sabato 17 luglio 2010

ADDIO ALLA PRO VERCELLI


Quei sette storici scudetti campeggiano ancora nella parte alta della home page: eppure è questione di poco e spariranno per sempre, sparirà per sempre un pezzo del nostro calcio d'antan che all'inizio del Novecento ha dato lustro di sé regalando tanti ottimi elementi alla Nazionale. Questo accadrà alla Pro Vercelli, sbriciolatasi sotto il peso di costi insostenibili, facendo piazza pulita di tutto ciò che è stata. Il comunicato della società, diramato il 17 luglio, è amaro, ma lascia aperto uno spiraglio almeno per i giovani, per la "vera risorsa della società".

La decisione del Consiglio Federale di escludere l’U.S. Pro Vercelli Calcio dal Campionato di Seconda Divisione Lega Pro, ha creato sconcerto in città e in società.
In attesa di conoscere le motivazioni inerenti la decisione del Consiglio Federale, l’U.S. Pro Vercelli Calcio comunica ai tifosi che provvederà nei prossimi giorni a presentare ricorso contro la decisione del medesimo Consiglio Federale.
La dirigenza rivolge un appello particolare a tutti i ragazzi e genitori del Settore Giovanile, vera risorsa della società, affinché sappiano “attendere” con pazienza e senza ansia gli sviluppi della vicenda.
Si continuerà comunque a lavorare su un settore che non vuole vanificare il lavoro di anni: l’attività di programmazione per la stagione 2010-2011 continuerà…
Siamo fiduciosi nel buon esito della vicenda e ci auguriamo di avere presto nuovi riscontri positivi da comunicarVi.

…ancora una volta FORZA PRO!!!

Risale al 1903 la nascita della prestigiosa società di Vercelli, terra di riso e di sport, visto che la nascita della Società Ginnastica Pro Vercelli data al 1892, prima fra le sorelle del quadrilatero: Alessandria, Casale e Novara. Solo undici anni dopo, grazie a Marcello Bertinetti, studente appassionatosi al nuovo sport dopo aver visto la Juventus, nasce la specifica sezione dedicata al football ed inizia la lunga tradizione calcistica. Ben sette gli scudetti del palmares, tra il 1908 e il 1922, forse otto se l'Inter avesse accettato di rinviare lo spareggio del 1910, dal momento che i migliori giocatori delle "bianche casacche" erano impegnati in tornei militari.
Come ci si può dimenticare di Silvio Piola, straordinario giocatore d'altri tempi e vero uomo dei record? E' stato il miglior cannoniere di tutti i tempi in serie A con 274 reti; ha segnato il maggior numero di gol in una partita di serie A: ben sei nella partita di campionato Pro Vercelli-Fiorentina (7-2 del 29 ottobre 1933); è stato il più anziano goleador su azione del campionato italiano a 40 anni, 6 mesi e 9 giorni (Novara-Milan del campionato 1953-54); è stato il miglior realizzatore in serie A di ben tre squadre: Pro Vercelli, Lazio e Novara. Oltre al grande Piola, la Pro Vercelli aveva altri gioielli: Giuseppe Milano I, centrocampista e capitano della Nazionale nelle undici partite con essa disputate; Guido Ara, strepitoso mediano, vercellese di nascita, esordiente nella Pro Vercelli non ancora ventenne; Virginio Rosetta, che esordì a 17 anni nella Pro Vercelli come attaccante per poi diventare terzino, passato alla Juventus nel 1923 per cinquantamila lire quando presidente era Edoardo Agnelli.
Se ne va, in un attimo, tutto un pezzo di storia, un pezzo di tradizione calcistica che affonda le sue radici in profondità e che ha sempre nobilitato questo sport. I primi problemi c'erano stati agli inizi degli anni Novanta, ma poi si riuscì a risalire la china. Solo pochi mesi, visti i problemi incipienti, era stata organizzata una fiaccolata al fine di sensibilizzare la città sulla vicenda e per fare in modo che "la storia di 118 anni e 7 scudetti non venga cancellata, auspicando un futuro senza nubi"; erano stati invitati ex vecchie glorie e istituzioni cittadine. Era l'ultimo atto di fede di una tifoseria preoccupata per le sorti delle "bianche casacche" e amareggiata dalle tante trattative fallite o mai cominciate o solo frutto di inopportune e gratuite pubblicità. Ora tutto appare più duro, si ha l'impressione di una chiusura definitiva di un capitolo di storia di grande calcio, nonostante il tentativo di salvataggio da parte di una cordata di imprenditori locali che poche settimane fa aveva raccolto 140 mila euro per l'iscrizione al campionato di seconda divisione di Lega Pro. Sforzo invidiabile ma inutile, non è bastato a salvare le "bianche casacche" dal baratro.
Eppure il campionato appena trascorso era stato chiuso al dodicesimo posto nella seconda divisione della Lega Pro e solo due anni fa avevano festeggiato il centenario del primo scudetto. Destino crudele: quando il calcio, soffocato dal business, rischia di morire.

1 commento:

  1. dispiace ma il business a rovinato tutto squadre come rimini e piu piccole come e aosta e provercelli con storia gloriosa spariranno grazie anche alle grandi societa' con i loro contratti miliardari a giocatori che con loro stipendio societa' dipaese con ragazzi che vogliono sognare di giocare e divertirsi e magari diventari campioni ma devesuccere e speriamo che arrivi anche la perche'stanno rovinando il gioco piu bello del mondo

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