Ciò che abbiamo appreso questo pomeriggio è veramente sconcertante: il Papa ha annullato la sua visita all'Università La Sapienza di Roma in occassione dell'inaugurazione dell'anno accademico. Tutto è iniziato con la lettera di 67 professori che avevano definito "evento incongruo" la visita di Benedetto XVI, seguita dalla protesta di numerosi studenti addirittura con la proclamazione della "settimana anticlericale".
Si è ormai toccato il fondo: si è sempre pronti a chiedere libertà di pensiero e libertà di parola, ma quando si tratta di concederla ad altri (che magari la pensano in maniera completamente opposta alla nostra) facciamo i dittatori, decidiamo chi può parlare e chi non può essere libero di manifestare le proprie opinioni.
Nel caso specifico, si è mostrato nella più nitida chiarezza quel sentimento anticlericale che serpeggia da lungo tempo in Italia e si è mostrato in tutta la sua componente più fondamentalista: si tratta di fondamentalismo laicista, per cui la Chiesa deve essere sempre condizionata nell'esprimersi e nel rivolgere consigli ai suoi fedeli. Bisogna prestare attenzione acchè essa non superi i limiti stabiliti dalla sua funzione di guida religiosa per quanti sono credenti, non imporle il silenzio a priori, come fa chi teme qualcosa.
Giulio Anselmi, su La Stampa di oggi, fa notare che il nostro Paese riesce "con fatica a difendere l’equilibrio che si era espresso nella lunga stagione democristiana della Prima repubblica, imperniata sulla pratica conciliante di uno Stato sostanzialmente imparziale in cui nessuno poteva pretendere di imporre agli altri le proprie convinzioni". Perciò è bene che chi oggi si afferma laico rifletta "sulle ragioni di questo arretramento", impegnandosi a contrastarle.
Si è ormai toccato il fondo: si è sempre pronti a chiedere libertà di pensiero e libertà di parola, ma quando si tratta di concederla ad altri (che magari la pensano in maniera completamente opposta alla nostra) facciamo i dittatori, decidiamo chi può parlare e chi non può essere libero di manifestare le proprie opinioni.
Nel caso specifico, si è mostrato nella più nitida chiarezza quel sentimento anticlericale che serpeggia da lungo tempo in Italia e si è mostrato in tutta la sua componente più fondamentalista: si tratta di fondamentalismo laicista, per cui la Chiesa deve essere sempre condizionata nell'esprimersi e nel rivolgere consigli ai suoi fedeli. Bisogna prestare attenzione acchè essa non superi i limiti stabiliti dalla sua funzione di guida religiosa per quanti sono credenti, non imporle il silenzio a priori, come fa chi teme qualcosa.
Giulio Anselmi, su La Stampa di oggi, fa notare che il nostro Paese riesce "con fatica a difendere l’equilibrio che si era espresso nella lunga stagione democristiana della Prima repubblica, imperniata sulla pratica conciliante di uno Stato sostanzialmente imparziale in cui nessuno poteva pretendere di imporre agli altri le proprie convinzioni". Perciò è bene che chi oggi si afferma laico rifletta "sulle ragioni di questo arretramento", impegnandosi a contrastarle.
Concludo invitando quanti hanno a cuore la libera parola e il libero pensiero a condannare atti indecenti come quelli verificatisi alla Sapienza per evitare che se ne verifichino altri: una cosa è non condividere le idee del Papa o chi per lui (estendendo il discorso), altra cosa è impedire di esprimere la propria opinione o professare il proprio pensiero perchè allora viene meno uno dei cardini della democrazia, che appare sempre più destinata alla decadenza.
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