mercoledì 12 maggio 2010

W GLI EROI!



A parte il teatrino che sembra ogni edizione del Tg4 condotta da Emilio Fede, direi che questa volta il direttore si è spinto un po' troppo oltre. Lasciando da parte, in questa sede, le considerazioni su Draquila, il film di Sabina Guzzanti presente a Cannes che ha spinto il ministro Bondi a disertare la kermesse, le parole di Fede sono fermamente da condannare in quanto offensive. Il buon Roberto Saviano, come è facile immaginare, non si diverte a girare "superprotetto", non si diverte a vivere una vita parallela, sempre al buio e al riparo da potenziali pericoli, non si diverte a programmare ogni sua azione: per nulla. Ecco perché quelle parole, pronunciate con una superbia fastidiosa, fanno innervosire. Ve le ripropongo, giusto per rinfrescarvi la memoria.

In questi giorni anche per quanto riguarda Roberto Saviano, che ormai sempre lui, la camorra… Per carità, ma non è lui che ha scoperto la camorra, non è lui il solo che l’ha denunciata, ci sono registi autorevoli, ci sono magistrati che l’hanno combattuta e sono morti, lui è superprotetto, e giustamente dev’essere sempre protetto però, come dire, non se ne può più di sentire che lui è l’eroe, qualcuno gli ha offerto pure la cittadinanza onoraria, di che cosa non si capisce. Certo ha scritto dei libri contro la camorra, ma lo ha fatto tanta altra gente, senza fare clamore, senza andare sulle prime pagine, senza rompere… scusate, volevo dire senza disturbare la riflessione della gente che ha capito bene. Un paese come il nostro è contro la malavita organizzata.

Le parole parlano da sole e, in alcuni passaggi, fanno rabbrividire. E' vero, Saviano non è il solo che ha parlato o si è occupato di camorra: è - questo non si può negare - colui che ha contribuito, in maniera decisiva, ad alzare quel velo di omertà che avvolgeva i meccanismi interni della Sistema, rendendoli noti al grande pubblico. Come ama spesso ripetere, il fatto di aver messo nero su bianco, in un libro, i fatti che qualcuno conosceva e anche quelli più oscuri è stato dirompente: i camorristi sono stati intimoriti da Gomorra e più i lettori aumentavano e maggiore era la paura, la forza della scrittura è travolgente. Ma Saviano non è stato il solo: mi vengono in mente anche i nomi di Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino e autrice de L'oro della camorra, costretta, più volte minacciata di morte e costretta a vivere sotto scorta, e di Raffaele Cantone, pm della Dda di Napoli fino al 2007 e ai cui danni fu scoperto, nel 2003, un progetto di attentato organizzato dai Casalesi, che ha pertanto richiesto la scorta.
Direi che queste persone, senza alcun dubbio, possono essere definite "eroi": si tratta di persone che hanno saputo sporcarsi le mani e che perciò pagano con una vita supercontrollata questo zelo, che però ha dato qualche risultato importante: non dimentichiamoci del processo Spartacus e delle condanne all'ergastolo per i principali boss dei Casalesi.
Saviano, tuttavia, era stato facile profeta: "Quando denunci, vieni visto come uno che si sente migliore e per questo vieni disprezzato".

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