Sarebbe certamente un momento difficile per il nostro Paese quello in cui dovesse affermarsi il principio che in una democrazia dell'alternanza ogni maggioranza modifica a proprio piacimento quelle che sono le regole del vivere civile, le regole che devono impegnare tutti gli italiani (...) Riscrivere le regole deve necessariamente comportare l'impegno per una riscrittura che sia quanto più possibile condivisa. Perché le regole riguardano tutti, perché le istituzioni della Repubblica sono le istituzioni di ogni italiano.Gianfranco Fini, 16 novembre
Compito del governo è lavorare per realizzare il programma concordemente definito al momento delle elezioni. Compito dell'opposizione è esercitare il proprio ruolo di critica e di proposta alternativa, in coerenza con il proprio mandato elettorale. Compito della maggioranza è garantire che in Parlamento il programma del governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza viene meno, il risultato è il non rispetto del patto elettorale. Se ciò si verificasse, giudice ultimo non può che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale.A giudicare dalle dichiarazioni qui riportate, pare proprio che l'aria nel centrodestra sia piuttosto pesante: aleggia lo spettro di qualche difficoltàRenato Schifani, 17 novembre

Così come a proposito del caso Cosentino, di cui ho parlato in un precedente post, allo stesso modo la questione posta dall'analisi sulla legge sul processo breve porta a chiedersi innanzitutto il perchè di una certa condotta, interrogandosi innanzitutto sull'opportunità di comportamenti che finiscono inevitabilmente per lacerare e creare scontento. Non si ravvede l'opportunità di una permanenza dell'on. Cosentino al suo posto di governo nè della

A questo punto appare simpatica la difesa del premier c


nessuno può pensare di evitarle (le elezioni anticipate, ndr) riportando tutto a un pensiero unico. La compattezza non è essere fedeli alla linea come se fossimo in una caserma, ma rispettare i patti sulla giustizia e anche avere compattezza su questioni come quella di Cosentino.Solo ripartendo da una seria e - perchè no? - accesa dialettica, si possono creare i presupposti per una comunione d'intenti basata su valori condivisi: non è certo l'essere a favore o a sfavore di Berlusconi che può aiutare a trovare una sintesi delle posizioni differenti all'interno di un grande partito come il Pdl. Deve essere piuttosto il leader ad amalgamare le opinioni opposte intorno a sè ed evitare di essere egli stesso causa di divisione. Ma il problema è quasi insanabile finchè Berlusconi sarà il capo del Pdl.
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