lunedì 15 marzo 2010

VATICANO S.p.A. ALLA LIBRERIA CENTOFIORI DI MILANO


Una mattinata piacevole ed interessante è quella che ho passato ieri in una Milano tranquilla, popolata da tante biciclette e baciata da un sole caldo che ha piacevolmente riscaldato l'aria, facendo assaggiare il primo tepore di una primavera che arriva tra pochi giorni. Nella libreria Centofiori di piazzale Dateo, ho assistito alla presentazione del libro Vaticano S.p.A. di Gianluigi Nuzzi. Si è trattato in realtà di una chiacchierata tra amici, tra persone che, ciascuna nel suo campo, ha contatti stretti con le vicende oscure di cui è pieno il nostro Paese e di cui Nuzzi si è occupato nel suo libro: dal lato del giornalista, del cronista attento e puntuale, è intervenuto Gianni Barbacetto, mentre dal lato del giudice che ha lavorato con tali questioni è intervenuto Renato Bricchetti, consigliere di Cassazione e già giudice istruttore del crac Ambrosiano.


Dopo una breve introduzione di Nuzzi, che ha contestualizzato il libro, la parola è passata a Barbacetto. Egli ha apprezzato il lavoro di Nuzzi, sostenendo che il libro piace perchè aiuta ad analizzare i rivoli nascosti della nostra storia, in cui i chiaroscuri sono un Leitmotiv. Ricorda le figure di Calvi e Sindona, i due più grossi banchieri privati italiani, che hanno avuto un successo che si è improvvisamente interrotto per entrambi in maniera tragica, l'uno ucciso e ritrovato impiccato a Londra sotto il Ponte dei Frati neri, l'altro suicidatosi con un caffè al cianuro; entrambi legati a doppio filo con la Santa Sede e in particolar modo con quello IOR che ancor oggi mantiene l'alone di mistero che ha favorito il succedersi di così tanti disastri. Nonostante sia stata varata una riforma, dopo questi avvenimenti, al fine di eliminare qualsiasi contiguità con personaggi come Calvi e Sindona che hanno segnato l'immagine della Chiesa in maniera profonda, il libro dimostra, raccontando fatti, come tale riforma sia stata "parziale" o per molti aspetti "non attuata", dal momento che tutto è proseguito più o meno sullo stesso piano e con le stesse modalità, con l'unica eccezione della presenza di altri attori. Nuzzi ricorda che dal 1° gennaio di quest'anno è in vigore una nuova convenzione monetaria tra Vaticano e Unione europea con il recepimento da parte del Vaticano di tutte le normative europee in materia di lotta al riciclaggio: dopo quasi un secolo lo Ior non sarà più la banca off shore di un tempo e si allinea al sistema di credito dell'Ue. Tuttavia, sottolinea, è la Commissione pontificia che ha aderito a questa convenzione, ma lo IOR, avendo una propria autorità giuridica, potrebbe non recepirle.
Il giudice Bricchetti loda il libro dal momento che esso si basa solo ed esclusivamente su documenti, senza "ipotesi di lavoro" sulle quali meditare o argomentare, ma con "verità" che sono presentate in maniera nuda e cruda per essere fruibili a tutti. Ricorda, attraverso le conoscenze personali degli atti, gli aneddoti e le considerazioni maturate, i principali eventi narrati nel libro, da Calvi a Sindona, passando per Marcinkus, nei confronti del quale nel febbraio 1987 emette un mandato di cattura (rivolto anche a Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel ai vertici dello IOR), avendo individuato gravi responsabilità della Banca Vaticana nel crac del Banco Ambrosiano. Tuttavia, dal momento che lo IOR non è ritenuto una banca, bensì un ente centrale della Chiesa, la Cassazione non convalida il provvedimento: l'articolo 11 dei Patti Lateranensi recita che "gli enti centrali della Chiesa sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano". Un'immunità che in nessun testo giuridico è presente, appannaggio di pochi, di coloro che dovrebbero essere trasparenti come l'acqua.

Consiglio nuovamente a tutti di leggere il libro, se non l'avete fatto, o di rileggerlo per mettere a fuoco alcuni particolari anche alla luce di vicende recenti (vi segnalo l'articolo di Giovanni Bianconi apparso ieri sul Corriere della Sera, Soldi e segreti, il caso Orlandi. La pista della vendetta anti Ior). Ancora una volta mi piace sottolineare come il libro non vuole essere anticlericale, nè screditare la Chiesa, ma è semplicemente una grande prova di giornalismo e, come dice il suo autore, un'"operazione di informazione", un preciso e capillare racconto di fatti documentati.


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