Immaginatevi una domenica di settembre, ancora riscaldata da un sole cocente e con un cielo terso, la voglia di lasciare la mente libera per svuotarsi e rilassarsi. Spinto da questo dolce pensiero, domenica scorsa sono partito verso le tre e mezza circa del pomeriggio alla volta di... una meta in parte sconosciuta anche a me, che avrei deciso cammin facendo.
Da Vignole Borbera ho risalito tutta la val Borbera, affollata di gente che si gustava ancora il fiume, oltrepassando Cabella Ligure e arrivando a Capanne di Cosola, il punto più alto della valle; particolare curioso: partito da Vignole con una temperatura di 25 °C, lassù, alle Capanne di Cosola, la stessa era scesa a 17 °C! Mi fermo un attimo per ammirare il panorama dei colli dell'Appennino, che si rincorrono, uno dietro l'altro, in una verde distesa.
Proseguo il viaggio scendendo in direzione di Santa Margherita Staffora e, una volta giunto nella sede municipale di Casanova Staffora, svolto a destra in direzione di Brallo di Pregola: questa località, centro federale di tennis, è nota, tra le altre cose, per ospitare campi estivi per bambini dai 6 ai 16 anni. Immersi nella pace dell'Appennino, l'atmosfera di questi posti consente di ritemprare lo spirito e di godersi la vista di paesaggi molto gradevoli: così ho deciso di fermarmi per sgranchirmi un po' le gambe e respirare un po' di aria buona, al fresco degli alberi.
Il viaggio è continuato verso il passo del Penice, cui si giunge dopo circa 10 chilometri, attraversando il comune di Menconico. Il passo del Penice mette in comunicazione la valle Staffora, lombarda, con la Val Trebbia, emiliana, e si trova lungo la ex SS 461 del passo del Penice (recentemente asfaltata nel tratto che ho percorso). Qui è presente un piazzale con parcheggio e bar, in quanto il passo è sede di sosta e relax per numerosi motociclisti: non vi dico quanti ne ho incontrato e quanti mi hanno sorpassato! Ma l'aspetto più importante è il panorama (nella foto sopra), che domina l'alta Val Tidone, le ultime colline dell'Oltrepo e la Pianura Padana; stando a quanto dice Wikipedia alla voce Passo del Penice, "in giornate serene è possibile persino scorgere, dietro le vette sul confine, vette dell'Oberland bernese come la caratteristica piramide sghemba del Finsteraarhorn." Sul piazzale è posta la statua di San Colombano, diventato dal 23 novembre 2002 santo patrono dei motociclisti.
Oltrepassato il passo del Penice (scusate il gioco di parole), dopo circa dieci chilometri, sono sceso verso l'abitato di Bobbio, paesino da cui sono rimasto piacevolmente impressionato per lo scorcio della piazza con la fontana e le abitazioni in pietra. La mancanza di tempo mi ha impedito di girarlo, ma mi sono riproposto di tornarci per apprezzarlo meglio.
Da Bobbio ho preso la strada per Genova, la SS 45, per scendere verso la Val Bisagno , toccando Ottone e Corte Brugnatella, in territorio emiliano, e poi Gorreto, Rovegno, Montebruno fino a Torriglia, in terra ligure. Da qui, dopo un breve giro nel paese, ho proseguito verso Montoggio e Casella per giungere a Busalla, da dove ho imboccato la SP 35 dei Giovi, attraversando Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Pietrabissara, Rigoroso e Arquata Scrivia e, da qui, mi sono diretto a Vignole Borbera.
Finalmente, dopo cinque ore di viaggio, inframezzate da poche pause, ho fatto ritorno a casa e mi sono riposato gustandomi una bella pizza margherita. Nonostante la stanchezza, sono rimasto contento del pomeriggio trascorso a visitare posti nuovi, alcuni dei quali seriamente meravigliosi.
Da Vignole Borbera ho risalito tutta la val Borbera, affollata di gente che si gustava ancora il fiume, oltrepassando Cabella Ligure e arrivando a Capanne di Cosola, il punto più alto della valle; particolare curioso: partito da Vignole con una temperatura di 25 °C, lassù, alle Capanne di Cosola, la stessa era scesa a 17 °C! Mi fermo un attimo per ammirare il panorama dei colli dell'Appennino, che si rincorrono, uno dietro l'altro, in una verde distesa.
Proseguo il viaggio scendendo in direzione di Santa Margherita Staffora e, una volta giunto nella sede municipale di Casanova Staffora, svolto a destra in direzione di Brallo di Pregola: questa località, centro federale di tennis, è nota, tra le altre cose, per ospitare campi estivi per bambini dai 6 ai 16 anni. Immersi nella pace dell'Appennino, l'atmosfera di questi posti consente di ritemprare lo spirito e di godersi la vista di paesaggi molto gradevoli: così ho deciso di fermarmi per sgranchirmi un po' le gambe e respirare un po' di aria buona, al fresco degli alberi.
Il viaggio è continuato verso il passo del Penice, cui si giunge dopo circa 10 chilometri, attraversando il comune di Menconico. Il passo del Penice mette in comunicazione la valle Staffora, lombarda, con la Val Trebbia, emiliana, e si trova lungo la ex SS 461 del passo del Penice (recentemente asfaltata nel tratto che ho percorso). Qui è presente un piazzale con parcheggio e bar, in quanto il passo è sede di sosta e relax per numerosi motociclisti: non vi dico quanti ne ho incontrato e quanti mi hanno sorpassato! Ma l'aspetto più importante è il panorama (nella foto sopra), che domina l'alta Val Tidone, le ultime colline dell'Oltrepo e la Pianura Padana; stando a quanto dice Wikipedia alla voce Passo del Penice, "in giornate serene è possibile persino scorgere, dietro le vette sul confine, vette dell'Oberland bernese come la caratteristica piramide sghemba del Finsteraarhorn." Sul piazzale è posta la statua di San Colombano, diventato dal 23 novembre 2002 santo patrono dei motociclisti.
Oltrepassato il passo del Penice (scusate il gioco di parole), dopo circa dieci chilometri, sono sceso verso l'abitato di Bobbio, paesino da cui sono rimasto piacevolmente impressionato per lo scorcio della piazza con la fontana e le abitazioni in pietra. La mancanza di tempo mi ha impedito di girarlo, ma mi sono riproposto di tornarci per apprezzarlo meglio.
Da Bobbio ho preso la strada per Genova, la SS 45, per scendere verso la Val Bisagno , toccando Ottone e Corte Brugnatella, in territorio emiliano, e poi Gorreto, Rovegno, Montebruno fino a Torriglia, in terra ligure. Da qui, dopo un breve giro nel paese, ho proseguito verso Montoggio e Casella per giungere a Busalla, da dove ho imboccato la SP 35 dei Giovi, attraversando Ronco Scrivia, Isola del Cantone, Pietrabissara, Rigoroso e Arquata Scrivia e, da qui, mi sono diretto a Vignole Borbera.
Finalmente, dopo cinque ore di viaggio, inframezzate da poche pause, ho fatto ritorno a casa e mi sono riposato gustandomi una bella pizza margherita. Nonostante la stanchezza, sono rimasto contento del pomeriggio trascorso a visitare posti nuovi, alcuni dei quali seriamente meravigliosi.
Al posto della chiesa di s.marg.staffora si erigeva il castello dei malaspina di cui sto cercando documenti e foto,Più sotto una loro residenza di campagna antica osteria prima di proprietà della mia famiglia
RispondiEliminawww.osteriapizzeria.it