Proprio mentre ho iniziato a leggere l'ultima produzione letteraria di Aldo Cazzullo - un regalo di compleanno del fratello - dalle cui prime pagine si può percepire il racconto di un Paese vivo e capace di sperare oltre la crisi, piomba la notizia del passaggio di Mario Balotelli al Milan. Penserete che non vi sia nesso tra i due fatti; invece, per me, il nesso c'è.
Mario Balotelli, ex giocatore del Manchester City |
Se pensiamo per un attimo alla figura di Balotelli, le prime immagini che ci sovvengono non sono certamente quelle di un calciatore irresistibile, ma più facilmente le cronache dei suoi disastri. Ne cito alcune per rinfrescare la memoria. Sebbene il 17 agosto 2010 si sia presentato a Manchester così: "Non sono un bad boy, ma un ragazzo normale", solo dieci giorni dopo è protagonista di un incidente automobilistico con la sua Audi A8, da cui esce illeso superando senza problemi i test alcolemici. Nell'ottobre 2011, alla vigilia del derby di Manchester, Balotelli decide di far esplodere dei fuochi pirotecnici nel bagno della sua casa di Mottram St. Andrew, nei pressi di Macclesfield: la conseguenza inevitabile, un incendio, costringe i pompieri a correre sul luogo per domare le fiamme; alla fine si dirà sia stata colpa di un amico e per "festeggiare" la fama di esplosivo, viene designato come ambasciatore di una campagna sull'uso sicuro dei fuochi d'artificio. A settembre 2012, il calciatore rimane coinvolto in un'incidente con la sua Bentley con un'altra auto a Manchester, nella zona di Deansgate Locks, senza aver responsabilità. All'inizio di quest'anno, a Carrington, all'allenamento del Manchester City, Balotelli è protagonista di una violenta discussione con il tecnico Mancini, che lo aveva redarguito per un tackle troppo violento nei confronti di Scott Sinclair. Queste sono le principali situazioni che hanno mostrato l'immaturità del ragazzo nato a Palermo e cresciuto nella provincia bresciana, senza contare le - talora pesanti - espulsioni sul campo.
Alla luce di quanto suricordato, è fresca la notizia che Balotelli torna in Italia, al Milan: i titoli e i servizi per questo presunto grande evento si sprecano, lo spazio spropositato per un ragazzo indisciplinato è sempre lo stesso, eccessivo di sempre. E allora, la conclusione cui giungo è la seguente: il fenomeno Balotelli è lo specchio della decadenza della nostra società, capace solo di attaccarsi al gossip, al clamore di personaggi discutibili, alla notizia spumeggiante, senza riuscire ad attribuire a tale notizia il peso che merita: in fondo, quanti scambi ci sono stati in questo mercato? Noto un fortissimo stridore con quanto ha in programma di raccontare Cazzullo nel suo libro, noto un'eccessiva distanza tra l'Italia operosa che guarda al futuro e un Balotelli nervoso e immaturo, decantato come nuova stella del calcio - forse in potenza, forse - tuttora difficile da decifrare. Pensando ad uno come Lionel Messi, per quattro volte consecutive Pallone d'Oro, mi chiedo se è così tanto lo spazio che si merita Balotelli...
Silvio Berlusconi tra le coppe del suo Milan |
Postilla finale: il presidente del Milan è lo stesso uomo candidato alle elezioni politiche che si svolgeranno tra meno di un mese. A esser dietrologi - e magari mi sbaglio - l'acquisto di Balotelli è stato calcolato con precisione degna di un orologio svizzero. Dalla dichiarazione sulla "mela marcia" ("Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull’uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan") all'ammissione dei pochi piccioli nelle tasche della società, l'acquisto del giocatore è stato sempre negato; poi, ecco i venti milioni sul piatto in cinque comode rate, alla faccia del "costruirsi i campioni in casa" e "non è più tempo di fare follie". Il politico Berlusconi-presidente-del-Milan ci ha abituato a colpi simili, in fondo: perché stupirsi? Nel 2001, vinte le elezioni, il Cavaliere si regala Rui Costa (costo: 40 milioni di euro), seguito a ruota da Pippo Inzaghi, anche lui regalo del presidente. Nel 2002, è la volta di Rivaldo: se il centrodestra frena alle amministrative, l'arrivo del brasiliano risolve la situazione e rinforza il presidente. Nel 2008, il nome di Ronaldinho ricorre più volte durante la campagna elettorale: arriverà il 15 luglio dal Barcellona. Come dire: un giocatore per ogni campagna elettorale.
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