sabato 4 aprile 2009

DUE PAROLE A PROPOSITO DI FECONDAZIONE ASSISTITA

Dinanzi alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40, sento di dover fare due riflessioni, partendo dal far presente che ho votato "sì" al referendum di qualche anno fa.

Ho sempre ritenuto che si trattasse di una legge buona e per questo mi sono battuto perchè il referendum portasse i frutti desiderati. Invece quel referendum ha visto un grande fallimento: non solo per il pesante indirizzo della Chiesa, ma anche perchè la gente non si è appassionata molto al tema, non l'ha fatto suo. E ha deciso di non esprimersi.

Colgo con contentezza la notizia della sentenza che boccia, tra le altre, la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.

Disapprovo, invece, gli interventi dei presidenti delle due Camere. Il presidente Fini che parla di una sentenza che «rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti Paesi europei», ricordando la «laicità delle nostre istituzioni». Mentre il presidente Schifani la ritiene «una buona legge», sottolineando che «quando un provvedimento affronta tanti passaggi parlamentari, un dibattito lungo con voti segreti, nei quali i parlamentari votano secondo coscienza e non sulla base di dogmi, è una buona legge».

Data la difficoltà di giudizio su temi così sensibili, ritengo opportuno che le più alte cariche dello Stato, garanti del normale svolgimento del lavoro del Parlamento, si astengano da commenti a favore o sfavore di un provvedimento legislativo, pena un influenzamento non solo degli organi che presiedono, ma anche dell'opinione pubblica.

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