L'ombra del vento
Carlos Ruiz Zafón
Oscar Mondadori
€ 13
Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano i primi giorni dell'estate del 1945 e noi camminavamo per le strade di una Barcellona intrappolata sotto cieli di cenere e un sole vaporoso che si spandeva sulla rambla de Santa Mónica in una ghirlanda di rame liquido.
«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»«Neppure alla mamma?» domandai sottovoce.Mio padre sospirò, trincerandosi dietro il sorriso dolente che lo seguiva come un'ombra nella vita. «Ma certo» rispose a capo chino. «Per lei non abbiamo segreti. A lei puoi raccontare tutto.»
Non capita spesso di rimanere rapiti da un libro fin dalla prima pagina, di desiderarne la lettura come l'ossigeno per respirare, di scoprirne lentamente il delicato linguaggio in un crescendo di emozioni di cui godere pagina dopo pagina.
Eppure, come poche volte mi è capitato nella mia carriera di lettore, Carlos Ruiz Zafón mi ha letteralmente conquistato dopo la prima pagina de L'ombra del vento: la sua scrittura, fluida e ricercata, si muove con una levità capace di instillare progressivamente, in chi legge, curiosità e godimento. Le atmosfere della Barcellona di metà Novecento restituiscono il fascino e il mistero di una città costretta a soccombere sotto i fuochi della Guerra civile spagnola, prima, e della Seconda guerra mondiale, poi: gli scorci fotografati da Zafón, che vengono riproposti a più riprese, ogni volta si arricchiscono di un particolare visivo, olfattivo od uditivo, che definisce meglio il milieu in cui si muovono i protagonisti. I suoi personaggi sono accompagnati da minuziose descrizioni, per nulla noiose e, anzi, in grado di costruire plasticamente il personaggio stesso sulla pagina del libro. Ma il particolare che maggiormente mi ha impressionato è la loro voce: ognuno di essi è un'entità a sé stante, capace con lo scorrere delle pagine di incastrarsi perfettamente con gli altri e con la storia; ciascun personaggio vive, in un certo senso, di vita propria, mostra enormi capacità intellettive e spesso, attraverso monologhi più o meno lunghi, tratteggia egli stesso la propria personalità, scavando nel proprio passato o attingendo al proprio presente. Ritengo tutto questo quanto mai meraviglioso, una qualità che mostra, senza alcuna ombra di dubbio, quanto lo scrittore tenga a far uscire i personaggi dal libro affinché vivano e diventino "amici" del lettore. Nei giorni in cui leggevo L'ombra del vento, ho avuto l'impressione che Daniel, Fermín, Nuria, Julián e gli altri personaggi mi facessero compagnia, vivessero con me ed io con loro al punto che il desiderio nel proseguire la lettura è diventato morboso: ero seriamente interessato alle loro azioni, a cosa avrebbero fatto o pensato, a come si sarebbero comportati, dove avrebbero condotto la mia immaginazione. A dimostrazione dell'attenzione di Zafón per i personaggi, nelle pagine finali del libro, un intero capitolo, Dramatis personae, è dedicato a raccontare le loro vite negli anni successivi alla storia che costituisce il nucleo centrale del libro.
Fin qui ho tessuto le lodi del libro e non potevo non farlo, viste le sue indubbie qualità: a tal proposito è bene ricordare che il libro, uscito in sordina in Spagna nel 2001, è divenuto un caso editoriale premiato da un successo in tutto il mondo al punto che, dopo sette anni, sono state registrate otto milioni di copie vendute (fonte: Wikipedia). E se proprio devo trovare un difetto, seppur minimo, vi dirò che mi ha lasciato leggermente deluso il finale: la storia si conclude come da copione, senza colpi di scena o finale ad effetto, seguendo il naturale ordine della storia; una fine certamente felice, in cui - per dirla con una formula abusata - il bene trionfa sul male, un finale che tutto sommato è giustificato, ma lascia una lieve insoddisfazione.
Non vi racconterò la trama, non voglio togliervi il desiderio di gustarvi un ottimo romanzo e di immergervi in un'atmosfera magica; tratteggerò, a mo' di schizzo, in breve la storia, lasciando a voi il gusto di scoprire il resto. Il protagonista è Daniel Sempere, ragazzo curioso e vivace, talora ingenuo e testardo, che vive con il padre, un libraio, a Barcellona, nel ricordo della mamma prematuramente scomparsa. Nella mattina del suo undicesimo compleanno, tormentato dal fatto che non riesce più a ricordare il volto della madre, il padre lo accompagna al Cimitero dei Libri Dimenticati, una gigantesca biblioteca che custodisce migliaia di volumi sottratti all'oblio. Secondo tradizione, Daniel viene invitato ad adottare uno dei libri e a promettere di averne cura per tutta la vita: la scelta ricade proprio su L’ombra del vento, opera dello sconosciuto Julián Carax. Daniel inizia a leggere il libro e lo divora, tanto ne è rapito; l'entusiasmo lo porta a cercare altri libri dello stesso autore, ma si trova a scoprire che la copia in suo possesso potrebbe essere l’unica sopravvissuta. Infatti, un uomo misterioso e dal volto rovinato da un incendio, tal Laìn Coubert, da anni è alla ricerca degli scritti di Carax per darli alle fiamme. Daniel, afflitto da una curiosità difficile da tenere a bada, inizia così ad indagare sul mistero, che ha attinenza con l'incapacità a ricordare il volto della madre deceduta. Da qui in poi, lascio tutto nelle vostre mani, anzi, ai vostri occhi: buona lettura e buon divertimento!
P. S. g, infinitamente grazie per lo splendido regalo! Cosa mi sarei perso se non l'avessi letto!
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