domenica 7 febbraio 2010

CHE LA FESTA COMINCI

Che la festa cominci

Niccolò Ammaniti

Einaudi Stile Libero

€ 18

E pure questo è finito: era sommerso da altri libri acquistati nell'ultimo periodo, prima di Natale, ma poi - si sa - si fatica a trovare un attimo per leggere. Così, due settimane fa, mi sono deciso e l'ho preso in mano; ho riletto la dedica in prima pagina, firmata in occasione della presentazione al Collegio Nuovo di Pavia e ho cominciato a leggerlo. Fin dalle prime pagine, che mi avevano conquistato durante la lettura in occasione della presentazione, sono "entrato" nel libro, ho cominciato a rapportarmi con Fabrizio Ciba, con Saverio Moneta e le sue Belve di Abaddon. Ammaniti non è nuovo a questo tipo di rapporto col lettore: una sensazione simile l'ho vissuta leggendo Io non ho paura, da cui è stato tratto un intenso film: lo scrittore romano sa conquistare il lettore, sa portarlo letteralmente nel romanzo. E poi, la forma narrativa che salta, di capitolo in capitolo, da un personaggio all'altro, aiuta ad aumentare la tensione del lettore, la sua attenzione e a tenerlo incollato in modo tale da poter riannodare i fili della narrazione al termine del libro, dove, inevitabilmente, Ciba, Moneta e gli altri personaggi si incontrano e si scontrano in attesa di conoscere il proprio destino.
In breve, la trama ruota attorno alla residenza di Villa Ada, nel centro di Roma, acquistata dal palazzinaro Sasà Chiatti, il quale, per festeggiare, organizza una festa che dovrà essere ricordata come un evento mondano tra i più importanti d'Italia. Per fare questo ricrea una foresta con flora e fauna autoctoni, convoca battitori neri e tutta la Roma bene tra calciatori, veline, politici, attori e attricette; tra tutti ci sono anche il grande scrittore Fabrizio Ciba, la famosa cantante Larita, Saverio Moneta detto Mantos e le sue Belve di Abaddon, che alla fine del libro si incontrano dopo aver vissuto numerose e differenti peripezie. Tutta la narrazione è condita da un'ironia, tipica di Ammaniti, capace di cogliere vizi e virtù della società contemporanea, nella quale gli ideali e i sentimenti sembrano cedere il passo ai più bassi piaceri.

1 commento:

  1. Di Ammaniti ho letto solo "Ti prendo e ti porto via", su consiglio di un amico, e ne sono rimasto letteralmente stregato. Indubbiamente uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi anni...

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