Una settimana bianca alle porte, sci sotto le braccia e zaino in spalla, le raccomandazioni di una madre: dietro l'angolo, è tutto pronto per partire. E poi una cantina, stracolma di oggetti vecchi e mobili abbandonati, appartenuti ai precedenti proprietari, nella quale trascorrere una settimana in totale solitudine, con una buona scorta di viveri, la Playstation e un po' di romanzi horror. Quest'ultima è l'idea di Lorenzo, fino a quando in questo quadro tranquillo non irrompe Olivia, la sorellastra, che cerca un posto per dormire, cerca denaro, cerca un aiuto da un mostro più grande di lei che piano piano la inghiotte.
Lorenzo, quattordici anni, ragazzo introverso, a tratti nevrotico, poco incline alla compagnia - cosa di cui la madre si preoccupa molto - , una settimana bianca in compagnia degli amici del tutto inventata: l'unico desiderio è vivere per una settimana solo in compagnia da se stesso, lontano da genitori, amici, conflitti, per gustarsi la propria felicità. Olivia, ventitre anni, una bellezza sfiorita lentamente negli anni, un corpo scheletrico mangiato dal mostro, una vitalità intermittente che si fa sempre più fioca e silenziosa. Un'alchimia particolare, creata dall'ambiente e dalla situazione, fa riscoprire alla ragazza il rapporto col fratellastro al punto che arriva a fare la grande promessa, non si drogherà più. Dieci anni dopo, un nuovo triste incontro tra Lorenzo e Olivia: l'ultimo incontro, quello definitivo, un lenzuolo bianco che copre quel volto etereo che non è mutato, il corpo magro come nella cantina, "sembra che stia dormendo". A trentatre un'overdose ha messo fine al grande sogno della vita.
Un grande Ammaniti, con questo racconto di formazione, riesce ad immortalare uno spaccato di vita adolescenziale in maniera nitida, con passaggi altamente commuoventi e dialoghi vibranti e carichi di sentimenti. Una storia tragica, che si palesa a poco a poco, che crolla addosso a Lorenzo, che, inizialmente chiuso in sé, scorge pian piano in Olivia una presenza amica e a lei si apre, aiutandola. Una piccola storia di vita, tra i travagli dell'adolescenza e i guai della vita.
Lorenzo, quattordici anni, ragazzo introverso, a tratti nevrotico, poco incline alla compagnia - cosa di cui la madre si preoccupa molto - , una settimana bianca in compagnia degli amici del tutto inventata: l'unico desiderio è vivere per una settimana solo in compagnia da se stesso, lontano da genitori, amici, conflitti, per gustarsi la propria felicità. Olivia, ventitre anni, una bellezza sfiorita lentamente negli anni, un corpo scheletrico mangiato dal mostro, una vitalità intermittente che si fa sempre più fioca e silenziosa. Un'alchimia particolare, creata dall'ambiente e dalla situazione, fa riscoprire alla ragazza il rapporto col fratellastro al punto che arriva a fare la grande promessa, non si drogherà più. Dieci anni dopo, un nuovo triste incontro tra Lorenzo e Olivia: l'ultimo incontro, quello definitivo, un lenzuolo bianco che copre quel volto etereo che non è mutato, il corpo magro come nella cantina, "sembra che stia dormendo". A trentatre un'overdose ha messo fine al grande sogno della vita.
Un grande Ammaniti, con questo racconto di formazione, riesce ad immortalare uno spaccato di vita adolescenziale in maniera nitida, con passaggi altamente commuoventi e dialoghi vibranti e carichi di sentimenti. Una storia tragica, che si palesa a poco a poco, che crolla addosso a Lorenzo, che, inizialmente chiuso in sé, scorge pian piano in Olivia una presenza amica e a lei si apre, aiutandola. Una piccola storia di vita, tra i travagli dell'adolescenza e i guai della vita.
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