venerdì 4 settembre 2009

TANTI AUGURI AL MAC!

Sfogliando l'ultimo numero di Max, a pagina 128 mi imbatto in un servizio fantastico: Douglas Coupland, scrittore canadese, fa gli auguri al Mac per i suoi primi 25 anni (l'articolo tradotto è uscito nel numero invernale della rivista Intelligent Life). Dell'amico Mac avevo parlato in un precedente post, a proposito dell'apertura di un museo a Quiliano (SV), in Liguria.
Dal lontano 24 gennaio 1984, quando a Cupertino (California) viene presentato il Macintosh 128K, sono passati venticinque anni e lui, il Mac, è sempre più avanti, non sente pesare il quarto di secolo passato. Dal primo Macintosh, ossia "il primo computer (...) che si poteva usare con un mouse e un'interfaccia grafica, invece di una riga di comando", fino ai nostri MacBook e iMac: salti avanti mostruosi, che ci hanno regalato un mezzo stratosferico, capace di tutto e di più.




Ho preso in mano un Mac per la prima volta tre anni fa e da allora non me ne sono mai staccato; usandolo si entra nella mentalità Mac e non si riesce a tornare indietro. Il punto di non ritorno sta a poche ore dalla messa in funzione: la velocità, la grafica e la semplicità d'uso fanno scoppiare subito l'amore.
La fortuna del Mac, come sapranno i suoi utenti, sta in effetti nella estrema facilità e intuitività nel navigare tra i programmi, virtù che, purtroppo, mancano ancora agli altri computer. Le possibilità di lavoro sono tantissime, tutte accompagnate dalla sua interfaccia intuitiva e dalla capacità di calcolo: caratteristiche che certamente possono spiegare perchè esso abbia avuto molto successo tra coloro che per lavoro devono elaborare sole immagini o immagini e testo. Il Mac è un campione assoluto in questo genere di lavoro: tutto si può realizzare con poche mosse e i risultati sono incomparabili. Senza dimenticare che il Mac è quasi immune a virus e spam.
Non sto facendo del proselitismo: è l'accusa che ci viene spesso fatta quando parliamo della nostra creatura; descriviamo semplicemente alcune sue caratteristiche, che per tutti appaiono subito sensazionali. Per fare un altri esempi: installare un programma ritiene pochi secondi, dal momento che basta trascinare l'immagine disco del programma nella cartella "Applicazioni". Oppure avere la possibilità di tenere molti programmi aperti contemporaneamente (io di solito ne ho circa una decina) senza preoccuparsi di un crash.

Per concludere quest post di celebrazione sul Mac, vi propongo alcune frasi, che ho particolarmente gradito, estratte dall'articolo di Coupland.

  • Quando scrivi qualcosa con una penna, pensi alle parole, non alla penna. Quando crei qualcosa con un Mac, pensi al tuo progetto, non al Mac. Diventa invisibile e stimola la creatività.
  • Pensiamo a come sarebbe vivere senza Mac. Immaginate gli anni Sessanta e Settanta senza la tv, gli anni Trenta senza la radio, il Rinascimento senza la prospettiva. Tutto sarebbe stato meno ricco e definito.
  • Ha democratizzato molte competenze e ambiti di conoscenza che prima erano riservati a un'élite, come l'editoria e l'editing video e audio.
  • Era un buon prodotto, anzi come dicevano i suoi realizzatori, era una figata pazzesca.
  • A ripensarci oggi, la cosa divertente era lo scetticismo di tutti all'idea di passare al Mac. Direttori ed editori si aggiravano per l'ufficio sbuffando: non funzionerà mai.

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