martedì 28 settembre 2010

E SE LA CASA NON CE L'HAI?

Pubblico qui sotto l'articolo scritto per UAU di settembre, in cui racconto le peripezie degli studenti che cercano casa... e non sempre la trovano.

Chi ha una casa ha un tesoro, verrebbe da dire, a giudicare dal dato largamente noto, secondo cui i due terzi degli italiani ne possiede una di proprietà: l'italiano medio, nel momento in cui ha del denaro da investire, non ha esitazioni e lo fa fruttare nel mattone, mettendolo al sicuro nell'acquisto di un immobile. Accanto a questo genere di italiano, non possiamo dimenticarci di coloro che annualmente cercano un tetto per motivi di studio e sono tanti. Come dimenticarsi poi della marea di studenti che ogni anno arrivano a Pavia, cittadina universitaria per antonomasia, e si trovano disorientati alla ricerca di una camera dove poter dormire, provenendo spesso da lontano? La sensazione di spaesamento può essere fotografata alla perfezione con il colpo d'occhio che in settembre si ha dinanzi alla bacheca per gli annunci all'ingresso dell'università: assiepati in piccoli gruppi, i ragazzi sollevano fogli e prendono appunti riguardo possibili soluzioni d'alloggio, prestando attenzione alle richieste dei locatari, non solo in termini di prezzi, ma anche di composizione degli inquilini; nel mentre, ragionano sulle possibili soluzioni di sistemazione e tengono dinanzi una cartina di Pavia spiegazzata per capire se la nuova abitazione potrà essere funzionale o meno. Poi arriva il momento di contattare i proprietari delle case per visionarle e qui viene il bello: si possono trascorrere dei pomeriggi veramente avventurosi, passando dalla visita di seminterrati in cui la luce arriva solo da piccole finestre come in un carcere, a quella di appartamenti un po' scalcinati, ma comunque accettabili, fino a case che somigliano a piccole regge e che ci si meraviglia vengano concesse a studenti; la cosa più curiosa e che più fa discutere sono spesso i prezzi in relazione al tipo di casa, considerati in alcuni casi molto vantaggiosi, in altri spropositati e del tutto ingiustificati. A questo punto, la decisione dovrà essere vagliata in presenza degli altri coinquilini, se si decide di stare in gruppo, o in compagnia dei propri genitori, se si sceglie il monolocale, per poi poter comunicare la scelta. Dopo la (più o meno) difficile decisione, viene la fase in cui si deve stipulare il contratto, talora con non pochi problemi: è capitato a tutti di ricevere l'offerta di pagare un canone d'affitto più basso rispetto al prezzo ufficiale, a patto di non stendere alcun contratto; se la tentazione in un primo tempo è quella di accettare l'invitante proposta, vale sempre la pena di meditare su un gesto simile per evitarsi problemi nel futuro. Terminata la burocrazia, finalmente si entra in casa, ma le pratiche non sono ancora finite: tocca allacciare le utenze di elettricità e gas per evitare di restare al buio e al freddo durante l'inverno o di privarsi di una bella doccia calda nel gelato inverno pavese; si inizia così una “Babele” che sfianca, fa accorgere come funzioni male il settore pubblico in questione e quanto la legge sia foriera di inutili perdite di tempo. E poi, finalmente, comincia una nuova avventura, si devono fare i conti con la vita in solitaria, dove le comodità assicurate da mamma vengono meno o perlomeno sono ridotte al minimo: si ha uno scrollone di una certa intensità, uno schiaffone in pieno volto che ti fa risvegliare e che in fondo, a distanza di anni e col senno di poi, ringrazi di aver preso ché forse ti è servito ad uscire dal guscio e crescere. Ah, com'è difficile e quant'è bella la vita da studente!

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...