Ieri, da Salerno, in occasione della chiusura della Festa della Libertà, Berlusconi ha gettato nuovamente, sempre da gran trascinatore, benzina sul fuoco della discussione politica, di per sè già molto animata.
Il punto del suo discorso che maggiormente colpisce è quello che attacca nuovamente la Consulta.
Ritengo che la misura a questo punto sia colma: passi la critica ad una decisione non condivisa, che ciascuno può fare e che può essere dettata dall'emozione del momento. Non può invece passare la delegittimazione forte e senza limiti ad un organo istituzionale qaule è la Corte, le cui decisioni vanno necessariamente rispettate al fine di rimanere nell'alveo dello Stato di diritto che caratterizza il nostro vivere civile. Nessuno, tanto meno il Presidente del Consiglio dei Ministri, è esentato dal rispettare una sentenza della Corte.
La bocciatura del lodo Alfano, per amore di precisione, era una decisione facilmente prevedibile, data la materia trattata, sebbene nel 2004 la Corte avesse soprasseduto sul particolare, ritenendolo "assorbito" da altri rilievi, così come ha esemplificato sul Corriere della Sera del 9 ottobre il professor Grevi.
Il punto del suo discorso che maggiormente colpisce è quello che attacca nuovamente la Consulta.
(...) non permetteremo di nuovo che la volontà popolare non venga rispettata, che non venga rispettato il Parlamento, come è accaduto da poco con la decisione della Corte costituzionale.
Ritengo che la misura a questo punto sia colma: passi la critica ad una decisione non condivisa, che ciascuno può fare e che può essere dettata dall'emozione del momento. Non può invece passare la delegittimazione forte e senza limiti ad un organo istituzionale qaule è la Corte, le cui decisioni vanno necessariamente rispettate al fine di rimanere nell'alveo dello Stato di diritto che caratterizza il nostro vivere civile. Nessuno, tanto meno il Presidente del Consiglio dei Ministri, è esentato dal rispettare una sentenza della Corte.
La bocciatura del lodo Alfano, per amore di precisione, era una decisione facilmente prevedibile, data la materia trattata, sebbene nel 2004 la Corte avesse soprasseduto sul particolare, ritenendolo "assorbito" da altri rilievi, così come ha esemplificato sul Corriere della Sera del 9 ottobre il professor Grevi.
In quella occasione la Corte costituzionale non aveva nemmeno esaminato il profilo di incostituzionalità su cui si è fondata, invece, la sentenza dell' altroieri, ritenendolo «assorbito» dall' accoglimento di altre più settoriali eccezioni, espressamente sollevate. Tanto è vero che, quando il presidente Napolitano, nel promulgare il Lodo Alfano, si era riferito proprio a quella precedente sentenza costituzionale, aveva tenuto a precisare come solo «ad un primo esame» la nuova legge non risultasse affetta da manifesta incostituzionalità. Questo, infatti, e soltanto questo è il livello di valutazione consentito al capo dello Stato nel momento di promulgare le leggi, ferma restando ovviamente la competenza della Corte costituzionale per ogni più approfondito giudizio. Così è avvenuto, per l' appunto, anche nel nostro caso, attraverso la sentenza che tante polemiche sta suscitando.
Sono assolutamente d'accordo con te, così come condivido il commento che hai lasciato sul mio blog. Il Pdl ha il problema opposto al Pd: se in quest'ultimo non esiste nessun leader che possa guidare il partito in modo autorevole, il Pdl si identifica quasi totalmente con Berlusconi, con tutto ciò che ne consegue. E' proprio questo il problema su cui invito i parlamentari Pdl a riflettere nel mio post.
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