Qui di seguito vi propongo il testo della lettera inviata al Nostro Giornale riguardo la proposta di legge per abbassare a 0,2 g/L il tasso alcolemico (la stessa, essendo giunta tardi in redazione, molto probabilmente non verrà pubblicata).
Gentile Direttore,
dopo gli ultimi fatti di cronaca, si sente riparlare di nuove proposte di legge a proposito di coloro i quali guidano sotto l’effetto di alcol o stupefacenti. E quasi mi viene da sorridere perché constato che, in Italia, il vizio inguaribile di preoccuparsi di qualcosa solo se muore qualcuno (si veda il problema delle condizioni di sicurezza delle scuole) è destinato a perdurare.
E allora, rivolgendomi a Lei e all’onorevole Lovelli, vorrei spendere due parole sulle dichiarazioni del presidente della Commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci: “Vogliamo abbassare la soglia dallo 0,5 attuale allo 0,2 perché deve essere chiaro che chi guida non deve bere”.
Di fronte a tale affermazione, ho fatto alcuni pensieri che Vi esternerò.
In primo luogo, come ho già ricordato, in Italia ci si ricorda che esiste un problema nel momento in cui lo stesso causa un evento tragico, altrimenti l’informazione e la politica tendono a non occuparsene.
In secondo luogo, mi chiedo in base a quale criterio si vuole abbassare il limite del tasso alcolemico da 0,5 g/L a 0,2 g/L: la differenza è minima e non credo potrà portare ad una drastica diminuzione degli incidenti automobilistici. Si tratta piuttosto di una mossa di facciata, di un compromesso, come è stato quando si è passati dal limite di 0,8 g/L a 0,5 g/L; mi chiedo allora: perché non scendere a zero, impedendo a chiunque abbia assunto una sola goccia di una qualsiasi bevanda alcolica di mettersi alla guida?
Ritengo, pertanto, che ancora una volta si sia voluto eludere coscientemente il problema, non affrontandolo nella sostanza. E qual è la sostanza? In Italia il problema non è il limite del tasso alcolemico, dal momento che Paesi Bassi, Francia, Germania e Spagna condividono con noi il limite di 0,5 g/L (solo la Gran Bretagna è più permissiva, con il suo 0,8). La vera questione da affrontare - che ci si guarda bene dall’affrontare - è quella riguardante i controlli: come si può facilmente verificare su varie statistiche, l’Italia è il Paese europeo con il più basso numero di controlli delle forze dell’ordine sugli automobilisti, anzi potremmo dire che, rispetto ad altri Stati, da noi i controlli sono inesistenti, tanta è la differenza. Abbiamo regole minuziose e severe: ciò che serve è che siano applicate, altrimenti sono carta straccia . “L’automobilista italiano ha una probabilità ogni 74 anni di essere fermato e costretto a soffiare nell’etilometro": io, patentato da più di quattro anni, non ho mai avuto il piacere di essere fermato e controllato!
Così, a cuore aperto, voglio rivolgermi all’onorevole Lovelli (in qualità di componente della Commissione Trasporti della Camera) e alle più alte autorità provinciali. Voi tutti, credo, avete dei figli, i quali il sabato sera percorrono con le auto le strade della provincia. Perché non utilizzate la vostra profonda preoccupazione di genitori per la loro sicurezza per mettere in campo un aumento dei controlli sulle strade o quantomeno sollecitarlo? Badate bene: aumentare i controlli non significa che per due settimane, dinanzi ai locali più frequentati, si possono trovare anche cinque, sei auto della polizia e a distanza di un mese invece il deserto. I controlli devono essere costanti e capillari, ogni settimana la polizia deve controllare a tappeto il territorio, incutendo quella paura in chi ha abusato dell’alcol - e vuole mettersi alla guida - che può spingerlo a desistere. Questo Vi chiedo, per sentirmi tutelato e per tutelare noi tutti (spesso a essere coinvolti in incidenti e ad avere la peggio sono automobilisti totalmente incolpevoli).
“Siamo i gran maestri della teoria: la pratica è giudicata attività volgare”, afferma Beppe Severgnini (Corriere della Sera, 16/12/2008): cerchiamo di ribaltare questo luogo comune che ben descrive la situazione italiana. Facciamolo per un nobile fine: salvare tante giovani vite!
Cordialità
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