un'intuizione derivantegli dai passati studi in matematica, svolgerà il nodo del caso, contribuendo alla sua soluzione. 
Per Malvaldi, quindi, un nuovo giallo la cui soluzione è affidata al ragionamento e alla fortuna del caso, condita dai continui pungoli della cricca degli anziani del BarLume, pronti a non perdersi una virgola delle indagini. Proprio come nel gioco delle tre carte, l'esercizio di abilità e di elusione regala lo schema generico per risolvere la misteriosa uccisione consistente nel nascondere ostentando.

venerdì 26 agosto 2011

L'OMBRA DEL VENTO: UN SUPERBO ZAFÓN



L'ombra del vento

Carlos Ruiz Zafón

Oscar Mondadori

€ 13




Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano i primi giorni dell'estate del 1945 e noi camminavamo per le strade di una Barcellona intrappolata sotto cieli di cenere e un sole vaporoso che si spandeva sulla rambla de Santa Mónica in una ghirlanda di rame liquido.

«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»
«Neppure alla mamma?» domandai sottovoce.
Mio padre sospirò, trincerandosi dietro il sorriso dolente che lo seguiva come un'ombra nella vita. «Ma certo» rispose a capo chino. «Per lei non abbiamo segreti. A lei puoi raccontare tutto.»

Non capita spesso di rimanere rapiti da un libro fin dalla prima pagina, di desiderarne la lettura come l'ossigeno per respirare, di scoprirne lentamente il delicato linguaggio in un crescendo di emozioni di cui godere pagina dopo pagina. 
Eppure, come poche volte mi è capitato nella mia carriera di lettore, Carlos Ruiz Zafón mi ha letteralmente conquistato dopo la prima pagina de L'ombra del vento: la sua scrittura, fluida e ricercata, si muove con una levità capace di instillare progressivamente, in chi legge, curiosità e godimento. Le atmosfere della Barcellona di metà Novecento restituiscono il fascino e il mistero di una città costretta a soccombere sotto i fuochi della Guerra civile spagnola, prima, e della Seconda guerra mondiale, poi: gli scorci fotografati da Zafón, che vengono riproposti a più riprese, ogni volta si arricchiscono di un particolare visivo, olfattivo od uditivo, che definisce meglio il milieu in cui si muovono i protagonisti. I suoi personaggi sono accompagnati da minuziose descrizioni, per nulla noiose e, anzi, in grado di costruire plasticamente il personaggio stesso sulla pagina del libro. Ma il particolare che maggiormente mi ha impressionato è la loro voce: ognuno di essi è un'entità a sé stante, capace con lo scorrere delle pagine di incastrarsi perfettamente con gli altri e con la storia; ciascun personaggio vive, in un certo senso, di vita propria, mostra enormi capacità intellettive e spesso, attraverso monologhi più o meno lunghi, tratteggia egli stesso la propria personalità, scavando nel proprio passato o attingendo al proprio presente. Ritengo tutto questo quanto mai meraviglioso, una qualità che mostra, senza alcuna ombra di dubbio, quanto lo scrittore tenga a far uscire i personaggi dal libro affinché vivano e diventino "amici" del lettore. Nei giorni in cui leggevo L'ombra del vento, ho avuto l'impressione che Daniel, Fermín, Nuria, Julián e gli altri personaggi mi facessero compagnia, vivessero con me ed io con loro al punto che il desiderio nel proseguire la lettura è diventato morboso: ero seriamente interessato alle loro azioni, a cosa avrebbero fatto o pensato, a come si sarebbero comportati, dove avrebbero condotto la mia immaginazione. A dimostrazione dell'attenzione di Zafón per i personaggi, nelle pagine finali del libro, un intero capitolo, Dramatis personae, è dedicato a raccontare le loro vite negli anni successivi alla storia che costituisce il nucleo centrale del libro. 

martedì 23 agosto 2011

IL CONDIZIONATORE OVVERO STARE FRESCHI A 40 °C




E la vita, la vita
e la vita l'è bela, l'è bela,
basta avere un condizionatore
che ti rinfresca la testa...

Verrebbe naturale parafrasare questo celebre motivetto del duo Cochi&Renato, stando alle elevate temperature degli ultimi giorni: per fortuna, il climatizzatore assiste molti di noi e, nello specifico, pure il sottoscritto proprio nell'atto di scrivere questo bollente post.
Rispetto all'estate del 2003, oggi possiamo ritenerci fortunati: durante i primi quindici giorni del mese di agosto di otto anni fa, l'Europa era stata colpita da una massiccia ondata di caldo, eccezionale per durata e per intensità, che aveva seguito una primavera ed un inizio dell'estate particolarmente povere di piogge. E a chi si lamenta del caldo infernale, che non concede tregua e che rende impossibile la vita, si può rispondere così: è l'estate, bellezza, godiamoci ora il caldo che, tra un mese, ci avviciniamo al triste autunno e al freddo inverno.
Il Nimbu paani
Lo sforzo di sopportare il caldo, tra l'altro, è grandemente mitigato dalla presenza di una macchina geniale: il condizionatore. Will Oremus, su Slate, lo definisce "un'innovazione che ha segnato l'America del XX secolo": già nel 1930, questa fantastica invenzione aveva aumentato la produttività dei lavoratori nel periodo estivo. Per quanto concerne l'uso domestico, sempre rimanendo negli States, il giornalista ci ricorda che la diffusione è stata lenta: nel 1965, solo il 10% delle case lo possedevano, mentre nel 2007 il numero è salito fino all'86%. E gli Europei? "Gli Europei sono stati lenti ad adottare l'aria condizionata, anche se ora sta prendendo piede anche lì." Chi appare molto indietro sono ancora gli Africani e gli Asiatici del Sud. Un recente articolo comparso su Times of India riguardante le misure per contrastare il caldo raccomandava di vestire abiti leggeri e di bere molti liquidi: la moderna versione del te freddo da bere sotto il portico di casa è il Nimbu paani.

sabato 20 agosto 2011

DESTRA E SINISTRA. LA LEZIONE DI BOBBIO




Destra e sinistra
Ragioni e significati di una distinzione politica

Norberto Bobbio

Saggine Donzelli Editore Roma

€ 13


Se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l'egualitarismo, inteso, ancora una volta, non come l'utopia di una società in cui tutti gli individui sono uguali in tutto, ma come tendenza a rendere eguali i diseguali.

Forse non è la tipica lettura estiva, di quelle spensierate e rilassanti da spiaggia, ma era da moltissimo tempo che volevo leggere questa grande opera di Norberto Bobbio e alla fine ci sono riuscito.

Nonostante siano passati diciassette anni dalla sua prima comparsa in libreria, la sua attualità sembra aumentare piuttosto che diminuire. A dimostrazione di ciò, il volume ha conosciuto un successo continuo: dopo le diecimila copie vendute in tre giorni e le centomila in due mesi, dopo un anno se n'erano vendute più di trecentomila e, negli anni seguenti, l'opera è stata tradotta in oltre venti lingue straniere, consacrandosi anche a livello internazionale. Il successo così repentino e imprevisto ha colto di sorpresa sia l'editore sia l'autore stesso, i quali, come ci dice Carmine Donzelli nella sua prefazione, si sono interrogati al proposito con risposte varie e parzialmente esaustive: la formula editoriale, l'efficacia della ricezione tra i media, l'apparente facilità dell'argomentazione. Ma soprattutto - non si può dimenticarlo - un ruolo importante è stato giocato dalla congiuntura politica: il libro è uscito il 26 febbraio 1994, proprio poche settimane prima di quelle elezioni che hanno fatto irrompere nella scena politica un semisconosciuto imprenditore milanese, Silvio Berlusconi, e il suo partito, Forza Italia. Tuttavia, il libro ha mostrato di saper andare oltre, di superare altri momenti politici e di resistere e funzionare, connotandosi non più solo come best-seller, ma anche come long-seller.

giovedì 11 agosto 2011

OPUS DEI SEGRETA



Opus Dei segreta

Ferruccio Pinotti

Bur Futuropassato

€ 11,50


Cosa c'è di più vero e genuino per capire un mondo segreto se non le testimonianze di chi lo ha vissuto in prima persona? E' proprio attraverso i racconti di ex numerari ed ex numerarie che Ferruccio Pinotti (nella foto) vuole raccontarci il mondo dell'Opus Dei, la potente organizzazione fondata dal prete spagnolo Josemaría Escrivá de Balaguer nel 1928.
Il simbolo dell'Opus Dei

Intorno ad essa, regna da sempre un alone di mistero e di segretezza, che, grazie ai racconti di Emanuela ProveraMariagrazia Zecchinelli e Amina Mazzali e tanti altri di Paesi diversi, viene parzialmente scoperto, mettendo in luce gli aspetti deteriori di quella che originariamente doveva essere un'organizzazione religiosa e che invece progressivamente ha assunto le caratteristiche di una setta. Leggere i racconti degli ex numerari richiede un grande sforzo di comprensione: molto spesso capita di entrare nel vortice opusiano da adolescenti con una vacanza in un centro gestito - ad insaputa dell'adolescente - dall'Opera e da lì inizia l'opera di convincimento e proselitismo. Da quel momento comincia un'esperienza capace di segnare una mente in evoluzione come può essere quella di una quindicenne: sebbene non ancora numerario, lo stile di vita è il medesimo di un numerario a pieno titolo, soffocante e opprimente, che non lascia spazio alla crescita personale e che impone una totale devozione all'Opera. Tale e tanta è la devozione che al di là delle preghiere da recitare durante il giorno, per due ore alla giornata è obbligatorio l'uso del cilicio e almeno una volta alla settimana, solitamente il sabato, quello della disciplina, cioè una frusta, pratiche che fanno strabuzzare gli occhi non solo per l'anacronismo, ma per la loro stessa brutalità, anche perché non è concepibile che il "laico" (questo è lo status ribadito dall'Opera relativamente ai numerari) sia costretto a pratiche ascetiche di tale durezza al pari di un religioso, per il quale sono altrettanto inconcepibili. Una pratica di vita fatta di rinunce, penitenza, autoflagellazione.

venerdì 22 luglio 2011

GIORNI CONTATI


Giorni contati.
Scena del delitto: il Porto Antico

Maria Masella

Fratelli Frilli Editori

€ 4,90


Genova: il mare, i carrugi, la Sopraelevata, Via Venti, Piazza De Ferrari. Nell'immaginario comune, vediamo così una delle Repubbliche marinare, quella che ci accoglie una volta superato l'Appennino, la città dell'Acquario e del Porto Antico.
Mai ho pensato a Genova come luogo per ambientare un giallo: eppure, a ben pensarci, non serve una particolare situazione per una storia gialla, quella viene fuori da sola, determinata dal movimento dei personaggi che vi prendono parte. Ecco, allora, che la sapiente penna di Maria Masella ci mette sulle tracce del commissario Antonio Mariani, il quale, a un mese dal Natale, si trova ad indagare su una serie di omicidi, che avvengono a distanza di pochi giorni gli uni dagli altri, tutti accomunati dalla stessa arma del delitto: una dose letale di digossina, un farmaco di origine vegetale capace di aumentare la forza di contrazione del cuore, che, a dosi elevate, risulta tossico.
Una siringa con cui è stata somministrata la dose letale, alcuni cartoncini strappati da un calendario dell'Avvento, numeri impressi sulla fronte delle vittime: tutti questi elementi conducono il commissario Mariani e i suoi collaboratori, Bareto e Iachino, a pensare che si tratti di un serial killer, ma ben presto gli stessi dovranno ricredersi; ad aumentare la pressione sulle indagini è il vice-questore Serra, che richiede di chiudere nel più breve tempo possibile il caso. Gli investigatori, tuttavia, devono fare i conti anche con la loro vita privata: in particolar modo, il commissario Mariani non riesce a dimenticare Francesca e al contempo deve dedicarsi, non senza difficoltà, a Manu e Ludo. Sarà proprio una delle figlie, Manu, che alla fine suggerirà al padre un elemento-chiave in grado di dare la svolta alle indagini di una storia che ha come movente il denaro, una storia che costringe Mariani ad immergersi nelle storie delle vittime, dei testimoni e dei possibili colpevoli pur di non pensare alla sua: "lavorare e non pensare alla mia vita. Almeno in quelle degli altri devo trovare un senso."
La Masella costruisce una trama interessante, dando luogo ad una storia amabile con un finale a sorpresa, che fa tenere il fiato sospeso fino all'ultimo. Seguire i ragionamenti incalzanti del commissario Mariani e della sua squadra, stare dietro ai loro spostamenti dentro Genova per ascoltare testimoni, ricostruire le scene del delitto nelle differenti zone della città: tutto è ben articolato, tutto fila via liscio, con un ritmo vibrante e con attenzione ai particolari. Un giallo gradevole in un'atmosfera insolita.

lunedì 11 luglio 2011

I SEGRETI DEL VATICANO



I segreti del Vaticano

Storie, luoghi, personaggi di un potere millenario

Corrado Augias

Mondadori

€ 19,50

Con la pacatezza, la competenza e l'incisività che mostra nelle sue trasmissioni televisive, Corrado Augias ha affrontato in questo libro un tema imponente con la capacità di renderlo amabile e di stuzzicare la curiosità del lettore. Le vicende raccolte in quasi quattrocento pagine sono in gran parte note, raccontate con maestria e arricchite da elementi storici e leggendari che si mescolano, volutamente senza filtro. Il libro, precisa l'autore, non riguarda la Chiesa, bensì il Vaticano ovvero uno Stato sovrano di pieno diritto internazionale con un suo territorio (quarantaquattro ettari cui si sommano le proprietà esterne che godono, secondo i Patti lateranensi del 1929, del privilegio di extraterritorialità), un esercito simbolico, una forza di polizia particolarmente attiva, un governo (curia) il cui Presidente del Consiglio assume il nome di Segretario di Stato, ruolo attualmente ricoperto dal cardinale Tarcisio Bertone: dunque, si tratta di uno Stato a tutti gli effetti. Molto importante, come viene rimarcato nell'ultimo capitolo, è la distinzione tra i termini Vaticano, Santa Sede e Chiesa cattolica. Il primo, più correttamente Stato della Città del Vaticano (la cui sigla automobilistica è SCV), rappresenta "un'entità sovrana titolare di 'soggettività internazionale'"; la Santa Sede è, invece, una "persona morale di diritto pubblico che esercità la sovranità sul Vaticano attraverso la figura del pontefice e che può infatti essere definita come la giurisdizione del papa"; infine, quando si parla di Chiesa cattolica, si fa riferimento alla confessione cristiana che si riconosce nell’autorità del papa di Roma e nel suo insegnamento. Partendo da questi dati di fatto, il libro si chiede implicitamente, attraverso la ricca galleria di fatti e personaggi raccontati, come uno Stato che si dice ispirato direttamente dalla divinità possa avere comportamenti che si discostano da quelli degli altri Stati. Uno Stato si muove secondo i canoni propri della politica, che, tuttavia, possono confliggere con quelli della religione. Cosa succede, quindi, "quando una Chiesa si fa Stato"?

venerdì 8 luglio 2011

UN TRISTE SPETTACOLO

Ci sono giorni capaci di regalare gioie o dolori, a seconda dei punti di vista, se solo uno ha la pazienza di prestare grande attenzione ad ogni particolare. E' quello che, per esempio, è capitato oggi quando, buttando un occhio sulla rete, mi sono imbattuto in almeno tre notizie dai risvolti interessanti.

La prima riguarda il parlamentare dei Responsabili Domenico Scilipoti: ufficialmente ginecologo e agopuntore, prestato alla politica perché "credo nella patria", ha saputo distinguersi in questi mesi anche - e direi, soprattutto - come urlatore. Per uscire dall'anonimato, ha dapprima abbandonato il partito di Di Pietro per correre in soccorso del governo Berlusconi - quello sì, un governo attento all'agopuntura - e poi ha dato sfoggio delle sue migliori abilità comiche in vari programmi televisivi e radiofonici. Nel dicembre dell'anno scorso, entra in scena il "clown Scilipoti", come egli stesso si è autodefinito, a Un giorno da pecora in onda su Radio2: uno show nel quale parla in terza persona per descrivere la pessima immagine che danno di lui i quotidiani; preso dalla foga del suo comizio, si alza in piedi e si infervora sbraitando: "Diranno che è un mafioso, un delinquente, che ha abbattuto le Torri Gemelle". Ascoltate per credere, signori.




L'appuntamento successivo è nel marzo di quest'anno, ospite di Agorà: qui il deputato siciliano inizia un discorso riguardante personaggi condannati che occupano posti di potere e poco dopo si scatena un alterco con il deputato di Fli Fabio Granata, mentre il conduttore Vianello cerca di mettere pace tra i due litiganti.
Un altro show ad effetto va in onda in maggio, quando Scilipoti è ospite di Mi manda Raitre, invitato a parlare di cure oncologiche alternative, dal momento che - non dimentichiamolo - egli è agopuntore, argomento a cui tiene così tanto al punto che è stato costretto ad uscire dall'Idv, un partito in cui ci si disinteressa di questa disciplina. L'onorevole si infuria col conduttore Edoardo Camurri, reo di non farlo parlare: "Lei è un mascalzone'' e, poi, inarrestabile urla a ripetizione: "Lei si deve vergognare! Lei si deve vergognare!" fino a quando Camurri è costretto a chiudere il microfono.

giovedì 7 luglio 2011

DIRITTI D'AUTORE: L'AGCOM RITRATTA


La levata di scudi di due giorni fa ha sortito gli effetti sperati: la delibera sul diritto d'autore da parte dell'AgCom che aveva dato vita a La notte della rete è stata ammorbidita. Tra le principali modifiche la più importante è quella riguardante la chiusura dei siti web, atto che può essere messo in essere solo dalla magistratura; inoltre, i giorni di tempo per il contradditorio sono passati da cinque a quindici. Così si è espresso ufficialmente Corrado Calabrò, presidente dell'AgCom, che ha approvato la delibera con sette voti a favore, uno contrario e uno astenuto.


Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell’Autorità e sul rapporto tra l’intervento amministrativo e i preminenti poteri dell’Autorità giudiziaria. L’articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti. E’ nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro. In questo spirito ho anche dato la mia disponibilità a un’audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno.




martedì 5 luglio 2011

LA NOTTE DELLA RETE





Online video chat by Ustream


Oggi, 5 luglio 2011, dalle 17,30 alle 21,00, si terrà La notte della Rete. Si tratta di una manifestazione di protesta contro il bavaglio che l'Autorità delle Comunicazioni vuole mettere ad Internet. Quasi ventimila persone hanno preannunciato di aderire alla manifestazione che si terrà a Roma alla Domus Talenti e che sarà possibile seguire in streaming attraverso il video pubblicato sopra.
Il nodo della questione sta in un provvedimento dell'AgCom in materia di diritto d'autore, che potrebbe essere approvato domani e in base al quale lo stesso organismo potrebbe oscurare, anche in via cautelare, con un semplice procedimento amministrativo e senza le necessarie garanzie, l'accesso a siti e servizi web per presunte violazioni del diritto d'autore.

Il giurista Stefano Rodotà, su la Repubblica di oggi, ricorda:

Bisogna dire subito che il modello tradizionale del diritto d'autore sta strettissimo alla rete, ne ignora le caratteristiche. Un legislatore consapevole dovrebbe in primo luogo prendere atto di questo dato di realtà, partire dalla premessa che la Rete è un luogo di condivisione del sapere, che il diritto di manifestazione del pensiero ha trovato strade nuove, sì che provvedimenti puramente repressivi legati ai vecchi schemi concretamente possono diventare uno strumento che, con il pretesto della tutela del diritto d'autore, introducono una nuova e inammissibile forma di censura.
Non si nega la necessità di dare tutele alla creazione artistica, di perseguire i comportamenti illegali. Ma non si può entrare nel futuro con la testa rivolta al passato.

Come a dire: va bene regolamentare, ma tenendo i piedi per terra e gli occhi sulla realtà.


giovedì 16 giugno 2011

SBERLE DI RIFLESSIONE, SI SPERA...



Basta sberle, ha chiesto Bossi. Il premier Berlusconi pare abbia accettato di buon grado il responso del referendum. La Chiesa ha sottolineato che le sberle sono arrivate tanto al centrodestra quanto all'opposizione. I comitati del no hanno festeggiato un successo che era lecito attendersi prima della consultazione.
Gli Italiani, contrariamente a quanto successo negli ultimi quindici anni, hanno deciso di recarsi alle urne, nonostante il weekend estivo che invogliava a stendersi al sole e non pensare al referendum. Gli italiani si sono mostrati decisi: il 57% è andato a votare e ha risposto in blocco - circa il 95% - "sì" a tutti e quattro i quesiti. Dopo quindici anni e ventiquattro referendum senza quorum, dopo un tour de force elettorale tra amministrative e consultazione referendaria, gli Italiani hanno deciso di riprendersi in mano la "gemma della Costituzione", come Bobbio definiva il referendum, e dire la loro, esprimere la loro preferenza. Il tutto considerando che l'informazione è stata poca sulle tv, tardiva e talora sbagliata, come successo al Tg1 e al Tg2, con gran parte del governo che ammoniva a non sprecare tempo: a ben pensarci, "l'onda d'astenuti alle elezioni provinciali (55%) è diventata uno tsunami di votanti (il 57%)" in questo weekend referendario. Un grandissimo ruolo è stato giocato dalla rete, nella quale sono fiorite le iniziative informative e i passaparola per mandare la gente alle urne, un ruolo che definirei nodale e del tutto nuovo: non ricordo sinceramente un'altra consultazione elettorale in cui il passaparola sul web abbia giocato un ruolo tanto determinante. Internet ha sicuramente rafforzato le motivazioni del sì, mobilitando molti indecisi e tentati dall'astensione: questo è dipeso anche dal fatto che l'argomentazione delle considerazioni avverse ai quesiti referendari è stata ampia, efficace e, soprattutto - questo gioca un ruolo da non sottovalutare - praticamente senza contraddittorio: rarissimi e quanto mai sporadici sono stati, infatti, le obiezioni e i contributi tendenti a suggerire il no o l'astensione. Al contempo, il centrodestra non ha saputo - o voluto? - utilizzare il contesto in cui oggi, sempre di più, si formano le opinioni di molti cittadini ovvero la rete. Il centrodestra, da questo punto di vista, è stato impalpabile: nonostante fosse nell'aria che il quorum sarebbe stato raggiunto, non si è minimamente speso per il "no", per difendere strenuamente leggi da esso votate; a rincarare la dose, ci ha pensato Berlusconi suggerendo che sarebbe stato meglio "non andare a votare" o ritenendo inutili i referendum. "È meglio perdere in modo aperto, in uno scontro frontale, o cercare di nascondersi in qualche angolo buio nell'illusione di schivare le conseguenze della sconfitta? È politicamente più grave perdere un referendum salvando almeno la faccia o perdere entrambi? Il centrodestra ha confermato, con i suoi comportamenti opportunisti, di essere un esercito allo sbando."


lunedì 13 giugno 2011

LA BEFFA DI AMINA: CHI ABBIAMO DAVANTI SUL WEB?



La blogger Amina Araf, la ragazza gay di Damasco simbolo della rivolta in Siria e di cui ho dato notizia in un post precedente, è in realtà un uomo statunitense di 40 anni, originario della Georgia. Nel mentre giornalisti e blogger di tutto il mondo credevano che Amina fosse stata effettivamente rapita e lanciavano una campagna per la sua liberazione, l’uomo, che per quattro mesi ha finto di essere una coraggiosa dissidente siriana, se ne stava in vacanza con la moglie in Turchia, come ha confessato lui stesso con un post dal titolo Scuse ai lettori, firmato Tom MacMaster, Istanbul, Turchia, 12 giugno 2011. Inoltre, il titolo del blog, A gay girl in Damascus, è stato cambiato così: A Hoax. A Hoax that got way out of hand. I never meant to hurt anyone.
I never expected this level of attention. While the narrative voıce may have been fictional, the facts on thıs blog are true and not mısleading as to the situation on the ground. I do not believe that I have harmed anyone -- I feel that I have created an important voice for issues that I feel strongly about. I only hope that people pay as much attention to the people of the Middle East and their struggles in thıs year of revolutions. The events there are beıng shaped by the people living them on a daily basis. I have only tried to illuminate them for a western audience. This experience has sadly only confirmed my feelings regarding the often superficial coverage of the Middle East and the pervasiveness of new forms of liberal Orientalism. However, I have been deeply touched by the reactions of readers.

Best,

Tom MacMaster,

Istanbul, Turkey
June 12, 2011.

The sole author of all posts on this blog.

"Non mi aspettavo un livello di attenzione del genere. Mentre il personaggio era di fantasia, i fatti raccontati su questo blog sono veri e non fuorvianti rispetto alla situazione sul campo." Così scrive Tom MacMaster, "il solo autore di tutti i posts di questo blog", convinto di "non aver danneggiato nessuno." Con il blog, egli ha solo tentato di gettare l'attenzione del pubblico occidentale su quanto accade in Siria. "Questa esperienza ha tristemente confermato il mio modo di sentire riguardo alla copertura spesso superficiale del Medio Oriente e la presenza pervasiva di forme di Orientalismo liberale."

Alla luce di quanto successo in questa vicenda, torna alla mente quando, nel 1993, Peter Steiner sul New Yorker aveva disegnato la famosa vignetta che ritrae un cane davanti al computer. La didascalia recita: "Su Internet, nessuno sa che sei un cane." Una frase diventata simbolo dell'anonimità sulla rete, che oggi dobbiamo correggere così: "On the Internet, everyone knows you’re a dog" ovvero che "Su Internet, tutti sanno che sei un cane." Tutto ciò alla luce dei passi da gigante delle tecnologie: il web diventato più accessibile, la velocità della connessione in continuo aumento che permette di condividere video e foto, i social network entrati prepotentemente nelle nostre vite, le diverse attività che compiamo sul web (ad esempio gli acquisti) e che ci costringono a lasciare tracce di noi.
La vicenda di Amina ha fornito l'occasione attraverso la quale interrogarci su una questione più grande e più generale: il nostro rapporto con i media, la nostra vita frequentemente esposta sul web, amicizie o conoscenze nate e cresciute solo nel web, senza mai chiederci effettivamente chi c'è dall'altra parte, chi si nasconde dietro una foto o un nome di fantasia, arrivando così a snaturare un concetto tanto nobile quanto difficile da reperire quale è quello dell'amicizia. A tal proposito, Viviana Mazza, su La 27esima ora, dà notizia di uno studio del 2007, il quale ammoniva che non è possibile creare rapporti di vera amicizia e fiducia online secondo quanto spiegato dallo psicologo Will Reader: "Per sviluppare una vera amicizia dobbiamo sapere che l’altra persona è degna di fiducia, dobbiamo essere assolutamente certi che sia pronta ad investire nel rapporto con noi, che sia davvero lì quando ne abbiamo bisogno… E’ molto facile ingannare gli altri su Internet." Siamo sicuri sia sempre così?

venerdì 10 giugno 2011

REFERENDUM: IO LA PENSO COSI'



Parto dal presupposto che andare a votare è un dovere: è un dovere perché permette di esprimere chiaramente la propria opinione e di rispondere in maniera diretta a quanto ci viene chiesto. Ecco perché domenica mi recherò a votare; su come voterò, invece, vi aggiorno ora. Mi recherò alle urne anche perché sono rimasto impressionato da quanto affermato dal professor Cuocolo, docente di Diritto costituzionale presso l’Università Bocconi di Milano sul sito Il Ricostituente. "L’ultima volta che si raggiunse il quorum fu nel 1995. Da allora abbiamo collezionato ben ventiquattro quesiti referendari sotto-quorum. Il perché risiede, da un lato, nell’eccessivo ricorso allo strumento referendario, anche su temi estremamente tecnici e di scarso impatto sociale. Dall’altro lato, sui quesiti più sentiti (si pensi ai recenti referendum sulla procreazione assistita o a quelli sulla legge elettorale), le forze politiche hanno utilizzato l’arma propagandistica del non-voto, determinando il fallimento anche di consultazioni di tutto rilievo." L’arma del non-voto, per l’appunto, è proprio quella che condanno: è necessario parlare a voce alta quando si viene interpellati, esprimere la propria opinione, decidere e non rimanere in silenzio, che talora può comunque risultare rumoroso.

giovedì 9 giugno 2011

DOMENICA SI VOTA PER QUATTRO REFERENDUM


Domenica 12 giugno, dalle ore 8,00 alle ore 22,00, e lunedì 13 giugno, dalle ore 7,00 alle ore 15,00, si svolgeranno le operazioni di votazione per quattro referendum popolari, il cui oggetto è elencato qui sotto.
Referendum popolare n. 1 (scheda rossa)

Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica


Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?


Referendum popolare n. 2 (scheda gialla)

Determinazione della Tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata renumerazione del capitale investito

Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?


Referendum popolare n. 3 (scheda grigia)

Nuove centrali per la produzione di energia nucleare

Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?


Referendum popolare n. 4 (scheda verde)

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, qualora risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte costituzionale

Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonchè l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?

Come si vota
All’elettore saranno consegnate quattro schede di colore diverso, su ognuna delle quali sono riportati il numero del referendum nonché la rispettiva denominazione e il quesito così come approvato dall’Ufficio Centrale per il referendum presso la Corte Suprema di Cassazione (come presentato sopra). 
Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto, con la matita copiativa, tracciando un segno sul riquadro corrispondente alla risposta da lui prescelta ("sì" o "no"). E' importante non sovrapporre le schede durante l'espressione del voto per evitare che compaiano più segni sulla stessa scheda, il che potrebbe portare all'annullamento del voto. 
Votando "sì", il cittadino esprime la volontà di abrogare le norme sottoposte a referendum; votando "no" esprime la volontà di mantenere in vigore le norme sottoposte a referendum. 
È possibile ritirare, e quindi votare, anche solamente la scheda per uno o per alcuni dei quesiti referendari. 
Affinché il referendum sia valido, deve recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritti al voto. 

Le operazioni di scrutinio avranno inizio lunedì 13 giugno subito dopo la chiusura della votazione e l’accertamento del numero dei votanti per ciascun referendum.

Tessera elettorale personale
Il Ministero dell’interno ricorda che gli elettori residenti in Italia, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire un documento di riconoscimento e la tessera elettorale personale. 
Chi avesse smarrito la propria tessera elettorale personale, potrà chiederne un duplicato agli uffici comunali nei cinque giorni antecedenti quello di inizio della votazione (cioè da martedì 7 giugno sino a sabato 11 giugno) dalle ore 9 alle ore 19 nonché nei giorni della votazione (domenica 12 giugno e lunedì 13 giugno) per tutta la durata delle operazioni di voto.

Tutti i risultati elettorali e i dati relativi all’affluenza alle urne saranno consultabili in tempo reale sul sito: www.interno.it.

mercoledì 8 giugno 2011

LIBERATE AMINA ARAF!


Da uomo, prima, e da blogger, poi, non posso non riportarvi la notizia del rapimento di Amina Arraf, figlia di un'americana e di un siriano, che ha vissuto a lungo negli Stati Uniti fino a quando, circa un anno fa, nell'estate 2010, decide di tornare in Siria. Nella blogosfera è certamente uno dei nomi più famosi della rivolta civile dei siriani nei confronti di un regime asfissiante grazie al suo personale blog, divenuto popolarissimo con aggiornamenti frequenti sulla rivolta e soprattutto con la confessione riguardante la propria omosessualità: un grandissimo coraggio, per una giovane donna araba, quello di raccontare la vita di una ragazza omossessule, dal momento che in Siria, come in molti altri Paesi arabi, l'omossessualità è considerata un reato. Il titolo del blog è per l'appunto A gay girl in Damascus, spazio virtuale in cui raccoglieva appunti, notizie e commenti di natura politica. Da quando sono scoppiate le proteste contro il regime, nel marzo scorso, e a seguito dell'espulsione di gran parte dei giornalisti stanieri dalla Siria, il blog di Amina è diventata una delle fonti di notizie per la stampa internazionale.


lunedì 6 giugno 2011

GIOVANNI FRANZONI: I DUBBI SULLA BEATIFICAZIONE DI WOJTYLA

Per completare quanto riportato nel post riguardante il libro di Ferruccio Pinotti e Giacomo Galeazzi Wojtyla segreto. La prima controinchiesta su Giovanni Paolo II, mi pare quanto mai interessante proporvi la deposizione di Giovanni Franzoni, teologo e padre conciliare, nella postulazione della causa di beatificazione di Karol Wojtyla, il quale è stato convocato espressamente al Vicariato di Roma al fine di portare la sua testimonianza. La sua deposizione giurata risale al 7 marzo 2007 e su questa
 Franzoni ha mantenuto il segreto fino a quando la causa non è stata ufficialmente chiusa, per la fase che riguardava il Vicariato.

 Sui mass media, a fronte del rumoroso coro di voci favorevoli alla beatificazione, nessun cenno è stato fatto alle voci critiche e tanto meno emergevano tentativi di risposta alle obiezioni che pure, in sede di Tribunale, erano emerse, contro la beatificazione.

 In tale contesto Franzoni ha ritenuto di non essere più tenuto al segreto e, dopo aver informato, il 25 novembre 2009, l'apposito Tribunale del Vicariato, ai primi di dicembre rendeva pubblica la sua testimonianza.

domenica 5 giugno 2011

WOJTYLA SEGRETO

Wojtyla segreto.
La prima controinchiesta su Giovanni Paolo II

Giacomo Galeazzi, Ferruccio Pinotti

Chiarelettere

€ 16

La Chiesa non è una democrazia.
Karol Wojtyla, ottobre 1997


Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, rappresenta senz'altro una figura storica degna di nota se consideriamo l'ultimo quarto del secolo passato. Un papa straniero dopo più di quattrocento anni, per di più un papa polacco che sale al soglio di Pietro quando l'Europa era divisa dalla cortina di ferro e che contribuisce - questo è innegabile - alla caduta del comunismo, un papa che raccoglie una marea di persone in piazza San Pietro nei giorni successivi alla sua morte e nel giorno delle sue esequie, con l'invocazione dei "papa boys" acché venga proclamato "Santo subito". Questa è l'immagine che ci ha lasciato il predecessore di Benedetto XVI, quella di un papa buono, comprensivo, capace di dialogare con i giovani, attento alle sofferenze di quanti erano costretti a vivere sotto il comunismo, una figura forte in grado di polarizzare intorno a sé una grandissima di quantità di persone, fedeli e non.
Ma siamo sicuri che la descrizione della figura di Giovanni Paolo II si concluda tutta qui? Siamo sicuri che non esista un "Wojtyla segreto" che è stato lasciato in secondo piano o del tutto ignorato? Giacomo Galeazzi, vaticanista de La Stampa, e Ferruccio Pinotti, giornalista d'inchiesta, si sono dedicati ad un'interessante controinchiesta sulla figura controversa di Karol Wojtyla, ripercorrendo tutta la sua vita attraverso documenti inediti, interviste a personaggi come Lech Walesa o Zbigniew Brzezinski.
Che Karol Wojtyla fosse un predestinato è facile intuirlo fin dalle prime fasi del racconto della sua gioventù; la vocazione nasce durante l'occupazione e ben presto Karol si avvicina ad Adam Sapieha (a sinistra), figura cardine nella vita del futuro papa per iniziare la scalata ecclesiastica. Adam Sapieha è un principe, ordinato vescovo nel 1912, il quale durante la Seconda guerra mondiale organizza un seminario clandestino nel quale studia anche Karol Wojtyla; il 1° novembre 1946 viene ordinato sacerdote dallo stesso arcivescovo Sapieha. Da questo momento in poi, la sua strada è in continua ascesa: nel 1958 è nominato vescovo ausiliare di Cracovia, il 16 luglio 1962 è nominato vicario capitolare di Cracovia dopo la morte del vescovo Baziak, il 13 gennaio 1964 è nominato arcivescovo di Cracovia, il 28 giugno 1967 riceve da papa Paolo VI il titolo di cardinale e, undici anni dopo, il 16 ottobre 1978 diventa papa, assumendo il nome di Giovanni Paolo II e succedendo a papa Luciani, al secolo Giovanni Paolo I. Una carriera rapida e quanto mai importante, che lo porta a scalare le gerarchie ecclesiastiche in circa trent'anni.


lunedì 16 maggio 2011

SALONE DEL LIBRO 2011: UN ALTRO SUCCESSO


Nonostante passino gli anni, il fascino del Salone del Libro di Torino resta immutato al punto che anche quest'anno non ho resistito e sabato 14 maggio gli ho fatto visita. Nel 2011, tra l'altro, il Salone è stato arricchito per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e a tal proposito, nel Salone Oval, che ha ospitato le gare di pattinaggio di Torino 2006, è stata allestita la mostra 1861-2011. L'Italia dei Libri, nata da un’idea di Rolando Picchioni e prodotta dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura con la partecipazione di Telecom Italia e realizzata con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comitato Italia 150.

Racconta centocinquant’anni di storia attraverso la lente del libro e per farlo invita il lettore a percorrere una spirale in cui si intrecciano cinque temi ovvero cinque percorsi di visita: i 150 Grandi Libri, i 15 SuperLibri, i 15 Personaggi, gli Editori, i Fenomeni Editoriali. Attraverso schede, fotografie, giudizi critici, curiosità, volumi originali, oggetti-simbolo (come la bicicletta di Don Camillo qui a destra), volti e voci dei protagonisti (come Pinocchio, a sinistra) in rari documenti d’archivio, il visitatore compie un salto fino agli albori della storia italiana, ritrovando opere, talore poche note, ma capaci di imprimere una svolta, un cambio di passo, opere che hanno trasformato il nostro Paese. La nota curiosa che mi preme sottolineare riguarda un letterato conterraneo. Il primo pannello, quello del 1862, è dedicato a Paolo Giacometti, nato nel 1816 a Novi Ligure e morto nel 1882 a Gazzuolo (Mantova). L'opera presentata è La morte civile, che viene così descritta.
Rappresentato per la prima volta a Fermo nel 1861, portato in scena da alcuni dei maggiori attori italiani tra Otto e Novecento (da Ernesto Rossi a Tommaso Salvini, da Ermete Zacconi a Giovanni Grasso), apprezzato da Emile Zola e Benedetto Croce, il dramma La morte civile sollevò polemiche e discussioni per la tesi anticlericale e anticonciliare che ne sostiene la trama: la necessità di derogare all'indissolubilità del matrimonio religioso in caso di condanna irreversibile ("la morte civile" appunto) di uno dei due coniugi. Un tema di straordinaria modernità che Giacometti affronta, traendo ispirazione dalle proprie personali vicende sentimentali, già negli immediati dintorni dell'Unità d'Italia.


venerdì 13 maggio 2011

DONNE E LETTURA: QUEL BINOMIO CHE...

Visto che a Torino è in corso il Salone Internazionale del Libro, apertosi giovedì scorso e che si concluderà il prossimo lunedì, mi pare del tutto in tema riportare i risultati, relativi al 2010, di una ricerca Istat sullo stato della lettura in Italia. Secondo il famoso istituto di statistica, nel 2010 il 46,8% della popolazione di 6 anni e più ha dichiarato di aver letto, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali, almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista. Nello stesso anno si è registrata una crescita della quota di lettori di libri: dal 45,1% del 2009 si è passati al 46,8%. Rispetto al 2009, inoltre, sono aumentate sia le differenze territoriali sia quelle sociali: la quota di lettori cresce nel Nord-ovest e nel Centro e, soprattutto, tra i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti. Il dato che fa sorridere riguarda la fascia di età: la quota più alta di lettori si registra tra gli 11 e i 17 anni, con un picco tra gli 11 e i 14 anni. Questo andamento tende a decrescere all’aumentare dell’età: infatti, già a partire dai 35 anni, la quota di lettori si colloca intorno al 50% per diminuire in maniera drastica dopo i 65 anni.


mercoledì 11 maggio 2011

CICLISTI IN PERICOLO

Un mezzo all'apparenza tanto innocuo come la bicicletta ci consegna, nell'arco di due soli giorni, due terribili notizie, di quelle che fanno meditare e portano tanto sconforto.
La prima riguarda il corridore belga Wouter Weylandt, 25 anni, che due giorni fa ha perso la vita in una tremenda caduta nella discesa del passo del Bocco, a una ventina di chilometri da Rapallo, arrivo della 3^ tappa del Giro d'Italia, partita da Reggio Emilia; traumi cranico e facciale per il giovane ciclista della Leopard-Trek, che in settembre sarebbe diventato papà e per il quale fin da subito le condizioni sono parse gravissime: nonostante i 40 minuti di rianimazione, non c'è stato nulla da fare, Wouter non ce l'ha fatta. Ieri la carovana del Giro gli ha reso omaggio, correndo unita per tutta la tappa: commuovente la scena di Livorno, quando tutti i corridori della Leopard-Trek hanno superato abbracciati il traguardo, con il gruppo a breve distanza: nessun festeggiamento ieri, niente musica e niente intrattenimento alla fine della tappa, non c'era proprio la voglia né lo spirito. Non è bastato il sostegno del gruppo a permettere alla squadra di Weylandt di continuare la corsa rosa: Tyler Farrar, grande amico nonché suo compagno di squadra, e tutta la Leopard-Trek hanno salutato il Giro d'Italia, vinti dal dolore profondo ed evidentemente insuperabile per la scomparsa di un compagno di squadra molto amato.
La seconda notizia riguarda una ragazza di 27 anni e dalle belle speranze, Pamela Vidale, ricercatrice presso il Dipartimento di Genetica dell'Università di Pavia, che lunedì ha trovato la morte sul pavé di Piazza della Minerva, a Pavia, investita da un autobus. Enorme lo sgomento per il tragico fatto, tutto il Dipartimento è sotto shock, la notizia è piovuta come un masso. Perché era ben voluta, stimata, "speciale, gentile, educata come adesso ce ne sono pochi", ricorda Elena Giulotto, che l'aveva seguita fin dalla laurea triennale ed ora era la sua responsabile per il dottorato di ricerca. Dai colleghi viene descritta come "modesta, attenta al suo lavoro, un percorso costruito con impegno, sorridente con i suoi 27 anni", lei che lavorava sui telomeri e sull'organizzazione dei cromosomi. A breve, a partire dal primo giugno, sarebbe cominciata una nuova avventura: una borsa di studio dal Cnr per lavorare in un ambito in parte diverso, ma comunque di suo interesse. Eppure, anche Pamela come Wouter, ha trovato la morte in sella alla sua bicicletta: per Pamela non è stato un muretto in discesa a farle perdere il controllo del mezzo, bensì la disattenzione di un autista.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...