domenica 10 ottobre 2010

A PROPOSITO DELLA FICTION SU GIRA E POLLASTRI

Le imprecisioni sui particolari della fiction su Pollastro e Girardengo, andata in onda la scorsa settimana su RaiUno, sono varie; navigando su Novionline.net, mi sono imbattuto in un interessante e preciso articolo a firma di Benedetta De Paolis, che fa letteralmente le pulci alla fiction che si è attirata dietro molte critiche.
Partendo dall'inizio, la fiction si apre nella Novi del 1910 con i due protagonisti, bambini, coetanei, con la stessa passione per la bicicletta e la stessa condizione di povertà. 
Nella realtà i due hanno sei anni di differenza: Costante Girardengo nasce a Novi Ligure nel 1893, mentre Sante Pollastro nasce sempre a Novi Ligure nel 1899; inoltre, come già avevo sottolineato, non si sa con certezza se siano stati amici, sebbene certamente si siano incontrati più volte. Sempre nella fiction, nel 1922, quando Sante esce di prigione, incontra Girardengo che lavora nei campi e i due, ritrovatisi, continuano ad allenarsi insieme; in realtà, all'epoca, Giarardengo era già all'apice della sua carriera ciclistica.
 La fiction appare anche molto romanzata dalla presenza femminile di Mela, la donna tacitamente contesa tra Gira e Sante da ragazzi, la quale 
crea una momentanea rottura tra i due quando viene salvata dal bordello in cui lavora da Sante, con il quale nasce una storia di cui Girardengo è geloso. 
Particolare importante a tal proposito è il seguente: secondo la fiction, il primo omicidio di Sante è stato commesso proprio nei confronti di colui che aveva violentato Mela, un merciaio, mentre nella realtà Sante Pollastro uccide per la prima volta un carabiniere durante la sua prima rapina; sebbene diverse siano le ipotesi sul primo omicidio di Pollastro, nessuna trova supporto in alcuna documentazione e in nessun caso si parla del merciaio e di una violenza carnale nei confronti di una donna di cui Sante si era invaghito.
 Nella fiction sono addirittura Girardengo e la moglie Agostina a prendersi cura di una Mela partoriente del figlio di Sante mentre il bandito viene creduto morto.
La stessa De Paolis definisce "tragicomica" la scena finale in cui, durante una gara di Parigi, a pochi metri dal podio, Sante corre incontro a Costante che, per salvarlo dalla sparatoria, si butta invano con la bici contro ai poliziotti armati invece di vincere una gara molto importante.
Ultima nota: nessuna scena del film è stata girata a Novi Ligure; a parte le riprese nei campi e nei viali di campagna, le scene cittadine riprendono strade che, seppur cambiate negli anni, non sono certamente quelle novesi.

Anche il sindaco di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano, è piuttosto perplesso sia sulla verosimiglianza della trama sia sulla ricostruzione dei personaggi e sugli aspetti insoliti dell'ambientazione storica. I grassetti della dichiarazione non erano presenti nel testo originale e li ho inseriti io al solo fine di attirare l'attenzione sugli aspetti più importanti del primo cittadino novese.

La fiction andata in onda su RaiUno potrebbe anche essere discreta, se non fosse legata a Novi (Ligure: da quando ci sono gli ulivi? e si parla in toscano?) e a Sante Pollastri e Costante Girardengo. Certo è che senza questi due nomi famosi, non avrebbe avuto una così grande audience. Mi rendo conto che una fiction, per definizione, debba rispondere a regole diverse rispetto ad un documentario, ma è anche vero che non si può stravolgere la realtà. Lascia desiderare anche la ricostruzione (non la definirei nemmeno storica) dell'epoca: quando mai gli operai che giravano con gli zoccoli ai piedi e mangiavano una volta al giorno, sarebbero andati a lavorare con le scarpe nuove ricevute in dono? Più verosimilmente, le avrebbero conservate per la domenica e le feste comandate. Anche la figura di Biagio Cavanna (il masseur, ndr), che segue i ciclisti con un'automobile lussuosa, è piuttosto improbabile. Infine, non risulta un'amicizia così stretta tra Girardengo e Pollastri. Può darsi che si conoscessero, visto che all'epoca Novi era una piccola città, ma da qui a farne due amici per la pelle come risulta dalla fiction, ce ne passa. In ogni caso, sia dai libri scritti finora su Pollastri, sia dai racconti delle persone che hanno conosciuto entrambi, non emerge questo rapporto così stretto tra i due protagonisti della storia".

Insomma, cari amici, appare chiaro da questi due contributi che la fiction, a parte la quota di fantasia e romanzo assolutamente lecita, sia andata oltre la realtà fattuale, distorcendo anche i dati storici, peraltro facilmente verificabili in quanto puntualmente riportati nel libro di Ventura, da cui la fiction stessa trae spunto. Resta sempre l'ammonimento già ricordato: inventare e romanzare sì, falsare la realtà e non prestare attenzione ai particolari no.

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