sabato 28 novembre 2009

IL RICHIAMO CADUTO NEL VUOTO



Nulla da eccepire di fronte alle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: un monito forte e chiaro - l'ennesimo - ad abbassare i toni troppo alti dello scontro politico e dello scontro tra istituzioni. Sembra proprio che ormai pensare al dialogo in politica sia un sogno, un'utopia cui rassegnarsi perchè tanto nulla cambierà. Gli avvertimenti del capo dello Stato sono stati numerosi e rivolti a chi ogni volta ha alzato la voce più degli altri, ma evidentemente non sono serviti a nulla. Ecco, allora, che Napolitano ha ritenuto di dover intervenire ancora una volta e lo ha fatto in una maniera nettamente più solenne delle altre: pur capace di parlare a braccio, ha preferito, per assicurare una maggiore incisività, leggere la dichiarazione.

L'interesse del Paese, che deve affrontare seri e complessi problemi di ordine economico e sociale richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali.

Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento , in quanto poggi sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare.


E' indispensabile che da tutte le parti venga uno sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni
pubbliche, e che quanti appartengono alla istituzione preposta all'esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione. E spetta al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia.

La breve dichiarazione di Napolitano racchiude, in maniera sintetica ed efficace, i fondamenti dello Stato democratico, animato dal profondo rispetto di ciascuna singola istituzione: solo in questo modo, solo con la profonda collaborazione delle differenti parti si può raggiungere al meglio l'interesse del Paese.

Nonostante l'importante richiamo del presidente della Repubblica, ieri, per tutto il giorno, incerte anticipazioni di stampa riguardo un avviso di garanzia per Berlusconi hanno circolato, smentite solo in serata da Palazzo Chigi e oggi dai pm di Firenze, i quali hanno anche affermato che "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati per mafia". Ma intanto la frittata è stata combinata: ancora una volta è partito il solito can can mediatico contro Berlusconi, che - non certo erroneamente - ha bollato come "infamanti" e "infondate" le accuse di un coinvolgimento in un processo per mafia.

A questo punto, non resta che sperare in bene, anche se queste premesse non lasciano certezze: il presidente Napolitano si troverà ancora a dover richiamare politici e istituzioni all'ordine, purtroppo.

1 commento:

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