sabato 9 febbraio 2008

STRANI MOVIMENTI

«Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quello che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi».
Come si può facilmente capire, a pronunciare queste parole era stato non più tardi di due mesi fa Gianfranco Fini nel corso dell'assemblea nazionale di An.
«Io sono il presidente di Alleanza nazionale, non una pecora» aveva anche aggiunto, proprio a marcare nettamente la sua posizione.
E ora cos'é successo? An non ha deciso di correre insieme a Forza Italia in un'unica lista? Mah, che strano! In due mesi, Fini è passato da un pubblico smarcamento da Berlusconi (proprio quando lo stesso tentava un accordo sulla legge elettorale con Veltroni) a una lista comune: e la coerenza dov'é andata a finire?
Ma, oltre alla lista comune, la coerenza di Fini ha avuto un altro scivolone riguardo la decisione sulle elezioni anticipate: da referendario della prima ora, il presidente di An è invece passato a chiedere di andare alle elezioni con l'attuale legge elettorale, il Porcellum.

Per quanto riguarda il centrodestra in toto, la situazione si va delineando sempre più e questo è un problema: ci siamo affannati fino a ieri a criticare la coalizione di sinistra-centro (perchè tale era) per la sua profonda eterogeneità e, più in generale, abbiamo chiesto una legge elettorale con uno "sbarramento serio" e invece ciò che sta succedendo sembra una replica del passato. Si sta contrattando il voto di tutti i "nanetti", con l'invito a entrare nel Pdl, al fine di mettere su una coalizione eterogenea e probabilmente vincente, ma che potrebbe avere qualche problema di convivenza nel corso della legislatura. Vedremo l'evolversi dei fatti, ma questa sembra essere la tendenza.
Solo l'Udc si distingue, con la chiara presa di posizione di non voler entrare nel Pdl per fusione, ma piuttosto attraverso una federazione, pur rinnovando la fedeltà al centrodestra perchè quella è la sua collocazione, come afferma il leader Casini.

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