domenica 18 settembre 2011

FIRMO, VOTO, SCELGO: CONTRO IL PORCELLUM


Come spesso capita quando c'è in ballo qualcosa di troppo importante e al tempo stesso pericoloso, la casta dei politici si compatta e mantiene un religioso silenzio, salvo rarissime eccezioni. E allo stesso modo sulla stampa non si legge quasi nulla in proposito, se non qualche riga relegata nell'angolo di una delle pagine finali. 
È quello che è accaduto e sta accadendo per la raccolta di firme per indire il referendum che mira ad abrogare la legge Calderoli (legge n. 270 del 21 dicembre 2005) ovvero la legge elettorale vigente e con la quale è stato eletto il Parlamento nel 2006 e nel 2008, definita dal suo stesso ideatore, all'indomani dell'approvazione, "legge-porcata". Viene sempre da chiedersi perché l'ammissione della verità giunga sempre in ritardo e mai prima di compiere l'atto scellerato di cui siamo rimasti vittime...
La legge, voluta da Silvio Berlusconi che il 4 ottobre 2005 "minaccia la crisi di governo nel caso in cui non venisse approvata la riforma elettorale proporzionale", ha modificato il precedente sistema in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze. Un primo tentativo di abrogazione del Porcellum (come venne definita dal politologo Giovanni Sartori sul Corriere) era già stato tentato due anni fa, nel 2009: allora si sono tenuti tre referendum abrogativi, tesi a modificare tale legge in più punti, ma purtroppo non sono riusciti a raggiungere il quorum del 50% più un elettore e quindi sono stati dichiarati non validi.


Nel luglio di quest'anno, il Comitato referendario per i collegi uninominali ha presentato in Corte di Cassazione due richieste di referendum abrogativo, aventi ad oggetto la disciplina vigente per l’elezione dei due rami del Parlamento, come modificata dalla legge 21 dicembre 2005, n. 270, recante "Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica". Il primo quesito, individuato dal colore blu, propone l’abrogazione integrale di tutte le disposizioni di modifica della disciplina elettorale per la Camera e per il Senato introdotte dalla legge n. 270 del 2005, recependo la proposta avanzata da Pierluigi Castagnetti nel 2007 in un seminario di Astrid. Il secondo quesito, individuato dal colore rosso, è di tipo "parziale", perché abroga non l’intera legge Calderoli ma le singole disposizioni della stessa e, precisamente, le disposizioni che sostituiscono le due leggi approvate il 4 agosto 1993, rispettivamente n. 277 ("Nuove norme per l’elezione della Camera dei deputati") en. 276 ("Norme per l’elezione del Senato della Repubblica"). Il secondo quesito costituisce una variante del primo, ma ha il medesimo obiettivo: con una tecnica abrogativa mirata, una sorta di "taglia-e-cuci", elimina la disciplina introdotta dalla legge Calderoli per ripristinare la legge Mattarella
I due quesiti non si limitano alla sola abrogazione della legge Calderoli, ma, attraverso questa azione, mirano a produrre la reviviscenza del cosiddetto Mattarellum, legge attraverso la quale l’Italia ha conosciuto, per la prima volta nella sua storia politica, l’alternanza degli schieramenti di governo nel 1996 e nel 2001. Il Mattarellum, attraverso i collegi uninominali, ha permesso all’elettore di scegliere direttamente il candidato del proprio territorio, rendendo effettivo il diritto di voto che la lista bloccata invece svilisce, costringendo l’elettore a ratificare scelte fatte da pochi, trasformando il Parlamento in un consesso di nominati e non di eletti. Pur prevedendo una quota di seggi attribuiti con metodo proporzionale, assicurando così una legittima rappresentanza anche alle forze politiche più piccole, il Mattarellum conteneva una soglia di sbarramento implicita del 4%, e non quella ben più piccola del Porcellum, causa di frammentazione e divisione, pari all’1-2% per le forze politiche che partecipano ad una coalizione.
Nonostante il silenzio dei mezzi di comunicazione, la mobilitazione è stata grande e gli stessi promotori del referendum sono fiduciosi sulla possibilità di raggiungere le 500mila firme entro il 20 settembre, data entro la quale i moduli di raccolta firme devono essere inviati alla sede nazionale del Comitato promotore. Speriamo bene: solo con il referendum, abbiamo la possibilità di farci sentire e di smuovere i politici, che altrimenti promettono di modificare la legge elettorale, ma poi, tra liti e false promesse, non cambiano nulla per non smontare un sistema costruito a loro immagine, somiglianza e convenienza.

Tutte le info sono disponibili su: www.firmovotoscelgo.it

3 commenti:

  1. Grazie per la sintesi efficace. Utile: una delle non molte voci nel deserto mediatico. Occhio però all'impaginazione: dev'esserci un taglia-incolla venuto male tra l'ultimo e il penultimo paragrafo. g

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  2. Sistemata l'impaginazione: spostando l'immagine, si era spostato il testo e su di esso si era copiato il collegamento ipertestuale.

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  3. Firmare per fermare questa legge elettorale è molto importante. Torniamo a farci sentire con un nuovo referendum.
    Metterò anche nel mio blog (http://peggiocheandardinotte.blogspot.com) un banner per ricordarlo.

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