venerdì 9 novembre 2007

LA SCONFITTA DELL'ITALIA

L'articolo odierno di Piero Ostellino sul Corriere si conclude così: "Molto rumore per nulla". Non si tratta di ricordare una famosa opera di Shakespeare quanto invece del giudizio netto su quanto avvenuto in questa settimana riguardo al pacchetto-sicurezza.
Si è trattato solo dell'ultimo esempio di come l'esecutivo Prodi non sta governando l'Italia: a partire dal ministro Amato che al Tg1 parla di un disegno di legge e il giorno dopo, in occasione dell'assassinio della signora Reggiani, di un decreto legge fino al ministro Ferrero, molto critico sui provvedimenti più severi del testo (che, nel caso fosse rimasto tale, sarebbe stato votato a larga maggioranza), il quale alla fine esulta perchè gli stessi sono stati addolciti, se non proprio resi inutili. Questo è ciò che è successo nei palazzi del potere, mentre la gente comune, quella costretta sempre più a difendersi da sola, ha paura del clima che si è venuto a creare, è adirata perchè ormai si deve guardare attorno con mille e più occhi per salvare la pelle. Tutto ciò non è assolutamente tollerabile in un Paese che si definisce civile.
Ciononostante, ancora una volta, Prodi e compagni hanno preferito soddisfare l'ala estrema della coalizione per poter durare al potere anzichè soddifare la richiesta di maggior sicurezza che viene dal popolo: ha calato le braghe, perciò, a chi sempre difende "l'immigrazione irregolare, sempre ai confini, se non oltre, del crimine" per eccesso di buonismo e lassismo, che, praticati da anni, ci hanno fatto precipitare nella situazione odierna; ha assecondato chi afferma che in fondo le baraccopoli abusive ci sono da un bel pezzo e finora non hanno dato fastidio; ha ascoltato gli stessi che, il giorno successivo alla scrittura della bozza di decreto legge, allarmata, ha chiesto spiegazioni riguardo i tanti romeni che si avvicinavano a un bus per tornare a casa (bontà loro, se scappano hanno paura di qualcosa: la gente onesta, pulita, è rimasta tranquillamente in Italia).
Alla fine potrà essere espulso solo chi delinque (il che non è certo una novità) e chi "rappresenta un pericolo per la convivenza civile", formula la cui genericità racchiude benissimo la situazione di compromesso a favore della sinistra estrema.
Pertanto si può essere convintamente d'accordo con Ostellino quando sostiene che "ha vinto la Romania" e "ha perso l'Italia": i delinquenti romeni, sottoposti a leggi severe e pene certe, emigrano in Italia, dove il lassismo della classe politica, una legislatura confusa, la non sicurezza di scontar la pena grazie a una magistratura sempre comprensiva e condiscendente sono motivi più che validi per immaginare che qui siamo nel paese di Bengodi.

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