mercoledì 17 giugno 2009

IL REFERENDUM ELETTORALE - 2^ PARTE


In questo post vorrei invece sottolinearvi alcuni controsensi o, se volete chiamarli col loro nome, esempi di ambiguità. Ricorderete tutti come alcuni partiti, e i loro leader in testa, non più tardi di due anni fa erano tra i più accesi fautori del referendum e raccoglievano firme tutti i giorni affinchè il referedum venisse indetto. Ma oggi, invece, possiamo notare che, con grande stupore, hanno cambiato totalmente idea, invitando addirittura a non andare a votare.

Per esempio, prima delle ultime elezioni europee e amministrative, da Varsavia, Berlusconi aveva annunciato il suo appoggio automatico al referendum. "Il referendum dà il premio di maggioranza al partito più forte. Vi sembra che io possa votare no? Va bene tutto, ma non si può pensare di essere masochisti". Ma poi, subito dopo le consultazioni che hanno visto un trionfo della Lega Nord, notoriamente contraria al referendum, il premier ha cambiato posizione. "Il presidente Berlusconi - recitava una nota di Palazzo Chigi - ha ritenuto di esplicitare che la riforma della legge elettorale debba essere conseguente alle riforme del bicameralismo perfetto auspicata da tutti e che, pertanto, non appare oggi opportuno un sostegno diretto al referendum del 21 giugno".

Sulla sponda opposta, il PD ufficialmente sostiene il referendum ma diversi suoi esponenti, alcuni di spicco, hanno espresso dubbi sull' opportunità di fornire all'avversario tanto regalo. Francesco Rutelli si schiera per il no: "Io credo che il bipartitismo consegnerebbe l’Italia al populismo della destra e quello che uscirebbe dal referendum sarebbe peggio di quello che abbiamo oggi" e arriva a definire "scriteriato" il referendum. Anche Luciano Violante, ex presidente della Camera ed esponente del Pd, esprime il suo dissenso: "il referendum non è contro la legge Calderoli, ma la rafforza: la vittoria del sì ne confermerebbe i tre caratteri principali: la sottrazione ai cittadini del potere di scegliere i parlamentari, il sistema proporzionale; il premio di maggioranza”.

E Di Pietro? Non possiamo dimenticarlo perchè lui è uno di quelli che aveva raccolto le firme. E ora per paura della "deriva autoritaria" di Berlusconi in caso di vittoria del sì, invita a votare no, rimangiandosi tutto. E disobbedendo il principio del referendum, che serve a modificare la legge elettorale e non a dare un giudizio sul premier. Ricorda simpaticamente Guzzetta che "prima di Di Pietro solo uno aveva raccolto delle firme votando poi "no": De Mita nel 1991". Ecco alcune dichiarazioni del leader Idv risalenti agli ultimi mesi.

  • "Se veramente vogliamo fare una cosa utile per il Paese evitiamo che Berlusconi si appropri anche del risultato referendario del 21 giugno".
  • "Nel merito del referendum, noi dell'Italia dei Valori crediamo che questa legge elettorale sia una coltellata alla democrazia, un omicidio della democrazia, per questo abbiamo creduto in buona fede che attivando il referendum si potesse e si dovesse imporre al Parlamento di fare la legge elettorale (...) In queste condizioni si finirebbe per dare a Berlusconi non un coltello per uccidere la democrazia, ma un mitra, un kalashnikov per distruggerla completamente e con essa anche la Costituzione".
  • "L'intento era quello di mettere sedute nelle aule parlamentari le forze politiche che, responsabilmente, avrebbero dovuto fare un'altra legge per ridare la possibilità ai cittadini di scegliersi i candidati e di mandare a casa quelli di cui non hanno più fiducia. Ma la prospettiva oggi è diversa: il quesito refendario non viene concepito come grimaldello per modificare una legge ingiusta e assurda, ma come occasione per cristallizzare iniquità e dare Potere Assoluto a Berlusconi".

Questo serve a farvi rendere conto di quanto passeggere siano molte posizioni politiche, mutanti col passare delle stagioni. Purtroppo.

P.S. Leggo adesso, alle 19 del 17 giugno, da www.corriere.it un flash.

ROMA - Il presidente del Consiglio ha annunciato in un'intervista all'emittente 'Teleuniverso Frosinone' che, pur non partecipando alla campagna, votera' si' al referendum elettorale. Silvio Berlusconi ha anche sferrato un attacco all'Udc definendo il partito "un'unione di clientele che disdice tutto cio' che l'Udc ha fatto per 15 anni". (Agr)

Per maggiori informazioni,
consultate il sito:


http://www.referendumelettorale.org

2 commenti:

  1. ottima guida al referendum aldo, anche io ne ho postata una!
    buona giornata!

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  2. D'accordo con Andrew, davvero una buona guida. L'informazione televisiva sul referendum è stata pessima, adesso potrò andare a votare con più serenità... Buona domenica!

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