giovedì 5 novembre 2009

NON SPRECARE


NON SPRECARE

Antonio Galdo

Gli Struzzi Einaudi

€ 16

Emblematico il titolo dell'ultimo libro di Antonio Galdo: Non sprecare è l'invito che lo scrittore, attraverso racconti di fatti della vita quotidiana, ci rivolge sotto varie forme. Perchè, ogni giorno, senza accorgercene, presi dalla routine, sprechiamo tantissimo: un pulsante non spento o una bevuta di troppo possono essere segni diversi di abbandono di qualcosa di molto importante. Proprio leggendo il libro, mi è venuta in mente la considerazione che mio nonno faceva guardando la realtà degli ultimi venti, trent'anni: "servirebbe una guerra, così apprezeremmo seriamente quello che abbiamo". Ogni giorno che passa penso che il senso di questa battuta, così forte e così efficace, sia terribilmente vero e attuale: abbiamo così tanto da non saperlo valorizzare e perciò sprechiamo.

Galdo mette in pratica nel libro il “nuovo comandamento” dei temi moderni, affrontando storie e personaggi di una Italia ancora capace di risparmiare. Per esempio, l’agronomo che ha creato Last minute market: per non sprecare cibo si raccolgono confezioni vicine alla scadenza per destinarle ad orfanotrofi e ospedali. Oppure la fondazione Civicum, che ha scandagliato i bilanci delle principali città italiane alla ricerca di spese extra o il monaco camaldolese che riduce al minimo l'uso delle parole. E poi la storia di una vita che stava per essere sprecata per colpa di una pastiglia di ecstasy. Insomma, molte le storie interessanti raccontate nel'opera, per la quale l'autore ha incontrato "padri e figli, mamme del cuore e della pancia, monaci e scienziati, uomini di fede e non credenti, mercanti e servitori dello stato, geni dell'arte e visionari del volontariato a mille dimensioni, capi di piccole comunità ed eredi di grandi imperi economici", cercando di "scoprire, dentro ciascuno di loro, il seme di una resistenza a ciò che sembra ineluttabile". Perchè davanti allo spreco ci arrendiamo, alziamo le mani senza reagire e i motivi sono diversi: la forza dell'abitudine, la profonda indifferenza per chi non ha, la distrazione legata all'abbondanza e alla possibilità di avere, la miopia di non riuscire a guardare più in là del nostro naso. "Viviamo con l'orologio sincronizzato nel tempo della società 'usa e getta' e siamo ossessionati da uno stile, ormai diventato naturale, che si traduce nella cancellazione della parola sobrietà".
Il nostro problema è che sprechiamo sia le cose tangibili, che troviamo facilmente alla prossima spesa la supermercato, sia le cose intangibili, che sono senza prezzo e non sono in vendita al mercato, eppure sono parte di noi: la vita e la morte, la salute, la bellezza, il tempo, le parole, il talento.

Sforziamoci, dopo aver letto questo libro, ad ingaggiare una seria lotta contro lo spreco, ciascuno nel suo piccolo, dato che per ora è affidata allo sforzo di qualche minoranza: facciamo tesoro di quello che abbiamo, consci di non sapere se domani potremmo averlo nuovamente e facilmente. E per chi vuol saperne di più può visitare il blog di Antonio Galdo e il sito Non sprecate.

1 commento:

  1. oggigiorno non si recupera più niente ! Tutto finisce in discarica, molti invece di comperarsi un convertitore terrestre gettano il televisore... "le cose vecchie a la case di li pazze more "

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