mercoledì 10 novembre 2010

POMPEI SI SBRICIOLA

Pompei città storica, famosa in tutto il mondo per la tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che l'ha sommersa e che tuttavia ci ha permesso di conservarla fino ai giorni nostri, consacrandola come una delle più grandi aree archeologiche del mondo. Eppure, anno dopo anno, gli scavi vanno sgretolandosi, le infiltrazioni d'acqua mangiano letteralmente le costruzioni, le coperture che sono state pensate ma mai messe in opera: un patrimonio di enorme valore che viene dilapidato di minuto in minuto. Il quale, quasi a richiamare l'attenzione, decide di "urlare" e mostra a tutto il mondo che la Casa dei Gladiatori non reggeva più ed è crollata: un monito per attirare gli occhi su un problema trascurato da decenni. Mi sembra di rivedere alcune foto relative al sisma che nel 1980 ha investito l'Irpinia e che aveva colpito parzialmente anche gli scavi romani di Pompei: situazione simile sotto tutti i punti di vista, l'incuria sembra regnare sovrana con il disinteresse di chi deve vegliare.
Tutto questo non è accettabile, specie in un Paese come l'Italia che da questi patrimoni incommensurabili deve trarre grande beneficio per il turismo: non è possibile che i visitatori annuali siano solo tre milioni, la metà rispetto a quelli che afferiscono al Beaubourg di Parigi che certamente non vanta la storia degli scavi pompeiani; non è possibile accogliere turisti se non si dispone di parcheggi, di servizi di accoglienza, di strutture ricettive; non è possibile che la Soprintendenza abbia tenuto in cassa ottanta milioni senza utilizzarli e senza sapere come spendere i fondi che verranno riversati su Pompei; non è possibile che un luogo così unico e così speciale sia in perdita se si considera che dei ventidue milioni di euro di incasso annuale, sette vengono utilizzati per la manutenzione e il restauro e diciotto per la retribuzione del personale, che appare anche essere sotto organico; non è possibile che le lungaggini burocratiche e le lotte per i posti di comando siano di intralcio alla conservazione di questo tesoro; non è possibile che il Ministro dei Beni Culturali affermi di non avere responsabilità quando il commissariamento è stato affidato a persone di sua fiducia; nulla di ciò è possibile, né immaginabile, sebbene sia tutto reale. Fiumi di soldi che transitano e che vengono mal spesi o nascosti per una non ben nota ragione; una gestione non all'altezza della situazione; un ministro che brancola nel buio.
Questa è l'Italia che tiene al patrimonio della sua storia e che vuole continuare ad essere meta di turisti da tutto il mondo: non ci resta che piangere.

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