domenica 20 gennaio 2008

TANTI PERCHE'

Ormai da due settimane, tutte le televisioni e tutti i giornali sono pieni di servizi per documentare la squallida situazione dei rifiuti a Napoli, che ha raggiunto livelli più che infimi. Ma ciò che più avvilisce è notare che anche le principali televisioni internazionali e i siti internet dei più importanti giornali stranieri hanno mostrato lo scempio cui siamo giunti dopo una scellerata gestione dell'emergenza rifiuti che dura da quattordici anni.
Che dire, perciò? E' stato già tutto scritto e detto, esperti e politici si sono pronunciati al riguardo, anzi i politici hanno anche preso l'impegno di risolvere il problema in ventiquattr'ore e, invece, come tutte le promesse ambiziose siamo ancora qui a discutere della soluzione del problema.
Tuttavia ciò che personalmente mi ha dato fastidio è stato notare l'atteggiamento giustificazionista che emergeva dai reportages giornalistici, quasi che la colpa fosse di altri e non di chi ha governato o di chi non ha voluto ribellarsi a tanti di malagestione della cosa pubblica. E' difficile trovare indignazione nella gente, pronta solo a protestare acchè la discarica non stia "nel suo cortile" (la famosa sindrome NIMBY), a dire che ci sono altri siti in cui è più appropriato spostare la "monnezza" e via discorrendo. E poi si è sempre pronti a tirare in ballo la camorra come causa di tutti i mali: non voglio negare che la camorra sia un problema (perchè lo è), ma la politica che doveva combatterla dov'era? Sappiamo tutti che dalle attività legate allo smaltimento dei rifiuti questa organizzazione criminale trae grandi vantaggi in termini economici: sarebbe bastato vigilare attentamente sugli appalti con i quali si delegavano le varie società per smaltire i rifiuti.
Infine, come ha ricordato Vittorio Feltri a Matrix, in tanti anni a Napoli le manette (che a Milano durante Tangentopoli hanno mietuto tante vittime) non hanno tintinnato per nulla: ricordate il procuratore di Napoli Agostino Cordova? Si tratta di un magistrato che prima di arrivare a Napoli si era distinto in Calabria per la lotta alla 'ndrangheta e, giunto nel capoluogo campano, si era dato da fare aprendo due inchieste sulla corruzione nell'amministrazione Bassolino: cattiva mossa, che gli è valsa il trasferimento, mettendo così a tacere tutto il marcio che stava scoprendo.
Ecco cosa servirebbe a Napoli: se scattassero un po' di manette e si togliessero di mezzo tutti i responsabili dello scempio che ci sta esponendo al pubblico ludibrio in tutto il mondo, forse potremmo vedere qualche risultato o perlomeno si potrebbe compiere qualche passo verso la normalità.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...