Leggere Io e Giò dopo aver letto Qualcosa è cambiato permette di partire già preparati, già abituati alla scrittura sciolta e frizzante di Franca Barzizza. Tuttavia Io e Giò differisce dal secondo lavoro dell'autrice in quanto le protagoniste principali sono le donne, continuamente tormentate da gioie e dolori, sempre alla ricerca di un equilibrio interiore difficile da trovare in quanto condizionato dagli eventi esterni e dall'accidentato rapporto di coppia, che in alcuni momenti è asfittico e troppo pesante. Poi, all'improvviso, alcuni avvenimenti permettono di capire che forse i momenti difficili sono alle spalle e si può tornare a vivere appieno con l'uomo che si ama; oppure ci si mette a pensare al passato, ai propri familiari, descritti con meticolosità e attenzione per i loro tratti caratteristici, ritratti di uomini e donne d'altri tempi, quei tempi in cui la vita era più dura e non ci si poteva tirare indietro dinanzi alle difficoltà. Anzi, da quelle si doveva trarre linfa nuova per andare avanti senza abbattersi, da quelle si ritrovava la concordia persa poco prima, da quelle si ripartiva per crescere. Un capitolo del tutto particolare, dall'indubbio sapore autobiografico - sapore che in realtà è rintracciabile lungo tutto il libro - è quello dedicato a Mio padre: solo a scrivere il nome, dice l'autrice, "mi si spezza il cuore" perché "è stato il punto fermo della mia vita, un sole alto nel cielo, pronto ad indicarmi la strada". Una frase, come se ne trovano altre nel capitolo, in grado di far vibrare l'anima, capace di farci percepire la grandiosità e l'importanza di quest'uomo e l'importanza, lo spessore umano e morale di un padre capace di essere genitore inflessibile quando il ruolo lo richiedeva e "amicone" ogniqualvolta scappava la battuta o lo scherzo.
Nel succedersi delle storie delle protagoniste, Franca inserisce puntualmente flashbacks che impreziosiscono il racconto grazie alla puntualità delle descrizioni, funzionali molto spesso a comprendere i comportamenti dei personaggi stessi, inevitabilmente plasmati da queste figure così autorevoli ed influenti. Una lettura che si divora tutta d'un fiato per la innata abilità dell'autrice di saper coniugare spirito e riflessione in maniera calma, ma al contempo avvincente, con quell'attesa che non permette di staccare per un attimo gli occhi dal racconto. Esso è molto di più di un semplice racconto dei tormenti femminili in quanto riesce a navigare abilmente alla ricerca delle proprie radici in quei momenti di intima, malinconica e dolce solitudine nei quali la musica può essere un utile compagna, come lo è per la protagonista. Un libro da leggere accordando il proprio animo sulle frequenze di quello femminile per la complessità e la sottile analisi psicologica che l'autrice riesce a tratteggiare.
Nel succedersi delle storie delle protagoniste, Franca inserisce puntualmente flashbacks che impreziosiscono il racconto grazie alla puntualità delle descrizioni, funzionali molto spesso a comprendere i comportamenti dei personaggi stessi, inevitabilmente plasmati da queste figure così autorevoli ed influenti. Una lettura che si divora tutta d'un fiato per la innata abilità dell'autrice di saper coniugare spirito e riflessione in maniera calma, ma al contempo avvincente, con quell'attesa che non permette di staccare per un attimo gli occhi dal racconto. Esso è molto di più di un semplice racconto dei tormenti femminili in quanto riesce a navigare abilmente alla ricerca delle proprie radici in quei momenti di intima, malinconica e dolce solitudine nei quali la musica può essere un utile compagna, come lo è per la protagonista. Un libro da leggere accordando il proprio animo sulle frequenze di quello femminile per la complessità e la sottile analisi psicologica che l'autrice riesce a tratteggiare.
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