venerdì 13 agosto 2010

E PIOVVE...


Piove, piove, piove. Una goccia dietro l'altra e la terra s'inzuppa; le mattonelle si bagnano pian piano, mano a mano che le gocce riempiono il quadrato così da cambiarne il colore. La foglia, colpita dalla goccia, si piega per un secondo e, come una molla, ritorna nella sua posizione, mentre la goccia continua il suo salto nel vuoto ricevendo una spinta che la fa cadere su un'altra foglia, posta ad un livello inferiore per un ulteriore salto fino a perdersi tra i fili d'erba. Qualche insetto vola ancora nell'aria schivando le gocce e cercando riparo; gli uccelli, in stormi, si spostano alla ricerca di alberi tra i cui rami mettersi al sicuro; le bestie al pascolo continuano imperterrite a brucare l'erba e provano sollievo dal fresco dell'acqua che appena le bagna. Sulla parete una lucertola è ferma, si guarda intorno per scorgere il pericolo poi si infila in un buco; il cane, dall'altra parte della rete, abbaia senza un motivo serio, forse è contento anche lui per il fresco che queste gocce stanno portando, il pelo lungo sotto la canicola è una condanna alla quale fa fatica a trovar rimedio. Il gatto, anch'esso in cerca di riparo, vede una piccola zona riparata da un telo e vi corre sotto, si distende e inizia a riposare. A pochi chilometri di distanza, proprio alle spalle della collina, un trattore sta arando un campo enorme, qualche decina di ettari di estensione, e comincia ad affrettarsi per terminare al più presto il lavoro.
Poi la pioggia si fa più intensa, copiosa ma al tempo stesso regolare con il ticchettio che diventa simile al metronomo che batte il tempo al musicista: picchia sul tetto e produce un suono secco ed ovattato; è quello stesso suono che, nelle fredde notti invernali, ci culla sotto le coperte calde, protetti dal mondo esterno e pronti a sognare con un sottofondo musicale d'eccezione. Anche se mancano due giorni a Ferragosto, l'atmosfera ricorda da vicino quella del mese di novembre, sebbene, alzando gli occhi al cielo e fissandolo con attenzione, è possibile scorgere un po' di chiaro all'orizzonte, segno che si tratta di un acquazzone passeggero e che presto tornerà il sole. Eppure, per ora, c'è solo acqua a creare una cornice incantevole che sto ammirando dalla finestra.
Mentre sto ancora fantasticando, tutto si ferma, all'improvviso, come se qualcuno avesse staccato l'interruttore: niente pioggia, tutto tace. Una leggerissima brezza si è alzata, una brezza fresca che testimonia che la temperatura è calata di qualche grado. E già da dietro la collina vedo qualche raggio di sole che, timidamente, illumina, a chiazze, gli alberi mentre tenta con calma di farsi largo tra le nubi. Piano piano i suoi sforzi vengono ripagati: sono le nuvole stesse a diradarsi e lui, con tutta la sua forza, torna a splendere, alto nel cielo, a riscaldare l'aria.
Pioggia d'estate che lavi l'aria e fai sognare.

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