Vi propongo l'articolo scritto per il free press mensile di Pavia UAU, in cui affronto l'annoso problema della frana più estesa d'Europa a Montaguto (AV).
L'Italia che non funziona: è quello che succede da quattro anni a Montaguto, paesino campano dell'Irpinia, quando nel 2006 la frana più grande d'Europa si è abbattuta sulla SS 90 “delle Puglie”, interrompendo la principale arteria di comunicazione tra Campania e Puglia. E, un mese fa, il mostro di fango, come lo chiamano gli abitanti del posto, è sceso fino ad occupare i binari della ferrovia, cosicché la linea Roma-Lecce è, al momento, interrotta e l'Italia tagliata a metà. Tutto inizia nel gennaio nel 2006 quando, a seguito delle abbondanti precipitazioni, da una sorgente a monte della collina circostante Montaguto, il terreno comincia a muoversi e a formare una “lingua nera di terriccio umido”, che attualmente ha raggiunto la lunghezza di tre chilometri e la larghezza di 300 metri, un volume di 700 metri cubi di fango, pari a “cinque volte quello che spazzò via Sarno”. La zona, non a caso, è conosciuta come la “Lama”: fango, in dialetto locale, proprio “per indicare un terreno scivoloso e in pendenza, instabile” perché argilloso e quindi permeabile all'acqua, che preoccupava già a metà del '700 i Borboni. A seguito del disastro si mette in moto la macchina dell'emergenza, guidata da vari commissari di nomina governativa, tutti accomunati dall'incapacità di raggiungere un risultato utile: si cerca di tamponare rimuovendo il terreno che continua a scendere e realizzando una bretella che aggiri il cumulo di fango riversatosi sulla statale; non si pensa, pur impiegando per questo genere di interventi più di tre milioni di euro, ad un intervento definitivo, ma semplicemente ad una soluzione-ponte per “passà la nuttata”. Come è facile immaginare, la popolazione è sul piede di guerra, non ne può più di questa frana che tanti problemi arreca sia dal punto di vista della mobilità (si pensi ai pendolari o ai problemi del soccorso, considerando che la gran parte della popolazione è anziana) sia dal punto di vista economico (tante attività commerciali hanno dovuto chiudere i battenti per il ridotto traffico che transita sulla SS 90). Lo stato di indifferenza prolungato porta a ciò che gli abitanti – sembra paradossale dirlo – speravano al fine di richiamare l'attenzione: alle 19 del 10 marzo scorso, la frana arriva a lambire i binari della ferrovia Roma-Bari-Lecce, cosicché la stessa viene interrotta a scopo cautelativo. Solo da questo momento l'attenzione mediatica si alza: arrivano, tra gli altri, Luca Abete di “Striscia la notizia”, le troupes di La7 per “Reality”, del Tg5 e di SkyTg24; alcune istituzioni pugliesi, tra cui il presidente della provincia di Brindisi Ferrarese e il sindaco di Bari Emiliano, indicono una manifestazione ai piedi della frana (le autorità campane, che non si sono mai viste, anche oggi latitano); il presidente Vendola incontra la popolazione montagutese e promette una soluzione al più presto, mostrandosi seriamente interessato al problema; ritorna pure Bertolaso, che avoca a sé tutti i poteri e mette in campo il Genio militare. A tener sempre viva l'attenzione ci ha pensato Montaguto.com, portale gestito da tre ragazzi profondamente legati al paese natio. Non c'è scappato il morto, ma si è dovuta interrompere la ferrovia per far convergere le attenzioni delle istituzioni sulla frana, trascurata dalla negligenza e da interessi eterogenei (si parla di probabili infiltrazioni camorristiche) in una zona già problematica. Sempre il solito copione, la solita Italia che non funziona. È lecito sperare in un futuro diverso?
L'Italia che non funziona: è quello che succede da quattro anni a Montaguto, paesino campano dell'Irpinia, quando nel 2006 la frana più grande d'Europa si è abbattuta sulla SS 90 “delle Puglie”, interrompendo la principale arteria di comunicazione tra Campania e Puglia. E, un mese fa, il mostro di fango, come lo chiamano gli abitanti del posto, è sceso fino ad occupare i binari della ferrovia, cosicché la linea Roma-Lecce è, al momento, interrotta e l'Italia tagliata a metà. Tutto inizia nel gennaio nel 2006 quando, a seguito delle abbondanti precipitazioni, da una sorgente a monte della collina circostante Montaguto, il terreno comincia a muoversi e a formare una “lingua nera di terriccio umido”, che attualmente ha raggiunto la lunghezza di tre chilometri e la larghezza di 300 metri, un volume di 700 metri cubi di fango, pari a “cinque volte quello che spazzò via Sarno”. La zona, non a caso, è conosciuta come la “Lama”: fango, in dialetto locale, proprio “per indicare un terreno scivoloso e in pendenza, instabile” perché argilloso e quindi permeabile all'acqua, che preoccupava già a metà del '700 i Borboni. A seguito del disastro si mette in moto la macchina dell'emergenza, guidata da vari commissari di nomina governativa, tutti accomunati dall'incapacità di raggiungere un risultato utile: si cerca di tamponare rimuovendo il terreno che continua a scendere e realizzando una bretella che aggiri il cumulo di fango riversatosi sulla statale; non si pensa, pur impiegando per questo genere di interventi più di tre milioni di euro, ad un intervento definitivo, ma semplicemente ad una soluzione-ponte per “passà la nuttata”. Come è facile immaginare, la popolazione è sul piede di guerra, non ne può più di questa frana che tanti problemi arreca sia dal punto di vista della mobilità (si pensi ai pendolari o ai problemi del soccorso, considerando che la gran parte della popolazione è anziana) sia dal punto di vista economico (tante attività commerciali hanno dovuto chiudere i battenti per il ridotto traffico che transita sulla SS 90). Lo stato di indifferenza prolungato porta a ciò che gli abitanti – sembra paradossale dirlo – speravano al fine di richiamare l'attenzione: alle 19 del 10 marzo scorso, la frana arriva a lambire i binari della ferrovia Roma-Bari-Lecce, cosicché la stessa viene interrotta a scopo cautelativo. Solo da questo momento l'attenzione mediatica si alza: arrivano, tra gli altri, Luca Abete di “Striscia la notizia”, le troupes di La7 per “Reality”, del Tg5 e di SkyTg24; alcune istituzioni pugliesi, tra cui il presidente della provincia di Brindisi Ferrarese e il sindaco di Bari Emiliano, indicono una manifestazione ai piedi della frana (le autorità campane, che non si sono mai viste, anche oggi latitano); il presidente Vendola incontra la popolazione montagutese e promette una soluzione al più presto, mostrandosi seriamente interessato al problema; ritorna pure Bertolaso, che avoca a sé tutti i poteri e mette in campo il Genio militare. A tener sempre viva l'attenzione ci ha pensato Montaguto.com, portale gestito da tre ragazzi profondamente legati al paese natio. Non c'è scappato il morto, ma si è dovuta interrompere la ferrovia per far convergere le attenzioni delle istituzioni sulla frana, trascurata dalla negligenza e da interessi eterogenei (si parla di probabili infiltrazioni camorristiche) in una zona già problematica. Sempre il solito copione, la solita Italia che non funziona. È lecito sperare in un futuro diverso?
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