venerdì 10 dicembre 2010

LA PATRIA, BENE O MALE

La Patria, bene o male.
Almanacco essenziale dell'Italia unita (in 150 date)


Carlo Fruttero, Massimo Gramellini


Strade blu, Mondadori

€ 18

Un viaggio lungo centocinquant'anni, tanti come quelli dell'Italia, attraverso centocinquanta date, saltando di decennio in decennio sulla scia di alcuni avvenimenti, non sempre quelli più noti e decisivi, spesso quelli più curiosi e meno discussi, con un unico obiettivo: tratteggiare il carattere di una nazione, che è andata costruendosi, non senza difficoltà e controversie, con quella dose di vittimismo che ormai ci appartiene di diritto, guidata da uomini forti e mezze cartucce, una nazione che in fin dei conti ha saputo emergere e ritagliarsi un posto in Europa e nel mondo.
Con lo stile dello scrittore e quello del giornalista, Carlo Fruttero e Massimo Gramellini compilano un memorandum sui fatti a loro avviso più significativi, includendo quelli obbligatori come la breccia di Porta Pia, la marcia su Roma o il rapimento Moro, escludendone altri, comprendendo fatti di cronaca nera e di cronaca rosa, citando Pavarotti e non la Callas, Casalegno e non Tobagi, il Vajont e non il Polesine e così via. Attraverso la lettura di documenti al fine di inquadrare in maniera precisa ciascun fatto, Gramellini e Fruttero hanno compilato un breviario della storia d'Italia, partendo molto spesso, come nel caso del rivoluzionario Bakunin o del predicatore Davide Lazzaretti, da particolari vividi e capaci di imprimersi nella memoria con il fine ultimo di dare un'"infarinatura di storia d'Italia" al lettore, senza il taglio grigio, noioso e scolastico di un libro di storia, di cui abbiamo le librerie piene. Un'infarinatura di storia per far ritornare in mente episodi studiati sui banchi di scuola, far conoscere avvenimenti ignoti, mettere ordine tra i cassetti della memoria.
L'impressione finale dei due autori è quella di una Patria "difficile", "più volte sull'orlo del baratro, più volte nel baratro precipitata, con continue riprese anche stupefacenti, anche ammirevoli", con punte di orgoglio e punte di vergogna, un Paese "fastidioso, quasi sempre dilaniato da emotività contrapposte e che potrebbe fare molto di più". La nostra Italia, in fondo, nel bene e nel male.

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