giovedì 15 ottobre 2009

QUALCHE PAROLA SULL'INFLUENZA

Ormai siamo stati tutti investiti dall'onda mediatica della nuova influenza suina, la cosiddetta influenza A H1N1: non si contano le parole spese al riguardo da molti mezzi di comunicazione. Fortunatamente ci rimane Internet, che, come in molte altre occasioni, ci aiuta ad aprire gli occhi su molti aspetti della nostra vita quotidiana.
A tal proposito, si può ascoltare un intervento dell Dott. Serravalle, pediatra, che ci aiuta a sgombrare il campo da molti interrogativi.
Innanzitutto val la pena mettere subito in chiaro che l'influenza suina che tanto terrorizza è un'influenza come le altre, con i soliti sintomi infuenzali come malessere generale, stanchezza, artromialgie e altri. In generale, così come vale per altri virus influenzali e parainfluenzali, il riconoscimento preciso del virus causante l'influenza suina è molto difficile: i comuni test disponibili hanno una sensibilità che va dal 10 al 60%.
Tuttavia sembra molto contagiosa e questo spiega perchè è stato dichiarato lo stato di pandemia. Eccolo qui l'altro inghippo: al fine di adattarla a scopi commerciali, la definizione di pandemia è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità ovvero della mortalità che la malattia può provocare cosicchè un virus che circola molto frequentemente (gli anticorpi contro questo virus erano presenti nel sangue di infermieri messicani, da dove partì due anni fa l'influenza) diventa una pandemia.
Questa influenza, in base ai dati attuali, provoca meno morti rispetto ad altre influenze: la mortalità, ossia il numero di morti rispetto al totale dei casi segnalati, è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% in America; potrebbe essere ancora inferiore, considerando che i pazienti con sintomi lieve sfuggono alla sorveglianza e quindi i contagiati potrebbero essere molto di più. Le morti, che maggiormente terrorizzano l'opinione pubblica, sono spesso da ascrivere ad altre patologie, in particolare di tipo cronico, in grado cioè di portare un abbassamento generale delle difese immunitarie.
Nonostante questi dati confortanti, i media hanno diffuso il panico. E non è certo la prima volta, gli illustri sono precedenti: nel 2005, per esempio, l'OMS aveva previsto fino a 7 milioni di morti per l'influenza aviaria, mentre alla fine della stessa furono 272.
La cosa più incredibile è che per questo vaccino, come conclude il dottor Serravalle, non esiste uno studio di efficacia e sicurezza pubblicato su una qualsiasi rivista internazionale. Vi pare accettabile?

Tutte queste notizie, che non si sentono da altre fonti, sostanziano la seguente considerazione: la pandemia di cui tanto si parla è un perfetto caso di invenzione di una malattia, un prodotto di marketing che sta godendo di una pubblicità gratuita su qualunque mezzo di comunicazione.

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