Oscar Giannino, ex presidente di Fare per fermare il declino |
È la principale notizia di giornata: Oscar Giannino si è dimesso irrevocabilmente dalla presidenza di Fare per fermare il declino, il movimento fattosi partito di cui è stato promotore. Il motivo? "Balle inoffensive ma gravi".
Luigi Zingales, a sinistra, e Oscar Giannino, a destra |
Così, anche il candidato che più di tutti poteva rappresentare la novità - più di Beppe Grillo e più di Ingroia - cade su un terreno che ha minato egli stesso con alcune balle, non so se "inoffensive" - se si mente a qualcuno, lo si offende? - ma certamente "gravi". A spiegarlo sembra poca roba: Giannino - o chi per lui - ha truccato il proprio curriculum vitae ovvero ha millantato due lauree, una in Economia e una in Giurisprudenza, e un master in Corporate Finance e Public Finance alla Chicago Booth School of Business. Ma nessuno dei suddetti titoli accademici è mai stato conseguito: "ho fatto giusto qualche esame a legge. Quello che so l'ho imparato per i fatti miei. D'altra parte, sono da decenni giornalista, non ho mai usato presunti titoli accademici, che non ho, per carriere che non mi competono". E chi è stato il "delatore"?
Massimo Gramellini |
Al di là del dispiacere, non sono d'accordo con l'opinione di Massimo Gramellini nel suo Buongiorno di ieri su La Stampa: in fondo Giannino ha solo tentato di migliorarsi un po', il che è poca cosa dinanzi ai "guai" e ai "cialtroni", soprattutto se si pensa che "a dare del bugiardo a Giannino essere stato uno che per fermare il proprio declino avere fatto votare dal Parlamento che Ruby essere la nipote di Mubarak". Il discorso, per quanto mi riguarda, non regge, non può stare in piedi, non voglio che stia in piedi: in Italia, abbiamo ormai l'abitudine inveterata di puntare al ribasso, di fare raffronti con il meno peggio, di non trarre stimoli imitando chi è migliore di noi. Ci accontentiamo di essere appena un po' più su dell'altro, siamo pigri quando dobbiamo misurarci con l'altezza che temiamo di non raggiungere. E allora, dove pensiamo di andare? Siamo finiti in un vicolo cieco molti anni fa attraverso un lento e pericoloso declino di cui oggi paghiamo le conseguenze, un declino che le idee di Fare possono forse rallentare. A patto che la trasparenza, quella senza macchie e senza ombre, sia regina.
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